Un allarme forte, chiaro, e documentato è stato lanciato in occasione del XXVII Convegno Nazionale Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) a Roma, 30 maggio 2025.
Tema centrale dell’edizione: “Unmasking the Appeal – Smontiamo il fascino del tabacco”.
Dietro la patina accattivante di frutti esotici, vapori profumati e design
“tech-friendly”, i nuovi prodotti a base di nicotina nascondono rischi ben
maggiori di quanto l’industria voglia far credere.
Giovani e nicotina: una
combinazione esplosiva
I dati
presentati al convegno parlano chiaro: gli
adolescenti tra gli 11 e i 17 anni sono oggi la fascia più vulnerabile all’uso di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco
riscaldato (HTP). Non si tratta solo di un cambio di abitudine
rispetto alla sigaretta tradizionale, ma di un vero e proprio boom di consumo, con particolare
incidenza tra i 14 e i 17 anni e
una crescita significativa tra le ragazze.
Ma
c’è di più: la nuova frontiera è il “poli-consumo”,
cioè l’uso simultaneo di più dispositivi
contenenti nicotina. Questo comporta un’esposizione massiccia e ripetuta non solo alla
sostanza psicoattiva (nicotina), ma anche a sostanze
chimiche tossiche.
Nicotina: la droga di ingresso
La
preoccupazione maggiore, emersa in modo trasversale tra i relatori, riguarda il
ruolo della nicotina come “gateway drug”,
ovvero una porta d’accesso verso altre
dipendenze. L’esposizione precoce, soprattutto durante lo sviluppo
cerebrale, può alterare l’omeostasi
neuronale e aumentare la vulnerabilità
all’uso di cannabis, alcol e droghe pesanti. In pratica, più
precocemente si inizia a svapare, più alta è la probabilità che si sviluppino dipendenze multiple in età adulta.
Più danni che benefici: il mito
delle “alternative più sicure”
Contrariamente
a quanto sbandierato dai produttori, le sigarette elettroniche non sono affatto esenti da rischi, né
rappresentano una soluzione efficace per smettere di fumare.
Uno dei focus del convegno è stato proprio il confronto tra i diversi prodotti e l'uso in combinazione (uso duale):
Malattia |
Sigarette |
E-CIG |
Uso
Duale |
Malattie cardiovascolari |
100 |
100 |
100 |
Ictus |
100 |
100 |
126 |
Malattie metaboliche |
100 |
100 |
100 |
Asma |
100 |
122 |
134 |
BPCO |
100 |
53 |
141 |
Tumori cavo orale |
100 |
87 |
127 |
Tumore del polmone |
100 |
??? |
424 |
Considerando il valore di riferimento pari a 100 il danno alle sigarette a combustione, si riportano i valori relativi alle e-cig e all'uso combinato di sigarette ed e-cig (uso duale).
Il
dato più allarmante? L’uso combinato
di e-cig e sigarette tradizionali può moltiplicare
il rischio di cancro al polmone (con un rischio relativo fino a più di
4 volte maggiore rispetto alle sole sigarette!) (1).
HTP ed e-cig: trampolini per il
tabacco, non strumenti di uscita
Il
concetto di “riduzione del danno” è spesso evocato dall’industria, ma non trova conferma nei dati epidemiologici.
Come ha sottolineato l’epidemiologo Silvano
Gallus, nella realtà quotidiana:
·I nuovi
prodotti non aiutano efficacemente a smettere di fumare
·Il 68%
degli utenti HTP è anche fumatore
di sigarette
·I non
fumatori che provano HTP hanno un rischio 6 volte maggiore di iniziare
a fumare sigarette convenzionali
·I “duali”
sono la maggioranza tra gli utilizzatori di e-cig
Insomma, più che una via d’uscita, HTP e
e-cig appaiono come una trappola
d’ingresso.
Fumo passivo 2.0: un rischio
sottovalutato
Altro
tema critico emerso dal convegno è l’esposizione
passiva. Nonostante i divieti nei luoghi chiusi, vapori contenenti nicotina e particelle ultrafini
continuano a diffondersi. Gli esperti chiedono a gran voce di estendere i divieti anche agli spazi aperti:
spiagge, parchi, aree gioco. I bambini
e i non fumatori devono essere protetti, anche dal fumo
"digitale".
Centri Antifumo: da presidio di
salute a specie in estinzione
E
mentre crescono i rischi, diminuiscono le
risposte del sistema sanitario. Dal 2015 al 2025, i Centri Antifumo attivi in Italia sono scesi da
396 a 222: una riduzione del 43,94%.
Sono stati soppressi 174 ambulatori,
soprattutto nel Sud e Isole dove i Centri hanno spesso con pochi operatori e
attività spesso ridotte a un paio di giorni a settimana. Una situazione in netto contrasto con la rilevanza e l’urgenza del problema sanitario rappresentato dal tabagismo.
La distribuzione dei Centri Antifumo in Italia evidenzia una marcata disomogeneità territoriale nelle risorse dedicate al supporto per la cessazione del fumo. Considerando il numero di Centri per unità di superficie, il Sud e le Isole presentano una densità inferiore a un terzo rispetto al Nord e a meno della metà rispetto al Centro. Questa disparità costituisce una criticità rilevante per le strategie di sanità pubblica finalizzate alla riduzione del tabagismo e al rafforzamento dell’equità nell’accesso ai servizi di supporto. I dati presentati al Convegno confermano, inoltre, un fenomeno già emerso negli anni precedenti: la prevalenza di fumatori risulta stabilmente più elevata nel Sud Italia e nelle Isole.
Insomma, soprattutto al Sud e Isole “Invece di spegnere le sigarette, stiamo spegnendo i Centri Antifumo”.
Una domanda che resta sospesa: che direzione sta prendendo la lotta al tabagismo
in Italia?
I Centri Antifumo sono le strutture sanitarie che producono salute a costi estremamente bassi: non richiedono esami diagnostici, né farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ma offrono un supporto efficace e strutturato per aiutare i cittadini a smettere di fumare. Eppure, questi servizi continuano a essere trascurati, in particolare nel Sud e nelle Isole, dove la loro presenza resta numericamente insufficiente, frequentemente sottodimensionata e scarsamente riconosciuta dalle aziende sanitarie locali.
Nel frattempo, la nicotina si reinventa, assumendo nuove forme — sigarette elettroniche usa e getta, eleganti dispositivi a tabacco riscaldato, astucci mimetizzabili contenenti bustine di nicotina — e conquista nuove generazioni di consumatori, spesso inconsapevoli dei rischi. I servizi pubblici per la cessazione vengono progressivamente ridimensionati o smantellati, mentre il dibattito pubblico si arena tra strategie di marketing e confusione normativa. È davvero questa la traiettoria che intendiamo seguire per tutelare la salute pubblica e le generazioni future?
1. M A Bittoni, D P Carbone, R E Harris: Vaping, Smoking and Lung Cancer Risk. J Oncol Res Ther. 2024;9(3):10229.
Guglielmo Lauro
medico
Nessun commento:
Posta un commento