martedì 10 settembre 2019

10.09.2019 Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio - World Suicide Prevention Day (WSPD): aggiornamenti in tema di tabagismo

Il suicidio è un problema di salute pubblica potenzialmente prevenibile (1), tuttavia rappresenta uno dei comportamenti più difficilmente prevedibili. Sono stati recentemente analizzati i dati ISTAT relativi alla comorbilità associata al suicidio in Italia 2011-2013, e si è evidenziato che la maggior parte dei casi di suicidio (81%, pari a 10430 casi) non è stata conseguenza di disturbi mentali (2). In effetti, per quanto disturbi psichiatrici, come ad esempio la depressione maggiore e il disturbo bipolare (3), siano fortemente rappresentati nella letteratura riguardante il suicidio, va osservato che la stragrande maggioranza dei soggetti affetti da disturbo psichiatrico non si suicida, né tenta il suicidio. Probabilmente alla base dei casi di suicidio vi è una sottostima di psicopatologie e di comportamenti problematici, su cui il tabacco verosimilmente gioca un ruolo significativo e ancora largamente sottovalutato.

Dunque, il rischio di suicidio è determinato soprattutto da elementi di sofferenza non ascrivibili alla sfera della nosografia psichiatrica, ma riconducibili ad una maggiore vulnerabilità psicologica con predisposizione verso elementi comportamentali quali impulsività, aggressività, sintomi depressivi (anedonia) (4), sbalzi d’umore, agitazione (5), ansia (6), ridotta tolleranza allo stress, scattosità, sonno scarso. Tali elementi comportamentali, spesso riscontrabili nei fumatori (7), rappresenterebbero il correlato funzionale di numerose anomalie cerebrali fumo-correlate osservabili alla risonanza magnetica, quali ad es. bassa densità della corteccia cerebrale soprattutto nelle regioni frontali (corteccia cingolata anteriore, prefrontale e orbitofrontale) (8, 9, 10, 11). Anche il grado di dipendenza da tabacco incide sul rischio di suicidio, infatti diversi studi hanno evidenziato che un livello elevato o molto elevato di dipendenza dal tabacco potrebbe indicare una vulnerabilità specifica che porta a tentativi di suicidio più gravi (12, 13). Il grado di dipendenza tende ad essere maggiore quanto più precocemente si inizia a fumare e l'inizio precoce dell'uso del tabacco è associato ad un aumentato rischio di suicidalità, probabilmente a causa dei livelli più elevati di psicopatologia tra i consumatori di tabacco ad esordio precoce (14).
Provocatoriamente spesso si afferma che il fumo è una forma di suicidio lento (15) o di suicidio al rallentatore (slow-motion suicide) (16, 17). In un certo senso il fumo di tabacco potrebbe essere assimilato ad una forma di autolesionismo specie se vi è consapevolezza che il fumo uccide. Tuttavia, la percezione del danno è ridotta essendo il fumo socialmente accettato, così come possono essere altre forme di autolesionismo: tatuaggi estesi, piercing.
Più propriamente si può affermare che il fumo di tabacco è in grado di aumentare il rischio di sviluppare disturbi neuropsichici e/o rendere più gravi quelli già presenti. Tuttavia che ci siano o no disturbi psichiatrici il fumo è in grado favorire l’innestarsi di fattori precipitanti che possono condurre al suicidio. L’aumento di questa vulnerabilità si deve a molteplici meccanismi ancora non ben chiariti:
Relazione con altri comportamenti a rischio
Attivazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene
Ipossia cronica
Riduzione della serotonina
Carenza di vitamina D e infiammazione con incremento di proteina C-reattiva
Riduzione delle attività di monoaminossidasi A e B.

RELAZIONE CON ALTRI COMPORTAMENTI A RISCHIO
In effetti, il fumo è in grado di incrementare il rischio di suicidio attraverso la relazione con altri comportamenti ad alto rischio come il disturbo da uso di droghe e di alcool. A tale proposito la combinazione di alcol e fumo è stata associata ad un rischio suicidario ancora maggiore rispetto ad alcol e fumo considerati separatamente (18). Alcuni studi suggeriscono che addirittura l’esposizione al fumo passivo agisce sui disturbi dell’umore con aumento dell’ideazione suicidaria (19, 20).

ATTIVAZIONE DELL'ASSE IPOTALAMO-IPOFISI-SURRENE
La nicotina è un potente attivatore dell'asse ipotalamo, ipofisi, surrene (HPA) e l'iperattività di tale asse costituisce un fattore di rischio per comportamenti suicidari (21, 22).

IPOSSIA CRONICA
L'ipossia cronica è un fattore di rischio per il suicidio (23) e il fumo può causare ipossia in due modi, attraverso il monossido di carbonio prodotto dal fumo di sigarette e attraverso varie malattie cardiovascolari e polmonari (24).

RIDUZIONE DELLA SEROTONINA
Il fumo di tabacco diminuisce i livelli di serotonina e la riduzione di serotonina è stata correlata a aumentata ostilità, aggressione e soprattutto ad aumento dei suicidi (25, 26).

CARENZA DI VITAMINA D E INFIAMMAZIONE CON INCREMENTO DI PROTEINA C-REATTIVA
Il fumo di tabacco rappresenta uno dei principali fattori alla base della carenza di vitamina D (27). Peraltro, soggetti con bassi livelli di vitamina D sono soggetti a disturbi dell'umore, specialmente di sintomi depressivi (27) e tentativi di suicidio (28). Si ritiene che il deficit di vitamina D possa contribuire ad aumentare le citochine pro-infiammatorie (IL-1, IL-6, IL-8, etc.) che sono correlate al marker infiammatorio della Proteina C reattiva a sua volta correlata in qualche modo al comportamento suicidario (29).
Infatti, il fumo di tabacco spesso può determinare un incremento significativo dei livelli sierici di proteina C-reattiva (30, 31), la quale rappresenta un marker di infiammazione recentemente associato anche a disturbi dell'umore come i disturbi depressivi e bipolari (32).
Anzi recenti studi suggeriscono che la proteina C reattiva può essere interpretata come un tratto di vulnerabilità (fattore predisponente) per tentativi di suicidio (33).

RIDUZIONE DELLE ATTIVITÀ DI MONOAMINOSSIDASI A E B 
Il fumo di tabacco diminuisce i livelli di monoamino ossidasi A e B (MAO-A e MAO-B) a causa delle carboline (alcaloidi presenti nel fumo di tabacco), e bassi livelli di MAO spesso sono associati al suicidio (25).
I fumatori hanno una riduzione del 20-30% di attività delle MAO-A e una riduzione del 30-40% di attività delle MAO-B rispetto ai non fumatori (34) e la riduzione dell'attività di MAO-A è associata a comportamento impulsivo e aggressività (35). La riduzione dell'attività di MAO-B potrebbe sinergizzare con la nicotina per produrre i diversi effetti comportamentali ed epidemiologici del fumo (MAO-B è coinvolto nella scomposizione della dopamina, un neurotrasmettitore implicato nel rafforzare e motivare comportamenti e movimenti) (36).
In effetti, gli interventi di prevenzione del suicidio dovrebbero essere sempre integrati con attività di promozione della salute orientata a stili di vita salutari (1) e la prevenzione e la cessazione del fumo dovrebbero essere l'obiettivo di tutti i programmi di prevenzione del suicidio (37). Gli operatori sanitari dovrebbero implementare strategie simultanee rivolte sia al fumo che ai comportamenti suicidari piuttosto che concentrarsi su di essi separatamente per affrontare i relativi problemi di salute (38).

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1. Sampasa-Kanyinga H, Dupuis LC, Ray R: Prevalence and correlates of suicidal ideation and attempts among children and adolescents. Int J Adolesc Med Health. 2017 Apr 1;29(2).
2. ISTAT: Malattie fisiche e mentali associate al suicidio: un’analisi sulle cause multiple di morte. 15 febbraio 2017.
3. Icick R, Melle I, Etain B, Ringen PA, Aminoff SR, Leboyer M, Aas M, Henry C, Bjella TD, Andreassen OA, Bellivier F, Lagerberg TV: Tobacco smoking and other substance use disorders associated with recurrent suicide attempts in bipolar disorder. J Affect Disord. 2019 Jun 1;256:348-357
4. Bonanni L, Gualtieri F, Lester D, Falcone G, Nardella A, Fiorillo A, Pompili M: Can Anhedonia Be Considered a Suicide Risk Factor? A Review of the Literature. Medicina (Kaunas). 2019 Aug 9;55(8).
5. Wong JA, Leventhal AM: Smoking-related correlates of psychomotor restlessness and agitation in a community sample of daily cigarette smokers. Am J Addict. 2015 Mar;24(2):166-72.
6. Ditre JW, Langdon KJ, Kosiba JD, Zale EL, Zvolensky MJ: Relations between pain-related anxiety, tobacco dependence, and barriers to quitting among a community-based sample of daily smokers. Addict Behav. 2015 Mar;42:130-5.
7. Bertoli G, Cosci F: I disturbi affettivi nei fumatori. Tabaccologia 2011; 4:33-38.
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9. Brody AL, Mandelkern MA, Jarvik ME, Lee GS, Smith EC, Huang JC, Bota RG, Bartzokis G, London ED: Differences between smokers and nonsmokers in regional gray matter volumes and densities. Veterans Affairs Greater Los Angeles Healthcare System, Los Angeles, California 90095, USA. Biol Psychiatry. 2004 Jan 1;55(1):77-84.
10. Gallinat J, Meisenzahl E, Jacobsen LK, Kalus P, Bierbrauer J, Kienast T, Witthaus H, Leopold K, Seifert F, Schubert F, Staedtgen M: Smoking and structural brain deficits: a volumetric MR investigation. Clinic for Psychiatry and Psychotherapy, Charité University Medicine, St Hedwig Krankenhaus, Turmstrasse 21, 10559 Berlin, Germany. juergen.gallinat@charite.de. Eur J Neurosci. 2006 Sep;24(6):1744-50.
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12. Lopez-Castroman J, Cerrato L, Beziat S, Jaussent I, Guillaume S, Courtet P: Heavy tobacco dependence in suicide attempters making recurrent and medically serious attempts. Drug Alcohol Depend. 2016 Mar 1;160:177-82
13. Ducasse D, Jaussent I, Guillaume S, Azorin JM, Bellivier F, Belzeaux R, Bougerol T, Etain B, Gard S, Henry C, Kahn JP, Leboyer M, Loftus J, Passerieux C, Courtet PH, Olié E; FondaMental Advanced Centers of Expertise in Bipolar Disorders (FACE-BD) Collaborators: Increased risk of suicide attempt in bipolar patients with severe tobacco dependence. J Affect Disord. 2015 Sep 1;183:113-8.
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Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche: