Alimentazione e fumo



Gli ex fumatori diventano ogni giorno più numerosi; a fare loro compagnia sono gli obesi.
L’aumento di peso è una preoccupazione molto frequente per chi decide di abbandonare il fumo di tabacco.
È frequente ingrassare dopo aver smesso di fumare e per quanto si tratti di chili che con discreta fatica si possono eliminare, nell'immediato sono difficili da accettare. Pertanto diversi fumatori si chiedono se valga la pena fare la fatica di smettere di fumare se, poi, per ridurre i rischi legati al fumo si aumentano quelli legati al sovrappeso. La risposta arriva da uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association ed è netta: smettere di fumare conviene sempre. La ricerca che ha seguito per 25 anni oltre 3000 volontari ha mostrato che nonostante l'aumento di peso successivo alla cessazione dell'abitudine al fumo, le persone che hanno abbandonato il tabacco avevano un rischio di incorrere in un evento cardiovascolare più basso di oltre il 50% rispetto a chi ha continuato a fumare.
Dunque il consiglio è quello di accettare qualche eventuale chilo in più, sapendo che poi l'eccesso di peso accumulato andrà via presto.
Quindi, se si sta seguendo un percorso per smettere di fumare è importante osservare delle regole alimentari e frequentemente è necessario modificare alcune abitudini anche in considerazione del fatto che il tipo di alimentazione che fa il fumatore spesso può rendere più difficile l'intento di smettere di fumare.
Fumare e mangiare rappresentano solitamente per il fumatore i tipi di gratificazione di più facile approccio: quindi è normale che se viene meno il fumo egli tende a spostarsi più sul cibo. 
È giusto premiarsi con qualcosa di gratificante come il cibo, ma per farlo in modo che la cosa sia più proficua in termini di salute e di cessazione del fumo è necessario prestare attenzione ad alcuni suggerimenti generali:
-privilegiare alcuni alimenti (generalmente ipocalorici e che combattono il piacere di fumare) piuttosto che altri (evitare soprattutto il cosiddetto "cibo spazzatura")
-impegnarci nella preparazione del cibo e non pensare solo a consumarlo
-rendere le pietanze attraenti alla vista; la presentazione aggiunge valore a ciò che abbiamo preparato 
-va bene concederci ciò che ci piace e anche con una certa frequenza, purché si tratti di piccole quantità; alimentare il senso di privazione può indurci prima o poi all'abbuffata
-se la nostra gratificazione alimentare preferita è rappresentata dai dolci evitare di mangiarli a digiuno, ma a fine pasto.
Inoltre, per contrastare efficacemente l'eventuale aumento di peso che spesso si verifica dopo aver smesso di fumare si può aumentare l'attività fisica (1).

Preso atto che l'attivazione del circuito della gratificazione attraverso il cibo è uno dei meccanismi su cui più facilmente il fumatore tende a ripiegare una volta che viene meno lo stimolo nicotinico, è inevitabile che se la gratificazione viene spostata in maniera incauta e impulsiva sul cibo, si rischia di prendere dei chili di troppo.

Facciamo un esempio per comprendere meglio come ripetute ma piccole ricompense in termini piaceri del palato, possono aiutarci a modificare i nostri ritmi quotidiani che sono stati per anni scanditi dalle sigarette.

Se vogliamo addestrare un cane ad accorrere da noi ogni volta che pronunciamo il suo nome, bisogna che al comportamento (accorrere) sia associata una gratificazione (un boccone di carne). Dunque possiamo addestrarlo facendolo accorrere una volta al giorno e ricompensandolo con una grossa bistecca, oppure possiamo tagliuzzare la bistecca in piccoli bocconi e ripetere il procedimento più volte nel corso della giornata. Con il secondo metodo, il cane apprenderà molto più in fretta e meglio l'azione di accorrere quando chiamato.
Parimenti se noi vogliamo imparare ad escludere il fumo dalle nostre abitudini giornaliere dobbiamo bilanciare il comportamento di rinuncia alla sigaretta con altra attività che ci dia gratificazione. E la maniera più efficace per farlo è quella di barattare la rinuncia al fumo con piccoli e ripetuti piaceri (ad es. gomme e caramelle senza zucchero, bastoncini di liquirizia, etc.).
Il circuito cerebrale del piacere è un circuito di memoria e quindi se l'attiviamo costantemente ed in maniera controllata sarà più semplice rispettare le nuove disposizioni che prevedono di escludere il fumo dalle nostre abitudini giornaliere.
Certamente non possiamo sostituire ogni sigaretta non fumata con pasticcini e cioccolattini. 
Stili di vita corretti e sana alimentazione costituiscono delle misure di prevenzione di fondamentale importanza perché consentono di produrre benefici di gran lunga superiori rispetto all'impiego di farmaci o altri presidi medico-chirurgici.
Gli interventi di cessazione assistita del fumo dovrebbero affrontare anche le tematiche del mangiare sano e più appropriato per controbilanciare il riassestamento metabolico conseguente all'eliminazione del fumo specialmente se vi è un preesistente problema di eccesso di peso. È, dunque, importante evitare che gli effetti benefici dell'abolizione del fumo vengano annullati da quelli negativi dell'obesità che, similmente al fumo, ruba all'individuo anch'essa mediamente 9 anni di vita.

Quindi, dopo che si sono superate le fasi critiche della cessazione del fumo e si è in una situazione di remissione completa protratta, è importante rispettare la regola di non associare il cibo a premi o punizioni, ma il cibo dovrebbe essere limitato al quanto basta per stare in salute.

Secondo l’OMS il fumo di tabacco rappresenta la più importante causa di cancro nell’uomo - pari al 30% di tutti i tumori; un altro 30% dei tumori è strettamente correlato a ciò che mangiamo.
Le abitudini alimentari e il fumo sono ben noti per essere due dei più importanti fattori che condizionano lo sviluppo di malattie cardiovascolari e cancro (2). A tale proposito è stato evidenziato che non fumatori ed ex-fumatori hanno delle abitudini nutrizionali più sane rispetto ai fumatori (2,3,4). Va sottolineato che un gran numero di patologie si manifestano quando l'organismo umano non è più in grado di smaltire in modo efficiente le sostanze tossiche che vi sono introdotte e i fumatori con i loro comportamenti determinano un considerevole aumento di apporto di sostanze nocive. Pertanto nel fumatore in fase di cessazione del fumo, e che in tal modo sta già eliminando una grossa fetta di rischio oncologico, è importante ridurre ulteriormente tale rischio attraverso una giusta alimentazione. 

In genere lo smettere di fumare da parte dei fumatori, purché affrontato con serietà, è associato ad una successiva fase di cambiamento alimentare che privilegia il consumo di frutta e verdura e una fase di cambiamento dello stile di vita verso una maggiore attività fisica (5). Peraltro, frutta e verdura hanno un'azione protettiva soprattutto nei confronti dei tumori del polmone e della bocca (6) che rappresentano strutture dell'organismo spesso attaccate dal fumo di tabacco. Sulla scorta di tali informazioni appare utile accompagnare la cessazione del fumo ad un concomitante intervento sull'alimentazione purché sia ben accetto dall'interessato e non venga percepito come restrittivo o limitante, ma piuttosto come stimolante e arricchente. È dunque importante puntare sul fattore alimentazione che certamente rappresenta uno strumento valido nella lotta contro il fumo (7).

1.  Gennuso KP, Thraen-Borowski KM, Schlam TR, LaRowe TL, Fiore MC, Baker TB, Colbert LH: Smokers' physical activity and weight gain one year after a successful versus unsuccessful quit attempt. Prev Med. 2014 Aug 2.
2. Elizondo JJ, Guillén F, Aguinaga I: [Disparities in food consumption and nutrient intake among in relation tosmoking]. Sección de Farmacia y Dietética, Clínica de Rehabilitación de Salud Mental, Pamplona. jelizona@cfnavarra.es. An Sist Sanit Navar. 2006 Jan-Apr;29(1):37-46.
3.  Ford ES, Bergmann MM, Boeing H, Li C, Capewell S: Healthy lifestyle behaviors and all-cause mortality among adults in the United States.  Division of Population Health, National Center for Chronic Disease Prevention and Health Promotion, Centers for Disease Control and Prevention, Atlanta, GA, USA.  Prev Med. 2012 Apr 29.
4. Morabia A, Curtin F, Bernstein MS: Effects of smoking and smoking cessation on dietary habits of a Swiss urban population. Division of Clinical Epidemiology, Geneva University Hospital, Switzerland. Eur J Clin Nutr. 1999 Mar;53(3):239-43.
5. Garrett NA, Alesci NL, Schultz MM, Foldes SS, Magnan SJ, Manley MW: The relationship of stage of change for smoking cessation to stage of change for fruit and vegetable consumption and physical activity in a health plan population. Health Services Analysis and Reporting at HealthPartners in Minneapolis, Minnesota 54410-1309, USA. Nancy.A.Garrett@HealthPartners.com. Am J Health Promot. 2004 Nov-Dec;19(2):118-27.
6. Villarini A, Allegro G: Prevenire i tumori mangiando con gusto. A tavola con Diana. Sperling & Kupfer pp. 396, 2009.
7. Haibach JP, Homish GG, Giovino GA: A Longitudinal Evaluation of Fruit and Vegetable Consumption and Cigarette Smoking. Department of Community Health and Health Behavior, University at Buffalo, The State University of New York, 310 Kimball Tower, Buffalo, NY 14214-8028, USA. ggiovino@buffalo.edu. Nicotine Tob Res. 2012 May 21.
G.Lauro