L'industria del tabacco e, più recentemente, quella delle sigarette elettroniche, sono settori in continua espansione. Sebbene la domanda globale sia in crescita, in particolare per i dispositivi da svapo – con la Cina che produce circa l'80% dei dispositivi mondiali – la sicurezza dei lavoratori coinvolti rimane un aspetto troppo spesso trascurato. Un'indagine condotta dal team cinese Machina e divulgata a gennaio 2024, ha rivelato condizioni preoccupanti in uno dei maggiori stabilimenti cinesi di produzione di sigarette elettroniche, mettendo in luce pratiche rischiose sui prodotti da parte degli operai stessi. Questo solleva importanti interrogativi sulle tutele e le normative vigenti, dalla raccolta del tabacco fino al prodotto finito.
Il percorso di una sigaretta o di un dispositivo da svapo inizia ben prima dell'assemblaggio finale, con la raccolta e lo stoccaggio del tabacco. In queste fasi iniziali, la mancanza di un'adeguata applicazione dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) espone i lavoratori a rischi significativi.
La manipolazione diretta delle foglie di tabacco senza guanti adeguati (es. guanti in nitrile di spessore di almeno 0,22 mm) (1) può portare all'assorbimento cutaneo di nicotina, causando la malattia del tabacco verde (GTS) (2, 3, 4, 5). Questa è una forma di avvelenamento acuto da nicotina che si manifesta con nausea, vomito, cefalea e vertigini (5). Inoltre, in ambienti umidificati dove vengono stoccate le foglie di tabacco, la mancanza di condizioni igieniche e di ventilazione ottimali può esporre i lavoratori alla polmonite da ipersensibilità professionale, una grave forma di polmonite causata dall'esposizione a muffe e funghi presenti sulle foglie (6, 7). L'uso di maschere filtranti e occhiali protettivi è, pertanto, fondamentale per prevenire l'inalazione di particelle e proteggere gli occhi da irritazioni o contaminazioni.
L'indagine condotta da Machina ha evidenziato come, negli stabilimenti di produzione di sigarette elettroniche, numerosi passaggi siano ancora eseguiti manualmente. Questo include l'assemblaggio di componenti delicati, il riempimento dei serbatoi con liquidi aromatizzati alla nicotina e, cosa più allarmante, il test finale dei prodotti.
È proprio in quest'ultima fase che si riscontrano le pratiche più rischiose: i lavoratori testano personalmente i dispositivi "svapando" per verificarne il funzionamento o il sapore. Questa attività, apparentemente innocua, rappresenta in realtà una seria minaccia per la salute. L'esposizione prolungata ai vapori contenenti nicotina, glicole propilenico, glicerolo e aromi chimici può causare danni respiratori, cardiovascolari e neurologici. Per chi svolge questa mansione quotidianamente, come parte del proprio lavoro, il rischio per la salute è moltiplicato in modo esponenziale.
La qualifica è di Professional Vape Tester, ma nella realtà, questi "custodi della qualità" sono poco più che operai "usa e getta" per sigarette elettroniche a loro volta "usa e getta". Testare fino a 10.000 dispositivi al giorno, come emerge dal servizio (di cui si riporta una breve clip), significa condannare la salute di questi lavoratori a un danno irrimediabile.
La pratica del test volontario tramite inalazione umana è non solo inappropriata, ma dovrebbe essere considerata illegale. Nonostante l'industria sia regolamentata da normative internazionali sulla sicurezza sul lavoro, troppe aziende continuano a ignorare questi aspetti fondamentali. Gli assaggiatori umani sono una figura storica e, per certi versi, intrinseca all'industria del tabacco sin dalle sue origini. Per decenni, e ancora oggi per le sigarette a combustione tradizionali, il loro palato e i loro sensi sono stati considerati insostituibili per valutare le miscele, il tiraggio, l'aroma e la qualità complessiva del prodotto.Mentre in passato l'assaggio umano era l'unico modo per valutare certe caratteristiche organolettiche, ora abbiamo a disposizione strumenti analitici avanzati in grado di replicare e misurare con precisione numerosi parametri senza richiedere il coinvolgimento fisico dei lavoratori. L'adozione di queste tecnologie non solo tutelerebbe la salute del personale, ma garantirebbe anche una maggiore oggettività e precisione.
Eppure, la realtà, come dimostrano studi scientifici e testimonianze dirette di lavoratori che testano i dispositivi svapando, è spesso ben diversa. Cosicché la categoria di lavoratori dei prodotti del tabacco è quotidianamente esposta a rischi che pochi conoscono e ancor meno efficacemente regolamentata.
Orari di lavoro prolungati, tipici di contesti come la Cina, uniti a una cultura aziendale tossica – spesso riscontrabile nelle aziende di prodotti del tabacco o a base di nicotina – creano ambienti di lavoro che favoriscono direttamente la dipendenza e causano danni alla salute. Questo si aggiunge al fatto che il prodotto stesso è un potente vettore di addiction.
Insomma, nonostante decenni di evidenze scientifiche sui danni del fumo e le crescenti regolamentazioni, l'industria del tabacco continua a operare in un modo che, pur di perseguire i propri obiettivi commerciali e profitti, ignora o minimizza la salute degli individui. Questo vale per l'intera filiera, dalla catena di produzione (agricoltori, operai nelle fabbriche, tobacco tester) alla catena di promozione (dai Marlboro Man agli odierni influencer e testimonial).
A questo punto andiamo oltre le linee di produzione del tabacco ed ecig e osserviamo che le vittime dell'industria del tabacco non si limitano a chi fuma e a chi le produce ma si estendono tristemente anche a coloro che hanno contribuito a venderne l'immagine, e i Marlboro Man ne sono un esempio lampante e tragico. Il "Marlboro Man", il cowboy affascinante e rude simbolo di mascolinità e libertà negli anni '50 e '60, ha rappresentato una delle campagne pubblicitarie più incisive della storia, generando enormi benefici economici per l’azienda produttrice di tabacco. Tuttavia, dietro l'immagine da copertina, si cela una realtà molto più amara. Diversi degli attori e modelli che hanno interpretato il Marlboro Man sono morti a causa di malattie legate al fumo.
I "Marlboro Man" di oggi sono molto più sfuggenti e si nascondono dietro a strategie di marketing più sottili e pervasive. Sono gli "influencer dello svapo" che mostrano l'uso dei prodotti, ne recensiscono i sapori, i design, o semplicemente li incorporano nel loro lifestyle attraente perpetuando il danno alla salute pubblica oltre che alla propria.
1. R Foddis, M Iuzzolini, E Pantani, A Ferraro, A Baggiani, A Cristaudo: [Study on the efficacy of personal protective equipment for skin against nicotine absorption through the skin route in tobacco workers]. G Ital Med Lav Ergon. 2012 Jul-Sep;34(3 Suppl):150-2.
2. Marcelo Soares da Mota E Silva, Maria da Glória da Costa Carvalho, Josino Costa Moreira, Emiliano de Oliveira Barreto, Karol Fireman de Farias, Cristiane Araújo Nascimento, Francisca Maria Nunes da Silva, Tiago Gomes de Andrade, Ronir Raggio Luiz, Rodrigo Soares de Moura Neto, Fernanda Lattario Ribeiro: Green Tobacco Sickness among Brazilian farm workers and genetic polymorphisms. BMC Res Notes. 2018 Jan 12;11(1):20.
3. Jodel Alves, Fernanda R Da Silva, Vivian Kahl, Juliana Reyes, Elisiane Lima, Marina B Abreu, Flávia V Thiesen, Denise Leal Dos Santos, Mirian Salvador, Cátia Dos Santos Branco, Armen Nersesyan, Siegfried Knasmuller, Juliana Da Silva: Impact of nicotine-induced green tobacco sickness on DNA damage and the relation with symptoms and alterations of redox status in tobacco farmers. Ecotoxicol Environ Saf. 2020 Dec 15:206:111397.
4. Taylor J Arnold, Sara A Quandt, Thomas A Arcury, Jennifer W Talton, Joanne C Sandberg, Stephanie S Daniel: Salivary Cotinine Levels of Hired Latino Youth Tobacco Workers in North Carolina. J Agromedicine. 2024 Jul;29(3):499-503.
5. Lewis H Ziska, Robbie M Parks: Recent and projected changes in global climate may increase nicotine absorption and the risk of green tobacco sickness. Commun Med (Lond). 2024 Aug 3;4(1):158.
6. Vincenzo Zagà, Marco Dell'Omo, Nicola Murgia, Marco Mura: Tobacco Worker's Lung: A Neglected Subtype of Hypersensitivity Pneumonitis. Lung. 2021 Feb;199(1):13-19
7. Xinliang Zhang, Bukhtiyarov Igor, Dudnik Elena, Rumyantseva Olga, Oleg Glazachev: Prevalence of occupational hypersensitivity pneumonitis: a systematic review and meta-analysis. Int J Environ Health Res. 2024 Nov;34(11):3891-3908.
Guglielmo Lauro
medico
Il Marlboro Man era solo la prima maschera di un inganno che oggi indossano influencer e content creator, trasformando veleni in tendenze. Finché il profitto continuerà a cavalcare sulla salute delle persone, il vero "cowboy" di questa storia rimarrà sempre l’industria del tabacco, intenta ad aprire sempre nuovi orizzonti di consumo mentre lascia dietro di sé solo cicatrici e cenere.
RispondiEliminaGrazie di cuore per il tuo commento che ha saputo restituire con parole potenti l’essenza della parte finale dell’articolo. La tua riflessione aggiunge valore e ci ricorda quanto sia importante smascherare, oggi più che mai, le nuove maschere del vecchio inganno.
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