lunedì 29 ottobre 2012

Fumo e Ictus cerebrale - World Stroke Day 2012


Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’ictus cerebrale. Ogni anno, nel mondo quasi 6 milioni di persone muoiono di ictus. In Italia ogni giorno l’ictus colpisce circa 660 persone e rappresenta una delle maggiori cause di disabilità. L'ictus è la seconda causa di morte per le persone di età superiore ai 60 anni, e la quinta causa nelle persone tra i 15 e i 59 anni, ma può colpire anche i bambini, compresi i neonati. È noto, peraltro, che l'esposizione al fumo passivo comporta un significativo aumento del rischio di ictus.
Lo slogan “One in Six”, tema del triennio 2010-2012 della World Stroke Campaign, si riferisce al fatto che, una persona su sei in tutto il mondo, sarà colpita da ictus nel corso della vita, e in ogni sei secondi, qualcuno da qualche parte, a prescindere di età e sesso, morirà per ictus.

Una recente ricerca australiana (1) ha mostrato che i sopravvissuti a ictus, se fumatori, corrono un maggior rischio di nuovi accidenti cerebrovascolari, attacchi cardiaci e decessi rispetto a chi non ha mai fumato.
Tale ricerca fornisce un nuovo incentivo per smettere di fumare o, ancor meglio, per non iniziare soprattutto in considerazione del fatto che:
-fumare sigarette aumenta il rischio di ictus di almeno 2 volte;
-il rischio di ictus riguarda sia l’ischemia cerebrale che l’emorragia cerebrale;
-il rischio aumenta all’aumentare del numero di sigarette: se con 14 sigarette al giorno il rischio è circa di 3 volte, oltre le 25 sigarette si arriva a ben 6 volte!

A queste preoccupanti notizie fanno però da contraltare alcune confortanti considerazioni:
1. la cessazione del fumo comporta una riduzione del rischio, che impiega pochi anni a tornare pressoché uguale a quella dei non fumatori;
2. prima si smette, meglio è: una persona che cessa di fumare a 50 anni aggiunge 5 anni alla sua aspettativa di vita, mentre se smette a 40 ne aggiunge ben 9!

1) Kim J, L Gall S, M Dewey H, Macdonell RA, Sturm JW, Thrift AG: Baseline Smoking Status and the Long-Term Risk of Death or Nonfatal Vascular Event in People with Stroke: A 10-Year Survival Analysis. From the Department of Medicine, Monash Medical Centre, Southern Clinical School, Clayton, Victoria, Australia. Stroke. 2012 Oct 25.
Guglielmo Lauro

mercoledì 3 ottobre 2012

Nuova sede del Centro Antifumo Quit dell'ASL Caserta


Apre oggi a Caserta presso il Distretto Sanitario n.12, alla via Paul Harris, 79 il secondo Centro Antifumo del Dipartimento Dipendenze dell'ASL Caserta. L’ambulatorio al secondo piano del Palazzo della Salute (stanze 6-7) è aperto il mercoledì pomeriggio con accesso su prenotazione attraverso il Centro Unico di Prenotazione (CUP).
Il problema del tabagismo nella provincia di Caserta è particolarmente esteso nelle varie fasce d'età come si è potuto rilevare nel corso delle indagini conoscitive, nonché nel corso degli interventi di prevenzione in scuole, luoghi di aggregazione giovanile e ospedali, effettuati nel periodo 2009-2012 dal Centro Antifumo Quit del Dipartimento Dipendenze dell'ASL Caserta. La gravità del fenomeno trova conferma con quanto è emerso dalla recente indagine sulle abitudini al consumo di tabacco condotta dal Dipartimento di Prevenzione della stessa ASL ed in cui si riporta che il problema del fumo nella provincia di Caserta è significativamente maggiore rispetto alla media nazionale.
Nel corso del quarto anno di attività del Centro Antifumo Quit dell'ASL Caserta si è potuto registrare un buon 35% di utenti che sono divenuti ex-fumatori, ovvero che durante tutto il periodo di verifica (follow-up) di un anno hanno mantenuto astensione completa dal fumo.
Che il fumo sia una dipendenza costosa in termini economici e sanitari oramai è risaputo ed effettuando un calcolo approssimativo possiamo dire che se consideriamo il tasso di remissione sul totale delle persone che dal 2009 ad oggi si sono rivolte al CAF dell'ASL Caserta, si può rilevare un risparmio di circa 330mila €. Non solo ma si calcola anche un recupero, in termini di salute, di circa 12000 giorni di vita, senza considerare gli ulteriori ed inevitabili aggravi concatenati al fumo: assenze per malattie (mediamente del 30% in più nei fumatori), costi sanitari, danni da fumo passivo, morti premature, danno ambientale (oltre il 30% delle cause di incendi involontari derivano da cicche di sigarette per non parlare dell’inquinamento), etc..
Da questo semplice esempio si può comprendere come i costi sociali del fumo possano incidere pesantemente sulla sanità pubblica e come uno degli investimenti più redditizi in ambito sanitario possa essere proprio la lotta al fumo di tabacco.
Date queste premesse si ritiene opportuno potenziare le attività di prevenzione, nonché l'offerta di prestazioni sanitarie per la cessazione del fumo.
Guglielmo Lauro
(medico)

lunedì 1 ottobre 2012

Ottobre: mese della prevenzione dentale – fumo e rischio di patologia orale

Il fumo di sigaretta è notoriamente legato a cancro del polmone, malattie cardiovascolari e molte altre malattie sistemiche. Ma va notato che il fumo influenza come prima sede la cavità orale, ed è quindi evidente che il fumo ha molte influenze negative a livello della bocca, per esempio, colorazione dei denti e dei restauri dentali, cicatrizzazione delle ferite, riduzione della capacità di odore e gusto, e lo sviluppo di malattie orali tali come il cancro orale, parodontite, palato del fumatore, melanosi del fumatore, lingua villosa, leucoplachia, candidosi orale e compromissione degli impianti dentali e protesici.

Il fumo di sigaretta è considerato la prima causa di cancro orale (oral cancer) in assoluto. L'uso concomitante di alcol potenzia notevolmente l'azione procarcinogena. Circa il 75% dei tumori orali sono legati a comportamenti modificabili come il fumo e il consumo eccessivo di alcol; altri fattori includono la scarsa igiene orale (frequente in alcolisti e fumatori), l'irritazione causata da scorretto-montaggio di protesi, cattiva alimentazione, e alcune infezioni croniche causate da batteri o virus.
La parodontite (periodontitis) è un'infiammazione del parodonto cioè di quei tessuti che circondano e sostengono i denti (gengiva, legamento parodontale, cemento e osso alveolare) e i fumatori tendono a formare più tartaro (cioè una ritenzione di placca batterica che va incontro a calcificazione); poi con l'approfondirsi del tartaro sotto la gengive si instaura la parodontitePeraltro, alcuni studi suggeriscono che la sigaretta influisca notevolmente sull'ecologia batterica subgengivale per cui il fumo costituisce un importante fattore ambientale associato a malattie parodontali (1). Inoltre, il fumo sopprime la risposta immunitaria, e ciò può contribuire ad un aumento della suscettibilità alla malattia parodontale nei fumatori (2). Un recente studio ha rilevato una riduzione dell'attività fagocitaria e della vitalità dei leucociti polimorfonucleati salivari nei fumatori rispetto ai non fumatori (3). Insomma, viene sempre più riconosciuto il ruolo delle tossine del tabacco sul tessuto parodontale tanto che il fumo di sigaretta è stato segnalato come un fattore di rischio indipendente (*) per la parodontite (4).

(*) fattore di rischio indipendente indica che da solo è in grado di aumentare l'incidenza di una patologia, indipendentemente dalla presenza di altri fattori predisponenti.
________________________________________________________________

Il palato del fumatore (smoker’s palate) è il risultato di una reazione chimico-termica della mucosa del palato provocata, nella maggioranza dei casi (60%), dall’abitudine a fumare la pipa e in minore numero di casi (30%) dei fumatori di sigarette. Dopo una fase iniziale caratterizzata da arrossamento del palato, la mucosa palatale assume un diffuso colore bianco-grigio. Di frequente si riscontra anche la formazione di pliche. Con il tempo la mucosa si ispessisce e mostra noduli con piccole macchie rosse al centro: si tratta di sbocchi duttali delle piccole ghiandole salivari palatine.
________________________________________________________________

Mucosite orale (stomatite) correlata a fumo di tabacco
Il fumo di tabacco altera la composizione della saliva con maggiore suscettibilità a sviluppare mucosite orale, specialmente nel sesso femminile (5). La nattokinasi potrebbe possedere un notevole potenziale per ridurre il dolore e promuovere la guarigione della mucosite orale (6). In effetti, si ritiene che l'estratto crudo di nattokinasi (che si isola da coltura di Bacillus subtilis), risulti efficace sulle mucositi del cavo orale attraverso soprattutto la riduzione dell'eccessiva risposta infiammatoria.

________________________________________________________________

La melanosi del fumatore (smoker's melanosis) si presenta come una pigmentazione generalmente della gengiva labiale anteriore. È un problema di ordine estetico, dovuto all’aumentata produzione di melanina da parte dei melanociti stimolati dal fumo di sigaretta. Smettendo di fumare, tende a normalizzarsi nell'arco di mesi o anni a seconda dell'entità.
________________________________________________________________

La lingua villosa (hairy tongue) è un'affezione benigna della parte mediana e posteriore del dorso della lingua, caratterizzata da ipertrofia e allungamento delle papille filiformi associata a varie cause delle quali la principale è il fumo di sigaretta; raramente è sintomatica. Talora i pazienti lamentano sensazione di solleticamento alla deglutizione quando le papille sono particolarmente lunghe.
________________________________________________________________

La leucoplachia (leukoplakia) è una chiazza o placca biancastra della mucosa orale, sei volte più frequente nei fumatori. Asintomatica, benigna, regredisce di solito quando è rimosso lo stimolo nocivo: può tuttavia subire trasformazione maligna (nel 6-10% dei pazienti), specialmente quando è presente una componente eritematosa (eritroleucoplachia).
________________________________________________________________

La sindrome della bocca che brucia (burning mouth syndrome) è un disturbo caratterizzato da sensazioni sgradevoli di bruciore, fastidio e dolore sulla mucosa della bocca e sulla lingua. La zona che causa i maggiori disagi (oltre che bruciore, anche formicolio, sensazioni di "spilli" che pungono, secchezza, sapore amaro o metallico) è la punta e la parte anteriore della lingua, in minor misura il palato e le labbra. Spesso la lingua e altre mucose della bocca possono apparire assolutamente normali, ma c'è la percezione di bruciore che può migrare in diverse aree della bocca. I sintomi tendono a scomparire mangiando. Il fumo di sigaretta può rappresentare un fattore irritante locale che può rappresentare un fattore di rischio per la sindrome della bocca che brucia (burning mouth syndrome) (7). Tuttavia numerose possono essere le cause del bruciore alla bocca: infezioni da candida, allergie, carenza di estrogeni (quindi premenopausa e menopausa), diabete, iperglicemia, uso di alcuni farmaci quali diuretici, antidepressivi, antistaminici, inoltre disfunzioni alle ghiandole salivari, fumo in eccesso, carenza di ferro, anemia, alimentazione inadeguata o carente, carenza di acido folico e/o di altre vitamine del gruppo B, ipotiroidismo. Inoltre va sottolineato che anche se frequentemente possono correlarsi alla bocca che brucia disturbi psicologici, non è ancora chiaro se siano tali disturbi a predisporre al bruciore o non sia il bruciore che porti a disturbi psichici.

1. Moon JH, Lee JH, Lee JY: Subgingival microbiome in smokers and non-smokers in Korean chronic periodontitis patients. Mol Oral Microbiol. 2014 Oct 6. 
2. Souto GR, Queiroz-Junior CM, Costa FO, Mesquita RA: Smoking effect on chemokines of the human chronic periodontitis. Immunobiology. 2014 Aug;219(8):633-6.
3. Archana MS, Bagewadi A, Keluskar V: Assessment and comparison of phagocytic function and viability of polymorphonuclear leukocytes in saliva of smokers and non-smokers. Arch Oral Biol. 2015 Feb;60(2):229-33.
4. Jinrui Yu, Zheng Jing, Danfeng Shen, Mingcong Yang, Kehao Liu, Kai Xiang, Chongjing Zhou, Xuerui Gong, Yangjia Deng, Yuzhou Li, Sheng Yang: Quercetin promotes autophagy to alleviate cigarette smoke-related periodontitis. J Periodontal Res. 2023 Oct;58(5):1082-1095. 
5. Shawn S Adibi, Joseph L Alcorn, Kaori Ono, Lenard M Lichtenberger: Gender and Smoking Correlations of Surfactant Lipids and Proteins in the Saliva of Dental Patients. J Dent Maxillofac Surg. 2018;1(1):67-70.
6. Junyao Zhang, Yu Tang, Tao Yuan, Mengting Yang, Wenjing Fang, Li Li, Fei Fei, Aihua Gong: Nattokinase crude extract enhances oral mucositis healing. BMC Oral Health. 2021 Oct 30;21(1):555.
7. Gao J, Chen L, Zhou J, Peng J: A case-control study on etiological factors involved in patients with burning mouth syndrome. J Oral Pathol Med. 2009 Jan;38(1):24-8.