sabato 12 dicembre 2015

La logica distruttiva nel tabagismo

La dipendenza da prodotti del tabacco è forte segue una logica emozionale e non razionale. Infatti, l'elenco INFINITO delle malattie da fumo perde di INTERESSE in modo ingannevole finché si continua a ragionare con la sigaretta fra le dita e specialmente se queste sono ingiallite dal tabacco. Considerata in questo modo la relazione emotiva che porta alla dipendenza inizia ad avere CHIAREZZA. Il tabagismo è una relazione affettiva con un mezzo, la sigaretta, attraverso il quale la persona dipendente cerca di soddisfare i propri bisogni; cosicché quando detta persona avverte MOMENTI di tristezza, di agitazione, di ansia, di deconcentrazione, fuma per sentirsi meglio in una logica distruttiva che rinforza il comportamento dipendente.
Fumare altera l'umore e ci rende pericolosamente instabili specie se siamo sotto stress. I motivi per i quali si manifesta tale instabilità emotiva sono molteplici:
-interruzione delle attività in corso perché riaffiora più volte nella giornata la necessità di assumere nicotina;
-farsi carico dei problemi relativi all'approvvigionamento del tabacco, alla possibilità o meno di fumare a seconda del luogo in cui si trova;
-mettere in conto la disapprovazione di chi non sopporta il fumatore, senso di colpa per spreco di denaro, di tempo, etc.
Uno dei pensieri più ingannevoli nei fumatori è l'idea che si possa fumare una singola sigaretta senza conseguenze e limitarsi a quella; e ciò avviene specialmente nei fumatori che hanno smesso da qualche mese. Osserviamo come basta meno di un tiro per ricadere!
In effetti, vi è una componente somatosensoriale della dipendenza, dovuta all'attivazione di memorie visuo-spaziali che sono in grado di innescare il craving (desiderio impellente); un esempio grossolano può essere il vedere accendere una sigaretta, ma il cervello del fumatore è anche più sottile e truffaldino, gli basta creare un'immagine mentale collegata al fumo per far scattare il craving.

Dunque, oltre alla dissipare in toto la vitalità del nostro organismo, il fumo conduce ad una particolare consunzione psicologica che avanza in maniera impercettibile, progressiva e inesorabile e può trasformare un'esistenza normale in una schiavitù silenziosa. Il nostro cervello assuefatto dal tabacco si trasforma in un abile truffatore del nostro corpo, è sempre pronto a trovare scuse pur di posticipare l'eventuale percorso di cessazione o per attendere un momento più favorevole per smettere e che mai verrà.
Il momento giusto per smettere è SUBITO!
Guglielmo Lauro
(medico)
post scritto ispirandosi ai seguenti hashtag
#INTERESSE #INFINITO #CHIAREZZA #MOMENTI
in occasione dell'evento "SEGUI HASHTAG e CREA IL TUO ARTICOLO" - Blogger and Blog - #bloggerblog

martedì 1 dicembre 2015

1 dicembre - World AIDS Day 2015 - (#rethinkhiv hashtag on Twitter)

Il  fumo, particolarmente diffuso nelle persone HIV+ (40-75%) (1), aumenta in tali individui il rischio di infezioni HIV correlate, quali la candidosi orale, la leucoplachia capelluta (Oral Hairy Leukoplakia), la polmonite batterica (1) e la polmonite da Pneumocystis. Inoltre, il fumo rende più severe una serie di affezioni nei soggetti HIV+: broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) (1, 2), malattie cardiache e ictus, cancro polmonare (1, 2), cancro della testa e del collo (3), cancro cervicale e cancro anale (4).
Con la cessazione tabagica si potrebbero evitare oltre il 40% degli infarti del miocardio tra gli individui HIV+ (5).
Da indagini effettuate si è rilevato che circa due terzi dei fumatori HIV+ desiderano smettere di fumare anche perché si sta iniziando a prendere coscienza che il fumo rappresenta un fattore prognostico negativo per il soggetto HIV+. Infatti, il fumo di tabacco rappresenta attualmente uno dei maggiori fattori di rischio modificabili che incidono sul decorso della malattia e sulla mortalità delle persone sieropositive per HIV. Peraltro, è riconosciuto che i fumatori HIV+ perdono più anni di vita con il fumo che dalla stessa infezione HIV (2).
Dunque, sempre più studi confermano come la cessazione del fumo dovrebbe essere un obiettivo primario nella moderna cura dell'HIV (5).

1. Pacek LR, Cioe PA: Tobacco Use, Use Disorders, and Smoking Cessation Interventions in Persons Living With HIV. Curr HIV/AIDS Rep. 2015 Dec;12(4):413-20.
2. Rossouw TM, Anderson R, Feldman C: Impact of HIV infection and smoking on lung immunity and related disorders. Eur Respir J. 2015 Dec;46(6):1781-95.
3. Mourad WF, Hu KS, Concert C, Shasha D, Harrison LB: (S008) The Impact of HPV, HIV, and Smoking on Oncologic and Functional Outcomes in Patients With Head and Neck Cancer. Oncology (Williston Park). 2015 Apr 21;29(4 Suppl 1).
4. Wieland U, Hellmich M, Wetendorf J, Potthoff A, Höfler D, Swoboda J, Fuchs W, Brockmeyer N, Pfister H, Kreuter A: Smoking and anal high-risk human papillomavirus DNA loads in HIV-positive men who have sex with men. Int J Med Microbiol. 2015 Oct;305(7):689-96.
5. Rasmussen LD, Helleberg M, May MT, Afzal S, Kronborg G, Larsen CS, Pedersen C, Gerstoft J, Nordestgaard BG, Obel N: Myocardial infarction among Danish HIV-infected individuals: population-attributable fractions associated with smoking. Clin Infect Dis. 2015 May 1;60(9):1415-23.
Guglielmo Lauro
(medico)

Si può scaricare un opuscolo, indirizzato per lo più ai medici, sui metodi farmacologici e comportamentali per aiutare i pazienti HIV nel percorso di cessazione del fumo cliccando sull'immagine che segue:
vedi anche:

sabato 21 novembre 2015

Contrabbando di sigarette: un fenomeno in crescita e di grande pericolosità sociale

Spesso si tende a prendere sottogamba il fenomeno del contrabbando di sigarette, non pensando che da esso possano trarre profitto organizzazioni terroristiche di matrice islamica, come quella che ha rivendicato la strage nella redazione del settimanale satirico parigino Charlie Hebdo a gennaio di quest'anno e quella ritenuta responsabile degli attacchi terroristici avvenuti in diversi luoghi pubblici della capitale francese lo scorso 13 novembre. Infatti, un'importante attività economica con cui diverse organizzazioni terroristiche (Al Qaeda, ISIL/ISIS, Hezbollah, Hamas, FARC, IRA, ETA, PKK, al-Nusra Front) hanno finanziato le proprie casse è il contrabbando di sigarette dette "illicit whites" (sigarette "originali" che non rispettano i parametri di legge per poter essere vendute nei Paesi dell'Unione Europea (UE) e che peraltro sono particolarmente dannose per la salute).

Il commercio illecito di queste sigarette segue peculiari caratteristiche:
  • avviene in maniera fortemente parcellizzata, ciò comporta una minore tracciabilità rispetto a alle grosse partite tipiche del contrabbando classico; (piccoli quantitativi rientrano in forme di reato minore che spesso può essere estinto pagando una multa)
  • rispetto al traffico di droghe quali eroina e cocaina c'è minore problema morale perché tutto sommato si tratta di tabacco che è socialmente accettato, e poi perché non si tratta di sigarette contraffatte, ma di sigarette dette "illicit whites" prodotte legalmente in Paesi extraeuropei, ma non sono ammesse nella UE dove le leggi sono più stringenti (in ogni caso trattandosi di sigarette "originali" i controlli possono essere più facilmente elusi presentando documenti falsi)
  • sono di più facile fabbricazione in quanto sono sottoposte a minori controlli e di solito a irrilevanti o assenti oneri fiscali nei Paesi di produzione.
Il contrabbando di sigarette che nel secolo scorso era più spesso appannaggio delle organizzazioni criminali autoctone, oggi sta cambiando volto per la sempre maggiore ingerenza di organizzazioni criminali transnazionali. Tale commercio illecito dunque non può più essere minimizzato o assimilato a funzione di ammortizzatore sociale, ma è importante contrastarlo e innanzitutto comprendere quanto da esso possano trarne beneficio pericolosissime organizzazioni criminali.

martedì 3 novembre 2015

Fumo di tabacco e attività di rete con i Medici di Medicina Generale (MMG) - corso di formazione 14.11.2015

Il 14.11.2015 si tiene presso il Dipartimento Dipendenze di Aversa (ASL Caserta) un corso di formazione sull’integrazione delle figure che operano in ambito sanitario ai fini di una più efficace azione di prevenzione del fumo di tabacco - Fumo di tabacco e attività di rete con i MMG.

Obiettivi dell'evento:
- acquisire conoscenze teoriche e aggiornamenti in tema di TABAGISMO
- potenziare le offerte di cura e sostegno ai fumatori per la disassuefazione con promozione della salute e di stili di vita sani.

Il corso accreditato ECM è gratuito e attribuisce 6 crediti formativi oltre che per i MMG anche per altri medici, per psicologi e per infermieri.

Per iscriversi al corso compilare il modulo scaricabile cliccando qui entro il 13.11.2015 e inviarlo a mezzo fax al 0823-350946 o seguente indirizzo e-mail: rp.dipendenze@aslcaserta1.it.

Il tabagismo è un problema che riguarda non solo le persone “sane”, ma anche quelle che hanno già problemi di salute secondari alla dipendenza dal tabacco. Proprio per questi pazienti lo sforzo degli operatori sanitari è maggiore e richiede un'attività di rete che vede in campo in primis i medici di medicina generale, ma anche cardiologi, pneumologi, psicologi e infermieri.
È prioritaria dunque l'esigenza di fare rete ovvero della necessità dell'interazione fra il Centro Antifumo e le suddette professionalità con le quali il Centro è pronto anche a condividere i percorsi antitabagici.
Dal 2009 presso il Dipartimento Dipendenze dell'ASL Caserta è attivo il Centro Antifumo Quit dove è possibile indirizzare i tabagisti per percorsi di cessazione. A tale proposito vale la pena ricordare che la percentuale di cessazione del fumo di tabacco a un anno è pari al 2% quando il fumatore prova a smettere da solo e si assesta attorno al 35% per quegli utenti che si sono affidati a percorsi basati su evidenze scientifiche.
I Centri per il Trattamento del Tabagismo rappresentano una grande risorsa per il territorio in quanto intervengono su una delle forme di dipendenza più insidiose per la società: il fumo di tabacco.
Guglielmo Lauro
(medico)

venerdì 30 ottobre 2015

30 ottobre 2015: Giornata Europea degli Ex Fumatori

Geolocalizziamo i luoghi di provenienza dei fumatori che ad oggi si sono rivolti al Centro Antifumo Quit di Aversa. Si tratta di quasi 700 fumatori molti dei quali nella giornata di oggi possono festeggiare i risultati guadagnati con la cessazione del fumo: più salute e accresciuto benessere, maggiori risparmi e quindi aumentata disponibilità economica; insomma, complessivamente potranno celebrare la migliorata qualità della vita in generale!
Per festeggiare tale giornata la Commissione Europea ha attivato un microsito dedicato agli ex fumatori per sottolineare i propri successi e incoraggiare altri ad unirsi a loro nella lotta contro il fumo.
Guglielmo Lauro
(medico)

lunedì 12 ottobre 2015

12.10.2015 - Il divieto di fumo si aggiorna con un nuovo decreto legge ed intanto i Centri Antifumo registrano un notevole incremento di presenze

Affrontare il divieto del fumo in termini di legge comporta il facile rischio del conflitto di interessi, specialmente se il Paese in causa è tra i principali produttori europei di tabacco come l’Italia. Infatti, se è vero che circa 250mila persone lavorano in Italia nella filiera del tabacco è anche vero che l’unico risultato sociale di questa attività è malattia e morte prematura per oltre 10 milioni di loro concittadini fumatori per non parlare di altrettanto numerosi concittadini esposti al fumo passivo. Quindi nonostante gli interventi di regolamentazione del fumo rappresentino una questione particolarmente spinosa, finalmente a 10 anni dalla Legge Sirchia, il Governo si è espresso nuovamente in materia di fumo di tabacco e tutela della salute, approvando un decreto legge che entrerà in vigore il 02.02.2016 (riservandosi di farla andare a regime entro maggio 2016). Tale decreto prevede il recepimento della direttiva UE sui prodotti del tabacco, nonché una serie di disposizioni finalizzate alla tutela dei minori.
La direttiva UE sui prodotti del tabacco prevede quanto segue:
  • divieto di utilizzo di aromi caratterizzanti (come ad es. il mentolo che facilita l’assuefazione al fumo oltre ad aggravare i danni derivanti dalla combustione del tabacco attraverso l’aumento di polveri sottili; o altri aromi utilizzati per mascherare il "saporaccio" della sigaretta rendendo più piacevole l'esperienza di fumare)
  • le avvertenze combinate (immagini e testo) relative alla salute devono coprire il 65% della superficie esterna del fronte e retro della confezione di sigarette o di tabacco da arrotolare
  • divieto di vendita dei pacchetti da 10 e piccole confezioni di tabacco (per scoraggiare l’acquisto soprattutto da parte dei minorenni)
  • divieto di vendita a distanza transfrontaliera dei prodotti del tabacco (specie da parte di negozi ubicati strategicamente a breve distanza dai confini nazionali; esempio della Slovenia dove poco oltre il confine le sigarette arrivano a costare fino al 40% in meno per cui negli ultimi 2 anni si sono registrati notevoli cali di vendite per esodo transfrontaliero dei fumatori italiani)
  • nuove disposizioni per le sigarette elettroniche (i liquidi con nicotina potranno essere messi in vendita in contenitori con capacità massima da 10 ml o in cartucce monouso da non più di 2 ml, oppure in e-cig usa e getta sempre con capacità massima da 2 ml; inoltre il liquido non potrà avere più di 20 mg/ml di nicotina e dovrà essere non aromatizzato).
Le disposizioni finalizzate alla tutela dei minori nel nuovo decreto antitabacco sono:
  • divieto di vendita ai minori di prodotti del tabacco con inasprimento delle sanzioni
  • divieto di fumo in autoveicoli in presenza di minori e donne in gravidanza (altri Paesi europei hanno già messo in atto il divieto) [vedi video]
  • divieto di fumo nelle pertinenze esterne degli ospedali e degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) pediatrici nonché nelle pertinenze esterne dei singoli reparti pediatrici, ginecologici, di ostetricia e neonatologia
  • verifica dei distributori automatici al fine di controllare il corretto funzionamento dei sistemi di rilevamento dell’età dell’acquirente.

Nonostante tutte le disposizioni antifumo circa la metà dei bambini italiani da 0 a 13 anni è ancora esposta al fumo passivo. La questione del fumo passivo anche se egoisticamente è spesso sottovalutata specie dai fumatori, costituisce un problema di salute pubblica di grande importanza. Secondo recenti stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno muoiono 600'000 persone di cui 165'000 bambini a causa del fumo passivo: il 33% sono uomini, il 35% donne e il 40% bambini che dunque sono i meno tutelati. In pratica risulta che solo l'11% della popolazione mondiale è protetta da un'adeguata legislazione antifumo. Il bambino spesso non può difendersi dal fumo delle persone che lo circondano e poi, non essendo consapevole del pericolo che rappresenta il fumo di tabacco, non cerca neanche di proteggersi. Insomma i bambini che crescono in una casa di fumatori sono le prime vittime del fumo passivo, oltre al fatto che potrebbero dover affrontare le conseguenze emotive di vedere una persona cara che si ammala a causa del fumo.
Insomma, la nuova legge antifumo muove i primi passi nella tutela dei minori, ma bisogna riflettere che l’esposizione abituale di un bambino al fumo passivo di sigaretta, così come avviene in parecchie famiglie di fumatori, non andrebbe considerata come una semplice disattenzione, ma equivale a sottoporlo a violenza, a maltrattamento e dovrebbe rientrare nella nozione di reato e abuso nei confronti di minore. Fumare in gravidanza significa sottrarre vita al proprio figlio ancor prima che nasca: dal 1964 ad oggi sono state accertate oltre 94'000 morti fetali e infantili tabacco-correlate solo negli USA. Peraltro, le sigarette lasciano ogni anno circa 12'000 bambini senza madri e una stima analoga vale per i padri.
Tuttavia dal 2010 ad oggi la prevalenza del consumo di sigarette in Italia è sostanzialmente invariata per cui la recente “stretta sul fumo” potrebbe rappresentare un valido strumento sia per la protezione dei minori, sia per incidere sullo "zoccolo duro" di oltre 10 milioni di italiani fumatori.
Il Centro Antifumo Quit di Aversa afferente al Dipartimento Dipendenze dell’ASL Caserta è sempre attivo sui programmi di prevenzione attraverso attività di sensibilizzazione contro i danni del tabagismo, dagli Ospedali ai luoghi di aggregazione giovanile, dagli ambienti di lavoro alle scuole, con interventi di prevenzione per gli studenti sia presso le scuole sia accogliendo gli stessi presso il Centro Antifumo. Dunque dall’inizio del 2015 si rileva un trend in forte crescita di persone che si rivolgono al suddetto Centro Antifumo; inoltre, per la prima volta, si registra la presenza di minorenni che chiedono aiuto per smettere di fumare verosimilmente perché si inizia più precocemente rispetto a cinque anni fa, così come riportato in un recente rapporto (Epicentro) del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto Superiore di Sanità. Anche in altri centri antifumo che sono in contatto con quello di Aversa si registra un incremento del numero di accessi, il che indica anche una maggiore diffusione della consapevolezza che le difficoltà nello smettere di fumare possono essere affrontate in maniera più efficace attraverso una cessazione assistita. Quindi, si sottolinea come la prevenzione del tabagismo a tutti i livelli sia non solo un'azione indispensabile di salute pubblica, ma rappresenti un intervento essenziale per la salute delle future generazioni.
Guglielmo Lauro
(medico)

martedì 15 settembre 2015

15.09.2015 - "Spegni per sempre la voglia di fumare": parte la sensibilizzazione negli ospedali dell'ASL Caserta

"Ragiona con il cuore. Spegni per sempre la voglia di fumare" è il messaggio che il Dipartimento Dipendenze - ASL Caserta lancia in occasione di quest'iniziativa di prevenzione presso gli ospedali dell'ASL (Progetto Regionale Finanziato dalla Regione Campania - Direzione Generale per la tutela della salute D.D. 59/2013).
Il Centro Antifumo di Aversa dopo circa 5 anni ripete l'attività di sensibilizzazione contro i danni del tabagismo svolta negli Ospedali. Indubbiamente rispetto a 5 anni fa si può osservare un maggior rispetto del divieto di fumo negli ambienti interni. Tuttavia appare pressoché invariata la presenza di fumatori all'esterno, in prossimità degli ingressi delle strutture ospedaliere. L'intervento di prevenzione è stato svolto con attività di aggancio e informazione presso un banchetto informativo del Centro Antifumo Quit di Aversa posizionato all'ingresso dell'ospedale (distribuzione di materiale informativo, gadgets, misurazione di monossido di carbonio e prenotazioni al Centro Antifumo).
L'obiettivo è sensibilizzare i cittadini ai danni del fumo e prevenire le malattie fumo-correlate. Si parte il 15.09.15 dall'Ospedale S.Giuseppe Moscati di Aversa e si ripete l'intervento il 24.09.15. 
Il fumo di tabacco all'ingresso dell'ospedale Moscati trova conferma nei grossi vasi di piante che dovrebbero rendere più accogliente la struttura, ma che invece appaiono come degli squallidi e orrendi posacenere.
I prossimi interventi di prevenzione negli ospedali seguiranno la seguente programmazione:
  • 29.09.2015: Ospedale di Piedimonte Matese
  • 08.10.2015: Ospedale di Sessa Aurunca
  • 13.10.2015: Ospedale di Marcianise
Guglielmo Lauro
(medico)

vedi anche:

giovedì 10 settembre 2015

10 settembre 2015 - Giornata Mondiale per la prevenzione del Suicidio - World Suicide Prevention Day (WSPD): Fumo tra suicidio e omicidio

Il fumo di tabacco agisce non solo sulla salute fisica ma anche sulla salute mentale influenzando il rischio di violenza sia autodiretta (fino al suicidio) sia eterodiretta (fino all'omicidio).
Per quanto riguarda la violenza eterodiretta la letteratura medica fornisce numerose conferme dei comportamenti aggressivi e delle relazioni violente associate al tabagismo.
vedi:

Numerosi studi confermano che i tentativi di suicidio sono associati al fumo/consumo di tabacco (1) e che il rischio di tentativo di suicidio aumenta con la dipendenza tabagica (2).
Secondo un recente studio la più forte associazione è stata osservata tra gli ex consumatori di tabacco che successivamente ricadevano (1).
Tema della Giornata Mondiale per la prevenzione del Suicidio di quest'anno è Prevenire il suicidio: soccorrendo e salvando vite (Preventing Suicide: Reaching Out and Saving Lives).
Il suicidio è il risultato di una complessa interazione tra malattia mentale, povertà, abuso di sostanze, isolamento sociale, perdite, difficoltà relazionali e problemi di lavoro.
La sua prevenzione ha bisogno di esperti come personale medico e addetti alla salute mentale. Tuttavia il suicidio non può essere prevenuto solo attraverso queste figure: siamo tutti a dover far parte integrante della prevenzione del suicidio. Ognuno può fare qualcosa per ridurre il numero delle vittime.
Il consumo precoce (età inferiore a 12 anni) di fumo, alcol e droghe è più frequentemente legato ad ideazione suicidaria e tentativi di suicidio rispetto a chi non fa uso delle suddette sostanze (3). Tuttavia secondo un recente studio l'iniziazione precoce al fumo di tabacco è associata ad una maggiore prevalenza di ideazione suicidaria e tentativi di suicidio (15,7%), rispetto all'alcol (13,8%) e alle droghe (12,9%) (3). Altre conferme di questo aspetto ci sono date da altri studi che hanno mostrato un eccesso di mortalità per suicidio tra i giovani adulti esposti nei primi anni di vita a fumo attivo o passivo (4, 5). 
Fumare marijuana tutti i giorni prima dei 17 anni aumenta il rischio di tentato suicidio e quello di abuso di altre sostanze illecite rispettivamente di sette e otto volte (6).

1. Berlin I, Hakes JK, Hu MC, Covey LS: Tobacco use and suicide attempt: longitudinal analysis with retrospective reports. PLoS One. 2015 Apr 7;10(4):e0122607.
2. Ducasse D, Jaussent I, Guillaume S, Azorin JM, Bellivier F, Belzeaux R, Bougerol T, Etain B, Gard S, Henry C, Kahn JP, Leboyer M, Loftus J, Passerieux C, Courtet PH, Olié E; FondaMental Advanced Centers of Expertise in Bipolar Disorders (FACE-BD) Collaborators: Increased risk of suicide attempt in bipolar patients with severe tobacco dependence. J Affect Disord. 2015 Sep 1;183:113-8.
3. Peltzer K, Pengpid S: Early Substance Use Initiation and Suicide Ideation and Attempts among School-Aged Adolescents in Four Pacific Island Countries in Oceania. Int J Environ Res Public Health. 2015 Sep 30;12(10):12291-303.
4. Chen VC, Kuo CJ, Wang TN, Lee WC, Chen WJ, Ferri CP, Tsai D, Lai TJ, Huang MC, Stewart R, Ko YC: Suicide and Other-Cause Mortality after Early Exposure to Smoking and Second Hand Smoking: A 12-Year Population-Based Follow-Up Study. PLoS One. 2015 Jul 29;10(7):e0130044.
5. Valdivia M, Silva D, Sanhueza F, Cova F, Melipillán R: [Suicide attempts among Chilean adolescents]. Rev Med Chil. 2015 Mar;143(3):320-8.
6. Silins E, Horwood LJ, Patton GC, Fergusson DM, Olsson CA, Hutchinson DM, Spry E, Toumbourou JW, Degenhardt L, Swift W, Coffey C, Tait RJ, Letcher P, Copeland J, Mattick RP, for the Cannabis Cohorts Research Consortium: Young adult sequelae of adolescent cannabis use: an integrative analysis. The Lancet Psychiatry, Volume 1, Issue 4, Pages 286 - 293, September 2014.

lunedì 27 luglio 2015

Prendi un appuntamento con la salute! sì allo screening mammografico, ma è altrettanto importante eliminare anche i fattori di rischio

L'ASL Caserta nel 2015 rinnova l'aderenza al programma di screening senologico proposto dalla Regione Campania per la diagnosi precoce del cancro al seno, invitando tutte le donne nella fascia di età a maggior rischio (45-69 anni) a sottoporsi ad esame mammografico. Aderire al programma gratuito di screening mammografico è importante, ma altrettanto importante è ricordare che smettere di fumare, oltre a ridurre l'eccesso di peso, è il modo più immediato per agire sui fattori di rischio modificabili del tumore mammario. Recenti studi epidemiologici hanno sottolineato un chiaro aumento di rischio di tumore sia per le fumatrici, che per le donne che sebbene non abbiano mai fumato sono esposte a fumo passivo. Una grossa indagine epidemiologica ha valutato i dati relativi a quasi 80mila donne di età età compresa tra 50 e 79 anni, afferenti complessivamente a 40 centri clinici degli Stati Uniti, tenute sotto osservazione per più di dieci anni, durante i quali sono stati identificati 3.250 casi di tumore al seno (1). Ne è emerso che le fumatrici corrono un pericolo di sviluppare la neoplasia superiore del 16% rispetto alla norma, mentre il rischio per le ex-fumatrici si aggira intorno a quota del 9% in più (1). Inoltre, è stato osservato che quanto maggiore è il numero di anni da cui si fuma, tanto più elevate sono le probabilità di ammalarsi (1). Infine, i ricercatori hanno scoperto un’associazione fra cancro al seno e fumo passivo in età pediatrica e adulta (oltre 10 anni di esposizione da bambine o oltre 20 anni da adulte, a casa o sul lavoro) (1). Studi più recenti confermano che in generale il rischio aumenta di circa il 10%, ma sfiora il 20% nelle donne esposte a fumo passivo prima della prima gravidanza (2, 3, 4). Peraltro, programmi di cessazione tabagica dovrebbero essere routinariamente consigliati per le donne con tumore al seno (5, 6). Infatti, è riconosciuto che la cessazione del fumo di tabacco anche al momento della diagnosi di cancro al seno può portare ad una prognosi migliore (7).

1. Luo J, Margolis KL, Wactawski-Wende J, Horn K, Messina C, Stefanick ML, Tindle HA, Tong E, Rohan TE: Association of active and passive smoking with risk of breast cancer among postmenopausal women: a prospective cohort study. BMJ. 2011 Mar 1;342:d1016.
2. Dossus L, Boutron-Ruault MC, Kaaks R, Gram IT, Vilier A, Fervers B, Manjer J, Tjonneland A, Olsen A, Overvad K, Chang-Claude J, Boeing H, Steffen A, Trichopoulou A, Lagiou P, Sarantopoulou M, Palli D, Berrino F, Tumino R, Vineis P, Mattiello A, Bueno-de-Mesquita HB, van Duijnhoven FJ, Bakker MF, Peeters PH, Weiderpass E, Bjerkaas E, Braaten T, Menéndez V, Agudo A, Sanchez MJ, Amiano P, Tormo MJ, Barricarte A, Butt S, Khaw KT, Wareham N, Key TJ, Travis RC, Rinaldi S, McCormack V, Romieu I, Cox DG, Norat T, Riboli E, Clavel-Chapelon F: Active and passive cigarette smoking and breast cancer risk: results from the EPIC cohort. Int J Cancer. 2014 Apr 15;134(8):1871-88.
3. Bjerkaas E, Parajuli R, Engeland A, Maskarinec G, Weiderpass E, Gram IT: Social inequalities and smoking-associated breast cancer - Results from a prospective cohort study. Prev Med. 2015 Apr;73:125-9.
4. Catsburg C, Miller AB, Rohan TE: Active cigarette smoking and risk of breast cancer. Int J Cancer. 2015 May 1;136(9):2204-9.
5. Boone SD, Baumgartner KB, Baumgartner RN, Connor AE, John EM, Giuliano AR, Hines LM, Rai SN, Riley EC, Pinkston CM, Wolff RK, Slattery ML: Active and passive cigarette smoking and mortality among Hispanic and non-Hispanic white women diagnosed with invasive breast cancer. Ann Epidemiol. 2015 Nov;25(11):824-31.
6. Padron-Monedero A, Tannenbaum SL, Koru-Sengul T, Miao F, Hansra D, Lee DJ, Byrne MM: Smoking and survival in female breast cancer patients. Breast Cancer Res Treat. 2015 Apr;150(2):395-403.
7.  Izano M, Satariano WA, Hiatt RA, Braithwaite D: Smoking and mortality after breast cancer diagnosis: the health and functioning in women study. Cancer Med. 2015 Feb;4(2):315-24.
Guglielmo Lauro
(medico)

venerdì 26 giugno 2015

26 Giugno 2015 - focus sulla droga più contraffatta e contrabbandata: il tabacco (Giornata internazionale contro il consumo e il traffico illecito di droga)

Le sigarette rientrano tra i prodotti maggiormente contraffatti e contrabbandati a livello mondiale con conseguente grave minaccia per la salute pubblica.
Tuttavia che si tratti di sigarette originali o contraffatte, il fumo nuoce sempre alla salute; la sigaretta priva di pericoli non esiste. 
In base a indagini avviate da autorità doganali, nonché dalla stessa Philip Morris International, si apprende che parte della produzione delle sigarette contraffatte avviene all'interno di fabbriche sotterranee con foglie di tabacco deteriorate. Ciò aumenterebbe sensibilmente i rischi legati al fumo poiché i valori di catrame, nicotina, monossido di carbonio, piombo, cadmio ed arsenico sarebbero molto più elevati rispetto a quelli contenuti nelle sigarette di marca. Inoltre, va precisato che questo tipo di sigarette hanno percentuali di catrame (+ 75%), di nicotina (+ 28%) e di monossido di carbonio (+ 63%) superiori rispetto alle originali. La contraffazione di sigarette arriva a confezionarne contaminate da sabbia e da altri materiali di imballaggio come materiale plastico (Fonte: BBC). In un maxisequestro (cinque tonnellate di sigarette di contrabbando) risalente a giugno 2011 da parte delle Fiamme Gialle nel napoletano e nel salernitano: dopo le analisi si è scoperto che le sigarette sequestrate contenevano un’alta percentuale di legno truciolato misto ad un minimo quantitativo di tabacco. 
Altro materiale riscontrato nelle sigarette contraffatte mediante analisi di microscopia sono uova di insetti, zanzare ovviamente morte, peli di topo, filamenti di metallo, plastica, capelli, feci animali (specie sterco di topo) o anche umane, tracce di sangue.
Quindi oltre a causare maggiori danni rispetto alle sigarette di marca, il fumo intensivo di sigarette contraffatte è stato associato anche al disturbo cardiologico della fibrillazione atriale (1).

1. Ozyilmaz I, Ozyilmaz S, Tosun O, Tola HT, Saygi M, Ergul Y: Atrial fibrillation in a healthy adolescent after heavy smoking of contraband cigarettes. Int J Adolesc Med Health. 2014 Aug 12.
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche: 


domenica 21 giugno 2015

Quest'estate giochiamo a Tetris per dire no al tabacco

Basta giocare per almeno 3 minuti e si riduce il pensiero desiderante.
Secondo recenti studi la distrazione visiva provocata dal videogame di problem solving visuo-spaziale Tetris può ridurre il desiderio di droghe (nicotina, alcol, caffeina), cibi e bevande, e attività (sesso, esercizio fisico, gioco) (1, 2). I ricercatori spiegano che questo fenomeno è dovuto al fatto che i suddetti desideri si presentano al nostro cervello sotto forma d'immagini visive ed il gioco del Tetris, richiedendo un compito impartito alla memoria di lavoro visuo-spaziale, riduce la comparsa naturale di bisogni che vengono percepiti come primari.
Giocare tre minuti a Tetris potrebbe ridurre significativamente il desiderio irrefrenabile di ricorrere a sigarette, alcol, caffè o di avventarsi sul cibo. In effetti, gli episodi di desiderio impellente (craving) normalmente durano solo pochi minuti, durante i quali un individuo è impegnato a visualizzare nella mente ciò che desidera e la ricompensa che ne deriverà. Spesso questi pensieri e sentimenti conducono la persona a procurarsi e consumare ciò a cui sta cercando di resistere, tuttavia giocando a Tetris, anche solo per un breve lasso di tempo, si impedisce al cervello di creare quelle immagini mentali, e senza quelle il craving non parte.
Inoltre, giocare a Tetris può rappresentare anche un modo per allontanare i ricordi intrusivi, ovvero i pensieri disturbanti e le immagini di un evento traumatico che ritorna alla mente anche quando non li si vorrebbe richiamare alla memoria (3, 4, 5).

1. Skorka-Brown J, Andrade J, Whalley B, May J: Playing Tetris decreases drug and other cravings in real world settings. Addict Behav. 2015 Jul 26;51:165-170.
2. Skorka-Brown J, Andrade J, May J: Playing 'Tetris' reduces the strength, frequency and vividness of naturally occurring cravings. Appetite. 2014 May;76:161-5.
3. James EL, Bonsall MB, Hoppitt L, Tunbridge EM, Geddes JR, Milton AL, Holmes EA: Computer Game Play Reduces Intrusive Memories of Experimental Trauma via Reconsolidation-Update Mechanisms. Psychol Sci. 2015 Aug;26(8):1201-15.
4. Holmes EA, James EL, Kilford EJ, Deeprose C: Key steps in developing a cognitive vaccine against traumatic flashbacks: visuospatial Tetris versus verbal Pub Quiz. PLoS One. 2010 Nov 10;5(11):e13706.
5. Holmes EA, James EL, Coode-Bate T, Deeprose C: Can playing the computer game "Tetris" reduce the build-up of flashbacks for trauma? A proposal from cognitive science. PLoS One. 2009;4(1):e4153.
Guglielmo Lauro
(medico)

domenica 31 maggio 2015

Giornata Mondiale senza Tabacco: 31 maggio 2015


Il piano d'azione sostenuto dall'OMS in occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco 2015 è quello di fermare il commercio illecito dei prodotti del tabacco.
In base a ricerche di settore quasi il 10% del totale delle sigarette globalmente consumate proviene dal mercato illecito. Tale commercio illecito è un mezzo per accumulare grandi ricchezze da parte di gruppi criminali che in tal modo possono finanziare altre attività criminose. La Campania sotto questo punto di vista è una delle regioni maggiormente rappresentative del fenomeno del contrabbando.
D'altra parte il commercio illegale, grazie alla contraffazione e alla elusione delle tasse governative e attraverso l'abbassamento dei prezzi, permette una maggiore accessibilità ai prodotti del tabacco da parte delle fasce sociali economicamente più deboli (specialmente giovani e categoria dei fumatori difficili).
Infatti, secondo recenti studi (1), negli adolescenti la disponibilità di sigarette di contrabbando rende più difficile la cessazione e favorisce l'uso di sostanze stupefacenti.
Il consumo di tabacco, nonostante l'aumento di legislazioni per limitarlo, sta progressivamente aumentando a livello globale per l'incremento che si registra soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
In Italia la prevalenza del consumo di sigarette, anche se mostra una debole deflessione rispetto allo scorso anno, è sostanzialmente invariata.














1. Azagba S, Sharaf MF, Hammond D: Association between contraband tobacco and illicit drug use among high school students in Canada. J Prim Prev. 2015 Apr;36(2):71-8. 

Guglielmo Lauro
(medico)

giovedì 14 maggio 2015

Istituto Alessandro Volta di Aversa al Centro Antifumo: un cambio di rotta sulla via della prevenzione

Gli interventi di prevenzione dell'uso di droga e alcol nelle scuole generalmente si dimostrano efficaci, ma non si può dire lo stesso dei progetti di prevenzione del fumo di tabacco che nonostante gli sforzi degli operatori del settore spesso non sortiscono alcun cambiamento nei destinatari dell'intervento, anzi addirittura in qualche caso risultano controproducenti. Tuttavia è anche vero che finché nell'ambito del personale scolastico ci sono fumatori, gli sforzi di prevenzione tabagica nelle scuole vengono insidiosamente vanificati. In effetti, l'esperienza insegna che le attività di prevenzione del tabagismo sui giovani risultano per lo più inefficaci se ci si limita ad interventi dell'esperto di turno nelle scuole. L'esperto a scuola non serve a nulla se poi la scuola non si avvicina al Centro Antifumo, e tale avvicinamento la scuola lo può attuare con l'aiuto degli insegnanti che sono i veri esperti nell'educazione degli studenti. L'esperto esterno può servire per aiutare a sostenere una progettazione, per avviare un percorso con i genitori, per iniziative di educazione fra pari, per chiarire le idee in un certo punto del percorso. Però l'iter di prevenzione del tabagismo nelle scuole è prima di tutto un percorso educativo che coinvolge gli insegnanti e le famiglie e non è un'attività che si può praticare solo dall'esterno; l’intervento dell'esperto esterno, per quanto questi possa essere bravo e comunicativo, rimane un evento occasionale, può lasciare al massimo un buon ricordo che con il tempo inevitabilmente sfuma, mentre l'insegnante è lì tutti i giorni. Dunque, l’intervento nelle scuole deve essere parte di una rete di collaborazione il cui fulcro è sempre la scuola che deve essere per conto proprio attenta ai temi della salute.
Un primo esempio concreto di prevenzione nei territori dell'ASL Caserta è stato attuato dall'Istituto Superiore di Istruzione Secondaria A.Volta di Aversa grazie all'impegno e alla sensibilità della dirigente scolastica prof.ssa Laura Orsola Patrizia Nicolella alle problematiche fumo-correlate e grazie alla partecipazione attiva degli studenti coinvolti (Progetto Regionale "Segnali 3"). L'elemento innovativo di tale intervento è stato il contatto diretto, presso le strutture afferenti al Dipartimento Dipendenze di Aversa (SerT e Centro Antifumo), degli studenti con le varie professionalità (psicologi, medici, infermieri, assistenti sociali, etc.). Pertanto dopo aver visitato le strutture del Dipartimento, diversi ragazzi hanno mostrato particolare interesse per le attività del Centro Antifumo chiedendo aiuto per smettere di fumare. Dunque in virtù della collaborazione fattiva del prof. Palladino e della prof.ssa De Vita sono stati reclutati i ragazzi più motivati e sono stati organizzati degli incontri intensivi di disassuefazione al fumo. Nel corso di questi incontri, sono state analizzate le dinamiche giovanili e dal dialogo con i ragazzi è apparso come elemento rilevante il fatto che subiscono notevolmente l'influenza di cosa i loro coetanei fanno, per cui gli interventi antifumo dovrebbero essere maggiormente focalizzati sulle relazioni tra pari. Insomma,  il messaggio che dovrebbe essere trasmesso non è tanto “non fumare”, ma piuttosto “non importa seguire cosa i tuoi coetanei stanno facendo”! 
In effetti dal confronto e dalla partecipazione attiva dei ragazzi è risultato che la principale difficoltà nello smettere è legata essenzialmente all'aspetto del fumo come catalizzatore sociale e al fatto che quando qualcuno di loro decide di non fumare spunta immancabilmente un "amico" (che poi amico non è) pronto ad invitarlo ad accendere la sigaretta o anche a offrirgliela. Una sorta di piazzista che bussa alla loro porta e fa propaganda gratuita alle multinazionali del tabacco le quali poi nemmeno lo ricompensano …si sa che le multinazionali non fanno sconti neanche ai clienti più fedeli, né sulle sigarette, né tanto meno sulla salute; ma allora perché quando si dice di no al fumo arriva puntualmente il tizio pronto a convincerci del contrario e come mai ci riesce? Perché a differenza del piazzista sconosciuto, questi approfitta del fatto di essere nostro “amico” e all'amico noi non diciamo no! Ma quest'amico perché lo fa? Innanzitutto perché è tabacco-dipendente e se fuma in mezzo a tanti si sente più autorizzato a farlo e ha una minore percezione del danno, e poi condividendo e diffondendo l’uso della sigaretta si sente più alla moda, altrimenti se non fosse in buona e tollerante compagnia si sentirebbe pericolosamente emarginato! Diciamocela tutta, se smettiamo di fumare, per i nostri ex compagni di fumo saremo degli sporchi traditori: da una parte ci invidiano, dall'altra ci disprezzano, da entrambe però ci temono... una cosa è certa, quelli che smettono sono quelli con “gli attributi”, gli altri rimangono nel gregge!
Disegno premiato realizzato da uno studente delle scuole medie superiori, che fra l'altro rende molto bene l’idea del fumo passivo: le pecore più distanti sono più bianche e risentono di meno del fumo passivo della pecora nera; inoltre, la scelta dell’animale è quanto mai pertinente.
I ragazzi dell'Alessandro Volta affrontano il tema della dipendenza tabagica e di altre dipendenze (chimiche e non) attraverso il sito segnalindipendenti.it.
Guglielmo Lauro
(medico)

martedì 28 aprile 2015

28.04.2015: Giornata Mondiale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro

Il tema scelto per la campagna di prevenzione 2015 è «Insieme per costruire una cultura di prevenzione per la salute e la sicurezza sul lavoro».
Per cultura di prevenzione s'intende sia il rispetto del diritto al lavoro in un ambiente sicuro e salubre, sia l'impegno da parte dei governi ad assicurare il rispetto dei principi di prevenzione fra i quali il divieto del fumo merita un'attenzione prioritaria.
Tuttavia affrontare il divieto del fumo non è sempre una questione di semplice attuazione per i governi, specialmente nei Paesi in via di sviluppo dove la regolamentazione del fumo rischia facilmente di produrre un conflitto di interessi. Infatti, in tali Paesi il tabacco spesso costituisce una considerevole fonte di occupazione cui va aggiunto il fattore economico relativo all'entrata di valuta estera a seguito delle attività di esportazione del tabacco.
Inoltre, si sottolinea quanto più volte segnalato dal dott. Biagio Tinghino, Presidente della Società Italiana di Tabaccologia: "Se è vero che 200.000 persone lavorano in Italia nella filiera del tabacco è anche vero che l’unico risultato sociale di questa attività è malattia e morte prematura per 11 milioni di loro concittadini fumatori nel nostro Paese".
I programmi di prevenzione sui posti di lavoro promuovendo comportamenti sani potrebbero essere utili in quanto migliorerebbero sia gli aspetti psico-sociali (1) quanto quelli relativi alla produttività (2).
A questo punto vale la pena di riflettere su quanto un fumatore deve lavorare per assicurarsi il proprio approvvigionamento giornaliero di sigarette.
Un lavoratore europeo medio deve lavorare all'incirca mezz'ora per poter acquistare un pacchetto di 20 sigarette, mentre uno stesso lavoratore in Kenya dovrebbe lavorare oltre 2 ore e mezza per uno stesso pacchetto di sigarette.
Nei Paesi del terzo mondo i fumatori arrivano a spendere per le sigarette dal 40 al 60% di quello che guadagnano.

Il Centro Antifumo Quit di Aversa, come ogni anno rinnova la propria disponibilità ad assicurare accesso e percorso antifumo gratuito a tutto il personale dell'ASL Caserta al fine di favorire e promuovere una politica aziendale di controllo del fumo negli ambienti di lavoro.

1. Jääskeläinen A, Kaila-Kangas L, Leino-Arjas P, Lindbohm ML, Nevanperä N, Remes J, Järvelin MR, Laitinen J: Psychosocial factors at work and obesity among young finnish adults: a cohort study. J Occup Environ Med. 2015 May;57(5):485-92. 
2. Alker HJ, Wang ML, Pbert L, Thorsen N, Lemon SC: Impact of school staff health on work productivity in secondary schools in Massachusetts. J Sch Health. 2015 Jun;85(6):398-404.
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche:

mercoledì 1 aprile 2015

Aprile 2015 - mese della prevenzione alcologica: coabuso di fumo e alcol e la "Soft Therapy"

L'alcol e la nicotina sono comunemente co-abusati e studi epidemiologici dimostrano che esiste una forte correlazione tra consumo di alcol e uso di tabacco; infatti, vari studi confermano che l'80-95% degli alcolisti sono anche fumatori (1, 2, 3). Peraltro, ci sono prove che i recettori nicotinici acetilcolinici neuronali (nAChR) svolgono un ruolo non solo nella dipendenza nicotinica, ma anche in quella alcolica (1, 4) e perfino nel craving indotto da stimoli associati alla cocaina (5).
La vareniclina, un farmaco agonista parziale del recettore nicotinico-acetilcolinico (nAChR) che viene abitualmente utilizzato nei programmi di disassuefazione tabagica, può dunque intervenire anche sulla dipendenza alcolica, nonché su quella da cocaina. Infatti, numerosi studi effettuati su pazienti fumatori trattati con vareniclina hanno riportato una concomitante riduzione del consumo di alcol (1, 4, 5, 6, 7, 8) e di cocaina (9, 10, 11). Peraltro, recenti studi propongono la vareniclina come valido aiuto per il trattamento della dipendenza tabagica in quella categoria di fumatori difficili che sono in ripresa stabile da problemi di alcol-dipendenza (fase di remissione) (12).
Fumo e alcol oggi condividono anche una modalità di approccio con cessazione graduale (soft-therapy) che in base a recenti studi sta dando risultati lusinghieri. Tale orientamento terapeutico introdotto per l'alcolismo presso il Policlinico Gemelli di Roma e adottato presso i Dipartimenti Dipendenze delle ASL di Caserta e di Napoli Nord, consente di ridurre gradualmente il consumo di alcolici con l’ausilio di un farmaco, il nalmefene. Tale strategia di lotta all'alcol oltre a rappresentare un'opportunità per far emergere e affrontare il problema dell'alcol è un tipo di approccio più facilmente accettato da chi non vuole o non riesce a raggiungere l'astensione totale secondo i programmi terapeutici abitualmente impiegati per gli alcolisti. Peraltro, una tale modalità di cessazione molto graduale che passa attraverso la tappa intermedia della riduzione, è possibile anche per il trattamento del tabagismo ed è supportata dalle più recenti ricerche in ambito tabaccologico (13). Infatti, una lenta e graduale riduzione del numero di sigarette è proponibile anche per coloro che vorrebbero smettere di fumare ma non vi riescono nei tempi e nei modi previsti dai vari approcci terapeutici abitualmente adottati nei Centri Antifumo (sostitutivi della nicotina, vareniclina, agopuntura, colloqui psicologici, etc.) o che vorrebbero ridurre il numero di sigarette fumate. In effetti alcuni fumatori di sigarette potrebbero non essere pronti a smettere immediatamente, ma tuttavia mostrano una certa disponibilità a ridurre il consumo di sigarette non nascondendo l'eventuale obiettivo secondario di una cessazione completa (13). Questa situazione, generalmente etichettabile in termini di motivazione non molto forte, è abbastanza frequente in coloro che si rivolgono ai Centri Antifumo e può essere sfruttata per avviare indirettamente alla cessazione coloro che non se la sentono di rinunciare definitivamente al fumo.
Un farmaco utilizzabile per una soft therapy antifumo è la vareniclina, che oltre ad essere utilizzata nei classici programmi di cessazione nell'arco delle due settimane e mantenimento fino alla 12a settimana, può essere impiegata per trattamenti di riduzione o di cessazione a lungo termine (da 24 a 52 settimane) (13). Detta forma di soft therapy che ha l'obiettivo primario di ridurre il numero di sigarette del 50% dopo 4 settimane di trattamento, e del 75% dopo altre 8 settimane, conduce ad un esito secondario di cessazione completa durante la 21a-24a settimana di trattamento nel 25% dei casi (13). Ovviamente l'obiettivo del Centro Antifumo rimane sempre la cessazione completa che però, in casi selezionati, si può proporre anche secondo un modalità più graduale e dunque più soft.
Dunque, quando prendere in considerazione la riduzione piuttosto che la cessazione? Quando la cessazione causa eccessivo attrito psicologico e forti resistenze alla cessazione. Infatti, non è raro imbattersi in fumatori che nonostante abbiano espresso una chiara motivazione a smettere, all'avvicinarsi della data di cessazione, la suddetta motivazione risultasse poi compromessa dal desiderio di fumare. Quindi per evitare di perdere questo sottogruppo di fumatori, spesso costituito da pazienti già colpiti da patologie fumo-correlate e conseguentemente con più ansia legata allo smettere, il quit day acquisisce un nuovo valore nel contratto terapeutico. Non è perentorio ma diventa un giorno di rivalutazione del proposito di smettere, scegliendo o di continuare a provare a smettere o di continuare a ridurre ulteriormente l'uso di sigarette.

1. Steensland P, Simms JA, Holgate J, Richards JK, Bartlett SE: Varenicline, an alpha4beta2 nicotinic acetylcholine receptor partial agonist, selectively decreases ethanol consumption and seeking. Proc Natl Acad Sci U S A. 2007 Jul 24;104(30):12518-23.
2. Chatterjee S, Bartlett SE: Neuronal nicotinic acetylcholine receptors as pharmacotherapeutic targets for the treatment of alcohol use disorders. CNS Neurol Disord Drug Targets. 2010 Mar;9(1):60-76.
3. Hendrickson LM, Guildford MJ, Tapper AR: Neuronal nicotinic acetylcholine receptors: common molecular substrates of nicotine and alcohol dependence. Front Psychiatry. 2013 Apr 30;4:29.
4. McKee SA, Harrison EL, O'Malley SS, Krishnan-Sarin S, Shi J, Tetrault JM, Picciotto MR, Petrakis IL, Estevez N, Balchunas E: Varenicline reduces alcohol self-administration in heavy-drinking smokers. Biol Psychiatry. 2009 Jul 15;66(2):185-90.
5. Crunelle CL, Miller ML, Booij J, van den Brink W: The nicotinic acetylcholine receptor partial agonist varenicline and the treatment of drug dependence: a review. Eur Neuropsychopharmacol. 2010 Feb;20(2):69-79.
6. Ericson M1, Löf E, Stomberg R, Söderpalm B: The smoking cessation medication varenicline attenuates alcohol and nicotine interactions in the rat mesolimbic dopamine system. J Pharmacol Exp Ther. 2009 Apr;329(1):225-30.
7. Fucito LM, Toll BA, Wu R, Romano DM, Tek E, O'Malley SS: A preliminary investigation of varenicline for heavy drinking smokers. Psychopharmacology (Berl). 2011 Jun;215(4):655-63.
8. Litten RZ, Ryan ML, Fertig JB, Falk DE, Johnson B, Dunn KE, Green AI, Pettinati HM, Ciraulo DA, Sarid-Segal O, Kampman K, Brunette MF, Strain EC, Tiouririne NA, Ransom J, Scott C, Stout R; NCIG (National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism Clinical Investigations Group) Study Group: A double-blind, placebo-controlled trial assessing the efficacy of varenicline tartrate for alcohol dependence. J Addict Med. 2013 Jul-Aug;7(4):277-86.
9. Plebani JG, Lynch KG, Yu Q, Pettinati HM, O'Brien CP, Kampman KM: Results of an initial clinical trial of varenicline for the treatment of cocaine dependence. Drug Alcohol Depend. 2012 Feb 1;121(1-2):163-6.
10. Poling J, Rounsaville B, Gonsai K, Severino K, Sofuoglu M: The safety and efficacy of varenicline in cocaine using smokers maintained on methadone: a pilot study. Am J Addict. 2010 Sep-Oct;19(5):401-8.
11. Guillem K, Peoples LL: Varenicline effects on cocaine self administration and reinstatement behavior. Behav Pharmacol. 2010 Mar;21(2):96-103.
12. Hays JT, Croghan IT, Schroeder DR, Ebbert JO, Hurt RD: Varenicline for tobacco dependence treatment in recovering alcohol-dependent smokers: an open-label pilot study. J Subst Abuse Treat. 2011 Jan;40(1):102-7.
13. Ebbert JO, Hughes JR, West RJ, Rennard SI, Russ C, McRae TD, Treadow J, Yu CR, Dutro MP, Park PW: Effect of varenicline on smoking cessation through smoking reduction: a randomized clinical trial. JAMA. 2015 Feb 17;313(7):687-94.