domenica 1 gennaio 2023

Il ruolo del tabacco sui 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile – agenda ONU 2030


I 193 Paesi membri delle Nazioni Unite nel 2015 hanno approvato 17 obiettivi per uno sviluppo sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – da raggiungere entro il 2030. Ognuno deve fare la propria parte per costruire un mondo diverso e dare a tutti la possibilità di vivere in un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico.

La lotta al tabagismo incide in maniera concreta e diretta sui 17 traguardi oggetto della cosiddetta Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. In effetti, a causa dell’evidente conflitto di interessi di dimensioni planetarie tra il tabacco, che genera ingenti vantaggi economici alle multinazionali, e i diritti umani alla vita e alla salute, i governi dovrebbero impegnarsi particolarmente nella lotta al tabagismo.

Goal 1: sconfiggere la povertà

È il primo degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il consumo di tabacco favorisce direttamente la povertà, in diversi modi. L’acquisto dei prodotti da fumo ha un impatto immediato sullo standard di vita soprattutto di coloro che percepiscono redditi modesti. Questi, infatti, per soddisfare la loro dipendenza dal tabacco, spesso rinunciano a spese necessarie per sé stessi e per la loro famiglia. Le malattie fumo correlate possono portare a conseguenze economiche disastrose per le economie familiari soprattutto quando i membri della famiglia dipendono dallo stipendio della persona che si ammala. Peraltro, l'OMS da anni riconosce il tabacco come "una minaccia per lo sviluppo" principalmente per il fatto che le coltivazioni del tabacco sono dislocate soprattutto nei Paesi più poveri le cui risorse sono ulteriormente depauperate dagli effetti della catena produttiva del tabacco sull'ambiente.

Goal 2: sconfiggere la fame

Il secondo obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite è eliminare la fame nel mondo e raggiungere la sicurezza alimentare ovunque entro il 2030. Per realizzare questo obiettivo, le misure di lotta al tabagismo svolgono un ruolo essenziale. Nei Paesi a basso o medio reddito i costi del fumo impediscono a molte famiglie di offrire ai figli un'alimentazione equilibrata. Le colture di tabacco sottraggono preziose terre coltivabili alla produzione alimentare e, peraltro, le rendono inutilizzabili per le colture alimentari in quanto impoveriscono il suolo e lo degradano. Se i campi utilizzati per le colture di tabacco fossero utilizzati per coltivare alimenti, potrebbero sfamare decine di milioni di persone. Intanto, nonostante il chiaro legame causale tra la coltivazione del tabacco e l’insicurezza alimentare, le multinazionali del tabacco cercano di lavarsi la coscienza attirando l’attenzione sulle iniziative che patrocinano per combattere la fame.

Goal 3: Salute e benessere

Il fumo rappresenta, a livello globale, la principale causa di mortalità e la prima dipendenza in termini di incidenza e di patologie correlate. Il fumo uccide circa 6 milioni di persone ogni anno, di cui 600 mila sono non fumatori esposti al fumo passivo; di questi 600 mila oltre un quarto sono bambini che non hanno ancora compiuto cinque anni. A livello mondiale, il consumo di tabacco è responsabile del 90% dei tumori polmonari, del 25% delle morti per cancro, del 20% dei decessi per malattie cardiovascolari.


Goal 4: Istruzione di qualità

Nei paesi produttori di tabacco, il fumo influisce indirettamente sul diritto all’istruzione, poiché costringe molti bambini e adolescenti ad abbandonare la scuola per lavorare nelle piantagioni. In tutto il pianeta si contano circa 1,3 milioni di giovani non ancora quattordicenni che lavorano in produzioni di questo tipo; inoltre, il 10–14% dei figli di coltivatori di tabacco non frequenta la scuola. Nella sola India, i bambini che si trovano in questa situazione sono ben 500 mila. Dalle testimonianze dei bambini “sfruttati” si viene a conoscenza dei massacranti turni a cui vengono sottoposti: anche 18 ore al giorno di lavoro in ambienti estremamente pericolosi e a continuo contatto con sostanze nocive. Dunque invece di andare a scuola o giocare, lavorano! Lavorano ovunque vi sia l'opportunità di guadagnare qualcosa per aiutare la famiglia. In tali Paesi, se una madre o un padre si ammala come frequentemente avviene a causa del consumo di tabacco, sovente i figli sono costretti a interrompere gli studi per prendersene cura e, a volte, devono persino trovarsi un impiego per compensare la perdita di reddito causata dall’incapacità al lavoro del genitore. A livello globale comunque il fumo minorile mette anche in pericolo le capacità di apprendimento dei bambini e degli adolescenti, poiché ha un impatto sul loro sviluppo cerebrale con conseguente maggiore rischio di sviluppare problemi psichiatrici o un deficit di attenzione compromettendo notevolmente il rendimento scolastico.

Goal 5: Parità di genere

Storicamente, il numero di fumatori è sempre stato maggiore rispetto a quello delle fumatrici. Tuttavia, negli ultimi anni questo divario si è assottigliato soprattutto nei Paesi sviluppati, cosicché possiamo dire che il fumo di tabacco può costituire senza ombra di dubbio l'inquinante delle pari opportunità, nel senso che, senza risparmiare niente e nessuno, attacca le vulnerabilità di genere. In tal modo il fumo promuove un finto paritarismo al ribasso che appunto svilisce il concetto di parità di genere.

Goal 6: Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

Nel 2021 si stima che siano stati raccolti, nel quadro di operazioni di pulizia delle spiagge, oltre 4,2 milioni di mozziconi di sigaretta. Tuttavia, questa non è che una parte insignificante dei 6,5 trilioni di sigarette prodotte nel mondo ogni anno, di cui almeno il 75% finisce nei fiumi e negli oceani. Ciò non può che entrare in totale contraddizione con il sesto Obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, ossia fare in modo, da un lato, che l’acqua pulita sia alla portata di tutti e, dall’altro, che le risorse idriche siano gestite in modo sostenibile. Chi fuma getta sovente i mozziconi di sigaretta per terra, nello spazio pubblico condiviso da tutti, ad esempio sui marciapiedi o nell’erba dei parchi. Da lì i mozziconi vengono trascinati via dall’acqua piovana, dapprima verso gli scarichi e in seguito verso la rete di corsi d’acqua, fino ai mari e agli oceani. Stessa sorte, per i mozziconi che vengono gettati nei servizi igienici e nelle caditoie stradali.
Poiché i mozziconi di sigaretta sono essenzialmente composti da un filtro di acetato di cellulosa, che è una plastica e non è biodegradabile, restano a lungo (circa 15 anni) sulle rive o sul fondo dei fiumi, dei laghi e dei mari. Dopodiché si separano in minuscole particelle che finiscono ingerite dagli organismi acquatici. Come se non bastasse, i mozziconi rilasciano anche molte sostanze tossiche, tra le quali arsenico, piombo e etilfenolo, che sono estremamente inquinanti. Basta un solo mozzicone per contaminare fino a 1000 litri d’acqua.
Nei bacini e corsi d’acqua non ci sono solo i mozziconi, ma anche accendini, mozziconi di sigari, pacchetti di sigarette e sigarette elettroniche, che contengono circuiti, batterie (ossia piombo e mercurio) e cartucce di liquidi (contenenti a loro volta sali di nicotina e metalli pesanti): anche questi possono contaminare grandi masse d’acqua. La produzione di sigarette riduce anche la quantità di acqua potabile cui può attingere la popolazione dei paesi poveri, dove si trova la maggior parte delle piantagioni di tabacco. Per coltivare una tonnellata di foglie di tabacco ci vogliono 2925 m3 d’acqua e questo la rende una delle colture con il maggiore impatto idrico.

Goal 7: Energia pulita e accessibile

La produzione del tabacco determina l'abbattimento di ettari ed ettari di foreste sia per coltivare su terreni vergini, sia per avere legna da ardere utilizzata nel processo di essiccazione delle foglie di tabacco (uno dei processi produttivi del tabacco meno sostenibili). Detta deforestazione rappresenta un serio fattore responsabile dell'aumento di anidride carbonica (CO2) in atmosfera, essendovi da un lato la riduzione di "polmone verde" che assorbirà meno CO2, e dall'altro l'immissione in atmosfera di CO2 prodotta dalla combustione del legname. Poi il consumo di sigarette e lo smaltimento delle stesse, anche se attraverso termovalorizzatori, comporta altra produzione di gas di serra (il cui componente principale è l'anidride carbonica).
Non meno importante è il problema degli incendi che spesso partono da un semplice mozzicone abbandonato e i risultati sono devastanti specie nei mesi estivi. Gli incendi, in effetti, contribuiscono alla liberazione in atmosfera di gas serra e di tante altre sostanze più o meno tossiche e cancerogene (particolato, idrocarburi complessi -compresi gli idrocarburi policiclici aromatici- e gas irritanti).
Cosicché l'industria del tabacco rappresenta la prima causa evitabile di emissioni di CO2 e dunque la più insostenibile delle industrie. 
Peraltro, i milioni di ettari di terreno coltivati a tabacco potrebbero essere utilizzati per istallazioni di fonti di energia rinnovabile (parchi eolici o pannelli solari) o per coltivare piante tipicamente usate nella produzione di biocombustibili (mais, colza, barbabietola o palma).

Goal 8: Lavoro dignitoso e crescita economica

L'industria del tabacco ha un impatto negativo non solo sull’accesso a un lavoro dignitoso, ma anche sulla crescita economica in generale.
La realtà lavorativa soprattutto nei Paesi in via di sviluppo si basa spesso sul lavoro minorile e su forme di abuso lavorativo. Il tabacco rimane una minaccia per lo sviluppo e la crescita economica attraverso la riduzione della produttività per disabilità e malattie fumo-correlate, nonché attraverso le morti premature che nei Paesi a basso e medio reddito per l'80% sono conseguenza del fumo di tabacco. Ai costi sanitari e sociali del fumo vanno aggiunti gli ulteriori danni economici in termini di contrabbando, criminalità, sfruttamento e impoverimento generale. Per cui la lotta al fumo rappresenta uno degli investimenti più redditizi non solo in ambito sanitario, ma a livello globale.

Goal 9: Industria, innovazione e infrastrutture

Il nono obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite chiede infrastrutture affidabili, incoraggiando l'innovazione soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, promuovendo un'industria rispettosa dell'ambiente. Tuttavia la realtà innovativa dell'industria del tabacco non rispecchia gli obiettivi di sostenibilità; utilizza un modello economico colonialista basato sullo sfruttamento dei Paesi in via di sviluppo. Infine, le infrastrutture specifiche per la raccolta dei rifiuti derivanti dal consumo dei prodotti del tabacco sono praticamente inesistenti. A tale proposito si chiarisce che ciò che i fumatori percepiscono come “rifiuto ambientale relativamente accettabile” è in realtà un inquinante tossico che rappresenta il 50% dei rifiuti mondiali raccolti nelle aree urbane, nonché il 40% di quelli raccolti nel Mar Mediterraneo.

Goal 10: Ridurre le disuguaglianze

Ridurre le disuguaglianze tra i Paesi e nei Paesi appartenenti alle Nazioni Unite è il decimo obiettivo. Sebbene il consumo di tabacco sia mediamente diminuito nei Paesi ad alto reddito, il consumo globale di sigarette continua ad aumentare, in gran parte a causa della crescente diffusione del fumo da parte Paesi in via di sviluppo che, peraltro, sono sempre più sottoposti a sfruttamento da parte dell'industria del tabacco. A livello globale, il numero di decessi in relazione al tabacco è stato di 7,69 milioni nel 2019 ed è in costante aumento. L'80% delle persone che fumano vive in Paesi in via di sviluppo. Infatti, l'industria del tabacco approfitta dell’assenza di leggi sulla sponsorizzazione delle sigarette nei Paesi emergenti (sudest asiatico, Africa), promovendo il fumo in modo molto subdolo e accattivante soprattutto tra i giovani. In Nigeria non è raro vedere cortili di scuole circondati da cartelloni pubblicitari di sigarette Marlboro o Lucky Strike. In questo Paese, inoltre, è autorizzata una pratica altrove vietata: le sigarette possono essere acquistate anche sciolte, e questo le rende accessibili ai bambini o alle persone con un reddito molto basso. Queste disparità non sono casuali. L’industria del tabacco ha da sempre preso di mira le popolazioni vulnerabili con tattiche di marketing aggressive. La popolazione di Paesi a reddito basso quali India, Pakistan e Zimbabwe subisce un impatto pubblicitario 81 volte maggiore rispetto alla popolazione canadese o svedese. Queste disuguaglianze si percepiscono anche all’interno dei singoli Paesi, in cui i fumatori si riscontrano principalmente nelle fasce di popolazione economicamente più svantaggiate. Peraltro le bambine e i bambini che crescono in una comunità dove il tabagismo è parte della vita quotidiana hanno maggiori probabilità di subire gli effetti del fumo passivo e di diventare a loro volta fumatrici e fumatori. Dette disuguaglianze hanno anche un impatto negativo sulla salute a causa di una maggiore esposizione a tutta una serie di malattie fumo-correlate (enfisema, tumori) che spesso vengono diagnosticati a uno stadio più avanzato e sono dunque più difficili da trattare.

Goal 11: Città e comunità sostenibili

La realizzazione di tale obiettivo prevede lo sviluppo di una comunità con una migliore qualità di vita, garantendo una maggiore cura del territorio e dell’ambiente. La realizzazione di questo obiettivo è ostacolata dal tabagismo innanzitutto per il suo impatto sull'aspetto degli spazi urbani invasi da mozziconi di sigarette. Si stima che a livello mondiale vengano gettati a terra ogni giorno circa 18 miliardi di mozziconi. Tali rifiuti gettati a terra possono essere pericolosi se vengono raccolti da bambini, da animali domestici e dagli uccelli. Per gli animali domestici la nicotina è un veleno neurotossico ed è frequente che, soprattutto i cani attirati dalla saliva umana, ne ingeriscano una quantità potenzialmente letale. Gli uccelli oramai utilizzano fra l'altro i mozziconi di sigaretta per costruire i loro nidi che, anche se possono funzionare da repellente nei confronti di parassiti dannosi, verosimilmente esercitano effetti dannosi per la presenza di cancerogeni e pesticidi. Nella maggior parte di aree da gioco per i bambini, nei parchi pubblici, sulle spiagge e alle fermate dei trasporti pubblici non vi è divieto di fumo e quando c'è, spesso non è rispettato. Peraltro non è raro che il divieto di fumo venga disatteso nelle pertinenze di ospedali e delle scuole.

Goal 12: Consumo e produzione responsabili

Qual è il prodotto commerciale che più degli altri uccide le persone che ne fanno uso? Il fumo di tabacco il cui consumo e produzione non rispettano minimamente il requisito di responsabilità. La coltivazione del tabacco provoca deforestazione e impoverimento del suolo, contamina corsi d’acqua e monopolizza terreni che potrebbero essere destinati alla produzione di alimenti e materie prime essenziali. Bisognerebbe dunque convertire le coltivazioni di tabacco a coltivazioni alternative. Un'iniziativa del genere è stata attivata solo recentemente in Kenya dove la coltivazione del tabacco è stata abbandonata in favore di quella di fagioli. A tale proposito l'OMS ha affermato che "il progetto ha visto migliorare la salute degli agricoltori, aumentare la frequenza scolastica dei bambini che precedentemente lavoravano nelle fattorie e migliori raccolti per l'ambiente sostituendo il tabacco". Tuttavia ad oggi rappresenta un progetto pionieristico di agricoltura sostenibile e responsabile che dovrebbe essere riproposto in numerose altre realtà per essere in linea con un obiettivo di consumo e produzione responsabili.

Goal 13: Lotta contro il cambiamento climatico

Anno dopo anno gli effetti disastrosi delle politiche ambientali fallimentari dei governi di tutto il mondo si fanno sempre più pesanti per la popolazione. La filiera del tabacco ha un impatto ambientale notevole, soprattutto per la necessità di terreni di coltivazione vergini con abbattimento di ettari ed ettari di foreste. Si tratta di una deforestazione di migliaia di ettari ogni anno e quindi di una riduzione di "polmone verde" che assorbendo meno anidride carbonica (CO2) rappresenta una delle maggiori cause di cambiamento climatico. A ciò di aggiunge la CO2 derivante dall'immissione in atmosfera di CO2 prodotta dalla combustione del legname nel processo di essiccazione delle foglie di tabacco (uno dei processi produttivi del tabacco meno sostenibili). Poi, va considerato il consumo di sigarette che contribuisce all'inquinamento dell'aria per la presenza di diversi gas ad effetto serra come anidride carbonica e metano che vengono emessi nell'atmosfera dai fumatori rispettivamente per 2,6 miliardi di kg e 5,2 miliardi di kg ogni anno. Infine, va sottolineato il problema dello smaltimento dei mozziconi,  che anche se effettuato attraverso termovalorizzatori, comporta altra produzione di gas di serra (il cui componente principale è l'anidride carbonica).
I paesi dell'UE si sono impegnati a rendere l'UE climaticamente neutra entro il 2050 e con tappa intermedia di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto al 1990. Ciò non significa azzerare completamente le emissioni di CO2: la neutralità climatica si raggiunge infatti quando le emissioni prodotte dalle attività umane sono compensate da quelle assorbite, ad es. attraverso il suolo, le foreste, etc. Per raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, è fondamentale affrontare tutte le fonti di emissioni di gas serra, compresa l'industria del tabacco. Ciò potrebbe significare intensificare il contrasto alla produzione di tabacco attraverso politiche adeguate per garantire una transizione equa verso un'economia a basse emissioni di carbonio.

Goal 14: Vita sott’acqua

Il tabagismo ha un notevole impatto sulla vita acquatica sia in fase di produzione che in fase di consumo. Le fabbriche di sigarette generano numerosi residui tossici tra cui ammoniaca, nicotina, acido cloridrico, metanolo o nitrati, che spesso contaminano i corsi d'acqua. I mozziconi di sigaretta rappresentano il primo contaminante degli oceani a livello mondiale e la tipologia di rifiuto più numeroso raccolto sulle coste di tutto il pianeta, così come riportato dall'Ocean Conservancy, associazione no-profit che da 32 anni organizza l’International Coastal Cleanup (associazione internazionale di pulizia costiera). I mozziconi contengono, nella parte del filtro, acetato di cellulosa, un tipo di plastica molto dannoso, non solo per la facile disgregazione in microplastiche che entrano nella catena alimentare marina, ma perché oltre a contenere i residui tossici del fumo, tendono a catturare tanti altri inquinanti presenti nell’ambiente marino e dunque fungono da vettori degli inquinanti catturati. In effetti, la pericolosità per l’uomo è legata principalmente a questo processo. Infatti, le microplastiche che si accumulano nei visceri addominali dei pesci, sebbene non tendano a risalire lungo la rete alimentare umana perché in genere i visceri vengono scartati, rappresentano comunque un veicolo di inquinanti che si accumulano nella fauna marina. Dal bioaccumulo alla biomagnificazione il passo è breve. La biomagnificazione è il processo grazie al quale l’accumulo di sostanze tossiche negli esseri viventi (il bioaccumulo) aumenta di concentrazione man mano che si sale al livello trofico successivo (cioè da preda a predatore), ovvero procedendo dal basso verso l’alto nella catena alimentare. In altre parole, diccome i pesci si mangiano l’un l’altro interi, la concentrazione di microplastiche e quindi di inquinanti può crescere in maniera esponenziale.

Goal 15: Vita sulla Terra

Tale obiettivo è dedicato alla protezione e al ripristino degli ecosistemi terrestri già ampiamente sfruttati. Ogni anno l’organizzazione no-profit Global Footprint Network calcola il Giorno del sovrasfruttamento della Terra (Earth Overshoot Day) che rappresenta il giorno in cui, a livello globale, l’umanità esaurisce completamente le risorse prodotte dalla Terra, superando in consumi la capacità che il nostro Pianeta ha di produrne in un anno. Per l'anno che si è appena concluso, il 2022, l’Earth Overshoot Day a livello globale è caduto lo scorso 28 luglio, che in termini pratici vuol dire che successivamente a tale data decorre il debito con la Terra. Il tabacco è responsabile di numerosi di effetti nocivi sugli ecosistemi terrestri: la deforestazione, l'impoverimento del suolo, la desertificazione, l'uso di grandi quantità di pesticidi, fungicidi e fertilizzanti, ed infine il rilascio nell'ambiente dei prodotti di scarto del fumo (mozziconi, packaging del tabacco, e-cig usa e getta, etc.).
Pertanto si riportano degli esempi di impatto ambientale del tabacco che destano crescente preoccupazione:
-riduzione delle aree per specie animali selvatiche (elefanti, leoni, etc.)
-minaccia per la biodiversità a causa del potere inquinante derivante dalla produzione e consumo del tabacco (avvelenamento della fauna selvatica e inquinamento delle falde acquifere e degli ecosistemi di acqua dolce terrestri, etc.)
-interferenza con il ruolo insostituibile degli insetti nell'ecosistema (i pesticidi utilizzati nella tabacchicoltura uccidono gli insetti che si cibano di larve di zanzare responsabili della diffusione della malaria, provocando un riacutizzarsi di questa malattia).

Goal 16: Pace, giustizia e istituzioni solide

Detto obiettivo impone di intervenire attivamente nei confronti di tutte le forme di violenza (abusi e sfruttamenti, maltrattamenti), di traffici illeciti e di interferenze nelle decisioni politiche. A tale proposito il tabagismo solleva pesanti interrogativi etici, con particolare riguardo alle responsabilità primarie dei governi nei confronti dei cittadini a causa del conflitto fondamentale e insanabile tra gli interessi dell'industria del tabacco e le finalità delle politiche per la salute pubblica.
Gli incassi delle 6 multinazionali che producono sigarette (American Brands, BAT, Hanson, Philip Morris, Rembrandt, RJR Nabisco) sono pari a una cifra 60 volte superiore al bilancio annuale dell'OMS al quale contribuiscono i 194 Stati membri delle Nazioni Unite (in misura proporzionale al rispettivo PIL), e altre organizzazioni, fondazioni e imprese. Dunque, l’industria del tabacco è una lobby potentissima e come tale esercita la propria influenza economica al fine di orientare le politiche sanitarie e finanziarie al loro utile (tassazioni ridotte, benefici normativi, etc).
Non sempre le istituzioni sono abbastanza solide per rifiutare finanziamenti dalle industrie del tabacco per cui le inevitabili ingerenze che ne derivano sono alla base di forme di corruzione, comportamenti scorretti, pubblicità più o meno occulta, tattiche manipolative, etc.
La giustizia sociale dovrebbe portare a rivedere i parametri in base ai quali un’azienda viene dichiarata sostenibile da un punto di vista ambientale e della collettività, ma la realtà appare ben altra. Infatti, le aziende che sono riuscite a raggiungere la vetta delle classifiche di sostenibilità ambientale sono proprio le maggiori aziende del tabacco (BAT, PMI, Japan Tobacco International e Imperial Brands). Questo, soprattutto grazie alla pratica ingannevole del greenwashing, strategia di marketing in cui si dà ad intendere un impegno nei confronti dell'ambiente, magari etichettando i propri prodotti come ecosostenibili, in modo da guadagnare in termini di credibilità.
Infine, non vanno sottovalutati gli interessi economico-finanziari del contrabbando di sigarette particolarmente «appetibile» per le organizzazioni criminali e terroristiche (Al Qaeda, ISIL/ISIS, Hezbollah, Hamas, FARC, IRA, ETA, PKK, al-Nusra Front).

Goal 17: Partnership per gli obiettivi

L’ultimo obiettivo promuove la collaborazione internazionale a favore dei Paesi meno sviluppati attraverso lo sviluppo tecnologico (maggiore accesso all'informazione), il sostegno ad un commercio equo e solidale e attraverso progetti di partenariato rivolti a contribuire al bene comune globale.
Il tabacco non può essere considerato un prodotto eticamente accettabile dal punto di vista sociale, sanitario o ecologico e quindi non è un prodotto equo e solidale. Stiamo parlando di prodotto che genera dipendenza e mette in pericolo la salute non solo dei fumatori, ma anche di chi lavora nelle piantagioni di tabacco nei Paesi di produzione. Anzi il tabacco nuoce all’immagine del commercio equosolidale e compromette il raggiungimento degli obiettivi di responsabilità sociale d'impresa.

Guglielmo Lauro
(medico)