martedì 28 giugno 2022

28.06.2022 - Giornata nazionale di prevenzione e cura dell'incontinenza: l'impatto del fumo di tabacco


In Italia si contano circa 3 milioni di donne e 2 milioni di uomini che soffrono di incontinenza urinaria.
Spesso se ne parla in termini di sensibilizzazione per combattere lo stigma sociale che pesa sulle persone coinvolte e si affronta l'aspetto certamente importantissimo relativo alla cura delle patologie concomitanti (cistiti, BPCO, neoplasie con interessamento della pelvi, etc.). Più di rado si prende in considerazione il tema della prevenzione in termini di stili di vita corretti come cessazione del fumo e controllo dell'eccesso di peso corporeo.
Il fumo di sigaretta aumenta il rischio di sviluppare sintomi del basso tratto urinario (difficoltà a urinare, urgenza minzionale, incompleto svuotamento della vescica) in entrambi i sessi (1) e incontinenza urinaria soprattutto nel sesso femminile (2). È noto che la nicotina stimola la contrazione del detrusore, il muscolo della vescica e che il fumo di sigaretta, danneggiando le cellule uroteliali (3), rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di cistiti e tumori vescicali che non raramente possono accompagnarsi a perdite involontarie d'urina.
Il fumo è fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi del pavimento pelvico in gravidanza e nel post partum soprattutto se associati a sovrappeso (4). Quindi l'incontinenza urinaria in gravidanza rappresenta un motivo in più per smettere di fumare (5).
La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una delle principali patologie causate dal fumo e si manifesta con tosse cronica: gli accessi di tosse ripetuti portando ad aumenti improvvisi della pressione intraaddominale vanno ad indebolire le strutture di sostegno degli organi pelvici e predispongono ad un maggior rischio di prolasso di detti organi con comparsa di incontinenza urinaria da sforzo. In effetti anche la muscolatura pelvica si riduce e si indebolisce per effetto del fumo predisponendo ad un maggior rischio di perdite urinarie o anche di gas e feci in entrambi i sessi.
Nella gestione dell'incontinenza urinaria le prime misure da adottare sono la cessazione del fumo e ridurre l'eccesso di peso (6) che rappresentano dei fattori di rischio la cui rimozione può rendere anche reversibile l'incontinenza urinaria (7).
Dunque quali sono le misure di prevenzione in termini di stili di vita da adottare per l'incontinenza urinaria? È importante bere nella prima parte della giornata evitando bevande zuccherate, alcol, caffè e tè per la presenza di sostanze che possono irritare la vescica e accentuare il problema delle perdite di urina. Mantenere una buona regolarità intestinale con un'alimentazione sana, ricca di fibre, frutta e verdura, per evitare pressioni eccessive sulla vescica da parte dell'intestino. Ridurre l'eventuale eccesso di peso e qualora si fosse fumatori è essenziale smettere. A tale proposito che vi sono numerosi recenti studi che individuano nel fumo un significativo fattore di rischio per incontinenza urinaria (8, 9, 10, 11, 12).
 
1. Takashi Kawahara, Hiroki Ito, Hiroji Uemura: The impact of smoking on male lower urinary tract symptoms (LUTS). Sci Rep. 2020 Nov 19;10(1):20212.
2. Gülşah Balik, Emine Seda G Güven, Yeşim B Tekin, Şenol Şentürk, Mehmet Kağitci, Işık Üstüner, Ülkü Mete Ural, Figen K Şahin: Lower Urinary Tract Symptoms and Urinary Incontinence During Pregnancy. Low Urin Tract Symptoms. 2016 May;8(2):120-4.
3. Shannon E Kispert, John Marentette, E Cristian Campian, T Scott Isbell, Hannah Kuenzel, Jane McHowat: Cigarette smoke-induced urothelial cell damage: potential role of platelet-activating factor. Physiol Rep. 2017 Mar;5(5):e13177.
4. Stefania Palmieri, Sarah Sonia De Bastiani, Rebecca Degliuomini, Alessandro Ferdinando Ruffolo, Arianna Casiraghi, Patrizia Vergani, Pasquale Gallo, Giulia Magoga, Marta Cicuti, Marta Parma, Matteo Frigerio, Urogynecology-Pelvic Floor Working Group (GLUP): Prevalence and severity of pelvic floor disorders in pregnant and postpartum women. Int J Gynaecol Obstet. 2022 Aug;158(2):346-351.
5. Fernanda Borsatto Caruso, Lucas Schreiner, Alexandra Damasio Todescatto, Isabel Crivelatti, Julia Monteiro de Oliveira: Risk Factors for Urinary Incontinence in Pregnancy: A Case Control Study. Rev Bras Ginecol Obstet. 2020 Dec;42(12):787-792.
6. Gemma Nightingale: Management of urinary incontinence. Post Reprod Health. 2020 Jun;26(2):63-70.
7. Paulo Emilio Fuganti, John Michael Gowdy, Nilton Cesar Santiago: Obesity and smoking: are they modulators of cough intravesical peak pressure in stress urinary incontinence? Int Braz J Urol. 2011 Jul-Aug;37(4):528-33.
8. Amna M Alshenqeti, Rawabi E Almutairi, Amal M Keram: Impact of Urinary Incontinence on Quality of Life Among Women of Childbearing Age in Al Madinah Al Munawara, Saudi Arabia. Cureus. 2022 May 10;14(5):e24886.
9. H Pang, J Lv, T Xu, Z Li, J Gong, Q Liu, Y Wang, J Wang, Z Xia, Z Li, L Li, L Zhu: Incidence and risk factors of female urinary incontinence: a 4-year longitudinal study among 24 985 adult women in China. BJOG. 2022 Mar;129(4):580-589.
10. Mohammad Abufaraj, Tianlin Xu, Chao Cao, Abdelmuez Siyam, Ula Isleem, Abdulla Massad, Francesco Soria, Shahrokh F Shariat, Siobhan Sutcliffe, Lin Yang: Prevalence and trends in urinary incontinence among women in the United States, 2005-2018. Am J Obstet Gynecol. 2021 Aug;225(2):166.e1-166.e12.
11. Sedighe Batmani, Rostam Jalali, Masoud Mohammadi, Shadi Bokaee: Prevalence and factors related to urinary incontinence in older adults women worldwide: a comprehensive systematic review and meta-analysis of observational studies. BMC Geriatr. 2021 Mar 29;21(1):212.
12. Rui Qin Zhang, Man Cheng Xia, Fan Cui, Jia Wei Chen, Xiao Dong Bian, Hong Jie Xie, Wei Bing Shuang: Epidemiological survey of adult female stress urinary incontinence. BMC Womens Health. 2021 Apr 22;21(1):172.
Guglielmo Lauro
(medico)

domenica 5 giugno 2022

05.06.2022 La Giornata Mondiale dell'Ambiente (World Environment Day - WED) e gli ecologismi di facciata.



La campagna della Giornata mondiale senza tabacco del 2022 mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'impatto ambientale del tabacco durante tutto il suo ciclo di vita (1). L'impatto distruttivo del tabacco non si manifesta solo sulla salute umana, ma anche sull'intero pianeta (1). Ma basta far finta di essere "green", di dimostrare interessamento ai problemi ambientali per ripulire la propria reputazione, dare una buona immagine di sé e guadagnare consensi. Questa pratica è nota come greenwashing, alla lettera sarebbe "lavaggio col verde" nel senso che si dà una spennellata per ricoprire col verde ciò che verde non è. Il greenwashing è dunque una patina di credibilità ambientale, una verniciatura ecologista su un problema che rimane completamente irrisolto. Questa pratica ingannevole non è altro che una strategia di marketing in cui si finge un impegno dell'azienda nei confronti dell'ambiente e si cattura l'attenzione dei consumatori etichettando i propri prodotti come ecosostenibili.

L'industria del tabacco per spostare l'attenzione dell'impatto del fumo sull'ambiente in termini di inquinamento e deforestazione, ha effettuato investimenti in campagne di responsabilità ambientale come pulizia di spiagge, sostegno ad organizzazioni ambientaliste, la promessa del raggiungimento della neutralità carbonica attraverso la sostituzione delle sigarette con i prodotti alternativi senza combustione, etc.

In questo modo, se da un lato le aziende del tabacco manifestano il loro senso di responsabilità nei confronti dell'ambiente, dall'altro continuano a lasciare inalterate le pratiche di produzione che hanno un pesante impatto ambientale in tutte le fasi, dalla coltivazione del tabacco, alla manifattura dei prodotti fino allo smaltimento dei rifiuti post-consumo. In effetti, l'ostentato impegno in un iter produttivo responsabile, rappresenta principalmente una forma di autotutela dell'industria del tabacco senza produrre risultati significativi nei confronti dell'impatto di trilioni di mozziconi di sigaretta scaricati ogni anno nell'ambiente globale (2).

Infatti, il denaro investito in progetti di sostenibilità ambientale preserva dette aziende dalle accuse di danni all'ambiente e quindi da eventuali richieste di risarcimento per danni all'ecosistema (inaridimento dei suoli) e danni sociali (lavoro minorile, impoverimento dei Paesi emergenti, sfruttamento dei lavoratori). Infatti, implementando una varietà di programmi di responsabilità  sociale (fondazione per eliminare il lavoro minorile nella tabacchicoltura, finanziamenti per migliorare gli standard di vita delle piccole famiglie di agricoltori, contributi di beneficenza, etc.), le maggiori aziende del tabacco (BAT, PMI, Japan Tobacco International e Imperial Brands) sono riuscite a raggiungere la vetta delle classifiche di sostenibilità ambientale (Carbon Disclosure Project, Dow Jones Sustainability Indices).

Dunque bisognerebbe rivedere i parametri in base ai quali un’azienda viene dichiarata sostenibile da un punto di vista sociale e ambientale e, inoltre, rivedere la regolamentazione del tabacco soprattutto nei Paesi economicamente svantaggiati dove detta regolamentazione è spesso più debole.
Se l’industria del tabacco dichiara di combattere il lavoro minorile e di prevenire altre forme di abuso lavorativo come il caporalato, peraltro presenti nella propria filiera produttiva, si sta solo limitando a sostenere il rispetto dei diritti umani dei propri lavoratori. Se l’industria del tabacco dichiara di adottare delle linee guida di buone pratiche agricole, processi produttivi che utilizzano energie alternative, sistemi di tracciabilità e digitalizzazione dei processi produttivi sta solo perseguendo, nel proprio interesse, la naturale evoluzione che si osserva in tutti i cicli produttivi soprattutto in quelli più redditizi come quelli del tabacco.
Passando a considerare le alternative alla sigaretta classica, HTP ed e-cig, va rilevato che anche queste rappresentano una minaccia ambientale poiché i rifiuti da essa derivati sono plastiche, sali di nicotina, metalli pesanti, piombo, mercurio e batterie agli ioni di litio infiammabili che inquinano. A tale proposito si ricorda quanto riportato in un recente studio in cui si evidenziano effetti ecotossici particolarmente preoccupanti dei mozziconi di sigarette a tabacco riscaldato che si associano a quelli già noti dei mozziconi delle sigarette tradizionali (3). Per le sigarette elettroniche i rischi ambientali sembrano dovuti essenzialmente ai contenitori di e-liquid di materiale plastico, agli elementi metallici e batterie (3). Prossimamente i rischi saranno superiori grazie alle sigarette elettroniche usa e getta di recente introduzione, infatti già se ne parla come di "mini bombe ecologiche legalizzate"!
Dunque, l'unico modo per fermare l'impatto del tabacco sull'ambiente consiste nell'adottare serie politiche di restrizione per arginare la diffusione fumo a livello globale.
1. Asmus Hammerich, Fatimah El-Awa, Nisreen Abdel Latif, Sophia El-Gohary, Ma Daniella Louise Borrero: Tobacco is a threat to the environment and human health. East Mediterr Health J. 2022 May 29;28(5):319-320.
2. Thomas E Novotny: Environmental accountability for tobacco product waste. Tob Control. 2019 May 30;e055023.
3.  Baran W, Madej-Knysak D, Sobczak A, Adamek E: The influence of waste from electronic cigarettes, conventional cigarettes and heat-not-burn tobacco products on microorganisms. J Hazard Mater. 2020 Mar 5;385:121591.
Lauro Guglielmo
(medico)