mercoledì 8 febbraio 2012

Il Centro Quit si trasferisce ad Aversa; ma... Centro Antifumo o Centro per il Trattamento del Tabagismo?


Finché i diritti dei non fumatori continuano ad essere violati dai fumatori, finché operatori sanitari continuano a fumare nei SerT (servizi preposti al trattamento delle dipendenze patologiche di cui il tabagismo fa parte), i "Centri" per il trattamento del tabagismo dovranno chiamarsi per forza di cose "Antifumo"!
Il prefisso "Anti" esprime in maniera più chiara l'opposizione, l'avversione ad una mancanza di rispetto dei confronti dei non fumatori. 
È "Anti-" chi è contro. Chi è rivolto a combattere o a prevenire... il termine "anti" spinge a passare all'azione!
Non è giusto che si debba sempre subire... A tal proposito si segnala che proprio di fronte al nuovo ambulatorio del Centro Antifumo di Aversa c'è una stanza con la porta sempre prepotentemente aperta dove dipendenti ASL si fermano a fumare. Ovviamente il fumo arriva tranquillamente nel corridoio dove può capitare che qualche paziente sia in attesa di entrare al Centro Antifumo, e sono diversi i pazienti che hanno notato questa mancanza di rispetto; tutto questo a discapito dell'immagine dell'intera struttura sanitaria che ospita il Centro Antifumo. 
Dunque una cosa emerge chiaramente, è ancora prematuro parlare di Centro per il Trattamento del Tabagismo finché persiste il malcostume e la continua violazione del divieto di fumo... insomma c'è ancora da lavorare sull'attività di contrasto e di lotta al fumo!

Una proposta potrebbe essere quella di decorare il soffitto della stanza utilizzata come smoking-room con la seguente decorazione:

Spero che non me ne vorranno i tanti amici purtroppo fumatori, ma il parlare chiaro ...è fatto per gli amici!
Guglielmo Lauro

mercoledì 1 febbraio 2012

Oltre il fumo di tabacco…«smart solutions for entertainment»

Trasgredire e sperimentare fanno parte delle tappe che accompagnano i giovani verso la scelta dei comportamenti per la propria crescita. Ma la gamma delle soluzioni intelligenti per l’intrattenimento spesso sfocia nella stupidità.
Le chiamano smart drugs “droghe furbe”: sono così furbe che eludono la legge e illudono gli incontenibili sperimentatori.
Le vendono come profumatori per l’ambiente, pot pourry, sali da bagno, concimi e fertilizzanti per piante che riportano delle etichette con scritte del tipo “usare con moderazione”, “non sono necessari usi molteplici”, “non inalare”, “non inspirare”, “evitare l’uso di alcolici”…consigli più espliciti e chiari li possono dare commessi e gestori di tali shop. Poi ci sono i grow shop dove s’insegna a coltivare piantine con occhio di riguardo alla cannabis; gli head shop specializzati nella vendita di erbe New Age a vario contenuto di cannabinoidi, accessori per il loro consumo, profumatori d’ambiente, etc..
L’intelligentone di turno che ha acquistato la bustina in smart shop (negozio specializzato nella vendita di sostanze psicoattive “legali”) o via web, dopo aver appreso altre informazioni spacciate per controcultura da altri siti a vendita indiretta, è pronto ad “appizzare la bomba”.
Spice, N-Joy, Infinity, sono solo alcuni dei numerosi profumatori ambientali venduti in smart shop che hanno mandato all’ospedale parecchi giovani che, con l’illusione di procurarsi uno “sballo legale”, li hanno fumati; stesso discorso per sali da bagno con nomi altrettanto evocativi: Ivory Snow, Red Dove, Bliss, Hurricane Charlie, Vanilla Sky.
Effetti micidiali celati in prodotti dall’apparenza innocui e propagandati come biologici, ecologici, etc.; ma dichiarare che una sostanza è “buona” perché è “bio” o perché è “legale” o “naturale”, è un’ingannevole e criminale forma di marketing.
Poi gli smart shop sanno come mettere legalmente le mani avanti: infatti, nel caso vengono accusati di vendere droghe camuffate da profumatori d’ambiente, o sali da sballo piuttosto che sali da bagno, chiaramente ribattono che se uno decide di fare un uso distorto di certi prodotti sono affari suoi e che sarebbe come punire un cartolaio che vende colla… se poi l’acquirente la colla se la sniffa anziché utilizzarla nella maniera corretta che colpa ne ha il commerciante? Vero, ed è anche vero che se uno cerca un profumatore d’ambiente o dei sali da bagno potrebbe andare al reparto profumeria di un qualsiasi supermarket sotto casa piuttosto che rivolgersi ad uno shop che si definisce di tendenza etnobotanica o ad orientamento agrochimico e che, in altre parole, vende sostanze psicoattive “legali”.
Risalgono a 2-3 mesi fa due casi accertati di intossicazione acuta correlata a cannabinoidi sintetici. Il primo caso si è manifestato a Modena in un soggetto di 37 anni a seguito dell’assunzione per via inalatoria (fumo) il contenuto di bustine contenenti miscele di erbe commercializzate come "miscele di erbe e sali da bagno": Ivory Wave e Ocean Burst. La sintomatologia è stata di agitazione psicomotoria, tachicardia (120 bmp), midriasi e allucinazioni. Nelle bustine sono stati rinvenuti i seguenti cannabinoidi sintetici: JWH-073, JWH-018, JWH-122.
Il secondo caso a Trieste riguarda un ragazzo di 16 anni che dichiara di aver fumato, insieme ad alcuni amici, una bustina di una miscela di erbe commercializzata come Bonzai (concime per piante, specificamente Bonsai con un quantitativo di concime utile per una pianta di 80kg). Sintomatologia: secchezza delle fauci, rallentamento e sopore; all’esame di sangue si è riscontrata positività sierologica per il cannabinoide sintetico JWH-122.
Sul web una sorta di concime per le piante Bonzai Winter Boost viene spesso presentato con una scritta più o meno esplicita “smoke city” e se proprio non si ha il pollice verde sono disponibili anche delle cartine per rollare il tabacco che hanno la stessa grafica e si chiamano Bonzai Winter Boost.
Le prime segnalazioni di questo tipo di smart drugs risalgono ad un paio di anni fa, per cui alcune sono state ritirare dal commercio, ma ne sono uscite di nuove e più potenti, ovviamente non ancora dichiarate illegali.
Clicca qui per il video
Ad ulteriore titolo di esempio circa le spregiudicate modalità di vendita dei suddetti prodotti, si riporta un estratto di un'altra pagina web presa a caso da uno dei numerosi siti internet di vendita online. Ecco che nell'elenco dei prodotti "miscele per fumare" troviamo fertilizzanti per piante dai nomi abbastanza evocativi e che per i quali sono riportate diverse intossicazioni da parte di teenagers.
Tutto ciò in maniera facilmente accessibile e senza scomodarsi per andare sul "deep web", la rete nascosta dove si trova di tutto e di più!
Guglielmo Lauro
vedi anche: 
pagina: Fumatori difficili

note:

  • JWH, acronimo che deriva dalle iniziali di John William Huffman chimico statunitense famoso per la sintesi e la ricerca dei cannabinoidi sintetici.
  • BONZAI, denominazione che si usa per i cannabinoidi sintetici soprattutto in Turchia dove sono stati registrati numerosi casi di intossicazioni acute e di decessi, specie tra le fasce più povere della popolazione.