Gli anni '60 del secolo scorso sono stati il decennio del
boom economico italiano, ma anche il periodo in cui si sono iniziati a
diffondere nella popolazione i cosiddetti fattori di rischio modificabili
(fumo, alcol, alimentazione scorretta e inattività). In effetti, tali fattori
di rischio hanno accelerato il fenomeno della transizione epidemiologica
definita come lo spostamento delle caratteristiche delle malattie da quelle
trasmissibili (malattie infettive) a quelle non trasmissibili (malattie
croniche degenerative, cardiopatie e tumori) internazionalmente conosciute come
Non Communicable Diseases (NCDs).
Poi negli anni '70, quando non fumare era quasi un
difetto e la lotta al tabacco era ancora un’utopia, si iniziavano a diffondere
degli studi che dimostravano i danni del fumo e le campagne antifumo dell'epoca sebbene avessero una buona forza comunicativa rimanevano deboli lucine nei fumosi ambienti di quel periodo dove fumare ovunque era la regola.
Una campagna antifumo di quegli anni diffondeva manifesti con ciuccio e sigaretta che riportava la frase “rimanere bambini anche da adulti può costare caro". Probablmente era troppo avanti rispetto ai tempi ...in maniera paternalistica metteva il fumatore di fronte ad una dissonanza cognitiva: Vuoi crescere o vuoi continuare a fare il bambino con il ciuccio? Se persisti in questo comportamento sei responsabile delle conseguenze!
E così gli italiani capirono che forse le conseguenze dannose si manifestavano solo se si superavano le 15 sigarette al giorno; pertanto, il tabacco ancora coinvolgeva una buona fetta di popolazione soprattutto maschile.
E così gli italiani capirono che forse le conseguenze dannose si manifestavano solo se si superavano le 15 sigarette al giorno; pertanto, il tabacco ancora coinvolgeva una buona fetta di popolazione soprattutto maschile.
In effetti, il fumo di tabacco è stato uno dei comportamenti
che ha maggiormente accelerato la transizione epidemiologica verso le malattie
croniche e degenerative.
Ora osserviamo come il fumo di tabacco è alla base di
tutte le NCDs le quali, come già detto, comprendono soprattutto tumori,
malattie respiratorie croniche, diabete e patologie cardiovascolari.
Malattie respiratorie croniche: Il fumo di tabacco rappresenta il
più importante fattore di rischio per lo sviluppo di broncopneumopatia cronica
ostruttiva (BPCO) (1): infatti, circa il 10-15% di fumatori sviluppa una ostruzione
clinicamente significativa (2); inoltre, è anche fattore di rischio per lo sviluppo di altre malattie respiratorie croniche: enfisema (3), bronchiectasie (4), fibrosi polmonare (5) e asma
soprattutto se al fumo tradizionale e associato anche lo svapo con e-cig (6).
Diabete: Secondo studi di metanalisi, i fumatori
presentano un aumento del rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2 pari al 44%
rispetto ai non fumatori (7); addirittura il fumo passivo è correlato allo
sviluppo del diabete, con un'associazione di tipo indipendente (8).
Tumori: Il fumo di tabacco nell’uomo è la causa principale di cancro del polmone ed inoltre può
sicuramente causare altri 16 tipi di cancro: vescica, prostata, rene, uretere, intestino, esofago, bocca, gola, naso, seni paranasali, pancreas, stomaco, fegato, ovaio, cervice, leucemia mieloide acuta (*)
Patologie cardiovascolari: Il fumo favorisce le malattie
cardiovascolari con diversi meccanismi: riduce la quantità di ossigeno che
arriva al cuore, aumenta la pressione sanguigna e la frequenza del battito
cardiaco, danneggia la superficie interna dei vasi sanguigni, favorisce la
vasocostrizione o gli spasmi delle arterie, accresce la probabilità di
sviluppare placche ostruttive e trombi nei vasi sanguigni. Tutto ciò aumenta le
probabilità di ictus o infarto. I fumatori, dunque, hanno una probabilità di
2-4 volte superiore di andare incontro a patologie cardiovascolari rispetto a chi
non fuma; e peraltro il fumo aumenta anche il rischio di aneurismi.
Dunque ritornando a considerare il fenomeno della transizione epidemiologica va osservato che mentre grazie alla terapia antibiotica e ai vaccini si è avuto un innalzamento della vita in tutte le fasce di età, ora con il passaggio alle NCDs la sfida si fa più difficile, perché per alzare l’aspettativa di vita è necessario guadagnare anni in età sempre più avanzata e ciò non è facile se c'è di mezzo il fumo di tabacco.
L'epidemia globale di malattie non trasmissibili (NCD), sta
creando oneri insostenibili per i sistemi sanitari di tutto il mondo
soprattutto a causa del fatto che da un lato i fattori di rischio sono associati alla
modernità e all'idea di prosperità, ma nel contempo sono ingannevoli nel senso
che sono facili da ignorare anche dopo la diagnosi. L'assunzione di farmaci per
via orale per abbassare la pressione alta, la glicemia e il colesterolo, non
fornisce alcun beneficio visibile giorno per giorno, né la mancata assunzione
sembra arrecare danno. Quindi molti pazienti tendono a non assumerli come
prescritto. E così è anche con l'eccesso di cibo, la vita sedentaria e il fumo, i cui effetti diventano più manifesti a mano a mano che si va avanti nella
vita. Poi quando le complicazioni delle malattie non trasmissibili diventano
evidenti, ci si accorge che dette complicazioni non sono più irrilevanti e anzi
condizionano irreversibilmente la qualità di vita dell'individuo.
Le malattie non trasmissibili nell'ultimo decennio stanno diventando sempre più diffuse di pari passo alla evoluzione che rende sempre più disponibili gratificazioni immediate, legali e a buon mercato, dai prodotti del tabacco nelle sue varie forme, all'alcol, dal junk food (reso gustoso da additivi, ma che in realtà è cibo spazzatura: ricco di sale, grassi e zucchero) fino alle dipendenze comportamentali (disturbo da gioco d'azzardo, social media addiction, porn addiction, shopping compulsivo, etc.); tutti generatori automatici di dopamina. Intanto, il nostro cervello si trova sempre in maggiore difficoltà a capitalizzare i nuovi vantaggi dell'evoluzione; infatti, essendo esposto ai tanti generatori automatici di dopamina oggi disponibili ed accessibili senza grandi sforzi, può facilmente sviluppare dipendenze.
Comunque tra le forme di gratificazione immediata la più pericolosa, la più subdola, la più nefasta rimane il fumo di tabacco che agisce con danni diretti (NCDs) e indiretti (come fumo passivo, come porta di ingresso di altre dipendenzem come danno ambientale, etc.).
Dunque, la transizione epidemiologica ci ha regalato la riduzione dei rischi di morte in età infantile, giovanile e adulta, ma oggi la sfida si fa più difficile, perché il campo di battaglia per la salute si è spostato nella fascia di età più avanzata, la fascia di età dove la patologia da addiction fa le sue vittime. Pertanto, un primo passo per guadagnare vita e salute è quello di tenersi lontani da ciò che non ha un limite minimo al di sotto del quale non vi siano rischi: il tabacco!
Dunque, la transizione epidemiologica ci ha regalato la riduzione dei rischi di morte in età infantile, giovanile e adulta, ma oggi la sfida si fa più difficile, perché il campo di battaglia per la salute si è spostato nella fascia di età più avanzata, la fascia di età dove la patologia da addiction fa le sue vittime. Pertanto, un primo passo per guadagnare vita e salute è quello di tenersi lontani da ciò che non ha un limite minimo al di sotto del quale non vi siano rischi: il tabacco!
1. Murin
S, Hilbert J, Reilly SJ: Cigarette smoking and the lung. Clin Rev All
Immunol 1997;15:307-36.
2. Paola Martucci: Danno polmonare indotto da fumo di
tabacco e patogenesi delle interstiziopatie fumo-correlate. Fumo e
interstiziopatie polmonari a cura di Sandra Nutini e Valerio Poletti. Pacini Editore maggio 2008.
3. Qi
Ding, Jie Li, Shudi Xu, Yanzhong Gao, Youmin Guo, Baozhu Xie, Hua Li, Xia Wei:
Different Smoking Statuses on Survival and Emphysema in Patients with Acute
Exacerbation of Chronic Obstructive Pulmonary Disease. Int J Chron Obstruct
Pulmon Dis. 2022 Mar 5;17:505-515.
4.
Bumhee Yang, Kyungdo Han, Bongseong Kim, Hyung Koo Kang, Jung Soo Kim,
Eung-Gook Kim, Hayoung Choi, Hyun Lee: Association between Smoking Status and
Incident Non-Cystic Fibrosis Bronchiectasis in Young Adults: A Nationwide
Population-Based Study. J Pers Med. 2022 Apr 26;12(5):691.
5. Vanesa
Bellou, Lazaros Belbasis, Evangelos Evangelou: Tobacco Smoking and Risk for
Pulmonary Fibrosis: A Prospective Cohort Study From the UK Biobank. Chest. 2021
Sep;160(3):983-993.
6. Dharma
N Bhatta, Stanton A Glantz: Association of E-Cigarette Use With Respiratory
Disease Among Adults: A Longitudinal Analysis. Am J Prev Med. 2020
Feb;58(2):182-190.
7. Willi
C, Bodenmann P, Ghali WA, Faris PD, Cornuz J: Active smoking and the risk of
type 2 diabetes: a systematic review and meta-analysis. Department of
Ambulatory Care and Community Medicine, University of Lausanne, Lausanne,
Switzerland. carole.willi@hospvd.ch. JAMA. 2007 Dec 12;298(22):2654-64
8 Sun K,
Liu D, Wang C, Ren M, Yang C, Yan L: Passive smoke exposure and risk of
diabetes: a meta-analysis of prospective studies. Endocrine. 2014
Nov;47(2):421-7.
Guglielmo Lauro
(medico)
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