giovedì 20 aprile 2023

Giornata Mondiale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro: Luoghi di Lavoro che Promuovono Salute


La Giornata Mondiale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro, che si celebra il 28 aprile di ogni anno, è un'occasione importante per riflettere sull'importanza di creare ambienti di lavoro sani e sicuri per i dipendenti. In questo contesto, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sviluppato il modello "Healthy Workplace: a model for action" per promuovere cambiamenti organizzativi nei luoghi di lavoro al fine di renderli ambienti favorevoli all'adozione consapevole e alla diffusione di stili di vita salutari.
Secondo i dati ISTAT (01.01.2021) l'età media dei lavoratori in Italia ha raggiunto i 46 anni, la più alta in Europa con un invecchiamento della forza lavoro che in nessun altro Paese europeo è stato così rilevante.
Il progressivo aumento dell’età dei soggetti che rimangono al lavoro dovrebbe rappresentare una risorsa per i luoghi di lavoro. Infatti, con l’avanzare dell’età, i lavoratori sviluppano abilità e competenze diverse rispetto alle generazioni più giovani, come la saggezza, il pensiero strategico, la capacità di giudizio, e l'esperienza lavorativa. Inoltre, sono depositari di un bagaglio di conoscenze che possono trasferire alle generazioni meno esperte. Tutto ciò purché i lavoratori adottino stili di vita corretti e i luoghi di lavoro diano il loro contributo per mantenere in salute i propri dipendenti.
L'invecchiamento della forza lavoro rappresenta dunque un tema di grande rilievo, soprattutto in considerazione dell'allungamento delle aspettative di vita e del calo della natalità che pongono nuove sfide in termini di salute e sicurezza sul lavoro. A tale proposito l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito come lavoratore “che invecchia” il soggetto che supera l’età di 45 anni, e come lavoratore “anziano” chi supera i 55 anni compiuti, in modo che gli ambienti di lavoro sostengano i lavoratori in varie fasce di età e prevedano modifiche ragionevoli per adattarsi alle loro esigenze contribuendo a mantenere elevata la capacità lavorativa il più a lungo possibile.

Purtroppo la concentrazione di fumatori è spesso maggiore nelle fasce di età dei lavoratori over 45 (lavoratore che invecchia) e over 55 (lavoratore anziano), per cui il valore aggiunto di questi lavoratori viene ad essere seriamente compromesso.
Quindi il fumo che già da solo è base di tutte le malattie croniche non trasmissibili (tumori, patologie cardiovascolari e respiratorie croniche, diabete), si accompagna a minore efficienza e produttività di questi fumatori che vengono visti come meno professionali e meno rispettosi della salute degli altri lavoratori, influenzando negativamente l'immagine dell'intero Servizio.

L’ASL Caserta, attraverso il Dipartimento di Prevenzione, in linea con le direttive OMS ha recentemente avviato il programma denominato “Luoghi di Lavoro che Promuovono Salute” favorendo e sostenendo l’accesso dei lavoratori delle Imprese del territorio a vari servizi ASL: Servizi per le Dipendenze, Centro Antifumo, servizi di screening oncologici, servizi nutrizionali, etc.
Un aspetto di particolare criticità riguarda la lotta contro il fumo nei luoghi di lavoro soprattutto in considerazione che, in detti luoghi, i lavoratori vi trascorrono circa un terzo della propria giornata lavorativa.
Secondo uno studio trasversale effettuato nella Regione Lazio e che ha preso in considerazione 59 aziende di diversi settori lavorativi (trasporti, sanità e edilizia) più della metà degli intervistati ha dichiarato che il divieto di fumo non è rispettato sul posto di lavoro nonostante siano regolarmente sono esposti cartelli di divieto (1).
In base ad un progetto/attività svolto dal Centro Antifumo Quit di Aversa da febbraio 2018 a febbraio 2019 e basato sul monitoraggio dei fumatori negli ambienti di lavoro nell’ambito delle UUOO afferenti al Dipartimento Dipendenze ASL Caserta, con contestuale sensibilizzazione del personale dipendente in tema di lotta al tabagismo, è stata riscontrata, nonostante i divieti, una percentuale media di fumatori pari al 29,6%, tra personale di comparto e dirigenziale; valore nettamente al di sopra della media nazionale dei fumatori (v. Fig.1).
Fig. 1: prevalenza fumatori negli ambienti di lavoro nell’ambito delle UUOO afferenti al Dipartimento Dipendenze ASL Caserta

A conclusione del periodo di monitoraggio (2018-2019) è stata rilevata una tendenza alla riduzione del 10% circa (v. linea di tendenza) con passaggio dal 32.83% al 23,76% di fumatori nelle strutture afferenti al Dipartimento Dipendenze. Una prevalenza che comunque rimane largamente inaccettabile, soprattutto se si considera che si tratta di luoghi di lavoro di tipo sanitario e che in tale studio osservazionale i dipendenti fumatori appartengono alle fasce di età degli over 45 e over 55.
Dunque, all’apposita cartellonistica di divieto dovrebbero essere affiancati interventi proattivi atti a promuovere una cultura aziendale salutare e rendere il fumo meno socialmente accettabile attraverso policy aziendali chiare e stringenti contro il fumo, fino a provvedimenti più incisivi (ad es. sanzioni disciplinari, trattenute in busta paga, etc.) per proibire il fumo di tabacco. La cultura della salute e del benessere dovrebbe coinvolgere tutti i lavoratori compresi i dirigenti e i responsabili delle politiche aziendali.

Promuovere la salute sul luogo di lavoro richiede un impegno costante e continuo, e rappresenta un investimento in campo sanitario sostenibile ed efficace non solo per i lavoratori ma anche per datori di lavoro e aziende. Infatti, gli utili derivanti dall'applicazione di politiche sanitarie volte a creare ambienti di lavoro che promuovono salute, sono rappresentati da maggiore produttività, minor assenteismo e risparmi sui costi sanitari. Rendere salubri gli ambienti lavorativi dovrebbe dunque essere una priorità per tutti.
 
1. Luca Enrico Ruscitti, Fulvio Castellani, Giuseppe La Torre, Maria De Giusti, Fabio Dominici, Pasquale Valente: Smoking at the workplaces in Italy after the smoking ban in the Lazio Region. Med Lav. 2021 Feb 23;112(1):44-57.
Guglielmo Lauro
(medico)
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