domenica 31 luglio 2022

Lo stigma della “malattia del fumatore”: un ostacolo agli interventi di prevenzione secondaria e alle cure

Le campagne contro il tabacco hanno avuto ovunque un certo successo nell'educare le persone sui rischi del fumo e non vi è dubbio che molte vite sono state salvate grazie a questi sforzi. Tuttavia, ne è conseguito un risultato non intenzionale: l’opinione pubblica considera il cancro del polmone come la "malattia del fumatore". Cosicché a differenza di chi ha altre forme di cancro, coloro che lo hanno contratto al polmone spesso si sentono additati come quelli che, in qualche modo, il cancro se lo sono cercato e non "meritano" di ricevere il supporto incondizionato al pari di altri malati oncologici. Per questo motivo la Global Lung Cancer Coalition ha dichiarato innanzitutto che nessun essere umano merita di soffrire per questa malattia e lancia la prima “Carta dei Diritti” per i malati di cancro del polmone.  La carta asserisce che tutti i pazienti colpiti da detta patologia oncologica hanno il diritto di non provare vergogna della propria malattia, e che se, come spesso avviene, la vittima è un fumatore, questi deve essere aiutato a superare la dipendenza da tabacco.
Dunque, quali sono i sentimenti che le persone provano nei confronti di un fumatore con cancro al polmone? 
La persona che non fuma, spesso non riesce a nascondere sentimenti di stigmatizzazione… Fumavi? E allora cosa ti aspettavi? Mentre la persona che fuma, condividendo lo stesso fattore di rischio, per forza di cose è più empatica e si mostra affettivamente più vicina. In realtà qual è la posizione da assumere nei confronti del fumatore con tumore al polmone o con noduli sospetti di natura da determinare? Bisogna innanzitutto ricordare che la nicotina è una sostanza che crea forte dipendenza e attenua la capacità di prendere decisioni efficaci in merito al cambiamento del comportamento. Pertanto, più una persona crede che un individuo possa scegliere se fumare o meno, più incolperà e assegnerà attribuzioni negative a coloro che hanno sviluppato un cancro polmonare. In effetti la scelta di iniziare a fumare avviene generalmente in adolescenza, quando non si può fare affidamento su una solida capacità di intendere e di volere, almeno in termini di responsabilità; quindi pensare che la decisione di iniziare a fumare sia frutto di una scelta volontaria e consapevole è fuorviante e riduttivo. Non solo, ma bisogna anche rendersi conto che continuare a fumare danneggia la capacità di controllo sulla cessazione e praticamente compromette la volontà di smettere.
La denormalizzazione del fumo attraverso campagne mediatiche, le avvertenze sui prodotti del tabacco e le politiche antifumo sono tutti fattori che, nel caso di fumatore a rischio per tumore tabacco-correlato, si traducono in un carico psicologico spesso insostenibile che porta a nascondere il problema attraverso il ritiro sociale, l’emarginazione, la scarsa aderenza a campagne di screening. La stigmatizzazione dei fumatori a rischio di cancro polmonare rappresenta, dunque, una barriera per la cessazione del fumo. In effetti proprio a causa dello stigma, ovvero della connotazione negativa che il fumatore percepisce, ne consegue una più scarsa aderenza ai programmi di screening dei tumori al polmone rispetto a quella di altri tipi di screening oncologici; e ciò per una serie di motivi:
a) il sentimento di svalutazione che il fumatore percepisce per l’eventualità di essersi procurato una grave malattia correlata alla propria dipendenza dal tabacco
b) la paura di essere giudicati e incolpati dai familiari e dai conoscenti
c)  l’imbarazzo di dover affrontare l'atteggiamento negativo dei sanitari o di sentirsi dire "Peccato che non abbia smesso di fumare prima!" quindi per la preoccupazione di essere considerati immaturi, irresponsabili, incoscienti dal personale sanitario
d) sentirsi obbligato a smettere per non inficiare le attività sanitarie di screening
e) la paura di non ricevere un’assistenza sanitaria attenta o che essa sia influenzata negativamente dalla propria storia di fumo e quindi di essere discriminati rispetto ad altri pazienti.
Peraltro, lo stigma che circonda “la malattia dei fumatori” è responsabile anche di sviare gli interessi sanitari di sorveglianza epidemiologica. Infatti, nonostante gli alti tassi di nuove diagnosi di cancro ai polmoni, le relative attività di ricerca e di screening sono incredibilmente sottofinanziate rispetto ad altre malattie oncologiche.
 
Per migliorare la gestione dei pazienti che possono aver ricevuto conferma di diagnosi di tumore al polmone e che continuano a fumare, può essere utile misurare lo stigma percepito. In tal modo sarà possibile acquisire una maggiore comprensione del ruolo dello stigma come barriera per la cessazione del fumo, di potenziare la motivazione del paziente e perfezionare i percorsi di cessazione attraverso un appropriato sostegno psicologico. Va osservato che spesso la cessazione in questi pazienti è difficile per le risorse psicologiche spesso depauperate. La ricerca scientifica ribadisce che smettere di fumare è sempre vantaggioso anche dopo una diagnosi di tumore polmonare (1), infatti, la cessazione tabagica resta sempre una parte integrante del trattamento del cancro del polmone (2).
La collaborazione del Centro Antifumo Quit con l’Ospedale Monaldi di Napoli si svolge, dunque, anche affrontando lo stigma della malattia del fumatore, cercando di abbattere le barriere psicologiche ad esso correlate, sfruttando il momento di maggiore consapevolezza e percezione del rischio del paziente fumatore attraverso i contatti presso le suddette strutture sanitarie. Pertanto, si sottolinea l'importanza di un programma di trattamento del tabacco dedicato e personalizzato all'interno di ogni programma di screening del cancro del polmone (3, 4) sicuramente attivato anche in altri centri antifumo che collaborano con i centri RISP (Rete Italiana Screening Polmonare).
 
Si allega uno strumento (CLCSS) per misurare lo stigma del cancro polmonare percepito dal paziente e quindi per orientare il sostegno psicologico in base all'analisi dimensionale relativa ai punteggi dei tre fattori (a] vergona e colpa, b] isolamento sociale, c] discriminazione).
Per accedere al test clicca qui, per lo scoring clicca qui.

In effetti, una strategia per promuovere in maniera più efficace lo screening del cancro polmonare consiste anche e soprattutto nel puntare sulla centralità delle emozioni del paziente (5), motivandolo a proteggere la propria salute, aiutandolo a ridurre eventuali barriere psicologiche e a migliorare la propria l'autoefficacia (fiducia nella propria capacità di raggiungere un obiettivo definito).

1. Saverio Caini, Marco Del Riccio, Virginia Vettori, Vieri Scotti, Chiara Martinoli, Sara Raimondi, Giulio Cammarata, Domenico Palli, Marco Banini, Giovanna Masala, Sara Gandini: Quitting Smoking At or Around Diagnosis Improves the Overall Survival of Lung Cancer Patients: A Systematic Review and Meta-Analysis. J Thorac Oncol. 2022 May;17(5):623-636.
2. Christian Reinhardt, Markus Harden, Christoph Herrmann-Lingen, Achim Rittmeyer, Stefan Andreas: Smoking cessation by combined medication and counselling: a feasibility study in lung cancer patients. BMC Pulm Med. 2022 Jun 27;22(1):252.
3. Ankita Ghatak, Sean Gilman, Siobhan Carney, Anne V Gonzalez, Andrea Benedetti, Nicole Ezer: Smoking Cessation by Phone Counselling in a Lung Cancer Screening Program: A Retrospective Comparative Cohort Study. Can Respir J. 2022 Apr 21;2022:5446751.
4. Randi M Williams, Marisa Cordon, Ellie Eyestone, Laney Smith, George Luta, Brady J McKee, Shawn M Regis, David B Abrams, Raymond S Niaura, Cassandra A Stanton, Vicky Parikh, Kathryn L Taylor, Lung Screening, Tobacco, Health Trial: Improved motivation and readiness to quit shortly after lung cancer screening: Evidence for a teachable moment. Cancer. 2022 May 15;128(10):1976-1986.
5. Rebecca E Olson, Lisa Goldsmith, Sara Winter, Elizabeth Spaulding, Nicola Dunn, Sarah Mander, Alyssa Ryan, Alexandra Smith, Henry M Marshall: Emotions and lung cancer screening: Prioritising a humanistic approach to care. Health Soc Care Community. 2022 Jul 27. 
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche:

2 commenti:

  1. Lo stigma della "malattia del fumatore" colpisce più il sesso maschile o quello femminile?

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    Risposte
    1. Si presuppone che le donne fumatrici affrontino uno stigma sociale maggiore rispetto ai fumatori maschi (1,2). Tuttavia, studi in merito necessiterebbero di conferme anche in considerazione del fatto che il senso di colpa e la paura legati al cancro ai polmoni sono stati descritti anche come fattori motivanti dello screening (2) e quindi possono essere sia un cancello d'entrata che di uscita dallo stigma, in cui molto dipende dalla capacità del personale sanitario di dare un approccio umanitario alle cure.

      1. Stella Snyder, Juliet L Kroll, Aileen B Chen, Mara B Antonoff, Claire Chunyi Yang, Kathrin Milbury: Moderators of the association between stigma and psychological and cancer-related symptoms in women with non-small cell lung cancer. Psychooncology. 2022 Jun 20.
      2. Rebecca E Olson, Lisa Goldsmith, Sara Winter, Elizabeth Spaulding, Nicola Dunn, Sarah Mander, Alyssa Ryan, Alexandra Smith, Henry M Marshall: Emotions and lung cancer screening: Prioritising a humanistic approach to care. Health Soc Care Community. 2022 Jul 27.

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