domenica 30 dicembre 2018

31.12.2018 Un augurio ecosostenibile per il nuovo anno: niente botti e niente sigarette!

Il primo dell’anno, agli immancabili mozziconi di sigarette buttati a terra, si aggiungono i residui dei botti di Capodanno.
Osserviamo l'impatto ambientale conseguente a questo tipo di festeggiamento pirotecnico. Innanzitutto per la produzione dei fuochi d'artificio vengono utilizzati minerali estratti ed elaborati mediante procedimenti chimici realizzati in fabbriche spesso altamente inquinanti; molte di queste fabbriche usano, infatti, materiali economici che in genere sono particolarmente tossici, e attraverso il contrabbando non raramente giungono botti illegali su molte bancarelle. E dunque a fine anno al contrabbando delle sigarette si affianca quello dei botti che condividono con le sigarette parecchie sostanze pericolose per la salute.

Il fumo derivante dalla combustione dei fuochi d'artificio generalmente contiene una miscela di composti di carbone e zolfo, tracce di metalli pesanti, gas tossici e altre sostanze chimiche particolarmente nocive come ozono troposferico, biossido di zolfo, ossido di azoto. Molte di queste sostanze vengono inalate sotto forma di polveri sottili; queste ultime rappresentano degli inquinanti particolarmente pericolosi per la salute perché possono contaminare il terreno ed essere trasportati via dalla pioggia per finire in laghi, fiumi e mari.

Peraltro, i botti di Capodanno sono un incubo per i nostri amici animali. I botti, per esempio, fanno fuggire gli uccelli dai nidi e li inducono a volare al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire sfracellati su un muro o contro cavi elettrici. Quelli che riescono ad atterrare o a posarsi in qualche albero spesso muoiono assiderati a causa delle rigide temperature invernali e alla mancanza di un riparo. Negli animali degli allevamenti come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare nelle femmine gravide addirittura l'aborto. Cani, gatti si spaventano a morte, letteralmente; infatti, la loro soglia uditiva è marcatamente più sviluppata e sensibile di quella umana. 
A tale proposito le associazioni animaliste da anni chiedono alle amministrazioni comunali di imporre il divieto di botti di Capodanno. Segue mappa dei Comuni che hanno aderito a questo gesto di civiltà.
Guglielmo Lauro
(medico)

lunedì 17 dicembre 2018

17.12.18 ...e poi scopri che "strategia" è l'anagramma di "sigaretta"! - Giornata di prevenzione tabagismo all'ISISS Mattei di Aversa

17.12.2018: Giornata per la prevenzione del fumo di tabacco organizzata all'Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore (ISISS) E. Mattei di Aversa grazie all'interessamento della prof.ssa Anna Corvino e all'approvazione del dirigente scolastico prof. Giuseppe Manica.
In tale giornata si è attuato un incontro di prevenzione con gli studenti del biennio e con i rappresentanti di classe del triennio, preceduto da un’indagine conoscitiva online sul tabagismo rivolta a studenti di età inferiore ai 15 anni e a cui hanno risposto 434 ragazzi. 

Tale indagine condotta dal Centro Antifumo dell’ASL Caserta ha rilevato un 23% di fumatori under 15, in linea con l’attuale prevalenza del 23% della media nazionale dei fumatori di età superiore ai 15 anni. Altro dato preoccupante è che 2 studenti su 3, hanno fumatori in famiglia.  A ciò si aggiunge che oltre il 60% di coloro che fumano non si pone il problema di smettere e solo il 44% dei ragazzi ha una reale percezione che il fumo sia sicuramente dannoso.



È auspicabile che la prevenzione del tabagismo venga effettuata a vari livelli: scuola, famiglia, luoghi di aggregazione giovanile, luoghi di lavoro; ma anche a livello politico.
La legge italiana sul tabacco proibisce di vendere prodotti contenenti nicotina o tabacco (comprese sigarette elettroniche) a chi non abbia compiuto i 18 anni, altrimenti si rischiano sanzioni amministrative e sospensione per 15 giorni della licenza all'esercizio dell'attività (DECRETO LEGISLATIVO 12 gennaio 2016, n. 6). Da notare che i provvedimenti sanzionatori coinvolgono solo il venditore, ma non il minorenne per il quale non vi è uno specifico divieto di fumo; d’altra parte la vendita dei prodotti del tabacco dopo i 18 anni è del tutto legale. Tutto ciò contribuisce a ridimensionare la percezione del danno legato al fumo di tabacco. 
Oltretutto i messaggi dei mezzi di informazione di Stato sono fuorvianti: ti dico che ti fa male, ma te la vendo; ti dico che non ne hai bisogno per essere socialmente accettato, ma ti faccio vedere fumatori in TV che ricevono credito e popolarità.
A questo punto sorge il sospetto che l’introito che lo Stato riceve dalla vendita legale di tabacco sia maggiore della spesa che lo stesso Stato deve sostenere per prendersi cura di chi si ammala a seguito del consumo di tabacco. In entrambi i casi c'è da rimanere sconcertati: nel primo avremmo uno Stato che trae profitto a discapito della salute dei suoi cittadini e nel secondo avremmo per Stato un pessimo amministratore. Allora da chi vogliamo essere governati?
Forse da uno Stato più coerente che contrasta il fumo disincentivandolo in maniera responsabile, attraverso una tassazione seria come ad esempio quella in vigore in Australia, Paese che ha dichiarato guerra al fumo e dove un pacchetto di sigarette costa 27 dollari australiani pari a €16,50.

Gli adolescenti devono comprendere che se in Italia ogni anno 80 mila persone perdono la vita a causa del fumo di sigaretta, i “produttori di fumo”, per non rimetterci economicamente, devono attivarsi per rimpiazzarli con altrettanti fumatori. E dove trovare altri clienti per rimpiazzare quelli tragicamente scomparsi? Per le multinazionali del tabacco gli adolescenti costituiscono una popolazione di clienti/polli particolarmente ambita (non hanno ancora problemi di salute, diventano rapidamente dipendenti e possono assicurare una fidelizzazione ai prodotti del tabacco mediamente per 30-40 anni).
È noto che le strategie di marketing delle sigarette sono tra le più evolute di tutti i tempi... Certamente non possono dirci che la sigaretta faccia bene, ma riescono ancora a vendere ai giovani l'idea che il fumo sia una ribellione accettabile, che sia un rischio tollerabile dal nostro organismo, facendo loro credere che fumare non è la cosa peggiore che si possa fare al proprio corpo, e che magari ci sono tante altre cose che fanno male... e poi quando scopri che “strategia” è l'anagramma di “sigaretta” è troppo tardi!

Guglielmo Lauro