sabato 31 dicembre 2011

Auguri per un 2012 senza sigarette

La salute: il miglior investimento per il 2012.
Guglielmo Lauro

venerdì 30 dicembre 2011

ITC Gallo: attività di prevenzione del fumo di tabacco

I giovani rappresentano la risorsa più importante per il futuro di una società: promuovere la loro capacità di fare scelte di salute, di tutelare la propria integrità fisica e mentale, con senso critico e decisione, è una responsabilità a cui le strutture sanitarie preposte e la scuola non possono sottrarsi.
L’Istituto Tecnico Commerciale Statale “Alfonso Gallo” di Aversa, una struttura notoriamente attiva e attenta ai bisogni del territorio, nell’ambito dei progetti di educazione alla salute è pronta a promuovere in maniera efficace la lotta al tabagismo in tutta la popolazione scolastica (docenti, personale non docente e ragazzi). Nel costruire e difendere un ambiente scolastico libero dal fumo, molti, tra ragazzi e docenti, hanno manifestato il loro consenso ad aderire a detta iniziativa in maniera concreta, chiedendo un accesso privilegiato a programmi che li aiutino a smettere di fumare. Pertanto la prof.ssa Maria Iorio, raccolti detti consensi e fattasi promotrice di tale azione antitabagismo, si è attivata per predisporre un protocollo d’intesa con il Dipartimento Dipendenze dell’ASL Caserta. In attesa che si realizzino in maniera fattiva gli accordi ASL/Scuola si propone un questionario anonimo, che consiste in un’indagine conoscitiva del fumo nella scuola. Tale questionario avrebbe lo scopo di stimolare a riflettere sul problema del fumo, oltre a costituire un successivo strumento di verifica. Le risposte, raccolte in un database, verranno comunicate e restituite sotto forma di grafici in modo che potranno essere oggetto di discussioni, di confronto, nonché di ulteriori sviluppi.

INDAGINE CONOSCITIVA SUL TABAGISMO - ITC GALLO



La Scuola sia garante del Diritto alla Salute!

Risultati dell'indagine conoscitiva sul tabagismo ITC Gallo (a.s. 2011/12) in base ai questionari inviati



martedì 27 dicembre 2011

Fumo di sigaretta e aria irrespirabile nelle carceri sovraffollate: sì all'ora d'aria, ma solo d'aria pulita!


In occasione delle festività natalizie, papa Benedetto XVI si è recato al carcere romano di Rebibbia esprimendo parole di conforto ai detenuti e facendo riferimento alla dignità umana che spesso viene negata a causa del sovraffollamento. Problema questo molto sentito e per il quale il Ministero di Giustizia ha varato recentemente il cosiddetto decreto svuota-carceri. Tuttavia, Papa Benedetto XVI nella sua visita al carcere continua dicendo: "Siamo caduti, ma siamo qui per rialzarci". Parole sante, abbiamo tutti bisogno di rialzarci: la società di diritto e la società carceraria cui però bisognerebbe fornire gli opportuni strumenti. La società carceraria va risollevata con il lavoro, con percorsi di recupero che insegnino il valore della vita e il rispetto dei diritti degli altri, promuovendo condotte comportamentali corrette e stili di vita salutari (compresa la cessazione del fumo di tabacco).
Piuttosto, desta qualche perplessità il recente dono in sigarette del cardinale Crescenzio Sepe che, in occasione del pranzo organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio di Napoli il 27.12.11 presso l’OPG di Secondigliano, ha portato in regalo, oltre ad abbonamenti per la pay-tv, stecche di sigarette per i detenuti. Oramai tutti sanno che il fumo uccide… e regalare pacchetti di sigarette ai detenuti al giorno d’oggi suona quasi come una cinica soluzione al sovraffollamento delle carceri.
In molti oramai si lamentano dell’alto livello di fumo di tabacco negli istituti penitenziari in quanto esso rappresenta un serio rischio per la salute del personale che vi lavora, oltre che per i detenuti. Suona strano, ma proprio nei penitenziari dove il rispetto delle regole è il principio fondamentale, dove gli sforzi sono rivolti a rendere tali istituti più sani, più sicuri e con meno pericoli d’incendio, paradossalmente, proprio lì, vengono concesse eccezioni potenzialmente molto dannose per la salute della persona: fumare ovunque e senza limiti.
Tanto è vero che da alcuni anni sono stati approvati progetti regionali (soprattutto nell’Italia settentrionale) finalizzati alla sensibilizzazione contro il fumo di sigaretta in luoghi come il carcere ove spesso è più difficile intervenire e dove la cosiddetta Legge Sirchia viene abitualmente disattesa. È pur vero che per molti detenuti instabili a causa dell’astinenza da alcol o droghe, le sigarette possono talora costituire una sorta di sostitutivo, ma ci sono interventi appropriati che vanno eventualmente potenziati anche alla luce del fatto che la dignità della persona umana non va trascurata neppure in questi luoghi. 
D’altra parte se un detenuto non fuma o ha deciso di smettere di fumare, non è giusto che qualcun altro fumi davanti a lui. Insomma sbandierare stecche di Marlboro non sembra il miglior modo per promuovere l’umanizzazione delle carceri e tenere in giusta considerazione la salute di coloro che sono ristretti. Anche se va sottolineato che, stante la condizione molto degradata in cui abitualmente versano gli OPG non è certamente proponibile far spegnare le sigarette finché si continua a spegnere la progettualità degli internati che spesso necessitano di tutto, dal vestiario alla toilette (dal bagnoschiuma alla carta igienica).
Guglielmo Lauro
(medico)

lunedì 5 dicembre 2011

05.12.2011: Il fumo nella giornata nazionale della salute mentale

Orientativamente una sigaretta su tre è fumata da una persona con un disturbo mentale. La diffusa convinzione che le persone con malattie psichiatriche siano incapaci di smettere di fumare deve essere modificata. Da una recente revisione della letteratura sulla cessazione del fumo in psichiatria (Network of Health Promoting Hospitals in Denmark, March 2007) sono stati evidenziati diversi luoghi comuni che sono riportati sulla colonna a sinistra; nella colonna destra è riportato l’orientamento attuale in materia di tabagismo.
Smettere di fumare non è prioritario nei soggetti psichiatrici
Il fumo è la causa di morte della metà dei soggetti psichiatrici, smettere è assolutamente prioritario (migliora la salute mentale e fisica dei pazienti psichiatrici)
I malati mentali non possono né vogliono smettere
esprimono interesse e riescono a smettere se adeguatamente sostenuti
Smettere vuol dire peggiorare da un punto di vista psichico
se adeguatamente sostenuti è vero proprio il contrario e poi smettere di fumare permette di ridurre il carico psicofarmacologico
I malati mentali devono fumare anche durante il trattamento
non vi è alcun rischio in ciò, i trattamenti possono essere prolungati e i dosaggi possono essere elevati
Il fumo è socialità per i malati di mente
assorbe molte risorse e comporta limitate possibilità di lavoro e di riscatto sociale
I trattamenti per smettere di fumare non funzionano sui malati mentali
la cessazione tende ad essere un processo più lento nelle persone con disturbi psichici, ma è possibile

Attualmente si ritiene che il fumo sia una concausa nell'insorgenza di disturbi di tipo psicologico come ansia e depressione. La letteratura scientifica attuale sottolinea che il tabagismo impatta sfavorevolmente sul trattamento psichiatrico ed è associato con incrementati sintomi depressivi e comportamento a rischio di suicidio (1). Fumare potrebbe costituire una strategia di coping disadattiva per gestire l'ansia (2). In altre parole il fumo di tabacco non è un sollievo dello stress, ma piuttosto è il fallimento del tentativo di smettere a generare l'ansia (3).
Peraltro, nel fumo di sigaretta sono state isolate sostanze ansiogene come la FG-7142 (metilammide dell'acido beta-Carboline-3-carbossilico); più precisamente detta sostanza è un agente ansiogeno che non si trova nella sigaretta stessa, ma nel fumo di sigaretta (4). La FG-7142 ha un'alta affinità per il sito di legame delle benzodiazepine nel cervello (5). Detto sito di legame si trova specificamente tra le subunità γ e α del recettore GABA-A, e lì la FG-7142 agisce come antagonista "attivo", cioè in maniera opposta alle benziodiazepine (che sono ansiolitiche) e quindi come antagonista inverso. Infatti, detta sostanza, differentemente rispetto alle benzodiazepine, determina un effetto ansiogeno, riducendo il tono gabaergico cerebrale (6, 7).
Sempre nell'ambito dello spettro delle patologie ansiose va menzionato il disturbo di panico per il quale è ormai accettato ampiamente un ruolo causale del fumo di tabacco (8).
Il fumo di sigaretta può influenzare, peraltro, gli aspetti della suicidalità nella schizofrenia, patologia psichiatrica in cui la prevalenza del fumo di sigaretta è significativamente superiore rispetto a quella della popolazione generale (9). I risultati di uno studio rivelano che i fumatori affetti da schizofrenia mostrano più alti tassi di ospedalizzazione, tentativi di suicidio nel corso della vita, effetti collaterali da trattamento antipsicotico, psicopatologia, impulsività, depressione, ansia e rischio di suicidio rispetto ai non fumatori affetti da schizofrenia (9).
Dunque, in considerazione della notevole morbilità e mortalità associata al fumo di sigaretta, è assolutamente necessario individuare trattamenti per promuovere la cessazione dell'abitudine al fumo e affrontare condizioni di comorbidità psichiatriche contemporaneamente (10). Il trattamento del tabagismo non danneggia il recupero della salute mentale (1).
Dunque fondamentalmente devono essere investite più risorse sulla popolazione psichiatrica, e i clinici devono essere più decisi nel chiedere ai pazienti se sono interessati a smettere di fumare.

1. Prochaska JJ: Failure to treat tobacco use in mental health and addiction treatment settings: a form of harm reduction? University of California-San Francisco, 401 Parnassus Avenue, San Francisco, CA 94143-0984, USA. JProchaska@ucsf.edu. Drug Alcohol Depend. 2010 Aug 1;110(3):177-82.
2. McCabe RE, Chudzik SM, Antony MM, Young L, Swinson RP, Zolvensky MJ: Smoking behaviors across anxiety disorders. Department of Psychiatry and Behavioural Neurosciences, McMaster University, Anxiety Treatment and Research Centre, St Joseph's Healthcare, 50 Charlton Ave. East, Ont, Hamilton, Canada L8N 4A6. rmccabe@stjosham.on.ca. J Anxiety Disord. 2004;18(1):7-18.
3. McDermott MS, Marteau TM, Hollands GJ, Hankins M, Aveyard P: Change in anxiety following successful and unsuccessful attempts at smoking cessation: cohort study. Florence Nightingale School of Nursing and Midwifery, King's College London, James Clerk Maxwell Building, 57 Waterloo Road, London SE1 8WA, UK. mairtin.mcdermott@gmail.com. Br J Psychiatry. 2013 Jan;202:62-7.
4. Manabe S, Juan Y, Wada O, Ueki A, Kanai Y: N-Methyl-beta-carboline-3-carboxamide (FG 7142): An anxiogenic agent in cigarette smoke condensate and its mechanism of formation. Department of Hygiene and Preventive Medicine, Faculty of Medicine, University of Tokyo, 7-3-1 Hongo, Bunkyo-ku, Tokyo 113, Japan. Environ Pollut. 1995;89(3):329-35.
5. Ninan PT, Insel TM, Cohen RM, Cook JM, Skolnick P, Paul SM: Benzodiazepine receptor-mediated experimental "anxiety" in primates. Science. 1982 Dec 24;218(4579):1332-4.
6. Dorow R, Horowski R, Paschelke G, Amin M: Severe anxiety induced by FG 7142, a beta-carboline ligand for benzodiazepine receptors. Lancet. 1983 Jul 9;2(8341):98-9.
7. Dorow R: FG 7142 and its anxiety-inducing effects in humans. Br J Clin Pharmacol. 1987 June; 23(6): 781–782.
8. Bertoli G, Cosci F: I disturbi affettivi nei fumatori. Tabaccologia 2011; 4:33-38.
9. Kao YC, Liu YP, Cheng TH, Chou MK: Cigarette smoking in outpatients with chronic schizophrenia in Taiwan: relationships to socio-demographic and clinical characteristics. Department of Psychiatry, Songshan Armed Forces General Hospital, Taipei, Taiwan, Republic of China. freud001@ms45.hinet.net. Psychiatry Res. 2011 Dec 30;190(2-3):193-9
10. Ait-Daoud N, Lynch WJ, Penberthy JK, Breland AB, Marzani-Nissen GR, Johnson BA: Treating smoking dependence in depressed alcoholics. Department of Psychiatry and Neurobehavioral Sciences, University of Virginia, Charlottesville, Virginia, USA. Alcohol Res Health. 2006;29(3):213-20.
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche:
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Foto: "Disagio Mentale" - Concetta Di Lillo (ITIS "Giordani" - Caserta)
1a classificata Concorso Fotografico "Il Buio e il Colore: uno scatto di...follia!",  organizzato  dalla UOSM dell'ASL Caserta in collaborazione con l'Istituto Professionale "E. Mattei" di Caserta.

giovedì 1 dicembre 2011

1 dicembre: World AIDS Day - Giornata Mondiale dell'AIDS

Quello che non fa l’HIV, lo fa il fumo….”
Lo sappiamo tutti che il fumo è pericoloso e che smettere di fumare può migliorare la salute e ridurre il pericolo delle malattie tipicamente connesse al fumo, a prescindere del fatto che si tratti di un sieropositivo o no. Tuttavia, una cosa a cui spesso non si pensa è che il fumo sia ancora più dannoso alla salute nel sieropositivo.
È stato osservato che i fumatori con infezione da HIV vanno incontro ad esiti peggiori rispetto ai non fumatori e l'eccesso di rischio associato al fumo è statisticamente significativo.
Oggi le persone sieropositive, grazie alle terapie antiretrovirali, hanno una prospettiva di vita molto lunga; probabilmente in molte di esse l’AIDS non si manifesterà mai; sarebbe un peccato che, dopo tanti sforzi per tenere sotto controllo la malattia, altri fattori, in particolare i tumori e l’infarto, fossero causa di morte o comunque di una qualità della vita molto bassa. Dunque la cessazione del fumo può rappresentare non solo un metodo efficace per ridurre l'impatto giornaliero dell'infezione da HIV, ma anche degli effetti collaterali della terapia antiretrovirale. 

Guglielmo Lauro