mercoledì 31 luglio 2024

Meglio raccogliere due sacchetti di mozziconi che far diventare i polmoni due sacchetti per rifiuti

In un'Italia che, a parole, si dichiara proiettata verso un futuro sostenibile, resta preoccupante la scarsa consapevolezza sull'impatto ambientale dei piccoli rifiuti e soprattutto di quelli dal ciclo di vita breve: mozziconi di sigarette a combustione e mozziconi di sigarette a tabacco riscaldato, dispositivi per sigarette elettroniche usa e getta e microbocchini di varie dimensioni (filtri David Ross). L'abbandono in spazi pubblici di rifiuti di piccole dimensioni e ad alto impatto ambientale, il cosiddetto littering, rappresenta un vero e proprio disastro per il nostro ecosistema, già in precarie condizioni

Si stima che ben due terzi delle sigarette fumate in Italia vengano ancora gettate per terra, con danni ambientali devastanti. Un singolo mozzicone può, infatti, contaminare fino a mille litri di acqua, oltre a ridurre drasticamente le possibilità di germinazione dei semi e di sviluppo delle piante.

I dispositivi di ultima generazione, sigarette elettroniche e quelle a tabacco riscaldato sono solo alcuni degli esempi di RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che, soprattutto durante la stagione estiva, vengono smaltiti in modo errato. Un'organizzazione americana noprofit (Truth Initiative) ha calcolato che solo negli USA vengono buttate 5 sigarette usa e getta ogni secondo: al mese sono 150 milioni, che nell’ambiente disperdono abbastanza litio da poter soddisfare le necessità produttive di almeno 6000 autovetture elettriche Tesla.

In Italia per affrontare questa emergenza, il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha recentemente pubblicato il Decreto Ministeriale (DM) 15 aprile 2024 n. 144, che definisce le modalità di iscrizione al Registro dei produttori cui sono obbligati tutti coloro che rientrano nel regime di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR).

Questo principio, basato sulle direttive europee, attribuisce al produttore una responsabilità che non si esaurisce nel momento in cui il prodotto viene immesso sul mercato, ma si estende a tutto il suo ciclo di vita. In base a tale DM sono coinvolti i produttori di pneumatici, pile e accumulatori, oli vegetali esausti e oli minerali usati, imballaggi di plastica, bioplastica, e così via, ma con buona pace dei produttori di tabacco che sembrano essere esonerati da tali obblighi. D'altra parte, le industrie del tabacco, grazie a campagne di greenwashing abilmente orchestrate, riescono a posizionarsi in cima alle classifiche di sostenibilità ambientale, sfuggendo di fatto a controlli e sanzioni più severi.

Dunque, gli effetti di questo recente decreto ministeriale, sebbene affronti il problema, rimangono limitati e lasciano un'importante lacuna legislativa, soprattutto in considerazione del fatto che i rifiuti legati al consumo di tabacco rappresentano una delle principali fonti di inquinamento visivo e ambientale dell'attuale società.

In controtendenza, il Centro Antifumo Quit dell'ASL di Caserta ha dimostrato come anche piccoli passi possano avere un impatto significativo sull'ambiente. Grazie alla cessazione del fumo di oltre 600 persone presso il suddetto Centro, sono stati sottratti all’ambiente circa 30 milioni di mozziconi di sigarette. Un numero straordinario, che per darne un'idea concreta possiamo paragonarlo ad un volume tale da riempire un intero container standard da 20 piedi, lungo circa 6 metri e alto e largo 2,5 metri. Un dato che dimostra come ogni iniziativa, anche su scala locale, possa dare un contributo piccolo, ma concreto. Un dato che dovrebbe far riflettere sull'urgenza di intervenire per contrastare questo grave problema ambientale.


I mozziconi di sigaretta, rappresentano il rifiuto plastico più abbondante del nostro pianeta cui vanno aggiunte anche le plastiche derivanti dall’aumento dei dispositivi, come le sigarette elettroniche usa e getta, che vengono abbandonate nell’ambiente. Questi rifiuti nel complesso, contribuiscono alla formazione di particolato di natura polimerica, con dimensioni che variano dai 500 micron a 1 nanometro, noto come micro e nanoplastiche (MNP) che hanno anche un impatto non trascurabile sull'uomo (1). Infatti, le MNP non sono semplicemente una caratteristica dell’era geologica attuale, l’Antropocene, ma studi recenti associano al suddetto particolato polimerico la formazione di ateromi carotidei, l’aumento degli stati infiammatori e l'aumentato rischio di eventi cardiovascolari avversi, etc. (1).
Un recente studio ha rilevato che, sebbene frammenti di micro e nano plastiche siano stati osservati praticamente in ogni organo, nel cervello è stata rilevata una quantità in media da 10 a 20 volte di più rispetto agli altri organi (1). Inoltre, la quantità di microplastiche osservata in campioni di cervello prelevati in persone decedute nel 2024 sono state stimate del 50% superiori rispetto ad analoghe rilevazioni effettuate nel 2016 (1). Non si esclude, peraltro, un ruolo di queste microplastiche cerebrali nello sviluppo di demenze; in campioni autoptici di cervelli di persone affette da demenza sono state trovate quantità di microplastiche fino a 10 volte superiori rispetto a quelle presenti nei cervelli di persone non affette da demenza (1).

In un'ottica di crescente consapevolezza ambientale e di attenzione alla salute umana, la domanda che molti si pongono è: come possiamo coltivare la responsabilità a livello individuale nei confronti dell'ambiente e come affrontare concretamente le problematiche legate all'inquinamento ...prima che sia troppo tardi?
La Svezia dove la gestione dei rifiuti è all'avanguardia, ha dato vita a un fenomeno sociale in rapida espansione in tutta Europa: il "plogging". Il termine "plogging" è il risultato dell'unione di due parole svedesi: "plocka upp", che significa "raccogliere", e "joggning", che indica l'attività del jogging. Questa semplice ma geniale combinazione trasforma l'esercizio fisico in un'azione proficua prendendosi cura dell'ambiente.

L'equipaggiamento necessario per il plogging è davvero essenziale: abbigliamento da runner, guanti (possibilmente antitaglio), buste riciclabili per riporre i rifiuti raccolti ed eventualmente pinze che evitano di chinarsi eccessivamente. Questa attività è aperta a tutti e può essere svolta sia individualmente che in gruppo, diventando un'esperienza sociale e di condivisione.

I polmoni generalmente non apprezzano ricevere nient'altro che ciò per cui sono stati progettati: aria pulita. C'è chi sceglie di sfruttare il tempo dedicato all'attività fisica per raccogliere un paio di sacchetti di mozziconi di sigaretta e chi, ahinoi, sceglie di rendere i propri polmoni come due sacchetti per rifiuti?

Domani, primo agosto 2024, scatta l'Earth Overshoot Day 2024, il giorno del sovrasfruttamento della Terra calcolato ogni anno dal Global Footprint Network, che indica come quest'anno, nei soli primi 7 mesi, l'umanità abbia già utilizzato ciò che la Terra impiega 12 mesi per rigenerare. Tuttavia va anche sottolineato che il 01.08.24 corrisponde alla media di tutti i Paesi, mentre per l'Italia, che ha un debito ecologico particolarmente elevato, l'Overshoot Day è arrivato già il 19 maggio 2024.

1. Matthew Campen, Alexander Nihart, Marcus Garcia, Rui Liu, Marian Olewine, Eliseo Castillo, Barry Bleske, Justin Scott, Tamara Howard, Jorge Gonzalez-Estrella, Natalie Adolphi, Daniel Gallego, and Eliane El Hayek: Bioaccumulation of Microplastics in Decedent Human Brains Assessed by Pyrolysis Gas Chromatography-Mass Spectrometry. Version 1. Res Sq. Preprint. 2024 May 6.
Guglielmo Lauro
medico