sabato 30 dicembre 2017

30.12.2017 Lotta al tabagismo: igiene e decoro dei luoghi adibiti all'erogazione delle prestazioni sanitarie


L'immagine sopra riportata è stata scattata pochi giorni fa ed è esemplificativa della situazione attuale riscontrabile immediatamente fuori le strutture sanitarie del nostro territorio; insomma, in queste cosiddette pertinenze esterne sono disseminati numerosi mozziconi che, nel caso specifico, abbondano soprattutto attorno al cartello "vietato fumare" con un'immagine di degrado che dequalifica l'intera struttura.

A fine settembre 2017 il Consiglio Regionale della Campania ha approvato all'unanimità la proposta di legge “Interventi di lotta al tabagismo per la tutela della salute” (Legge regionale 9 ottobre 2017, n. 30 - BURC n. 74 del 09.10.17).
I tre obiettivi prioritari di questa legge sono:
1. ridurre il numero di fumatori attivi
2. tutelare i fumatori passivi
3. contrastare la dispersione nell'ambiente derivante dagli scarti di fumo, i cosiddetti mozziconi o cicche di sigaretta.
La novità più importante sarà il piano regionale triennale per la lotta al tabagismo che dovrà entrare in vigore fra pochi giorni. Esso prevede: 
a) la prevenzione del tabagismo attraverso la promozione di stili di vita sani e liberi dal fumo nella comunità;
b) l'assistenza ed il supporto alla disassuefazione dal tabagismo, prevedendo l'accesso gratuito ai servizi aziendali per la cura del tabagismo e per smettere di fumare;
c) la valorizzazione dell’ambiente contro l’inquinamento causato dai rifiuti generati dal fumo;
d) il rispetto del divieto di fumare nei luoghi pubblici e di lavoro, prevedendo che, ai fini di tale divieto, si intenda per utente anche il personale dipendente o altrimenti addetto ad attività lavorativa;
e) la tutela dei non fumatori;
f) la promozione di servizi, iniziative, progetti locali dedicati presso i Centri territoriali per la disassuefazione dal fumo di tabacco operativi presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Il Dipartimento Dipendenze dell'ASL Caserta cui afferisce il Centro Antifumo Quit, già da ottobre 2017, si è attivato a rendere immediatamente gratuito l'accesso a detto Centro per promuovere i percorsi di disassuefazione al fumo, che sono stati sempre erogati a titolo gratuito per tutto il personale ASL. Peraltro, il Centro Antifumo Quit promuove da sempre stili di vita sani e liberi dal fumo ed è l'unico Centro in Italia ad avere un blog mensilmente aggiornato attraverso il quale svolge la predetta attività mettendo a disposizione online post di informazione e prevenzione (dal 2009) con live chat, nonché un canale pubblico su piattaforma Telegram per approfondimenti e notizie sul tabagismo.
Un recente studio (1) effettuato in Campania ha evidenziato che, nonostante le norme di legge a tutela dei lavoratori dal fumo passivo, è ancora molto diffuso il consumo di tabacco e dei nuovi dispositivi elettronici in ambienti chiusi come uffici, corridoi, disimpegni, scale, servizi igienici anche in edifici dell’amministrazione regionale dalle particolari caratteristiche logistiche (grattacieli); inoltre, tale studio ha evidenziato che più del 41% dei dipendenti ha dichiarato di non sapere chi fosse l’addetto antifumo nella propria struttura di lavoro (1). Nelle strutture sanitarie dell'ASL Caserta tale situazione sembra ancora più preoccupante in considerazione del fatto che sui cartelli di divieto quasi mai è riportato il responsabile della vigilanza (ai sensi della legge 16 gennaio 2003 - art. 51 e successive modificazioni e integrazioni).
In attesa che vengano messe in atto concrete misure di controllo previste dalla nuova legge regionale, si sottolinea come sia assai lunga la strada da percorrere per raggiungere gli obiettivi di tale legge, essendo ancora consistente il numero di fumatori fra il personale dipendente nonché di coloro che sono esposti al fumo passivo, e massiccia la presenza di fumatori fra gli addetti alla vigilanza (guardie giurate) che, in base alla nuova legge, dovrebbero intervenire nell'applicazione delle sanzioni. Nel frattempo perdura la dispersione incontrollata di mozziconi nelle pertinenze non solo delle strutture sanitarie, ma anche degli istituti scolastici e dei luoghi pubblici.

1. Martucci P, Barbato N, Del Donno M, Mastroberardino M, Gargiulo P: Regole ed educazione per ambienti di lavoro smoke free. Il progetto "respirare in libertà" della regione Campania. Tabaccologia 4:28, 2017.
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche

mercoledì 1 novembre 2017

Fumo e stress

Lo stress rappresenta un fattore di rischio significativo per il fumo di sigarette (1); specificamente, lo stress percepito mostra una forte associazione con l'entità della sintomatologia astinenziale da nicotina in entrambi i sessi, ma in maniera più marcata nel sesso femminile (1). Questo rappresenta spesso uno dei motivi che rendono particolarmente difficile il percorso di cessazione nelle donne. Pertanto, nei fumatori è di prioritaria importanza ridurre lo stress allo scopo di contrastare i sintomi astenziali e rendere più efficace il percorso di cessazione (1).
Anche nei giovani lo stress rappresenta un fattore che incide sul fumo di tabacco. Infatti, dall'esame delle indagini conoscitive effettuate dal Centro Antifumo Quit nel corso degli ultimi 8 anni e a cui hanno partecipato numerosi studenti, emerge che i bisogni soddisfatti dal fumo nei giovani sono solo in minima parte legati al piacere, mentre sono più strettamente connessi ad altri bisogni di natura socio-emozionale (immagine positiva di sé, senso di appartenenza, buona autostima). Peraltro, quando tali bisogni non vengono soddisfatti si genera aumento dello stress. Questa modalità di approccio al fumo da parte dei giovani non fa altro che compromettere le loro capacità di affrontare in maniera matura ed equilibrata le situazioni di stress con le più opportune strategie. Fumare permette solo di attenuare temporaneamente gli effetti emotivi legati ad una situazione ansiogena o stressante, ma non di affrontarla per poterla gestire e risolvere.
Senza un aiuto esterno e una buona disposizione ad essere introspettivi, il fumatore non si rende conto di come il fumo possa interferire col modo di interagire con la vita.
Innanzitutto è consigliabile operare un cambiamento alla volta; ad es. smettere di fumare e mettersi a dieta contemporaneamente aumenta il carico di stress. Si ricorda, peraltro, di prendere sempre in considerazione una modalità di cessazione in maniera assistita, perché il fai da te ha, in questo campo, dei margini di successo molto più bassi. Con un aiuto di tipo psicologico si conoscerà meglio sé stessi e le proprie reazioni di fronte ad un avvenimento stressante; smettere di fumare è un percorso che genera stress e dunque, con una cessazione assistita, si può imparare ad affrontare lo stress in maniera più efficace, adottando tecniche di coping adeguate e magari trasformando una fonte di difficoltà in opportunità per migliorare sé stessi.

Per combattere lo stress è importante sviluppare una maggiore consapevolezza interiore che aiuti a comprendere quali sono le situazioni che creano tensione emotiva; insomma è importante imparare a riconoscere i propri segnali dello stress.

Controlla il tuo stress percepito compilando il seguente questionario
(cliccare sul link che segue).
Scala per lo Stress Percepito
per la lettura del punteggio realizzato clicca qui (dopo qualche minuto)




1. Lawless MH, Harrison KA, Grandits GA, Eberly LE, Allen SS: Perceived stress and smoking-related behaviors and symptomatology in male and female smokers. Addict Behav. 2015 Dec;51:80-3.
Guglielmo Lauro
(medico)

domenica 1 ottobre 2017

Non "inchiostriamoci" soprattutto se si fuma

Il tatuaggio è una pratica estetica popolare in continuo aumento che coinvolge circa 7 milioni di italiani e costituisce verosimilmente un marker per comportamenti a rischio (1, 2); anzi secondo la letteratura scientifica più recente i tatuaggi rappresentano anche un potenziale marker per problemi di salute mentale (2).
Diversi studi hanno trovato una significativa associazione fra tatuaggio e/o piercing e fumo di tabacco (1, 3, 4); il desiderio di un tatuaggio e/o piercing nei giovani è stato correlato ad una maggiore dipendenza da ricompensa, maggiore probabilità di avere conflitti familiari e minore percezione di sostegno, pertanto in coloro che si tatuano vi è una maggiore tendenza alla ricerca di "novità", di nuove sensazioni (3). 
Ci sono milioni di persone che si fanno tatuaggi senza pensare che così facendo si iniettano sostanze chimiche sotto la pelle. Molte di queste sostanze sono contenute nel fumo di tabacco che milioni di persone tatuate e non, più o meno coscientemente, inalano.
La maggior parte degli inchiostri da tatuaggio contengono un pigmento nero il carbon black e un pigmento bianco il biossido di titanio (TiO2applicato soprattutto per creare le varie tonalità quando mescolato con altri coloranti. Ulteriori elementi contenuti nella composizione chimica dei pigmenti sono: nichel, cromo, alluminio, ferro, rame, manganese, piombo, litio e cobalto.
Studi recenti hanno osservato che il biossido di titanio migra dalla pelle nel sistema linfatico in forma di micro- e di nanoparticelle (5) condizionando un rigonfiamento cronico dei linfonodi che a loro volta ne acquisiscono il colore.
Il biossido di titanio, può avere anche altri canali di accumulo, ad es. può giungere nel nostro organismo attraverso l'alimentazione essendo un additivo molto diffuso nell'industria alimentare con il codice di E171 (confetti, caramelle, chewing gum, salse, gelati, creme di pasticceria, integratori alimentari, alcune bevande gassate, etc.), nell'industria farmaceutica (compresse, paste dentifricie, farmaci in generale, creme solari, etc.) e in altri prodotti con cui possiamo venire in contatto (profumi, deodoranti, vernici, fumo di tabacco, etc.). Recenti studi effettuati su linee animali hanno dimostrato una stretta relazione tra l'esposizione al biossido di titanio e l'insorgenza di malattie tumorali come il cancro colon-rettale (6), tuttavia non essendoci studi condotti sull'uomo il suo uso è ancora considerato lecito. Nel frattempo la European Chemicals Agency ha inserito il biossido di titanio nell'elenco delle sostanze sospettate di provocare il cancro per inalazione.
L'anilina, altra sostanza pericolosa, è presente sia nel fumo di tabacco, sia nell'inchiostro per tatuaggi (7). Si tratta di una sostanza cancerogena che provoca in primis tumori della vescica ma anche tumori renali, cutanei, epatici e del sangue. Specificamente il fumo di tabacco rappresenta la principale fonte di esposizione all'anilina nella popolazione generale cui si può aggiungere la quota presente nei coloranti compreso l'inchiostro per tatuaggi (7).
Altra sostanza tossica che si trova sia nel fumo di sigaretta che nell'inchiostro per tatuaggi è il carbazolo, un idrocarburo policiclico aromatico che ha un'influenza tossica sugli organismi viventi (8).
Peraltro, lo strato dermico dove vengono depositati i pigmenti del tatuaggio è sede anche delle ghiandole sudoripare che intervengono nei meccanismi di termoregolazione. A tale proposito studi scientifici hanno rilevato che nelle sedi di tatuaggio vi è una compromissione della sudorazione (con riduzione dei tassi di sudore di circa il 53% in meno) (9).
Farsi un tatuaggio è più o meno doloroso, ma rimuoverlo lo è sicuramente di più e con risultati talora inattesi.
La rimozione dei tatuaggi viene praticata attraverso una frammentazione e polverizzazione della capsula d’inchiostro sottocutanea via laser con aumento delle nanoparticelle che devono essere riassorbite da parte del sistema linfatico dell'organismo e fagocitate da macrofagi e fibroblasti. L'efficienza della rimozione dipende da colore (il giallo, il verde e il blu sono più difficili da togliere del rosso e del nero), profondità, densità e tipo di pigmento, da fototipo del paziente (cioè dal colore della sua pelle), dalla sede (ad es. sono più resistenti alla rimozione i tatuaggi agli arti inferiori, dove più facilmente vi possono essere disturbi circolatori) e nei fumatori (per i quali è meno efficiente l'azione dei macrofagi).
Altro problema per chi ha tatuaggi è l’individuazione di possibili melanomi, che diventano più difficili da intercettare. In effetti i tatuaggi rendono più difficile la diagnosi di melanoma per cui andrebbero evitati specie in coloro che hanno casi di melanoma in famiglia ed in coloro che presentano nei atipici o pelle molto chiara con numerosi nei.
Infine, va anche preso in considerazione che tatuaggi e/o piercing rappresentano una modalità di trasmissione del virus dell'epatite C (HCV) (10) la cui aggressività è alimentata dal fumo di tabacco (11).
Il buon senso ci dovrebbe guidare a limitare, quanto più possibile, le fonti inutili di accumulo di biossido di titanio, anilina, etc., come i tatuaggi. Dunque, prima di fumare sigarette e di volersi "inchiostrare" vale la pena di riflettere se proprio si vogliono introdurre nel corpo sostanze chimiche inutili e che sicuramente non fanno bene.

Il primo tatuaggio i fumatori lo fanno ai propri polmoni!

1. Heywood W, Patrick K, Smith AM, Simpson JM, Pitts MK, Richters J, Shelley JM: Who gets tattoos? Demographic and behavioral correlates of ever being tattooed in a representative sample of men and women. Ann Epidemiol. 2012 Jan;22(1):51-6.
2. Mortensen K, French MT, Timming AR: Are tattoos associated with negative health-related outcomes and risky behaviors? Int J Dermatol. 2019 Jan 24.
3. Bosello R, Favaro A, Zanetti T, Soave M, Vidotto G, Huon G, Santonastaso P: [Tattoos and piercings in adolescents: family conflicts and temperament]. Riv Psichiatr. 2010 Mar-Apr;45(2):102-6.
4. Guéguen N: Tattoo, piercing, and adolescent tobacco consumption. Int J Adolesc Med Health. 2013;25(1):87-9.
5. Schreiver I, Hesse B, Seim C, Castillo-Michel H, Villanova J, Laux P, Dreiack N, Penning R, Tucoulou R, Cotte M, Luch A: Synchrotron-based ν-XRF mapping and μ-FTIR microscopy enable to look into the fate and effects of tattoo pigments in human skin. Sci Rep. 2017 Sep 12;7(1):11395.
6. Bettini S, Boutet-Robinet E, Cartier C, Coméra C, Gaultier E, Dupuy J, Naud N, Taché S, Grysan P, Reguer S, Thieriet N, Réfrégiers M, Thiaudière D, Cravedi JP, Carrière M, Audinot JN, Pierre FH, Guzylack-Piriou L, Houdeau E: Food-grade TiO2 impairs intestinal and systemic immune homeostasis, initiates preneoplastic lesions and promotes aberrant crypt development in the rat colon. Sci Rep. 2017 Jan 20;7:40373.
7. IARC Working Group on the Identification of Carcinogenic Hazards to Humans: Some Aromatic Amines and related Compounds. Lyon (FR): International Agency for Research on Cancer; 2021.
8. Ajeet K Srivastav, Divya Dubey, Deepti Chopra, Jyoti Singh, Sandeep Negi, Syed Faiz Mujtaba, Ashish Dwivedi, Ratan Singh Ray: Oxidative stress-mediated photoactivation of carbazole inhibits human skin cell physiology. J Cell Biochem. 2020 Feb;121(2):1273-1282.
9. Luetkemeier MJ, Hanisko JM, Aho KM: Skin Tattoos Alter Sweat Rate and Na+ Concentration. Med Sci Sports Exerc. 2017 Jul;49(7):1432-1436.
10. Tohme RA, Holmberg SD: Transmission of hepatitis C virus infection through tattooing and piercing: a critical review. Clin Infect Dis. 2012 Apr;54(8):1167-78.
11. Pessione F, Ramond MJ, Njapoum C, Duchatelle V, Degott C, Erlinger S, Rueff B, Valla DC, Degos F: Cigarette smoking and hepatic lesions in patients with chronic hepatitis C. Hepatology. 2001 Jul;34(1):121-5.
Guglielmo Lauro
(medico)

venerdì 1 settembre 2017

Il ruolo del fumo di tabacco nel papilloma invertito naso-sinusale

Il fumo di tabacco, un irritante per i seni nasali e paranasali, secondo recenti studi, esercita un ruolo nella formazione papilloma invertito naso-sinusale (SIP).
Il papilloma invertito naso-sinusale (SIP) è la neoplasia benigna più comune della cavità nasale e dei seni paranasali (1) che colpisce maggiormente il sesso maschile (rapporto di 3:1) ed ha un picco di incidenza fra la 5a e la 6a decade di vita. Esso si presenta tipicamente come neoformazione polipoide monolaterale localizzata a livello della parete laterale della fossa nasale e i principali sintomi sono rappresentati da ostruzione respiratoria nasale, rinorrea, epistassi e riduzione dell’olfatto. Tale papilloma viene chiamato invertito perché si sviluppa con una crescita "invertita" di cellule epiteliali, dalla mucosa di rivestimento naso-sinusale verso la sottomucosa sottostante.
L'eziologia del SIP è sconosciuta (2) anche se diverse evidenze epidemiologiche (3, 4) hanno indicato il fumo di tabacco come potenziale fattore eziologico per una serie di motivi (casistiche con elevate proporzioni di fumatori, presenza nel fumo di sigaretta di numerose sostanze inalatorie spesso associate al SIP come solventi organici e nickel). Tuttavia, essendoci pochi studi che hanno preso in considerazione il fumo di tabacco non ci sono ancora dati statisticamente significativi circa la relazione causale con il fumo di tabacco (5).
Tuttavia il fumo è riconosciuto essere fattore di rischio clinico di progressione e recidiva del SIP ad es. dopo la resezione chirurgica (1, 6, 7). Peraltro, la storia di fumo è associata con la trasformazione maligna del SIP (5). Pertanto, in caso di SIP risulta particolarmente importante la cessazione tabagica.
Recenti ricerche suggeriscono che l’infezione da Human papilloma virus (HPV) può essere associata allo sviluppo di SIP, ma non alla trasformazione maligna (8, 9). 
Gli unici interventi di prevenzione possibili per questo tipo di tumore sono la cessazione del fumo di tabacco ed evitare le esposizioni professionali specie ai fumi di saldatura e ai solventi organici (10).

1. Sun Q, An L, Zheng J, Zhu D: Advances in recurrence and malignant transformation of sinonasal inverted papillomas.Oncol Lett. 2017 Jun;13(6):4585-4592.
2. Sham CL, Lee DL, van Hasselt CA, Tong MC: A case-control study of the risk factors associated with sinonasal inverted papilloma. Am J Rhinol Allergy. 2010 Jan-Feb;24(1):e37-40.
3. Dictor M, Johnson A: Association of inverted sinonasal papilloma with non-sinonasal head-and-neck carcinoma. Int J Cancer. 2000 Mar 15;85(6):811-4.
4. Buchwald C, Franzmann MB, Tos M: Sinonasal papillomas: a report of 82 cases in Copenhagen County, including a longitudinal epidemiological and clinical study. Laryngoscope. 1995 Jan;105(1):72-9.
5. Moon IJ, Lee DY, Suh MW, Han DH, Kim ST, Min YG, Lee CH, Rhee CS: Cigarette smoking increases risk of recurrence for sinonasal inverted papilloma. Am J Rhinol Allergy. 2010 Sep-Oct;24(5):325-9.
6. Roh HJ, Mun SJ, Cho KS, Hong SL: Smoking, not human papilloma virus infection, is a risk factor for recurrence of sinonasal inverted papilloma. Am J Rhinol Allergy. 2016 Mar-Apr;30(2):79-82.
7. Hong SL, Kim BH, Lee JH, Cho KS, Roh HJ: Smoking and malignancy in sinonasal inverted papilloma. Laryngoscope. 2013 May;123(5):1087-91.
8. Valibeigi B, Ashraf MJ, Kerdegari N, Safai A, Abedi E, Khademi B, Azarpira N: Prevalence of Human Papilloma Virus in Sinonasal Papilloma in Southern Iranian Population. J Dent (Shiraz). 2017 Jun;18(2):143-148.
9. Re M, Gioacchini FM, Bajraktari A, Tomasetti M, Kaleci S, Rubini C, Bertini A, Magliulo G, Pasquini E: Malignant transformation of sinonasal inverted papilloma and related genetic alterations: a systematic review. Eur Arch Otorhinolaryngol. 2017 Aug;274(8):2991-3000.
10. d'Errico A, Zajacova J, Cacciatore A, Baratti A, Zanelli R, Alfonzo S, Beatrice F: Occupational risk factors for sinonasal inverted papilloma: a case-control study. Occup Environ Med. 2013 Oct;70(10):703-8.
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche:

venerdì 11 agosto 2017

Le attività del Centro Antifumo nel nuovo Atto Aziendale dell'ASL Caserta pubblicato il 07.08.17

L'operatività dell'ambulatorio del Centro Antifumo Quit dell'ASL Caserta dal 2009 ad oggi è cresciuta notevolmente in risposta alle richieste di un bacino di utenza in progressiva espansione. L'esistenza di tale ambulatorio è stata menzionata per la prima volta nello strumento che disciplina l’organizzazione e il funzionamento dell’Azienda, il cosiddetto Atto Aziendale. In effetti, il nuovo Atto Aziendale sottolinea l'importanza della promozione di stili di vita sani segnalando come ognuno di noi può ridurre in modo significativo il rischio di sviluppare malattie croniche "semplicemente adottando abitudini salutari, in particolare evitando il fumo, avere un'alimentazione corretta", limitando il consumo di alcol e svolgendo attività fisica regolare. Questo ulteriore impulso alle attività di prevenzione è supportato dal recepimento del programma nazionale "Guadagnare Salute" approvato dal Governo il 4 maggio 2007 con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM). Nell'ambito delle attività di prevenzione il nuovo Atto Aziendale riporta che il Dipartimento Dipendenze ha attivato un "Servizio di Prevenzione sulle Dipendenze e Promozione della Salute" orientato alla realizzazione e al potenziamento degli interventi sul territorio nei confronti della popolazione scolastica e giovanile under 30 verso la quale pianifica interventi omogenei di educazione alla salute, campagne di informazione mirate agli stili di vita, di consumo e di comportamento consapevole, per promuovere, in sintesi, la crescita culturale della popolazione nei confronti delle principali dipendenze della nostra società (fumo, alcol, gambling, droga, internet). Dunque, le attività di prevenzione del fumo di tabacco che in precedenza erano svolte solo dal Centro Antifumo, saranno pertanto potenziate e svolte in collaborazione con il Servizio di Prevenzione sulle Dipendenze e Promozione della Salute.
Guglielmo Lauro
(medico)

domenica 23 luglio 2017

Il fumo di tabacco: una delle principali cause di eritrocitosi

L'eritrocitosi (aumento del numero di globuli rossi, detti anche eritrociti, nel sangue) è spesso rilevata come un'anomalia incidentale su ricerche di laboratorio che rivela persistente elevazione del livello di ematocrito (>52% negli uomini e >48% nelle donne) (1). Spesso, il termine eritrocitosi viene usato come sinonimo di policitemia; tuttavia, quest'ultima condizione può riferirsi anche a un aumento dei leucociti o delle piastrine (oltre che dei globuli rossi); eritrocitosi è, dunque, un termine più specifico.
Anche se poi nei fumatori non raramente all'aumento dei globuli rossi (eritrociti) si associa anche l'aumento dei globuli bianchi (leucociti) a causa delle risposte immunitarie dovute all'infiammazione del tessuto alveolare polmonare e al danno vascolare da parte della nicotina e dei radicali liberi (2). 
Le manifestazioni cliniche associate all'eritrocitosi sono rappresentate da: a) congestione vascolare che provoca un aspetto rosso o rubicondo; b) sindrome da iperviscosità (cefalea, capogiro, stanchezza, disturbi visivi e uditivi, parestesia, dolori muscolari); c) stato mentale alterato (causato da ipoperfusione e ipossia locale); d) eventi tromboembolici arteriosi e/o venosi (3).
Il fumo spesso associandosi ad una condizione di ipossiemia cronica (aumento dei monossido di carbonio ematico, bpco, enfisema, fibrosi polmonare, etc.), può essere una causa reversibile di policitemia (1, 4) con conseguente incremento della viscosità del sangue (5). Secondo alcuni tale policitemia è dovuta all'aumentato rilascio di eritropoietina da parte delle cellule renali a seguito di una ridotta tensione di ossigeno (6), anche se ricerche più recenti non sembrano attribuire all'eritropoietina la causa della policitemia dei fumatori di sigarette (7). Ma piuttosto i fumatori di sigarette sarebbero maggiormente esposti ad una mutazione dell'enzima tirochinasi JAK2 (Janus Kinase 2) che attraverso la sostituzione di valina con fenilalanina in posizione 617 (V617F) rende le cellule ematopoietiche più sensibili a fattori di crescita come l'eritropoietina (8), l'ormone prodotto dal rene e che stimola la produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo. Alcuni studi hanno riscontrato che l'esposizione al monossido di carbonio del fumo del sigaro o della sigaretta è una causa frequente di aumento del volume dei globuli rossi o di un volume plasmatico ridotto o di entrambi (9, 10, 11). Infatti, il monossido di carbonio del fumo di tabacco porta anche ad un aumento della permeabilità dei capillari con conseguente diminuzione del volume del plasma, contribuendo alla condizione di policitemia (12). Dunque, il fumo è riconosciuto come la causa più frequente di aumento dell'ematocrito (13); esso rappresenta la causa più comune di policitemia secondaria e può indurre leucocitosi (7). Pertanto, una cessazione del fumo andrebbe proposta anche ai fini di una diagnosi differenziale rispetto ad altre cause di policitemia.
Un recente studio ha dimostrato che il fumo di tabacco determina gravi effetti avversi sui parametri ematologici (emoglobina, conta dei globuli bianchi, volume corpuscolare medio, concentrazione cellulare media di emoglobina, conteggio dei globuli rossi, ematocrito) e queste alterazioni potrebbero essere associate ad un rischio maggiore per lo sviluppo di aterosclerosi, policitemia vera, broncopneumopatia cronica ostruttiva e/o malattie cardiovascolari (12). 
Le malattie vascolari possono colpire anche l'occhio compromettendo gravemente la vista come la retinopatia ischemica proliferante, così detta perché il deficit di ossigeno nella retina stimola lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni che però sono piccoli e deboli e spesso si rompono, causando emorragie (14).
Infine, va sottolineato che l'eritrocitosi, che si manifesta sia nei fumatori che nelle persone affette da apnea ostruttiva nel sonno (anch'essa comune tra i fumatori), può mascherare e rendere più difficile la diagnosi di una neoplasia mieloproliferativa come la policitemia vera, e quindi ritardarne la diagnosi (15).

1. Lee G, Arcasoy MO: The clinical and laboratory evaluation of the patient with erythrocytosis. Eur J Intern Med. 2015 Jun;26(5):297-302.
2. Maja Malenica, Besim Prnjavorac, Tamer Bego, Tanja Dujic, Sabina Semiz, Selma Skrbo, Amar Gusic, Ajla Hadzic, Adlija Causevic: Effect of Cigarette Smoking on Haematological Parameters in Healthy Population. Med Arch. 2017 Apr;71(2):132-136.
3. Bento C, McMullin MF, Percy M, Cario H: Primary Familial and Congenital Polycythemia. In: Pagon RA, Adam MP, Ardinger HH, Wallace SE, Amemiya A, Bean LJH, Bird TD, Ledbetter N, Mefford HC, Smith RJH, Stephens K, editors. SourceGeneReviews® [Internet]. Seattle (WA): University of Washington, Seattle; 1993-2017. 2016 Nov 10.
4. Sagone AL Jr, Balcerzak SP: Smoking as a cause of erythrocytosis. Ann Intern Med. 1975 Apr;82(4):512-5.
5. Ernst E, Matrai A, Schmölzl C, Magyarosy I: Dose-effect relationship between smoking and blood rheology. Br J Haematol. 1987 Apr;65(4):485-7.
6. Bardsley P, Evely R, Howard P: Hypoxic cor pulmonale: a review. Herz. 1986 Jun;11(3):155-68.
7. Tanabe N, Ohnishi K, Fukui H, Ohno R: Effect of smoking on the serum concentration of erythropoietin and granulocyte-colony stimulating factor. Intern Med. 1997 Oct;36(10):680-4.
8. Weinberg I, Borohovitz A, Krichevsky S, Perlman R, Ben-Yehuda A, Ben-Yehuda D: Janus Kinase V617F mutation in cigarette smokers. Am J Hematol. 2012 Jan;87(1):5-8.
9. Smith JR, Landaw SA: Smokers' polycythemia.N Engl J Med. 1978 Jan 5;298(1):6-10.
10. Aitchison R, Russell N: Smoking--a major cause of polycythaemia. J R Soc Med. 1988 Feb;81(2):89-91.
11. Moore-Gillon J: Smoking--a major cause of polycythemia. J R Soc Med. 1988 Jul;81(7):431.
12. Malenica M, Prnjavorac B, Bego T, Dujic T, Semiz S, Skrbo S, Gusic A, Hadzic A, Causevic A: Effect of Cigarette Smoking on Haematological Parameters in Healthy Population. Med Arch. 2017 Apr;71(2):132-136.
13. Ferrant A: What clinical and laboratory data are indicative of polycythemia and when are blood volume studies needed? Nouv Rev Fr Hematol. 1994 Apr;36(2):151-4.
14. Shao-Yu Sung, Yo-Chen Chang, Horng-Jiun Wu, Hung-Chi Lai: Polycythemia-Related Proliferative Ischemic Retinopathy Managed with Smoking Cessation: A Case Report. Int J Environ Res Public Health. 2022 Jun 30;19(13):8072.
15. Mohammad S Afana, Mohammad Abu-Tineh, Awni Alshurafa, Khalid Ahmed, Mohammed Abdulgayoom, Mohamed A Yassin: Obstructive Sleep Apnea Does Not Exclude Polycythemia Vera: A Case Report. Case Rep Oncol. 2024 Jan 11;17(1):91-95

mercoledì 21 giugno 2017

Estate 2017 - No al fumo in spiaggia: adottiamo comportamenti ambientali sostenibili!


Osservando la quantità di mozziconi di sigaretta disseminati sulle spiagge italiane si può dedurre che siano molti i fumatori che andando al mare dimenticano a casa il proprio senso civico.
È noto che i mozziconi di sigaretta rappresentano il rifiuto più diffuso a livello mondiale (1). Tuttavia mentre i rischi del consumo di tabacco sulla salute sono ben conosciuti, c'è meno consapevolezza degli impatti ambientali del fumo di tabacco (2): un solo mozzicone di sigaretta in un litro d’acqua è sufficiente a uccidere gran parte della fauna marina e di acqua dolce (3). Abitualmente i mozziconi di sigaretta vengono dispersi indiscriminatamente nell'ambiente o al massimo vengono riposti in comunissimi contenitori, ma quasi mai vengono smaltiti in modo ecologico. I filtri dei mozziconi contengono benzene, nicotina cadmio e decine di altre sostanze chimiche che a loro volta vengono disperse nell'ambiente attraverso l'acqua di piogge o delle reti idriche dove vengono convogliati. D'altra parte finché rimangono rifiuti visibili ad occhio nudo, teoricamente possono essere anche rimossi in qualche modo; studi descrittivi confermano che i mozziconi di sigaretta rappresentano a livello mondiale l'elemento più raccolto negli interventi di raccolta rifiuti (4). Altro problema è la loro disgregazione in frammenti microscopici che si accumulano nei mari e negli oceani dove vengono ingeriti da pesci, molluschi e altri organismi marini con conseguente contaminazione della catena alimentare umana (5). Il filtro dei mozziconi di sigaretta è costituito da fibre di acetato di cellulosa, materia plastica non biodegradabile, ma foto/termo disgregabile, ossia in grado di produrre nel tempo migliaia di microparticelle di materiale plastico (al di sotto dei limiti di visibilità dell'occhio umano). Certamente le microplastiche che galleggiano nei nostri mari derivano da diverse fonti, ma una delle più rappresentative è data proprio dai mozziconi di sigaretta (5).

Keywords: rifiuti dei prodotti del tabacco (Tobacco Product Waste - TPW), detriti marini antropogenici (Anthropogenic Marine Debris -  AMD)

1. Begum AN, Aguilar JS, Hong Y: Aqueous cigarette tar extracts disrupt corticogenesis from human embryonic stem cells in vitro. Environ Res. 2017 Jun 22;158:194-202.
2. Wallbank LA, MacKenzie R, Beggs PJ: Environmental impacts of tobacco product waste: International and Australian policy responses. Ambio. 2017 Apr;46(3):361-370.
3. Slaughter E, Gersberg RM, Watanabe K, Rudolph J, Stransky C, Novotny TE: Toxicity of cigarette butts, and their chemical components, to marine and freshwater fish. Tob Control. 2011 May;20 Suppl 1:i25-9.
4. Javadian S, Stigler-Granados P, Curtis C, Thompson F, Huber L, Novotny TE: Perspectives on Tobacco Product Waste: A Survey of Framework Convention Alliance Members' Knowledge, Attitudes, and Beliefs. Int J Environ Res Public Health. 2015 Aug 18;12(8):9683-91.
5. Lombardi CC, Zagà V, Mangiaracina G: Aggiornamenti sul problema della dispersione delle cicche di sigaretta: la contaminazione ambientale da microplastiche. Tabaccologia 4-2016.
Guglielmo Lauro
(medico)

mercoledì 31 maggio 2017

World No Tobacco Day 2017: "Tabacco - una minaccia per lo sviluppo"

In riferimento all'ultimo rapporto annuale sul fumo dell'Istituto Superiore di Sanità, in Italia, rispetto allo scorso anno, diminuiscono in maniera consistente gli uomini (-3,4%), ma aumentano in maniera ancora più consistente le donne (+3.6%) (1). Il divario di genere ha raggiunto il valore più basso mai registrato (3.1%) e nel complesso si rileva rispetto allo scorso anno un'ulteriore lieve crescita della popolazione di fumatori che passa dal 22% al 22,3% (1). In conclusione la prevalenza del numero di fumatori in Italia è pressoché invariata negli ultimi 9 anni e a prescindere dal sesso, il fumo in Italia continua a causare 80mila decessi all'anno. 
In Italia le sole morti premature causate dal tabagismo, comportano una perdita finanziaria pari a circa 51 miliardi e 601 milioni di euro, ossia il 3,51 % del PIL del nostro Paese (2). Tuttavia sembra si dia maggiore attenzione ad interventi di prevenzione che coinvolgono altre dipendenze che, seppure importanti, hanno minore impatto sanitario, sociale ed economico. Un apparente paradosso da molti attribuito alla insufficiente visibilità dei CAF che tuttavia denunciano anche uno scarso interessamento istituzionale (3).
Questi dati suggeriscono che bisogna continuare a contrastare il fumo e ad insistere con interventi di prevenzione contro una delle più grandi minacce alla salute pubblica che l’umanità abbia mai affrontato: il fumo di tabacco.
Allo stato attuale, la seconda regione più popolosa di Italia, la Regione Campania, nell'ambito delle strategie nazionali nella lotta al tabagismo non ha attivato programmi specifici sul fumo (4).
Eppure il fumo investe prevalentemente fasce di popolazione che versano in maggiore difficoltà economica ed è strettamente associato all'uso di sostanze stupefacenti, all'abuso di alcol, al gambling nonché alla comorbilità psichiatrica. Sono numerosissimi i lavori scientifici che hanno osservato una relazione tra suicidio e fumo di tabacco; anzi lavori più recenti considerano il fumo come un fattore di rischio indipendente per il suicidio (5). Inoltre, il fenomeno del tabagismo è ancora più preoccupante dal momento che investe non solo il mondo della criminalità organizzata locale, ma anche organizzazioni terroristiche internazionali come Al Qaeda, ISIL/ISIS, Hezbollah, Hamas, FARC, IRA, ETA, PKK, al-Nusra Front, che finanziano le proprie casse proprio attraverso il contrabbando di sigarette.
In Regione Emilia Romagna le prestazioni anti-tabacco sono esenti da ticket, utilizzando il codice nazionale delle dipendenze (014.304 per sostanze stupefacenti e psicotrope) con esenzione valida, analogamente a tutte le altre dipendenze, per un periodo di 2 anni nel percorso di disassuefazione dal fumo; pur essendo esclusi sia la terapia farmacologica che gli esami diagnostici per le malattie fumo-correlate.
Lo slogan scelto dall'OMS per la Giornata Mondiale contro il Tabacco (Tobacco: a threat to development, "Tabacco: una minaccia per lo sviluppo"), mette in evidenza come esso comprometta lo sviluppo attraverso:
  • l'incremento della povertà
  • il lavoro minorile (il 10-14% dei bambini di famiglie che coltivano il tabacco lavorano nei campi saltando la scuola)
  • la riduzione della produttività economica per disabilità e malattie fumo-correlate
  • scelte alimentari più povere da parte delle famiglie con fumatori
  • inquinanti che avvelenano l'ambiente (i mozziconi di sigaretta rappresentano il 30-40% di tutti gli interventi di bonifica urbani e lungo le coste)
  • le morti premature che nei Paesi a basso e medio reddito per l'80% sono conseguenza del fumo di tabacco (6).


1. Pacifici R: L'Osservatorio fumo, alcol e droga presenta il rapporto nazionale sul fumo 2017. XIX CONVEGNO NAZIONALE TABAGISMO E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE ISS, 31 maggio 2017.
3. Martucci P: I Centri Antifumo a gestione pneumologica. XIX CONVEGNO NAZIONALE TABAGISMO E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE ISS, 31 maggio 2017
4. Galeone D: Le strategie nazionali nella lotta al tabagismo. XIX CONVEGNO NAZIONALE TABAGISMO E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE ISS, 31 maggio 2017.
5. Christofferson DE, Hamlett-Berry K, Augustson E: Suicide Prevention Referrals in a Mobile Health Smoking Cessation Intervention. Am J Public Health. 2015 Aug;105(8):e7-9.

lunedì 15 maggio 2017

15 maggio: Giornata Internazionale delle Famiglie (International Day of Families): fumo e adolescenza

La Giornata Internazionale delle Famiglie promuove la consapevolezza delle problematiche familiari alla luce dei processi sociali, economici e demografici. Tema di quest'anno è "Famiglie, istruzione e benessere". A tale proposito si sottolinea il ruolo chiave della famiglia nella diffusione del fenomeno dell'addiction (dipendenza patologica) e prima di tutto del fumo di tabacco.
Negli adolescenti i bisogni soddisfatti dal fumo sono solo in minima parte legati al piacere, mentre sono più strettamente connessi a bisogni di natura socio-emozionale (immagine positiva di sé, senso di appartenenza, buona autostima). Questa modalità di approccio al fumo da parte dei giovani tuttavia compromette le loro capacità di affrontare in maniera matura ed equilibrata le situazioni di stress con le più opportune strategie. Peraltro, un'indagine effettuata dal Dipartimento Dipendenze dell'ASL Caserta da febbraio a maggio 2017 su un campione di 2844 ragazzi che frequentano le III classi di vari istituti di scuola media superiore della provincia di Caserta (età media 16 anni; range 15-23 aa), ha evidenziato, nel suddetto campione, una prevalenza di fumatori del 50,9% di cui 21,3% di fumatori abituali e 29,6% di fumatori occasionali. 
L'adolescenza è un periodo in cui il cervello va in contro a meccanismi cosiddetti di plasticità cerebrale ovvero a continui meccanismi di rimodellamento cerebrale che favoriscono l’apprendimento di alcune competenze, l'acquisizione di determinati comportamenti e l'abbandono di altri, anche in relazione alle esperienze vissute da ciascuno.
Tuttavia nel cervello dell'adolescente lo sviluppo dei circuiti cerebrali avviene in maniera non omogenea, il circuito cerebrale cosiddetto della gratificazione ha uno sviluppo più precoce rispetto ai circuiti destinati alle funzioni di controllo esecutivo, localizzati nelle parti più anteriori del cervello (corteccia frontale e prefrontale). Lo sviluppo della corteccia cerebrale avviene tendenzialmente dalla parte posteriore verso la parte anteriore del cervello.
Nell'adolescenza dunque prevalgono impulsi volti a ricercare azioni gratificanti che spesso si rivelano come una maggiore propensione al rischio. Solo successivamente si sviluppano e intervengono quelle porzioni del cervello che esercitano un'azione di controllo, moderano queste pulsioni in base ad un'analisi vantaggi/svantaggi con valutazioni più ponderate e più a lungo termine. Questa disomogeneità di sviluppo è legata ad una necessità evoluzionistica di esplorare nuove strade e fare nuove esperienze, guidate prevalentemente da meccanismi di ricompensa/gratificazione con conseguenti comportamenti di maggior audacia e di propensione a condotte a rischio (fumo, alcol, droghe illegali, etc.).
Più specificamente possiamo dire che in età adolescenziale è molto più facile che a seguito di ripetute assunzioni di sostanze d'abuso (legali o illegali) o di ripetizione ossessiva di condotte legate al circuito della gratificazione (gioco problematico, internet, shopping, lavoro, sesso, relazioni affettive) si determinino profondi cambiamenti plastici cerebrali che finiscono per rendere l'individuo schiavo di questi comportamenti.
Come proteggere i giovani da questa propensione al rischio?
  • Rendere lo studio/la scuola più stimolante: bisognerebbe tener conto di quanto sia prezioso il cervello dei più giovani che è più esplorativo; è in questa fase che possono emergere i talenti che dunque andrebbero sostenuti.
  • Tendere a sviluppare qualità più emozionali e sociali: affettività, generosità, empatia, etc. che sono fattori predittivi di successo nella vita più ancora dell'intelligenza e del talento. Tali qualità sono delle competenze che possono essere acquisite primariamente nell'ambiente familiare e poi in quello sociale.
  • Progettualità: guardare al futuro e organizzarlo in base a ciò che si vuole fare.
  • Educazione esercitata dai genitori secondo il modello della genitorialità autorevole che parte dall'ascolto e dal rispetto dei figli, che a loro volta imparano ad ascoltare e rispettare gli altri; le ricerche dimostrano che gli adolescenti educati con questo modello crescono in modo più sano, la loro salute mentale è migliore come migliori sono i loro risultati scolastici, mostrano maggiore felicità e più difficilmente si mettono nei guai. Più specificamente le componenti principali di questo modello presuppongono che il genitore: a) sia affettuoso e partecipe; b) sia fermo e coerente (che abbia aspettative e regole e le faccia rispettare); c) incoraggi il desiderio e la necessità del giovane di essere sempre più indipendente e autonomo; d) rappresenti un modello di riferimento (role model) per il figlio o la figlia.
La famiglia rappresenta dunque lo strumento più efficace e sostenibile per intervenire sull'addiction e sul disagio sociale che ne deriva.

Guglielmo Lauro
(medico)

sabato 1 aprile 2017

Aprile 2017, mese della prevenzione alcologica: i vizi degli italiani

Secondo un'indagine ISTAT, riportata recentemente su "Il Sole 24 ORE", i prodotti del tabacco comportano una spesa di circa 7,1 miliardi di euro, mentre alle bevande alcoliche è attribuita una spesa di circa 6,5 miliardi di euro. Inoltre, la spesa per l'accoppiata alcol e tabacco (che dunque supera i 13,6 miliardi di euro) vede in testa la Campania che peraltro occupa le ultime posizioni per quanto riguarda la spesa per istruzione rispetto alle altre regioni italiane.

Certo si tratta di dati grezzi ovvero non aggiustati per variabili demografiche, geografiche, politiche, economiche, etc. però salta subito all'occhio che una regione virtuosa come il Veneto sia al primo posto per istruzione e all'ultimo posto per tabacco e alcol, mentre all'opposto abbiamo la Campania con voci di spesa che assolutamente non ci fanno onore. 

C'è senza dubbio molto da lavorare in tema di prevenzione specialmente nelle scuole campane dove da indagini preliminari del Servizio Prevenzione del Dipartimento Dipendenze ASL CE (non ancora pubblicati), emerge una realtà preoccupante in termini di stili di vita non salutari e modelli di consumo di sostanze legali (prodotti del tabacco, e-cig, bevande alcoliche), nonché di sostanze illegali (sigarette di contrabbando e droghe). Si ricorda che fumo e alcol rappresentano la causa primaria di tumori del cavo orale che sono in notevole aumento specie in Campania dove si stima che si verifichino circa 600 nuovi casi di carcinomi del cavo orale con un 50% di prognosi infausta.
Guglielmo Lauro
(medico)

martedì 7 marzo 2017

8 marzo 2017 - giornata internazionale della donna (international women's day)

Le recenti iniziative di controllo del fumo hanno come target le donne non fumatrici nella loro capacità di influenzare il fumo maschile per il benessere e l'armonia delle proprie famiglie (1). La giornata internazionale della donna che ha come tema "l'agire con tenacia per il cambiamento" (Be bold for change) celebra soprattutto il successo sociale della donna e il suo agire innovativo nei confronti della società. La nuova frontiera dell'emancipazione femminile deve far leva sulla capacità delle donne di contrastare comportamenti dannosi come il fumo e di non cedere alle strategie di marketing cosiddette women-oriented ovvero indirizzate alle donne (vedi immagine).
Esempi di sigarette women-oriented in vari Paesi: pacchetti dai colori vivaci, decorazioni floreali o di altri elementi attraenti, confezionamento che ricorda le confezioni di rossetto o di profumo, sigarette slim e superslim che danno la falsa impressione di essere meno dannose delle sigarette convenzionali.






Fortunatamente questa tipologia di packaging è stata rapidamente sostituita dai pacchetti con immagini choc, in base alle nuove leggi sul fumo entrate in vigore dal 02.02.16.

Stante la necessità di sostenere programmi di prevenzione e di cessazione del fumo di tabacco centrati sulle donne, presso il Centro Antifumo Quit si effettueranno percorsi tabaccologici gratuiti per tutte coloro che si prenoteranno nella settimana dell'8 marzo direttamente da questo blog (cliccando qui).

1. Mao A, Bristow K, Robinson J: Caught in a dilemma: why do non-smoking women in China support the smoking behaviors of men in their families? Health Educ Res. 2013 Feb;28(1):153-64.
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche:


martedì 28 febbraio 2017

28.02.2017 Giornata delle Malattie Rare. La malattia di Zuska curiosamente associata al fumo di tabacco

La metaplasia squamosa dei dotti lattiferi (SMOLD) detta anche malattia di Zuska è una malattia rara che consiste nella comparsa di ascessi mammari ricorrenti a livello subareolare; patologia che si riscontra per il 90% in coloro che fumano, femmine o più raramente maschi (1, 2). Descritta per la prima volta nel 1951 da Joseph J. Zuska, si ipotizza che il deficit di vitamina A e le sostanze tossiche del fumo modifichino la differenziazione dell'epitelio duttale (metaplasia squamosa) per cui si aprono dei tragitti fistolosi attorno al capezzolo mono o bilateralmente (3); solitamente vi è infezione da batteri anaerobi (4). Oltre al fumo di tabacco, altro fattore predisponente ed evitabile di metaplasia squamosa è il piercing al capezzolo (5). In effetti a livello mammario si accumulano le sostanze del fumo di sigaretta, che possono danneggiare direttamente i dotti subaereolari anche attraverso un effetto ipossico localizzato (6). Da un punto di vista clinico, la SMOLD si manifesta come una massa dolente arrossata in sede subareolare con eventuale secrezione lattiginosa che fuoriesce dal tramite fistoloso e retrazione del capezzolo (diagnosi differenziale con retrazione cutanea da carcinoma, morbo di Paget e morbo di Mondor) (7). Da un punto di vista istologico, la SMOLD è caratterizzata da aumento del numero delle cellule di Toker (iperplasia), cellule scoperte dall'anatomo-patologo Cyril Toker; si tratta di normali cellule della pelle del capezzolo e dell'areola, e si ritiene siano derivate dall'epitelio duttale mammario situato nell'epidermide (8). Nella SMOLD è stata osservata una presenza concomitante di acne inversa (detta anche idrosadenite suppurativa) a livello ascellare o inguinale (9), patologia dermatologica spesso correlata al fumo di tabacco responsabile fra l'altro del peggioramento della sintomatologia pruriginosa (10). La terapia prevede innanzitutto la cessazione del fumo (potenzialmente responsabile di trasformazione maligna), la copertura antibiotica anaerobica e gram-positiva e il drenaggio degli ascessi se presenti (4).

Keywords: squamous metaplasia of lactiferous ducts (SMOLD)

1. Takashi Kazama, Isao Tabei, Chikako Sekine, Naotake Funamizu, Shinji Onda, Tomoyoshi Okamoto, Hiroshi Takeyama, Toshiaki Morikawa: Subareolar breast abscess in male patients: a report of two patients with a literature review. Surg Case Rep. 2017 Dec 19;3(1):128.
2. Shepard P Johnson, Christodoulos Kaoutzanis, George A Schaub: Male Zuska's disease. BMJ Case Rep. 2014 Apr 4;2014:bcr2013201922. 
3. Peter A Young, Saisindhu Narala, Ryanne A Brown, Atif Saleem, Kerri E Rieger, Gordon H Bae: Nontender white papule of the areola in a middle-aged female. JAAD Case Rep. 2022 Jul 3:27:6-8. 
4. Ameer Aboud, Andrew Smith, Shamon Gumbs, Alexius Ramcharan: Prevotella bivia: A Rare Cause of Zuska's Breast Disease. Cureus. 2022 Sep 7;14(9):e28904.
5. Ioannis G Gkionis, Michail I Giakoumakis, Dimitra Liva, Georgios Tsioulos, Michail Matalliotakis, Maria Vrontaki, Konstantinos I Giakoumakis, Gerardina Cavallo, Aggelos Laliotis: Zuska's disease in a male patient. The critical role of ultrasound imaging in diagnosis and management of this rare entity. Radiol Case Rep. 2023 Apr 7;18(6):2149-2153. 
6. Michael Dixon, Kenneth M Pariser: Nonlactational mastitis in adults. Oct 04, 2022. https://www.uptodate.com/contents/nonlactational-mastitis-in-adults
7. Jakob de Vries: [A woman with a red nipple with purulent discharge]. Ned Tijdschr Geneeskd. 2015;159:A8662.
8. Juan Torre-Castro, Lara Haya-Martínez, Belen Ruffin-Vicente, Cristina Moya-Martínez, Lucía Núñez-Hipólito, Javier Díaz de la Pinta, Daniella Cullen-Aravena, Margarita Jo-Velasco, Luis Requena: Toker cell hyperplasia in Zuska disease: A tricky association. J Cutan Pathol. 2021 Jan;48(1):180-183. 
9. Ciara O'Keeffe, Brian Kirby: Cigarette smoking precedes the onset of hidradenitis suppurativa. Int J Dermatol. 2022 Sep;61(9):e320-e321. 
10. Puneet Agarwal, Snehal Balvant Lunge, Nandini Sundar Shetty, Priyanka Karagaiah, Steven Daveluy, Alex G Ortega-Loayza, Thrasyvoulos Tzellos, Jacek C Szepietowski, Christos C Zouboulis, Stephan Grabbe, Mohamad Goldust: Itch in Hidradenitis Suppurativa/Acne Inversa: A Systematic Review. J Clin Med. 2022 Jun 30;11(13):3813. 
Lauro Guglielmo
(medico)

sabato 4 febbraio 2017

World Cancer Day (04.02.2017) - Cosa stiamo facendo contro il principale fattore di rischio oncologico?

Lo slogan della Giornata mondiale contro il cancro nel triennio 2016-2018 "We can, I can" sta ad indicare ciò che possiamo fare assieme (i governi, le istituzioni, etc.) e ciò che possiamo fare da soli nella lotta al cancro.
In occasione della Giornata mondiale contro il cancro, abbiamo l'opportunità di esaminare prendere in considerazione tutte le strategie di controllo del cancro per identificare le formule vincenti. L'obiettivo per tutti noi è quello di garantire che un minor numero di persone sviluppi il cancro, che sempre più persone siano trattate con successo e che ci sia una migliore qualità della vita per le persone durante il trattamento.

Dunque facciamoci delle domande.
Si sta facendo qualcosa per migliorare la qualità della vita dei malati di cancro? Un certo fermento delle attività di Volontariato Oncologico si è riscontrato nell'ultimo anno, ma basta? interventi o programmi di cessazione tabagica sono routinariamente consigliati per i pazienti oncologici? 




Cosa abbiamo fatto per prevenire il cancro? Nell'ultimo decennio in Italia si è rilevata una diminuzione di nuovi casi fra gli uomini, ma si è riscontrato un aumento fra le donne specie per quel che riguarda il tumore del polmone riconducibile alla diffusione del fumo di tabacco.



Stiamo creando scuole più sane? Non sembra che le scuole stiano intervenendo concretamente sul problema essendovi in Italia la più elevata prevalenza di fumatori adolescenti rispetto al resto dell’Europa. Forse non stiamo combattendo abbastanza la falsa percezione nei giovani che il fumo possa portare rischi limitati e danni altrettanto limitati.



Stiamo creando posti di lavoro sani? Si è ancora abbastanza lontani dal concetto di rispetto dell’assoluto divieto di fumo negli ambienti di lavoro.





Stiamo creando ambienti sani? Uno dei rifiuti più diffusi nelle nostre città, spiagge e mari rimane il mozzicone di sigaretta che contiene sostanze tossiche e cancerogene che possono contaminare il suolo, avvelenare la fauna selvatica e inquinare le risorse idriche.



Ogni scelta implica un rischio e noi cosa stiamo facendo contro il principale fattore di rischio oncologico?
Circa il 90% dei casi di cancro al polmone sono causati dal fumo dai prodotti del tabacco e il cancro del polmone rimane la principale causa di mortalità per cancro negli uomini e nelle donne a livello mondiale (1).

1. Lemjabbar-Alaoui H, Hassan OU, Yang YW, Buchanan P: Lung cancer: Biology and treatment options. Biochim Biophys Acta. 2015 Dec;1856(2):189-210.
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche: