La
lotta al tabagismo incide in maniera concreta e diretta sui 17 traguardi
oggetto della cosiddetta Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. In effetti, a
causa dell’evidente conflitto di interessi di dimensioni planetarie tra il
tabacco, che genera ingenti vantaggi economici alle multinazionali, e i diritti
umani alla vita e alla salute, i governi dovrebbero impegnarsi particolarmente nella
lotta al tabagismo.
Goal 1: sconfiggere la povertà
È
il primo degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il
consumo di tabacco favorisce direttamente la povertà, in diversi modi.
L’acquisto dei prodotti da fumo ha un impatto immediato sullo standard di vita
soprattutto di coloro che percepiscono redditi modesti. Questi, infatti, per
soddisfare la loro dipendenza dal tabacco, spesso rinunciano a spese necessarie
per sé stessi e per la loro famiglia. Le malattie fumo correlate possono
portare a conseguenze economiche disastrose per le economie familiari
soprattutto quando i membri della famiglia dipendono dallo stipendio della
persona che si ammala. Peraltro, l'OMS da anni riconosce il tabacco come
"una minaccia per lo sviluppo" principalmente per il fatto che le
coltivazioni del tabacco sono dislocate soprattutto nei Paesi più poveri le cui
risorse sono ulteriormente depauperate dagli effetti della catena produttiva
del tabacco sull'ambiente.
Goal 2: sconfiggere la fame
Il
secondo obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite è eliminare
la fame nel mondo e raggiungere la sicurezza alimentare ovunque entro il 2030.
Per realizzare questo obiettivo, le misure di lotta al tabagismo svolgono un
ruolo essenziale. Nei
Paesi a basso o medio reddito i costi del fumo impediscono a molte famiglie di
offrire ai figli un'alimentazione equilibrata. Le
colture di tabacco sottraggono preziose terre coltivabili alla produzione
alimentare e, peraltro, le rendono inutilizzabili per le colture alimentari in
quanto impoveriscono il suolo e lo degradano. Se i campi utilizzati per le
colture di tabacco fossero utilizzati per coltivare alimenti, potrebbero
sfamare decine di milioni di persone. Intanto, nonostante
il chiaro legame causale tra la coltivazione del tabacco e l’insicurezza
alimentare, le multinazionali del tabacco cercano di lavarsi la coscienza
attirando l’attenzione sulle iniziative che patrocinano per combattere la fame.
Il
fumo rappresenta, a livello globale, la principale causa di mortalità e la
prima dipendenza in termini di incidenza e di patologie correlate. Il fumo
uccide circa 6 milioni di persone ogni anno, di cui 600 mila sono non fumatori
esposti al fumo passivo; di questi 600 mila oltre un quarto sono bambini che
non hanno ancora compiuto cinque anni. A livello mondiale, il consumo di
tabacco è responsabile del 90% dei tumori polmonari, del 25% delle morti per
cancro, del 20% dei decessi per malattie cardiovascolari.
Goal
4: Istruzione di qualità
Nei
paesi produttori di tabacco, il fumo influisce indirettamente sul diritto
all’istruzione, poiché costringe molti bambini e adolescenti ad abbandonare la
scuola per lavorare nelle piantagioni. In tutto il pianeta si contano circa 1,3
milioni di giovani non ancora quattordicenni che lavorano in produzioni di
questo tipo; inoltre, il 10–14% dei figli di coltivatori di tabacco non
frequenta la scuola. Nella sola India, i bambini che si trovano in questa
situazione sono ben 500 mila. Dalle testimonianze dei bambini “sfruttati” si
viene a conoscenza dei massacranti turni a cui vengono sottoposti: anche 18 ore
al giorno di lavoro in ambienti estremamente pericolosi e a continuo contatto
con sostanze nocive. Dunque invece di andare a scuola o giocare, lavorano!
Lavorano ovunque vi sia l'opportunità di guadagnare qualcosa per aiutare la famiglia.
In tali Paesi, se una madre o un padre si ammala come frequentemente avviene a
causa del consumo di tabacco, sovente i figli sono costretti a interrompere gli
studi per prendersene cura e, a volte, devono persino trovarsi un impiego per
compensare la perdita di reddito causata dall’incapacità al lavoro del
genitore. A
livello globale comunque il fumo minorile mette anche in pericolo le capacità
di apprendimento dei bambini e degli adolescenti, poiché ha un impatto sul loro
sviluppo cerebrale con conseguente maggiore rischio di sviluppare problemi
psichiatrici o un deficit di attenzione compromettendo notevolmente il
rendimento scolastico.
Goal 5: Parità di genere
Storicamente,
il numero di fumatori è sempre stato maggiore rispetto a quello delle fumatrici.
Tuttavia, negli ultimi anni questo divario si è assottigliato soprattutto nei Paesi
sviluppati, cosicché possiamo dire che il fumo di tabacco può costituire senza
ombra di dubbio l'inquinante delle pari opportunità, nel senso che, senza
risparmiare niente e nessuno, attacca le vulnerabilità di genere. In tal modo
il fumo promuove un finto paritarismo al ribasso che appunto svilisce il
concetto di parità di genere.
Nel
2021 si stima che siano stati raccolti, nel quadro di operazioni di pulizia
delle spiagge, oltre 4,2 milioni di mozziconi di sigaretta. Tuttavia, questa
non è che una parte insignificante dei 6,5 trilioni di sigarette prodotte nel mondo
ogni anno, di cui almeno il 75% finisce nei fiumi e negli oceani. Ciò non può
che entrare in totale contraddizione con il sesto Obiettivo di sviluppo
sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, ossia fare in modo, da un lato, che
l’acqua pulita sia alla portata di tutti e, dall’altro, che le risorse idriche
siano gestite in modo sostenibile. Chi fuma getta sovente i mozziconi di
sigaretta per terra, nello spazio pubblico condiviso da tutti, ad esempio sui
marciapiedi o nell’erba dei parchi. Da lì i mozziconi vengono trascinati via
dall’acqua piovana, dapprima verso gli scarichi e in seguito verso la rete di
corsi d’acqua, fino ai mari e agli oceani. Stessa sorte, per i mozziconi che vengono gettati nei servizi igienici e nelle caditoie stradali.
Poiché
i mozziconi di sigaretta sono essenzialmente composti da un filtro di acetato
di cellulosa, che è una plastica e non è biodegradabile, restano a lungo (circa
15 anni) sulle rive o sul fondo dei fiumi, dei laghi e dei mari. Dopodiché si
separano in minuscole particelle che finiscono ingerite dagli organismi
acquatici. Come se non bastasse, i mozziconi rilasciano anche molte sostanze
tossiche, tra le quali arsenico, piombo e etilfenolo, che sono estremamente
inquinanti. Basta un solo mozzicone per contaminare fino a 1000 litri d’acqua.
Nei
bacini e corsi d’acqua non ci sono solo i mozziconi, ma anche accendini, mozziconi
di sigari, pacchetti di sigarette e sigarette elettroniche, che contengono
circuiti, batterie (ossia piombo e mercurio) e cartucce di liquidi (contenenti
a loro volta sali di nicotina e metalli pesanti): anche questi possono
contaminare grandi masse d’acqua. La produzione di sigarette riduce anche la
quantità di acqua potabile cui può attingere la popolazione dei paesi poveri,
dove si trova la maggior parte delle piantagioni di tabacco. Per coltivare una
tonnellata di foglie di tabacco ci vogliono 2925 m3 d’acqua e questo la rende
una delle colture con il maggiore impatto idrico.
Goal
7: Energia pulita e accessibile
La
produzione del tabacco determina l'abbattimento di ettari ed ettari di foreste
sia per coltivare su terreni vergini, sia per avere legna da ardere utilizzata
nel processo di essiccazione delle foglie di tabacco (uno dei processi
produttivi del tabacco meno sostenibili). Detta deforestazione rappresenta un
serio fattore responsabile dell'aumento di anidride carbonica (CO2) in
atmosfera, essendovi da un lato la riduzione di "polmone verde" che
assorbirà meno CO2, e dall'altro l'immissione in atmosfera di CO2 prodotta
dalla combustione del legname. Poi il consumo di sigarette e lo smaltimento
delle stesse, anche se attraverso termovalorizzatori, comporta altra produzione
di gas di serra (il cui componente principale è l'anidride carbonica).
Non
meno importante è il problema degli incendi che spesso partono da un semplice
mozzicone abbandonato e i risultati sono devastanti specie nei mesi estivi. Gli
incendi, in effetti, contribuiscono alla liberazione in atmosfera di gas serra
e di tante altre sostanze più o meno tossiche e cancerogene (particolato,
idrocarburi complessi -compresi gli idrocarburi policiclici aromatici- e gas
irritanti).
Cosicché
l'industria del tabacco rappresenta la prima causa evitabile di emissioni di
CO2 e dunque la più insostenibile delle industrie.
Peraltro,
i milioni di ettari di terreno coltivati a tabacco potrebbero essere utilizzati
per istallazioni di fonti di energia rinnovabile (parchi eolici o pannelli
solari) o per coltivare piante tipicamente usate nella produzione di
biocombustibili (mais, colza, barbabietola o palma).
Goal 8: Lavoro dignitoso e crescita economica
L'industria
del tabacco ha un impatto negativo non solo sull’accesso a un lavoro dignitoso,
ma anche sulla crescita economica in generale.
La
realtà lavorativa soprattutto nei Paesi in via di sviluppo si basa spesso sul
lavoro minorile e su forme di abuso lavorativo. Il
tabacco rimane una minaccia per lo sviluppo e la crescita economica attraverso
la riduzione della produttività per disabilità e malattie fumo-correlate, nonché
attraverso le morti premature che nei Paesi a basso e medio reddito per l'80%
sono conseguenza del fumo di tabacco. Ai costi sanitari e sociali del fumo
vanno aggiunti gli ulteriori danni economici in termini di contrabbando,
criminalità, sfruttamento e impoverimento generale. Per
cui la lotta al fumo rappresenta uno degli investimenti più redditizi non solo
in ambito sanitario, ma a livello globale.
Goal 9: Industria, innovazione e infrastrutture
Il
nono obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite chiede
infrastrutture affidabili, incoraggiando l'innovazione soprattutto nei Paesi in
via di sviluppo, promuovendo un'industria rispettosa dell'ambiente. Tuttavia la
realtà innovativa dell'industria del tabacco non rispecchia gli obiettivi di
sostenibilità; utilizza un modello economico colonialista basato sullo
sfruttamento dei Paesi in via di sviluppo. Infine, le infrastrutture specifiche
per la raccolta dei rifiuti derivanti dal consumo dei prodotti del tabacco sono
praticamente inesistenti. A tale proposito si chiarisce che ciò che i fumatori percepiscono
come “rifiuto ambientale relativamente accettabile” è in realtà un inquinante
tossico che rappresenta il 50% dei rifiuti mondiali raccolti nelle aree urbane,
nonché il 40% di quelli raccolti nel Mar Mediterraneo.
Goal 10: Ridurre le disuguaglianze
Ridurre
le disuguaglianze tra i Paesi e nei Paesi appartenenti alle Nazioni Unite è il
decimo obiettivo. Sebbene
il consumo di tabacco sia mediamente diminuito nei Paesi ad alto reddito, il
consumo globale di sigarette continua ad aumentare, in gran parte a causa della
crescente diffusione del fumo da parte Paesi in via di sviluppo che, peraltro, sono sempre più sottoposti a sfruttamento da parte dell'industria del tabacco.
A livello globale, il numero di decessi in relazione al tabacco è stato di 7,69
milioni nel 2019 ed è in costante aumento. L'80% delle persone che fumano vive
in Paesi in via di sviluppo. Infatti, l'industria del tabacco approfitta
dell’assenza di leggi sulla sponsorizzazione delle sigarette nei Paesi
emergenti (sudest asiatico, Africa), promovendo il fumo in modo molto subdolo e
accattivante soprattutto tra i giovani. In
Nigeria non è raro vedere cortili di scuole circondati da cartelloni
pubblicitari di sigarette Marlboro o Lucky Strike. In questo Paese, inoltre, è
autorizzata una pratica altrove vietata: le sigarette possono essere acquistate
anche sciolte, e questo le rende accessibili ai bambini o alle persone con un
reddito molto basso. Queste
disparità non sono casuali. L’industria del tabacco ha da sempre preso di mira
le popolazioni vulnerabili con tattiche di marketing aggressive. La popolazione
di Paesi a reddito basso quali India, Pakistan e Zimbabwe subisce un impatto
pubblicitario 81 volte maggiore rispetto alla popolazione canadese o svedese. Queste
disuguaglianze si percepiscono anche all’interno dei singoli Paesi, in cui i
fumatori si riscontrano principalmente nelle fasce di popolazione
economicamente più svantaggiate. Peraltro le bambine e i bambini che crescono in una comunità dove il tabagismo è
parte della vita quotidiana hanno maggiori probabilità di subire gli effetti
del fumo passivo e di diventare a loro volta fumatrici e fumatori. Dette disuguaglianze hanno anche un impatto negativo sulla salute a causa di una maggiore esposizione a tutta una
serie di malattie fumo-correlate (enfisema, tumori) che spesso vengono
diagnosticati a uno stadio più avanzato e sono dunque più difficili da
trattare.
Goal 11: Città e comunità sostenibili
La
realizzazione di tale obiettivo prevede lo sviluppo di una comunità con una
migliore qualità di vita, garantendo una maggiore cura del territorio e
dell’ambiente. La realizzazione di questo obiettivo è ostacolata dal tabagismo
innanzitutto per il suo impatto sull'aspetto degli spazi urbani invasi da
mozziconi di sigarette. Si stima che a livello mondiale vengano gettati a terra
ogni giorno circa 18 miliardi di mozziconi. Tali rifiuti gettati a terra
possono essere pericolosi se vengono raccolti da bambini, da animali domestici
e dagli uccelli. Per
gli animali domestici la nicotina è un veleno neurotossico ed è frequente che,
soprattutto i cani attirati dalla saliva umana, ne ingeriscano una quantità
potenzialmente letale. Gli
uccelli oramai utilizzano fra l'altro i mozziconi di sigaretta per costruire i loro nidi che, anche se possono funzionare da repellente nei confronti di parassiti dannosi, verosimilmente esercitano effetti dannosi per la presenza di cancerogeni e pesticidi. Nella
maggior parte di aree da gioco per i bambini, nei parchi pubblici, sulle
spiagge e alle fermate dei trasporti pubblici non vi è divieto di fumo e quando
c'è, spesso non è rispettato. Peraltro non è raro che il divieto di fumo venga disatteso nelle pertinenze di ospedali e delle scuole.
Qual
è il prodotto commerciale che più degli altri uccide le persone che ne fanno
uso? Il fumo di tabacco il cui consumo e produzione non rispettano minimamente
il requisito di responsabilità. La coltivazione del tabacco provoca
deforestazione e impoverimento del suolo, contamina corsi d’acqua e monopolizza
terreni che potrebbero essere destinati alla produzione di alimenti e materie
prime essenziali. Bisognerebbe dunque convertire le coltivazioni di tabacco a
coltivazioni alternative. Un'iniziativa del genere è stata attivata solo
recentemente in Kenya dove la coltivazione del tabacco è stata abbandonata in
favore di quella di fagioli. A tale proposito l'OMS ha affermato che "il
progetto ha visto migliorare la salute degli agricoltori, aumentare la
frequenza scolastica dei bambini che precedentemente lavoravano nelle fattorie
e migliori raccolti per l'ambiente sostituendo il tabacco". Tuttavia
ad oggi rappresenta un progetto pionieristico di agricoltura sostenibile e
responsabile che dovrebbe essere riproposto in numerose altre realtà per essere
in linea con un obiettivo di consumo e produzione responsabili.
Goal 13: Lotta contro il cambiamento climatico
Anno
dopo anno gli effetti disastrosi delle politiche ambientali fallimentari dei
governi di tutto il mondo si fanno sempre più pesanti per la popolazione. La
filiera del tabacco ha un impatto ambientale notevole, soprattutto per la
necessità di terreni di coltivazione vergini con abbattimento di ettari ed
ettari di foreste. Si tratta di una deforestazione di migliaia di ettari ogni
anno e quindi di una riduzione di "polmone verde" che assorbendo meno
anidride carbonica (CO2) rappresenta una delle maggiori cause di cambiamento
climatico. A ciò di aggiunge la CO2 derivante dall'immissione in atmosfera di
CO2 prodotta dalla combustione del legname nel processo di essiccazione delle
foglie di tabacco (uno dei processi produttivi del tabacco meno sostenibili). Poi,
va considerato il consumo di sigarette che contribuisce all'inquinamento
dell'aria per la presenza di diversi gas ad effetto serra come
anidride carbonica e metano che vengono emessi nell'atmosfera dai fumatori
rispettivamente per 2,6 miliardi di kg e 5,2 miliardi di kg ogni anno. Infine, va sottolineato il problema dello smaltimento dei mozziconi, che anche se effettuato attraverso termovalorizzatori, comporta
altra produzione di gas di serra (il cui componente principale è l'anidride
carbonica).
I paesi dell'UE si sono impegnati a rendere l'UE climaticamente neutra entro il 2050 e con tappa intermedia di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto al 1990. Ciò non significa azzerare completamente le emissioni di CO2: la neutralità climatica si raggiunge infatti quando le emissioni prodotte dalle attività umane sono compensate da quelle assorbite, ad es. attraverso il suolo, le foreste, etc. Per raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, è fondamentale affrontare tutte le fonti di emissioni di gas serra, compresa l'industria del tabacco. Ciò potrebbe significare intensificare il contrasto alla produzione di tabacco attraverso politiche adeguate per garantire una transizione equa verso un'economia a basse emissioni di carbonio.
Goal
14: Vita sott’acqua
Il
tabagismo ha un notevole impatto sulla vita acquatica sia in fase di produzione
che in fase di consumo. Le fabbriche di sigarette generano numerosi residui
tossici tra cui ammoniaca, nicotina, acido cloridrico, metanolo o nitrati, che
spesso contaminano i corsi d'acqua. I mozziconi di sigaretta rappresentano il
primo contaminante degli oceani a livello mondiale e la tipologia di rifiuto
più numeroso raccolto sulle coste di tutto il pianeta, così come riportato
dall'Ocean Conservancy, associazione no-profit che da 32 anni organizza
l’International Coastal Cleanup (associazione internazionale di pulizia
costiera). I
mozziconi contengono, nella parte del filtro, acetato di cellulosa, un tipo di plastica molto dannoso,
non solo per la facile disgregazione in microplastiche che entrano nella
catena alimentare marina, ma perché oltre a contenere i residui tossici del
fumo, tendono a catturare tanti altri inquinanti presenti nell’ambiente marino
e dunque fungono da vettori degli inquinanti catturati. In effetti, la
pericolosità per l’uomo è legata principalmente a questo processo. Infatti, le
microplastiche che si accumulano nei visceri addominali dei pesci, sebbene non
tendano a risalire lungo la rete alimentare umana perché in genere i visceri
vengono scartati, rappresentano comunque un veicolo di inquinanti che si
accumulano nella fauna marina. Dal bioaccumulo alla biomagnificazione il passo
è breve. La biomagnificazione è il processo grazie al quale l’accumulo di
sostanze tossiche negli esseri viventi (il bioaccumulo) aumenta di
concentrazione man mano che si sale al livello trofico successivo (cioè da
preda a predatore), ovvero procedendo dal basso verso l’alto nella catena
alimentare. In altre parole, diccome
i pesci si mangiano l’un l’altro interi, la concentrazione di microplastiche e
quindi di inquinanti può crescere in maniera esponenziale.
Goal 15: Vita sulla Terra
Tale
obiettivo è dedicato alla protezione e al ripristino degli ecosistemi terrestri
già ampiamente sfruttati. Ogni
anno l’organizzazione no-profit Global Footprint Network calcola il Giorno del
sovrasfruttamento della Terra (Earth Overshoot Day) che rappresenta il giorno
in cui, a livello globale, l’umanità esaurisce completamente le risorse prodotte
dalla Terra, superando in consumi la capacità che il nostro Pianeta ha di
produrne in un anno. Per l'anno che si è appena concluso, il 2022, l’Earth
Overshoot Day a livello globale è caduto lo scorso 28 luglio, che in termini
pratici vuol dire che successivamente a tale data decorre il debito con la
Terra. Il
tabacco è responsabile di numerosi di effetti nocivi sugli ecosistemi terrestri: la deforestazione, l'impoverimento del suolo, la desertificazione,
l'uso di grandi quantità di pesticidi, fungicidi e fertilizzanti, ed infine il rilascio nell'ambiente dei prodotti di scarto del fumo
(mozziconi, packaging del tabacco, e-cig usa e getta, etc.).
Pertanto si
riportano degli esempi di impatto ambientale del tabacco che destano crescente preoccupazione:
-riduzione
delle aree per specie animali selvatiche (elefanti, leoni, etc.)
-minaccia
per la biodiversità a causa del potere inquinante derivante dalla produzione e consumo del
tabacco (avvelenamento della fauna selvatica e inquinamento delle falde
acquifere e degli ecosistemi di acqua dolce terrestri, etc.)
-interferenza
con il ruolo insostituibile degli insetti nell'ecosistema (i pesticidi
utilizzati nella tabacchicoltura uccidono gli insetti che si cibano di larve di
zanzare responsabili della diffusione della malaria, provocando un
riacutizzarsi di questa malattia).
Goal 16: Pace, giustizia e istituzioni solide
Detto
obiettivo impone di intervenire attivamente nei confronti di tutte le forme di
violenza (abusi e sfruttamenti, maltrattamenti), di traffici illeciti e di
interferenze nelle decisioni politiche. A
tale proposito il tabagismo solleva pesanti interrogativi etici, con
particolare riguardo alle responsabilità primarie dei governi nei confronti dei
cittadini a causa del conflitto fondamentale e insanabile tra gli interessi
dell'industria del tabacco e le finalità delle politiche per la salute pubblica.
Gli
incassi delle 6 multinazionali che producono sigarette (American Brands, BAT,
Hanson, Philip Morris, Rembrandt, RJR Nabisco) sono pari a una cifra 60 volte
superiore al bilancio annuale dell'OMS al quale contribuiscono i 194 Stati membri
delle Nazioni Unite (in misura proporzionale al rispettivo PIL), e altre
organizzazioni, fondazioni e imprese. Dunque,
l’industria del tabacco è una lobby potentissima e come tale esercita la propria
influenza economica al fine di orientare le politiche sanitarie e finanziarie al loro utile (tassazioni ridotte, benefici normativi, etc).
Non
sempre le istituzioni sono abbastanza solide per rifiutare finanziamenti dalle
industrie del tabacco per cui le inevitabili ingerenze che ne derivano sono
alla base di forme di corruzione, comportamenti scorretti, pubblicità più o
meno occulta, tattiche manipolative, etc.
La
giustizia sociale dovrebbe portare a rivedere i parametri in base ai quali un’azienda
viene dichiarata sostenibile da un punto di vista ambientale e della collettività,
ma la realtà appare ben altra. Infatti, le aziende che sono riuscite a
raggiungere la vetta delle classifiche di sostenibilità ambientale sono proprio
le maggiori aziende del tabacco (BAT, PMI, Japan Tobacco International e
Imperial Brands). Questo,
soprattutto grazie alla pratica ingannevole del greenwashing, strategia di
marketing in cui si dà ad intendere un impegno nei confronti dell'ambiente,
magari etichettando i propri prodotti come ecosostenibili, in modo da
guadagnare in termini di credibilità.
Infine,
non vanno sottovalutati gli interessi economico-finanziari del contrabbando di
sigarette particolarmente «appetibile» per le organizzazioni criminali e
terroristiche (Al Qaeda, ISIL/ISIS, Hezbollah, Hamas, FARC, IRA, ETA, PKK,
al-Nusra Front).
Goal 17: Partnership per gli obiettivi
L’ultimo
obiettivo promuove la collaborazione internazionale a favore dei Paesi meno
sviluppati attraverso lo sviluppo tecnologico (maggiore accesso
all'informazione), il sostegno ad un commercio equo e solidale e attraverso
progetti di partenariato rivolti a contribuire al bene comune globale.
Il
tabacco non può essere considerato un prodotto eticamente accettabile dal punto
di vista sociale, sanitario o ecologico e quindi non è un prodotto equo e
solidale. Stiamo parlando di prodotto che genera dipendenza e mette in
pericolo la salute non solo dei fumatori, ma anche di chi lavora nelle
piantagioni di tabacco nei Paesi di produzione. Anzi il tabacco nuoce
all’immagine del commercio equosolidale e compromette il raggiungimento degli
obiettivi di responsabilità sociale d'impresa.
A proposito dell'obiettivo 12, bisogna rilevare che intanto Philip Morris Italia continua i suoi investimenti strategici con la Coldiretti e col Ministero dell'Agricoltura per la sostenibilità dell’intera filiera tabacchicola attraverso l'agricoltura di precisione cosiddetta 4.0 che rimane pur sempre un tipo di coltivazione insostenibile.
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