venerdì 1 agosto 2025

Centro Antifumo Quit di Aversa: un ponte tra la popolazione a rischio e i servizi diagnostici per lo screening polmonare

Nell’ambito delle strategie regionali e nazionali di sanità pubblica, la prevenzione oncologica rappresenta un caposaldo irrinunciabile. L’ASL Caserta, in linea con le direttive del Ministero della Salute e delle evidenze scientifiche internazionali, avvia lo screening polmonare con Tomografia Computerizzata a Basse Dosi (LDCT), strumento riconosciuto efficace per ridurre la mortalità del tumore polmonare nei forti fumatori ed ex-fumatori.

A differenza di altri screening oncologici consolidati (come quelli per il cancro al seno, al colon-retto o alla cervice uterina), lo screening polmonare gratuito in Italia è ancora una realtà limitata, legata principalmente alla Rete Italiana per lo Screening Polmonare (RISP). Tuttavia, in Campania, gli arruolamenti attraverso la RISP hanno subito ripetute interruzioni, lasciando un vuoto assistenziale che l’ASL Caserta, grazie alla delibera del Direttore Generale Amedeo Blasotti, ha deciso di colmare con un’iniziativa autonoma e strutturata.
A partire da settembre 2025, il Centro Antifumo Quit di Aversa afferente al Dipartimento Dipendenze dell'ASL Caserta, riprenderà il suo ruolo fondamentale nel programma di screening oncologico polmonare, diventando il punto di riferimento per l’identificazione e l’invio dei pazienti a rischio. Questo rappresenta un cambio di passo decisivo, soprattutto in un territorio come quello campano, dove l’accesso a percorsi di screening polmonare è stato finora disomogeneo e carente.
Grazie a un Protocollo d’Intesa siglato tra il Dipartimento delle Dipendenze e il Coordinamento delle Attività Territoriali e Cure Primarie, il Centro Antifumo collaborerà attivamente con il Polo Radiologico del Distretto 17-19, garantendo un flusso organizzato e tempestivo dei pazienti verso gli esami diagnostici.
Il suo ruolo va ben oltre la semplice intermediazione, ma interviene nei seguenti punti.
1.    Selezione mirata dei pazienti:
    
ØApplicando criteri rigorosi (forti fumatori o ex-fumatori tra i 55 e i 75 anni) per individuare chi potrebbe trarre maggior beneficio dallo screening.
     ØEvitando esami inutili a persone a basso rischio, ottimizzando le risorse disponibili.
2.    Intercettazione attiva della popolazione a rischio
 
ØSfruttando il suo accesso privilegiato ai fumatori, già inseriti in percorsi di disassuefazione, per sensibilizzarli sull’importanza della diagnosi precoce.
 
ØSuperando il problema della bassa adesione spontanea, tipica di uno screening ancora poco conosciuto.
3.    Coordinamento con i servizi diagnostici
   
ØGarantendo un passaggio rapido e strutturato dal counseling antifumo alla LDCT, riducendo i tempi di attesa e gli abbandoni.
   
ØCollaborando con i radiologi per un monitoraggio continuo dei risultati e l’eventuale avvio di percorsi terapeutici.
Il protocollo si estenderà per il periodo 2025-2027, con possibilità di rinnovo in base ai risultati e alla sostenibilità economica. L’obiettivo a lungo termine è estendere il modello ad altri distretti sanitari, creando una rete regionale che possa sopperire alle carenze della RISP e garantire equità di accesso alle cure.
Il Centro Antifumo Quit di Aversa si conferma un presidio sanitario strategico, in grado di coniugare prevenzione, diagnosi precoce e appropriatezza clinica. In un contesto dove il tumore al polmone rimane la prima causa di morte oncologica, questa iniziativa rappresenta non solo un’opportunità di salvare vite, ma anche un modello replicabile per colmare il divario tra Nord e Sud nella lotta al cancro.

Guglielmo Lauro
medico

lunedì 30 giugno 2025

Tabacco e Cannabis: Un Circolo Vizioso da Spezzare


L'uso di cannabis è molto comune tra le persone che consumano tabacco, specialmente tra adolescenti e giovani adulti che sono le fasce d'età con i tassi più elevati di consumo di dette sostanze (1). Recenti studi riportano che coloro che usano tabacco hanno una probabilità 3-8 volte maggiore di riferire un uso corrente di cannabis rispetto a chi non ne fa uso (1). È importante notare che esistono numerosi composti nel fumo di sigaretta e di cannabis noti per causare effetti negativi sulla salute, quindi le persone che usano entrambe le sostanze sono esposte ad effetti tossici additivi (1).
Spesso l'aggiunta del tabacco alla cannabis (cosiddetto mulling) fumata sotto forma di spinelli (spliff) o di blunt (cannabis inserita in un sigaro svuotato) rappresenta il metodo più comune dell'uso ricreativo della cannabis, tale aggiunta avviene per facilitare la combustione e agevolare l'assunzione di cannabis, ma anche per risparmiare accontentandosi di ridurre la concentrazione di cannabis; in ogni caso si modifica in qualche modo l'esperienza del fumo (2, 3). Anche l’uso alternato di tabacco e cannabis sotto forma di canna (joint) ovvero cannabis rollata nella cartina rappresenta un’altra modalità di uso combinato.
Il consumo combinato di tabacco e cannabis rappresenta una sfida complessa sia dal punto di vista della dipendenza che della salute pubblica. Anche se il potere di dipendenza della cannabis è basso, e del tabacco è elevato, l'uso combinato crea un ciclo di dipendenza difficile da interrompere (4).
I cannabinoidi soprattutto il cannabidiolo (CBD) e il suo metabolita attivo, il 7-idrossi-CBD (7-OH-CBD), possono inibire il metabolismo della nicotina, con un potenziale impatto sulla dipendenza dal tabacco e sulla cessazione del tabacco (5).
I programmi di cessazione dal tabacco raramente affrontano il consumo di cannabis (6). Le evidenze scientifiche mostrano come l’uso combinato amplifichi i danni fisici e psicologici, rendendo la cessazione ancora più ardua (7). In effetti, il co-uso di cannabis e nicotina è associato a un aumento del rischio di disturbo da uso di cannabis (1, 8).

Il Legame tra Tabacco e Cannabis
Molti consumatori di cannabis sono anche fumatori di tabacco, con una relazione bidirezionale tra le due dipendenze. Tradizionalmente, si inizia con il tabacco per poi aggiungere la cannabis, ma può verificarsi anche il contrario. La nicotina, altamente assuefacente, facilita la dipendenza dalla cannabis. Uno studio condotto in Scozia nel 2004 ha rilevato che un non-fumatore che consuma cannabis quotidianamente all’età di 21 anni ha un rischio triplicato di sviluppare una dipendenza da nicotina (9). Studi successivi hanno confermato che il tabacco facilita il passaggio alla cannabis e viceversa.
L’associazione tra le due sostanze intensifica gli effetti psicoattivi e aumenta il potenziale di dipendenza. I consumatori che tentano di ridurre l’uso di una delle due sostanze spesso compensano aumentando l’altra, rendendo la cessazione particolarmente difficile. Inoltre, il fumo di sigaretta è considerato un fattore di comorbidità per i consumatori di cannabis, aggravando i problemi psicosociali e riducendo le probabilità di successo nel cessare il consumo.
La sospensione simultanea di nicotina e cannabis determina una sindrome d'astinenza di gravità significativamente superiore rispetto alla cessazione singola di ciascuna sostanza, con evidenza di effetti sinergici sui sintomi neurocomportamentali (10).

Conseguenze sulla Salute
L’uso combinato di tabacco e cannabis è associato a una serie di gravi problemi di salute:
  • Problemi psicologici e psichiatrici: Il consumo di cannabis è legato a un aumento del rischio di sviluppare disturbi psicotici e schizofrenia (11), mentre il tabacco può aggravare sintomi depressivi e ansiosi. Il co-uso di tabacco e cannabis è correlato problemi di salute mentale ancora più evidenti come umore negativo (tristezza, irritabilità, ansia, colpa, vergogna, disperazione, frustrazione), difficoltà interpersonali (conflitti frequenti, paura del rifiuto o dell’abbandono, difficoltà nel chiedere aiuto, comportamenti passivo-aggressivi o controllanti, tendenza all’isolamento sociale, iperdipendenza o evitamento emotivo, incapacità di esprimere bisogni e limiti) (12, 13).
  • Riduzione delle capacità cognitive: L’uso cronico di entrambe le sostanze è correlato a una riduzione del volume dell’ippocampo struttura cerebrale fondamentale per la memoria e l’apprendimento (14). Peraltro, l'abitudine di fumare il primo spinello entro un'ora dal risveglio, noto colloquialmente come "wake and bake" (*), è un comportamento associato a un uso più problematico della cannabis e che come tale resta un comportamento da monitorare perché associato a maggiori rischi di dipendenza e problemi psicosociali (15).
  • Rischi cardiovascolari: Studi recenti hanno dimostrato che l’uso regolare di cannabis aumenta il rischio di infarto del 49% e di e di due volte di ictus, indipendentemente dal consumo di tabacco (16).
  • Impatto sulle ossa: Un consumo elevato di cannabis è stato associato a una minore densità minerale ossea e a un aumento del rischio di fratture (17, 18); tale effetto si aggiunge la perdita ossea da fumo di tabacco, tanto che quest’ultimo è riconosciuto come fattore di rischio indipendente per l'osteoporosi, cioè da solo è in grado di aumentare l'incidenza dell'osteoporosi, indipendentemente dalla presenza di altri fattori predisponenti (19, 20).
  • Effetti respiratori: L’uso di tabacco è notoriamente associato ad aggravamento di BPCO, comparsa di enfisema, tumore al polmone. Il consumo di cannabis si ritiene porti ad un profilo tumorale polmonare diverso, potenzialmente più indifferenziato e meno accessibile alle terapie mirate (21).
Anche i prodotti non a combustione (ad esempio, sigarette elettroniche) facilitano l'uso combinato di tabacco e cannabis (1). Peraltro, l'evoluzione del panorama dei prodotti del tabacco ha portato a modalità particolarmente pericolose di uso della cannabis (1). Ad esempio, le sigarette elettroniche possono essere modificate per svapare cannabis e ciò ha portato alla comparsa di una nuova patologia, la malattia polmonare associata alle sigarette elettroniche, EVALI (E-Cigarette or Vaping-Associated Lung Injury) che è attribuita alla presenza di acetato di vitamina E utilizzata come additivo (addensante) nei prodotti per le sigarette elettroniche contenenti THC. Peraltro, i liquidi da svapare alla cannabis per le sigarette elettroniche contengono livelli fuori norma di metalli pesanti pericolosi per la salute anche allo stato di partenza, prima di essere riscaldati e nebulizzati. Poi le elevate temperature raggiunte dalla resistenza che nebulizza i liquidi da svapare possono corrompere i liquidi stessi, nei quali passano i metalli pesanti contenuti nella resistenza stessa come nichel e cromo.

(*): Wake" (svegliarsi) + "bake" (gergo per "fumare erba", legato all'effetto "stonato" o baked)

Strategie per Smettere
La cessazione simultanea di tabacco e cannabis potrebbe essere una strategia efficace per evitare effetti compensatori, in cui la riduzione di una sostanza porta all’aumento dell’altra. Tuttavia, non esistono ancora protocolli terapeutici ben definiti per questa doppia disintossicazione.
Dal punto di vista farmacologico, alcune combinazioni possono offrire un supporto:
  • Vareniclina/citisina + N-Acetilcisteina (NAC): Studi recenti suggeriscono che questa combinazione potrebbe essere utile per i fumatori di tabacco che consumano cannabis, regolando i meccanismi neurotrasmettitoriali comuni a entrambe le sostanze.
  • Cerotti alla nicotina: Applicati nei primi 15 giorni di astinenza dalla cannabis, possono attenuare i sintomi di astinenza, soprattutto quelli legati all’affettività negativa che si riscontra più frequentemente nel co-uso tabacco-cannabis (22) Quindi in caso di persistenza di umore negativo.
Oltre agli interventi farmacologici, è fondamentale lavorare sulla motivazione al cambiamento e adottare strategie di coping efficaci:
  • Supporto sociale: Evitare ambienti e persone che incoraggiano l’uso di cannabis e tabacco.
  • Modifica dello stile di vita: Eliminare scorte e strumenti per fumare, praticare attività fisica, migliorare la qualità del sonno.
  • Riconoscere i benefici della cessazione: Maggiore energia, miglioramento della memoria e delle capacità cognitive, risparmio economico, riduzione dei rischi legali.

Conclusioni
L’uso combinato di tabacco e cannabis rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio mirato per la cessazione. L’informazione, il supporto sociale e strategie terapeutiche adeguate possono facilitare il percorso verso una vita più sana e libera dalle dipendenze. L’importante è essere consapevoli dei rischi e motivati al cambiamento: solo così si potrà spezzare il circolo vizioso di una dipendenza spesso particolarmente difficile da sradicare.

1. Nhung Nguyen, Torsten B. Neilands, Nadra E. Lisha, Joanne Chen Lyu, Sarah S. Olson, Pamela M. Ling: Longitudinal associations between use of tobacco and cannabis among people who smoke cigarettes in real-world smoking cessation treatment. J Addict Med. 2022; 16(4): 413–419.
2. Eric K van Beurden, Avigdor Zask, Megan Passey, Annie M Kia: The Mull Hypothesis: is cannabis use contributing to high tobacco use prevalence among young North Coast males? N S W Public Health Bull. 2008 Mar-Apr;19(3-4):72-4.
3. Richard E Bélanger, Christina Akre, Emmanuel Kuntsche, Gerhard Gmel, Joan-Carles Suris: Adding tobacco to cannabis--its frequency and likely implications. Nicotine Tob Res. 2011 Aug;13(8):746-50.
4. J Perriot, G Peiffer, M Underner: [Tobacco and cannabis consumption: toxicity and management of quitting]. Rev Med Liege. 2021 Jan;76(1):31-35.
5. Shamema Nasrin, Shelby Coates, Keti Bardhi, Christy Watson, Joshua E Muscat, Philip Lazarus: Inhibition of Nicotine Metabolism by Cannabidiol (CBD) and 7-Hydroxycannabidiol (7-OH-CBD). Chem Res Toxicol. 2023 Feb 20;36(2):177-187
6. A Banbury, A Zask, S M Carter, E van Beurden, R Tokley, M Passey, J Copeland: Smoking mull: a grounded theory model on the dynamics of combined tobacco and cannabis use among adult men. Health Promot J Austr. 2013 Aug;24(2):143-50.
7. Richard E Bélanger, François Marclay, André Berchtold, Martial Saugy, Jacques Cornuz, Joan-Carles Suris: To what extent does adding tobacco to cannabis expose young users to nicotine? Nicotine Tob Res. 2013 Nov;15(11):1832-8.
8. Brian J Fairman: Cannabis problem experiences among users of the tobacco-cannabis combination known as blunts. Drug Alcohol Depend. 2015 May 1:150:77-84.
9. Amos A, Wiltshire S, Bostock Y, Haw S, McNeill A: 'You can't go without a fag...you need it for your hash'--a qualitative exploration of smoking, cannabis and young people. Public Health Sciences, Edinburgh University, Edinburgh, UK. amanda.amos@ed.ac.uk. Addiction. 2004 Jan;99(1):77-81.
10. R G Vandrey, A J Budney, J R Hughes, A Liguori: A within-subject comparison of withdrawal symptoms during abstinence from cannabis, tobacco, and both substances. Drug Alcohol Depend. 2008 Jan 1;92(1-3):48-54.
11. Manrique-Garcia E, Ponce de Leon A, Dalman C, Andréasson S, Allebeck P: Cannabis, Psychosis, and Mortality: A Cohort Study of 50,373 Swedish Men. Am J Psychiatry. 2016 Apr 22:appiajp201614050637.
12. Michael J Zvolensky, Jafar Bakhshaie, Brooke Y Redmond, Lorra Garey, Marcel de Dios, Miguel Ángel Cano, Norman B Schmidt: Anxiety sensitivity reduction-smoking cessation intervention among individuals who engage in dual cigarette and cannabis use: A secondary analysis. J Subst Use Addict Treat. 2024 Jan:156:209211.
13. Shannon Gravely, Pete Driezen, Erin A McClure, Danielle M Smith, Geoffrey T Fong: Prevalence of depressive symptoms and cannabis use among adult cigarette smokers in Canada: cross-sectional findings from the 2020 International Tobacco Control Policy Evaluation Project Canada Smoking and Vaping Survey. CMAJ Open. 2023 Jun 13;11(3):E516-E526.
14. Filbey FM, McQueeny T, Kadamangudi S, Bice C, Ketcherside A: Combined effects of marijuana and nicotine on memory performance and hippocampal volume. Behav Brain Res. 2015 Oct 15;293:46-53.
15. Navin Kumar, Cheneal Puljević, Jason Ferris, Adam Winstock, Monica J Barratt: The Intersection between Spliff Usage, Tobacco Smoking, and Having the First Joint after Waking. Sci Rep. 2020 May 6;10(1):7650.
16. Abra M Jeffers, Stanton Glantz, Amy L Byers, Salomeh Keyhani: Association of Cannabis Use With Cardiovascular Outcomes Among US Adults. J Am Heart Assoc. 2024 Mar 5;13(5):e030178.
17. Albert Stuart Reece: Chronic toxicology of cannabis. Clin Toxicol (Phila). 2009 Jul;47(6):517-24.
18. Antonia Sophocleous, Roy Robertson, Nuno B Ferreira, James McKenzie, William D Fraser, Stuart H Ralston: Heavy Cannabis Use Is Associated With Low Bone Mineral Density and an Increased Risk of Fractures. Am J Med . 2017 Feb;130(2):214-221.
19. Weidong Weng, Hongming Li, Sheng Zhu: An Overlooked Bone Metabolic Disorder: Cigarette Smoking-Induced Osteoporosis. Genes (Basel). 2022 Apr 30;13(5):806.
20. Zheng Jing, Yuzhou Li, He Zhang, Tao Chen, Jinrui Yu, Xinxin Xu, Yulong Zou, Xu Wang, Kai Xiang, Xuerui Gong, Ping He, Yiru Fu, Mingxing Ren, Ping Ji, Sheng Yang: Tobacco toxins induce osteoporosis through ferroptosis. Redox Biol. 2023 Nov:67:102922.
21. P Pradère, A M Ruppert, G Peiffer, J Perriot, M Adler, M Underner: [Inhaled marijuana and the lung, a toxic cocktail?] Rev Mal Respir. 2022 Oct;39(8):708-718.
22. Tracey M Keogh, Alan Budney, Sharon Allen, Dorothy Hatsukami, Briana DeAngelis, Mustafa al'Absi: Impact of nicotine, cannabis, co-use and non-use on single day morning and evening cortisol and subjective state: During ambulatory assessment. Psychoneuroendocrinology. 2025 Aug 13:180:107567.
Guglielmo Lauro
medico

sabato 31 maggio 2025

Fumo, Svapo e Dipendenza: l’Allarme dell’ISS su Giovani e Nuovi Prodotti a Base di Nicotina



Un a
llarme forte, chiaro, e documentato è stato lanciato in occasione del XXVII Convegno Nazionale Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) a Roma, 30 maggio 2025.
Tema centrale dell’edizione: “Unmasking the Appeal – Smontiamo il fascino del tabacco”. Dietro la patina accattivante di frutti esotici, vapori profumati e design “tech-friendly”, i nuovi prodotti a base di nicotina nascondono rischi ben maggiori di quanto l’industria voglia far credere.

Giovani e nicotina: una combinazione esplosiva
I dati presentati al convegno parlano chiaro: gli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni sono oggi la fascia più vulnerabile all’uso di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato (HTP). Non si tratta solo di un cambio di abitudine rispetto alla sigaretta tradizionale, ma di un vero e proprio boom di consumo, con particolare incidenza tra i 14 e i 17 anni e una crescita significativa tra le ragazze.
Ma c’è di più: la nuova frontiera è il “poli-consumo”, cioè l’uso simultaneo di più dispositivi contenenti nicotina. Questo comporta un’esposizione massiccia e ripetuta non solo alla sostanza psicoattiva (nicotina), ma anche a sostanze chimiche tossiche.

Nicotina: la droga di ingresso
La preoccupazione maggiore, emersa in modo trasversale tra i relatori, riguarda il ruolo della nicotina come “gateway drug”, ovvero una porta d’accesso verso altre dipendenze. L’esposizione precoce, soprattutto durante lo sviluppo cerebrale, può alterare l’omeostasi neuronale e aumentare la vulnerabilità all’uso di cannabis, alcol e droghe pesanti. In pratica, più precocemente si inizia a svapare, più alta è la probabilità che si sviluppino dipendenze multiple in età adulta.
Più danni che benefici: il mito delle “alternative più sicure”
Contrariamente a quanto sbandierato dai produttori, le sigarette elettroniche non sono affatto esenti da rischi, né rappresentano una soluzione efficace per smettere di fumare.
Uno dei focus del convegno è stato proprio il confronto tra i diversi prodotti e l'uso in combinazione  (uso duale):

Malattia

Sigarette

E-CIG

Uso Duale

Malattie cardiovascolari

100 

100

100

Ictus

100

100

126

Malattie metaboliche

100

100

100

Asma

100

122

134

BPCO

100

53

141

Tumori cavo orale

100

87

127

Tumore del polmone

100

???

424

Considerando il valore di riferimento pari a 100 il danno alle sigarette a combustione, si riportano i valori  relativi alle e-cig e all'uso combinato di sigarette ed e-cig (uso duale).
Il dato più allarmante? L’uso combinato di e-cig e sigarette tradizionali può moltiplicare il rischio di cancro al polmone (con un rischio relativo fino a più di 4 volte maggiore rispetto alle sole sigarette!) (1).

HTP ed e-cig: trampolini per il tabacco, non strumenti di uscita
Il concetto di “riduzione del danno” è spesso evocato dall’industria, ma non trova conferma nei dati epidemiologici. Come ha sottolineato l’epidemiologo Silvano Gallus, nella realtà quotidiana:
·I nuovi prodotti non aiutano efficacemente a smettere di fumare
·Il 68% degli utenti HTP è anche fumatore di sigarette
·I non fumatori che provano HTP hanno un rischio 6 volte maggiore di iniziare a fumare sigarette convenzionali
·I “duali” sono la maggioranza tra gli utilizzatori di e-cig
Insomma, più che una via d’uscita, HTP e e-cig appaiono come una trappola d’ingresso.

Fumo passivo 2.0: un rischio sottovalutato
Altro tema critico emerso dal convegno è l’esposizione passiva. Nonostante i divieti nei luoghi chiusi, vapori contenenti nicotina e particelle ultrafini continuano a diffondersi. Gli esperti chiedono a gran voce di estendere i divieti anche agli spazi aperti: spiagge, parchi, aree gioco. I bambini e i non fumatori devono essere protetti, anche dal fumo "digitale".

Centri Antifumo: da presidio di salute a specie in estinzione
E mentre crescono i rischi, diminuiscono le risposte del sistema sanitario. Dal 2015 al 2025, i Centri Antifumo attivi in Italia sono scesi da 396 a 222: una riduzione del 43,94%

Sono stati soppressi 174 ambulatori, soprattutto nel Sud e Isole dove i Centri hanno spesso con pochi operatori e attività spesso ridotte a un paio di giorni a settimana. Una situazione in netto contrasto con la rilevanza e l’urgenza del problema sanitario rappresentato dal tabagismo.
La distribuzione dei Centri Antifumo in Italia evidenzia una marcata disomogeneità territoriale nelle risorse dedicate al supporto per la cessazione del fumo. Considerando il numero di Centri per unità di superficie, il Sud e le Isole presentano una densità inferiore a un terzo rispetto al Nord e a meno della metà rispetto al Centro. Questa disparità costituisce una criticità rilevante per le strategie di sanità pubblica finalizzate alla riduzione del tabagismo e al rafforzamento dell’equità nell’accesso ai servizi di supporto. I dati presentati al Convegno confermano, inoltre, un fenomeno già emerso negli anni precedenti: la prevalenza di fumatori risulta stabilmente più elevata nel Sud Italia e nelle Isole.
Insomma, soprattutto al Sud e Isole “Invece di spegnere le sigarette, stiamo spegnendo i Centri Antifumo”. 

Una domanda che resta sospesa: che direzione sta prendendo la lotta al tabagismo in Italia?
I Centri Antifumo sono le strutture sanitarie che producono salute a costi estremamente bassinon richiedono esami diagnostici, né farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ma offrono un supporto efficace e strutturato per aiutare i cittadini a smettere di fumare. Eppure, questi servizi continuano a essere trascurati, in particolare nel Sud e nelle Isole, dove la loro presenza resta numericamente insufficiente, frequentemente sottodimensionata e scarsamente riconosciuta dalle aziende sanitarie locali. 
Nel frattempo, la nicotina si reinventa, assumendo nuove forme — sigarette elettroniche usa e getta, eleganti dispositivi a tabacco riscaldato, astucci mimetizzabili contenenti bustine di nicotina — e conquista nuove generazioni di consumatori, spesso inconsapevoli dei rischi. I servizi pubblici per la cessazione vengono progressivamente ridimensionati o smantellati, mentre il dibattito pubblico si arena tra strategie di marketing e confusione normativa. È davvero questa la traiettoria che intendiamo seguire per tutelare la salute pubblica e le generazioni future?

1. M A Bittoni, D P Carbone, R E Harris: Vaping, Smoking and Lung Cancer Risk. J Oncol Res Ther. 2024;9(3):10229.
Guglielmo Lauro
medico

martedì 1 aprile 2025

Fumo e Salute nei Luoghi di Lavoro: a maggio parte un nuovo programma di prevenzione


A partire da maggio 2025, le aziende che aderiscono al progetto “Luoghi di Lavoro che Promuovono Salute” (LLPS) saranno coinvolte in una nuova e significativa iniziativa di prevenzione messa in campo dal Centro Antifumo di Aversa afferente al Dipartimento Dipendenze dell’ASL Caserta in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Caserta. L’obiettivo è tanto semplice quanto ambizioso: offrire un sostegno concreto ai lavoratori che desiderano liberarsi dal fumo di sigaretta.
Il progetto prevede un percorso strutturato per la cessazione del tabagismo, articolato in una serie di incontri settimanali che si svolgeranno ogni mercoledì a partire dal mese di maggio in una saletta messa a disposizione dalle aziende partecipanti. Un setting raccolto, pensato per creare uno spazio protetto e accogliente dove affrontare il cambiamento con il giusto supporto.

Il cuore dell’iniziativa è rappresentato da un approccio integrato che unisce l’esperienza clinica del Centro Antifumo alla capillarità del Dipartimento di Prevenzione. I principali obiettivi del progetto sono:

  • Sostenere i dipendenti nella cessazione del fumo, offrendo strumenti pratici e percorsi personalizzati.
  • Favorire il benessere all’interno dell’ambiente lavorativo, riducendo i rischi sanitari connessi al tabagismo.
  • Creare un ambiente di ascolto e confronto, capace di accogliere le motivazioni e le difficoltà individuali.
  • Aumentare la consapevolezza collettiva sui danni del fumo e sui benefici legati alla sua cessazione.

Per garantire un intervento efficace, il programma farà uso di diverse strategie terapeutiche:

  • Colloqui Motivazionali individuali, finalizzati a rafforzare la motivazione e a identificare ostacoli e risorse personali.
  • Approccio Cognitivo-Comportamentale, per gestire la dipendenza e prevenire le ricadute attraverso tecniche psicoeducative.
  • Materiali di Supporto, tra cui l’eventuale accesso alla terapia farmacologica iniziale, brochure informative e gadget motivazionali.

Elemento distintivo dell’iniziativa è la distribuzione di un set esclusivo di 8 brochure realizzate dal Centro Antifumo, pensate per informare e motivare attraverso un linguaggio accessibile e scientificamente rigoroso. Ogni opuscolo affronta il legame tra il fumo e specifiche condizioni patologiche o lavorative:

1. Fumo e Epatite C (HCV) – Evidenzia come il tabagismo aggravi la progressione dell’HCV e aumenti il rischio di carcinoma epatocellulare.
2. Fumo e Disfunzioni Sessuali – Spiega l’impatto del fumo sulla funzione erettile e sulla salute sessuale, spesso sottovalutato.
3. Fumo e Sovrappeso – Affronta il tema del timore dell’aumento di peso dopo la cessazione e offre strategie per prevenirlo.
4. Fumo e Patologie Prostatiche – Illustra il legame tra fumo e disturbi della prostata, inclusi i rischi oncologici.
5. Fumo e Diabete – Esamina come il fumo peggiori il controllo glicemico e aumenti il rischio di complicanze.
6. 
Il Lavoratore Maturo e il Fumo – Dedicata ai lavoratori over 50, pone l’accento sul valore della cessazione anche in età avanzata.
7. Fumo sul Lavoro – Analizza l’impatto del fumo in contesti professionali, tra produttività, sicurezza e clima aziendale.
8. Fumo ed Eritrocitosi – Approfondisce l’associazione con l’aumento della viscosità del sangue e il rischio cardiovascolare.

Questo progetto rappresenta un esempio concreto di sanità pubblica che esce dagli ambulatori per entrare nei luoghi dove le persone vivono e lavorano, mettendo in rete risorse, competenze e volontà di cambiamento. L’ASL Caserta, attraverso questa iniziativa, non solo offre un servizio, ma lancia un messaggio forte: smettere di fumare è possibile, e farlo insieme rende il percorso più efficace e umano. Un’opportunità che le aziende illuminate non dovrebbero lasciarsi sfuggire.

Guglielmo Lauro
medico

lunedì 31 marzo 2025

La sicurezza sul lavoro nelle linee di produzione di tabacco e sigarette elettroniche: un aspetto troppo spesso trascurato!

 

L'industria del tabacco e, più recentemente, quella delle sigarette elettroniche, sono settori in continua espansione. Sebbene la domanda globale sia in crescita, in particolare per i dispositivi da svapo – con la Cina che produce circa l'80% dei dispositivi mondiali – la sicurezza dei lavoratori coinvolti rimane un aspetto troppo spesso trascurato. Un'indagine condotta dal team cinese Machina e divulgata a gennaio 2024, ha rivelato condizioni preoccupanti in uno dei maggiori stabilimenti cinesi di produzione di sigarette elettroniche, mettendo in luce pratiche rischiose sui prodotti da parte degli operai stessi. Questo solleva importanti interrogativi sulle tutele e le normative vigenti, dalla raccolta del tabacco fino al prodotto finito.
Il percorso di una sigaretta o di un dispositivo da svapo inizia ben prima dell'assemblaggio finale, con la raccolta e lo stoccaggio del tabacco. In queste fasi iniziali, la mancanza di un'adeguata applicazione dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) espone i lavoratori a rischi significativi.
La manipolazione diretta delle foglie di tabacco senza guanti adeguati (es. guanti in nitrile di spessore di almeno 0,22 mm) (1) può portare all'assorbimento cutaneo di nicotina, causando la malattia del tabacco verde (GTS) (2, 3, 4, 5). Questa è una forma di avvelenamento acuto da nicotina che si manifesta con nausea, vomito, cefalea e vertigini (5). Inoltre, in ambienti umidificati dove vengono stoccate le foglie di tabacco, la mancanza di condizioni igieniche e di ventilazione ottimali può esporre i lavoratori alla polmonite da ipersensibilità professionale, una grave forma di polmonite causata dall'esposizione a muffe e funghi presenti sulle foglie (6, 7). L'uso di maschere filtranti e occhiali protettivi è, pertanto, fondamentale per prevenire l'inalazione di particelle e proteggere gli occhi da irritazioni o contaminazioni.

L'indagine condotta da Machina ha evidenziato come, negli stabilimenti di produzione di sigarette elettroniche, numerosi passaggi siano ancora eseguiti manualmente. Questo include l'assemblaggio di componenti delicati, il riempimento dei serbatoi con liquidi aromatizzati alla nicotina e, cosa più allarmante, il test finale dei prodotti.
È proprio in quest'ultima fase che si riscontrano le pratiche più rischiose: i lavoratori testano personalmente i dispositivi "svapando" per verificarne il funzionamento o il sapore. Questa attività, apparentemente innocua, rappresenta in realtà una seria minaccia per la salute. L'esposizione prolungata ai vapori contenenti nicotina, glicole propilenico, glicerolo e aromi chimici può causare danni respiratori, cardiovascolari e neurologici. Per chi svolge questa mansione quotidianamente, come parte del proprio lavoro, il rischio per la salute è moltiplicato in modo esponenziale.
La qualifica è di Professional Vape Tester, ma nella realtà, questi "custodi della qualità" sono poco più che operai "usa e getta" per sigarette elettroniche a loro volta "usa e getta". Testare fino a 10.000 dispositivi al giorno, come emerge dal servizio (di cui si riporta una breve clip), significa condannare la salute di questi lavoratori a un danno irrimediabile.
La pratica del test volontario tramite inalazione umana è non solo inappropriata, ma dovrebbe essere considerata illegale. Nonostante l'industria sia regolamentata da normative internazionali sulla sicurezza sul lavoro, troppe aziende continuano a ignorare questi aspetti fondamentali. 
Gli assaggiatori umani sono una figura storica e, per certi versi, intrinseca all'industria del tabacco sin dalle sue origini. Per decenni, e ancora oggi per le sigarette a combustione tradizionali, il loro palato e i loro sensi sono stati considerati insostituibili per valutare le miscele, il tiraggio, l'aroma e la qualità complessiva del prodotto.
Mentre in passato l'assaggio umano era l'unico modo per valutare certe caratteristiche organolettiche, ora abbiamo a disposizione strumenti analitici avanzati in grado di replicare e misurare con precisione numerosi parametri senza richiedere il coinvolgimento fisico dei lavoratori. L'adozione di queste tecnologie non solo tutelerebbe la salute del personale, ma garantirebbe anche una maggiore oggettività e precisione.
Eppure, la realtà, come dimostrano studi scientifici e testimonianze dirette di lavoratori che testano i dispositivi svapando, è spesso ben diversa. Cosicché la categoria di lavoratori dei prodotti del tabacco è quotidianamente esposta a rischi che pochi conoscono e ancor meno efficacemente regolamentata.
Orari di lavoro prolungati, tipici di contesti come la Cina, uniti a una cultura aziendale tossica – spesso riscontrabile nelle aziende di prodotti del tabacco o a base di nicotina – creano ambienti di lavoro che favoriscono direttamente la dipendenza e causano danni alla salute. Questo si aggiunge al fatto che il prodotto stesso è un potente vettore di addiction.
Insomma, nonostante decenni di evidenze scientifiche sui danni del fumo e le crescenti regolamentazioni, l'industria del tabacco continua a operare in un modo che, pur di perseguire i propri obiettivi commerciali e profitti, ignora o minimizza la salute degli individui. Questo vale per l'intera filiera, dalla catena di produzione (agricoltori, operai nelle fabbriche, tobacco tester) alla catena di promozione (dai Marlboro Man agli odierni influencer e testimonial).

A questo punto andiamo oltre le linee di produzione del tabacco ed ecig e osserviamo che le vittime dell'industria del tabacco non si limitano a chi fuma e a chi le produce ma si estendono tristemente anche a coloro che hanno contribuito a venderne l'immagine, e i Marlboro Man ne sono un esempio lampante e tragico. Il "Marlboro Man", il cowboy affascinante e rude simbolo di mascolinità e libertà negli anni '50 e '60, ha rappresentato una delle campagne pubblicitarie più incisive della storia, generando enormi benefici economici per l’azienda produttrice di tabacco. Tuttavia, dietro l'immagine da copertina, si cela una realtà molto più amara. Diversi degli attori e modelli che hanno interpretato il Marlboro Man sono morti a causa di malattie legate al fumo.
I "Marlboro Man" di oggi sono molto più sfuggenti e si nascondono dietro a strategie di marketing più sottili e pervasive. Sono gli "influencer dello svapo" che mostrano l'uso dei prodotti, ne recensiscono i sapori, i design, o semplicemente li incorporano nel loro lifestyle attraente perpetuando il danno alla salute pubblica oltre che alla propria.

1. R Foddis, M Iuzzolini, E Pantani, A Ferraro, A Baggiani, A Cristaudo: [Study on the efficacy of personal protective equipment for skin against nicotine absorption through the skin route in tobacco workers]. G Ital Med Lav Ergon. 2012 Jul-Sep;34(3 Suppl):150-2.
2. Marcelo Soares da Mota E Silva, Maria da Glória da Costa Carvalho, Josino Costa Moreira, Emiliano de Oliveira Barreto, Karol Fireman de Farias, Cristiane Araújo Nascimento, Francisca Maria Nunes da Silva, Tiago Gomes de Andrade, Ronir Raggio Luiz, Rodrigo Soares de Moura Neto, Fernanda Lattario Ribeiro: Green Tobacco Sickness among Brazilian farm workers and genetic polymorphisms. BMC Res Notes. 2018 Jan 12;11(1):20. 
3. Jodel Alves, Fernanda R Da Silva, Vivian Kahl, Juliana Reyes, Elisiane Lima, Marina B Abreu, Flávia V Thiesen, Denise Leal Dos Santos, Mirian Salvador, Cátia Dos Santos Branco, Armen Nersesyan, Siegfried Knasmuller, Juliana Da Silva: Impact of nicotine-induced green tobacco sickness on DNA damage and the relation with symptoms and alterations of redox status in tobacco farmers. Ecotoxicol Environ Saf. 2020 Dec 15:206:111397.
4. Taylor J Arnold, Sara A Quandt, Thomas A Arcury, Jennifer W Talton, Joanne C Sandberg, Stephanie S Daniel: Salivary Cotinine Levels of Hired Latino Youth Tobacco Workers in North Carolina. J Agromedicine. 2024 Jul;29(3):499-503.
5. Lewis H Ziska, Robbie M Parks: Recent and projected changes in global climate may increase nicotine absorption and the risk of green tobacco sickness. Commun Med (Lond). 2024 Aug 3;4(1):158.
6. Vincenzo Zagà, Marco Dell'Omo, Nicola Murgia, Marco Mura: Tobacco Worker's Lung: A Neglected Subtype of Hypersensitivity Pneumonitis. Lung. 2021 Feb;199(1):13-19
7. Xinliang Zhang, Bukhtiyarov Igor, Dudnik Elena, Rumyantseva Olga, Oleg Glazachev: Prevalence of occupational hypersensitivity pneumonitis: a systematic review and meta-analysis. Int J Environ Health Res. 2024 Nov;34(11):3891-3908.

Guglielmo Lauro
medico