sabato 30 novembre 2019

Si fa presto a dire bio... ma sono davvero biodegradabili?

Le bioplastiche rappresentano il principale costituente dei mozziconi di sigaretta ovvero della forma più abbondante di rifiuti antropogenici presente attualmente sul pianeta (1).
Si stima che circa 5,5-6 trilioni di sigarette vengano prodotte ogni anno nel mondo; di queste la maggior parte sono provviste di filtri e i relativi mozziconi hanno un impatto stimato in 1,2 milioni di tonnellate con aumento previsto del 50% fino al 2025 (2, 3). Anche se con gli anni i mozziconi si disgregano non sono biodegradabili, nel senso che non ci sono batteri o altri microrganismi in grado di degradarli in componenti che possono entrare nei cicli naturali. Tali rifiuti tossici si stanno dunque accumulando dal 1950 quando, nell'illusorio tentativo di proteggere i fumatori dai danni del fumo di tabacco, sono stati annessi alle sigarette (3).
Quindi allo stato attuale sono disperse sul pianeta oltre un milione di tonnellate di mozziconi che intrappolano migliaia di sostanze chimiche differenti e pericolose come arsenico, benzene, acido cianidrico, idrocarburi policiclici aromatici, piridina, metalli pesanti, etc. (2). Dunque, l'impatto ambientale di questi rifiuti è davvero preoccupante, soprattutto in considerazione che gli studi scientifici evidenziano che ciascun mozzicone è in grado di inquinare circa 1000 litri di acqua (2).
Ritornando sul tema dell'ipotetico contributo dei filtri nel ridurre gli effetti dannosi del tabacco esso rientra nella stessa strategia commerciale ingannevole delle sigarette etichettate come light, attributo poi legalmente abolito perché giudicato palesemente fuorviante.
Più specificamente i filtri delle sigarette sono associati ad una serie di criticità:
  • I fori di ventilazione nei filtri delle sigarette alterano la combustione del tabacco aumentando le sostanze tossiche e comportando un incremento del rischio di adenocarcinoma polmonare (4)
  • La colorazione marroncina nel filtro delle sigarette è essenzialmente associata all'alterazione delle fibre di acetato di cellulosa che costituiscono il filtro, quando la sigaretta viene fumata; tale colorazione induce a pensare in maniera fuorviante che il filtro sta facendo il suo lavoro di evitare che le sostanze nocive arrivino a contatto con le vie aeree (5)
  • Microscopiche fibre di acetato di cellulosa (plastica) dei filtri di sigarette possono staccarsi per essere inalate e/o ingerite con verosimile aumento di tossicità e tumorigenicità (6).
Passiamo ora a considerare il filtro delle sigarette a tabacco riscaldato (iQOS): la prima porzione (tra il filtro di acido polilattico e il tabacco) è forata al centro e raccoglie una piccolissima quantità di particelle dannose; la seconda porzione è costituita da una pellicola di un polimero biodegradabile, l'Acido Polilattico (PLA), essa abbassa la temperatura del vapore di tabacco derivante dal processo di riscaldamento del tabacco (fino a 350°C); la terza porzione (il mouthpiece) è, come nelle sigarette tradizionali, costituito da acetato di cellulosa.
Dunque, rispetto alle sigarette a combustione, l'elemento caratterizzante del filtro delle sigarette a tabacco riscaldato è la pellicola arrotolata di PLA, polimero che viene realizzato da risorse rinnovabili, ma la cui produzione industriale richiede grandi quantità di petrolio. Detta porzione di filtro costituita da PLA a seguito di ogni aspirazione si riscalda, si ingiallisce e si trasforma in un cilindretto duro, non più srotolabile e la cui biodegradabilità sarà notevolmente compromessa con conseguente impatto negativo sull'ambiente. Infatti, un recente studio rileva effetti ecotossici particolarmente preoccupanti dei mozziconi di sigarette a tabacco riscaldato che si associano a quelli già noti dei mozziconi delle sigarette tradizionali (7).
Dunque, le bioplastiche dei mozziconi di sigaretta (PLA, acetato di cellulosa) una volta esposte ai processi di combustione/riscaldamento subiscono modifiche delle caratteristiche di biodegradabilità e biocompatibilità e se non si contrasta la loro dispersione nell'ambiente verranno irrimediabilmente compromessi tutti i sistemi biologici.
Tuttavia, va osservato che mozziconi delle sigarette a tabacco riscaldato, a differenza delle sigarette a combustione, non emanano cattivo odore, quindi è molto più facile raccoglierli in un piccolo contenitore invece di disperderli nell'ambiente. Poi se si vuole essere più ecologisti si può evitare di produrre questo tipo di rifiuto tossico.

1. Green DS, Boots B, Da Silva Carvalho J, Starkey T: Cigarette butts have adverse effects on initial growth of perennial ryegrass (gramineae: Lolium perenne L.) and white clover (leguminosae: Trifolium repens L.). Ecotoxicol Environ Saf. 2019 Oct 30;182:109418.
2. Torkashvand J, Farzadkia M, Sobhi HR, Esrafili A: Littered cigarette butt as a well-known hazardous waste: A comprehensive systematic review. J Hazard Mater. 2020 Feb 5;383:121242.
3. Araújo MCB1, Costa MF: From Plant to Waste: The Long and Diverse Impact Chain Caused by Tobacco Smoking. Int J Environ Res Public Health. 2019 Jul 28;16(15).
4. Song MA, Benowitz NL, Berman M, Brasky TM, Cummings KM, Hatsukami DK, Marian C, O'Connor R, Rees VW, Woroszylo C, Shields PG: Cigarette Filter Ventilation and its Relationship to Increasing Rates of Lung Adenocarcinoma. J Natl Cancer Inst. 2017 Dec 1;109(12).
5. Bradford Harris: The intractable cigarette ‘filter problem’. Tobacco Control 2011;20 (Suppl 1):10iei16.
6. Pauly JL, Allaart HA, Rodriguez MI, Streck RJ: Fibers released from cigarette filters: an additional health risk to the smoker? Cancer Res. 1995 Jan 15;55(2):253-8.
7. Baran W, Madej-Knysak D, Sobczak A, Adamek E: The influence of waste from electronic cigarettes, conventional cigarettes and heat-not-burn tobacco products on microorganisms. J Hazard Mater. 2019 Nov 4:121591.
Guglielmo Lauro
(medico)