La sindrome fibromialgica (FMS) è una malattia cronica
non degenerativa, caratterizzata da dolore muscoloscheletrico cronico
generalizzato con rigidità mattutina e diversi sintomi associati tra cui
disfunzione cognitiva, affaticamento, disturbi del sonno, sintomi
gastrointestinali simili alla sindrome dell'intestino irritabile (1).
Nella maggioranza degli studi si risconta tra i pazienti
affetti da fibromialgia una elevata prevalenza di fumatori (2, 3) tanto che
diversi studi epidemiologici hanno dimostrato una chiara associazione con il
fumo di tabacco (4). La ricerca suggerisce che i fumatori affetti da
fibromialgia spesso hanno una maggiore gravità della sintomatologia (più
dolore, affaticamento e disturbi del sonno) rispetto ai non fumatori affetti da
questa condizione. In effetti i pazienti affetti da fibromialgia spesso
utilizzano il fumo di tabacco come un modo per alleviare il dolore (5, 6), sfruttando
l’effetto analgesico acuto della nicotina. Specificamente la nicotina attiva il
sistema oppioide endogeno e svolge, nel breve termine, proprietà analgesiche;
però nel lungo termine lo sviluppo di tolleranza per la nicotina favorisce il
dolore cronico (6, 7) con conseguente ridotta qualità di vita nei pazienti
fumatori affetti da fibromialgia, sia a causa di meccanismi psicologici come
depressione, ansia e bassa autostima, sia a causa dell'aumento di sintomi quali
affaticamento, sonno non ristoratore, maggiore rigidità e un numero maggiore di
tender point (6, 8, 9, 10, 11, 12, 13). Infatti, diversi studi hanno
identificato il fumo come un unico fattore di rischio per il dolore cronico (14).
In altre parole il fumo di tabacco ha notoriamente un
effetto pro-nocicettivo cronico cioè porta nel lungo termine ad un incremento
del dolore, e contribuisce peraltro allo stato infiammatorio cronico
dell’organismo che generalmente trova conferma nell’aumento dei livelli ematici
di proteina C reattiva (15). Peraltro, si evidenzia che la severità dei
sintomi della fibromialgia è associata ad elevazione dei livelli ematici di
proteina C reattiva (16) cui peraltro può contribuire il fumo di sigaretta.
Ulteriore manifestazione tipica della fibromialgia, specie
nei soggetti fumatori, è la disfunzione cognitiva nota come fibrofog o brainfog,
che talora può essere ancora più invalidante dei sintomi del dolore (8). Gli
studi riportano che dal 50% all'80% dei pazienti con fibromialgia sperimentano
declino della memoria, confusione mentale e difficoltà di concentrazione; la
compromissione nei domini della memoria di lavoro, episodica e semantica può
essere così grave da simulare circa 20 anni di invecchiamento (8). Specificamente
nei fumatori con fibromialgia è stata notata una maggiore difficoltà percepita
nel linguaggio, nella memoria verbale, nella memoria visuo-spaziale e
nell'attenzione (8).
I potenziali meccanismi che spiegano gli effetti dannosi
del fumo di tabacco per la fibromialgia comprendono stress ossidativo (aumento
di produzione di radicali liberi), infiammazione, processi aterosclerotici (8)
e disbiosi intestinale (17).
In riferimento all'associazione tra fibromialgia e
disbiosi, è stata presa in esame la proliferazione batterica dell'intestino
tenue (Small Intestinal Bacterial Overgrowth, SIBO), caratterizzata dalla
colonizzazione inappropriata del piccolo intestino distale con batteri del
colon (17). Inoltre, è stato riscontrato che l'intensità del dolore dei
pazienti con fibromialgia è correlata al grado di proliferazione batterica
dell'intestino tenue (SIBO). La SIBO è spesso associata ad un aumento della
permeabilità intestinale e ciò può avere rilevanza patogenetica nella
fibromialgia perché porta all'esposizione delle cellule immunitarie gli
antigeni luminali (18) come i batteri, i loro prodotti metabolici e le tossine.
Questa esposizione può innescare una risposta immunitaria, che a sua volta può
contribuire all'infiammazione sistemica.
Diversi studi hanno confermato non solo una costante
presenza di SIBO nella fibromialgia, ma anche una forte associazione tra
l'essere un fumatore attivo e l'insorgenza di SIBO (19, 20, 21).
La comprensione da parte del paziente affetto da
fibromialgia della necessità di adottare uno stile di vita sano è di
fondamentale importanza per la corretta gestione della malattia. Pertanto, la
cessazione del fumo dovrebbe essere una priorità nei pazienti fumatori con
fibromialgia e quindi è importante cercare il supporto adeguato a raggiungere
questo obiettivo, dato che è stato dimostrato che il fumo peggiora il dolore e
la gravità complessiva della malattia. Peraltro è importante impostare una
dieta a basso contenuto di carboidrati fermentabili noti come FODMAP
(Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides, and Polyols)
sotto la supervisione di un dietologo. A ciò è utile aggiungere idoneo esercizio fisico; particolarmente
indicati sono esercizi di tipo aerobico a basso impatto (camminare, nuotare,
cyclette con sessioni brevi e aumento graduale di intensità e durata
dell'esercizio), esercizi di forza (allenamento con pesi leggeri), esercizi di
stretching, esercizi di equilibrio e coordinazione (tai ji, yoga, pilates),
possibilmente con la supervisione di un professionista specializzato nella
gestione della fibromialgia. Infine, sono fondamentali trattamenti
farmacologici appropriati ed eventuali terapie complementari (agopuntura, massaggio).
Per misurare l'impatto che la fibromialgia può avere sulla qualità della vita cliccare su compila, per la lettura del risultato cliccare su visualizza (o ricaricare la pagina web). Può essere utile rivalutare la propria fibromialgia ripetendo il questionario dopo aver smesso di fumare.
Per misurare l'impatto che la fibromialgia può avere sulla qualità della vita cliccare su compila, per la lettura del risultato cliccare su visualizza (o ricaricare la pagina web). Può essere utile rivalutare la propria fibromialgia ripetendo il questionario dopo aver smesso di fumare.
Non esistono test diagnostici specifici per la diagnosi di fibromialgia, resta al momento una diagnosi di esclusione, pertanto rappresenta una diagnosi di pertinenza dello specialista reumatologo. Comunque un aiuto diagnostico si può ottenere dalla compilazione di un questionario (FM-HDT) proposto dal Reparto Autonomo di Reumatologia dell'AO "G.Rummo" di Benevento (22), che ci può dare valide indicazioni in base alle quali rivolgersi allo specialista o ad un centro di riferimento reumatologico.
Per la lettura del risultato del Fibromyalgia-Help Diagnostic Test (FM-HDT) cliccare su visualizza (o ricaricare la pagina web).
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2. Anna Blokh Kerpel, Shmuel Tiosano, Daniela Amital, Doron Comaneshter, Arnon D Cohen, Howard Amital: [ASSOCIATION OF OBESITY, SMOKING AND SOCIOECONOMIC STRATA WITH THE FIBROMYALGIA SYNDROME]. Harefuah. 2019 Sep;158(9):583-586)
2. Anna Blokh Kerpel, Shmuel Tiosano, Daniela Amital, Doron Comaneshter, Arnon D Cohen, Howard Amital: [ASSOCIATION OF OBESITY, SMOKING AND SOCIOECONOMIC STRATA WITH THE FIBROMYALGIA SYNDROME]. Harefuah. 2019 Sep;158(9):583-586)
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Guglielmo Lauro
(medico)
Quali cibi hanno un basso contenuto di FODMAP e quali cibi hanno un alto contenuto di FODMAP (e quindi sconsigliati nella fibromialgia)?
RispondiEliminaEcco una lista di cibi a basso contenuto di FODMAP che possono essere inclusi in una dieta per ridurre i sintomi gastrointestinali:
Elimina-Verdure: Zucchine, Spinaci, Carote, Pomodori, Peperoni, Cetrioli, Lattuga, Sedano (in piccole quantità), Rucola, Zucca, Patate dolci (in piccole quantità), Patate
-Frutta: Fragole, Mirtilli, Lamponi, Banane compatte (non mature), Uva, Arance, Mandarini
-Proteine: Carne magra (pollo, tacchino, manzo, maiale), Pesce (salmone, tonno, merluzzo, trota), Uova
Tofu
-Latticini: Latte senza lattosio, Formaggi a basso contenuto di lattosio (cheddar, mozzarella, pecorino, parmigiano), Latticini senza lattosio (lattosio libero), Latte di mandorla senza zuccheri aggiunti, Latte di cocco (senza additivi ad alto contenuto di FODMAP)
-Cereali: Riso basmati, Riso a chicco lungo, Avena senza glutine, Quinoa
-Snack: Noci (in piccole quantità), Semi di girasole, Semi di zucca
-Condimenti: Olio d'oliva, Olio di cocco, Aceto balsamico (senza additivi ad alto contenuto di FODMAP), Erbe fresche (basilico, prezzemolo, timo, rosmarino, ecc.), Spezie senza aglio o cipolla (curcuma, paprika, pepe nero, ecc.)
Alimenti che possono contenere quantità elevate di FODMAP:
-Frutta: Mele, pere, albicocche, pesche, ciliegie, angurie, mango, noci di cocco, prugne, fichi, meloni.
-Verdure: Cipolle, aglio, funghi, asparagi, cavoli, cavolfiori, piselli, fagiolini, carciofi, barbabietole, cavolini di Bruxelles.
-Legumi: Fagioli, lenticchie, ceci, piselli, fave.
-Prodotti lattiero-caseari: Latte, yogurt, gelato, formaggi freschi come la ricotta.
-Grano e cereali: Frumento, segale, orzo, pane, pasta, biscotti, torte e dolci contenenti glutine.
-Dolcificanti: Miele, sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, xilitolo, mannitolo, sorbitolo.
-Bevande: Bevande gassate, succhi di frutta non diluiti, tè e caffè solubile.