venerdì 31 gennaio 2025

La gestione della cessazione del fumo: graduale o di colpo


Il ruolo del muco nelle vie respiratorie Il muco delle vie respiratorie ha funzione protettiva, serve infatti ad intrappolare polveri, allergeni, pollini, microrganismi (batteri, virus) responsabili di infiammazioni e infezioni delle vie respiratorie. Ogni giorno il nostro organismo produce dai 20 ai 100 ml di muco con funzione protettiva e lubrificante, se però esso cambia colore e consistenza si parla di catarro che in condizioni di infezione o infiammazione può raggiungere o superare i 500 ml al giorno.

L’impatto della cessazione del fumo sul processo di pulizia delle vie respiratorie 
Dopo la cessazione del fumo, le ciglia dell’epitelio respiratorio iniziano a recuperare la loro funzione, portando a un’espulsione più efficace del muco accumulato. Questo processo può causare un incremento temporaneo della produzione di catarro e della tosse, poiché i polmoni iniziano a espellere le tossine e i residui accumulati durante gli anni di fumo. Questo fenomeno è legato alla rigenerazione delle cellule caliciformi mucipare e delle cellule epiteliali ciliate più o meno danneggiate dal fumo. Le prime producono muco e le seconde con le ciglia vibratili, non più paralizzate dal fumo, riprendono la loro funzione di eliminare il muco e le sostanze accumulate a causa del fumo. 
Quando un fumatore smette di fumare può manifestarsi una tosse che è generalmente considerata un segno positivo indicando il processo naturale di pulizia dei polmoni. Essa ha caratteristiche diverse da quella tipica del fumatore attivo: è più produttiva e può includere dispnea se la produzione di catarro è abbondante, può essere più intensa, può comparire subito dopo aver smesso e può avere durata variabile (settimane o mesi).  
Di norma, la cessazione del fumo da sola porta a un netto miglioramento della clearance mucociliare. L’attività fisica favorisce la mobilizzazione delle secrezioni, mentre una corretta idratazione aiuta a mantenere il muco fluido in modo naturale. Per questo motivo, le strategie non farmacologiche dovrebbero rappresentare sempre il primo approccio. 
L’apparato respiratorio, infatti, possiede una straordinaria capacità di recupero. Tuttavia, in presenza di sintomi particolarmente fastidiosi, come una tosse produttiva intensa o una difficoltà nell'espulsione del catarro tale da compromettere la funzione respiratoria, potrebbe essere opportuno un uso mirato di espettoranti (mucolitici e mucoregolatori). In questi casi, tali farmaci possono contribuire a migliorare il comfort del paziente e a facilitare il percorso di cessazione del fumo.  
Smettere di colpo porta a una fase iniziale più intensa di tosse e produzione di muco, ma accelera la pulizia delle vie respiratorie (le ciglia vibratili riprendono la loro attività in modo più rapido e intenso). La cessazione graduale riduce il fastidio iniziale, ma prolunga il periodo di adattamento (la ripresa delle ciglia vibratili è più lenta, poiché l'esposizione alle tossine del fumo continua, anche se in misura ridotta). 
 
Cosa cambia dopo aver smesso di fumare 
Dopo la cessazione del fumo, l’espettorato nelle fasi iniziali tende ad essere più denso e viscoso, ma poi quando le vie respiratorie iniziano a ripulirsi l'espettorato tende a diventare più fluido e chiaro, specialmente se si beve molto perché i liquidi aiutano a fluidificare il muco. 
L'espettorato giallastro o ambrato che si può osservare nei fumatori è costituito principalmente da muco, cellule morte, e detriti cellulari provenienti dalle vie respiratorie, ma anche secrezioni infiammatorie e residui di polveri sottili del fumo. 
Nella normale clearance post-fumo il colore giallastro che si può rilevare nell'espettorato è dovuto alla presenza di neutrofili (globuli bianchi che vengono reclutati nelle vie respiratorie in risposta a un'infiammazione) i quali contengono mieloperossidasi (MPO), un enzima che conferisce al muco una colorazione giallastra. 
La MPO è un enzima che contiene un gruppo eme e quando viene rilasciato in grandi quantità conferisce al muco un colore ancora più carico e tendente al verdastro. Specificamente i neutrofili inglobano i patogeni (come batteri e funghi) in vescicole intracellulari chiamate fagosomi. Successivamente, i granuli dei neutrofili contenenti mieloperossidasi (MPO) si fondono con i fagosomi e la MPO utilizza il perossido di idrogeno (H₂O₂) e lo ione cloruro (Cl⁻) per generare acido ipocloroso (HOCl); tale acido ipocloroso danneggia le membrane cellulari dei suddetti microrganismi patogeni. 
Nei fumatori attivi, l’MPO è iperattivata a causa dell’infiammazione cronica indotta dal fumo. Smettendo di fumare, la MPO può rimanere attiva per un periodo, mentre il sistema respiratorio cerca di eliminare muco e detriti accumulati. Inoltre, può capitare il sistema immunitario per riparare i danni causati dal fumo determini un aumento temporaneo dell'infiammazione che sostiene l’iperattivazione della MPO con un paradossale peggioramento delle malattie polmonari croniche come la bronchite cronica e l'enfisema; ciò può rallentare il processo di guarigione. 
 
Cessazione improvvisa o graduale: quale impatto sul muco e la tosse? 
Se un fumatore ha già problemi respiratori cronici, come asma grave o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), smettere di fumare all'improvviso o accelerare l’espettorazione tramite mucolitici potrebbe temporaneamente aggravare questi problemi a causa dell’aumento della produzione di muco e di un possibile aumento dell'infiammazione. Una cessazione graduale può aiutare a gestire meglio questo processo. 
Se vi è una preesistente difficoltà respiratoria di origine cardiologica, l’accumulo di catarro nelle vie respiratorie, conseguente a un’interruzione improvvisa del fumo di tabacco, può compromettere ulteriormente la funzionalità polmonare. Ciò può intensificare la sensazione di affanno, aggravata sia dalla ridotta capacità respiratoria sia dallo sforzo necessario per espellere il muco. 
Dopo aver smesso di fumare, il sistema immunitario si riassesta, e alcune persone possono essere temporaneamente più suscettibili a raffreddori o infezioni delle vie respiratorie superiori, peraltro un aumento della congestione nasale e della produzione di muco a causa del processo di disintossicazione del corpo può influenzare la funzione della tuba di Eustachio, che collega l’orecchio medio alla gola, causando un temporaneo accumulo di muchi che ristagnando potrebbero aumentare il rischio di otite media catarrale, specie nelle persone predisposte 
 
Le tonsille e altri tessuti linfatici presenti nella faringe e nell'istmo delle fauci sono parte del sistema immunitario e contribuiscono alla difesa contro gli agenti patogeni. Il fumo di sigaretta può sopprimere la funzionalità di queste strutture, tuttavia smettere di fumare può portare a una loro riattivazione e a una risposta immunitaria più vigorosa, cosicché il campo di battaglia si sposta nelle vie respiratorie più prossimali (istmo delle fauci, faringe). 
Sono inutili gocce, spray o lavaggi nel condotto uditivo, inutile anche l'aerosol con la mascherina che serve per bronchi e polmoni, non per le alte vie respiratorie le quali invece possono giovarsi di fumenti caldo-umidi (eventualmente a base di bicarbonato e camomilla), spray nasali decongestionanti, mucolitici o antibiotici. 
Tuttavia, a lungo termine, smettere di fumare riduce il rischio di infiammazioni/infezioni dell’orecchio medio e migliora la salute generale delle vie respiratorie. 

I principali mucolitici/mucoregolatori
Ecco una breve panoramica dei principali farmaci mucolitici e mucoregolatori, generalmente prescritti tre volte al giorno lontano dai pasti, con l'ultima somministrazione preferibilmente non subito prima di dormire.
N-acetilcisteina (NAC): Agisce come mucolitico (Rompe i legami disolfuro che collegano i polimeri di mucina) e antiossidante (neutralizza i radicali liberi prodotti dalla MPO), migliorando le proprietà reologiche del muco, riducendo la produzione eccessiva di mucina e ripristinando la clearance mucociliare. Erdosteina: Si tratta di un profarmaco che diventa attivo solo dopo il metabolismo epatico, ha un’azione mucolitica ha anche un’azione di mucoregolazione stimolando la produzione di un muco meno denso; rispetto all’acetilcistina ha minore rischio di broncospasmo che nei pazienti con scompenso cardiaco è di fondamentale importanza così come pure per i pazienti in trattamento con beta-bloccanti. Carbocisteina: Agisce direttamente sulle cellule mucipare per cui le cellule produrranno una secrezione meno densa e di minore quantità. Per una maggiore tollerabilità gastrica possono essere usate le seguenti forme farmaceutiche: carbocisteina sale di lisina o carbocisteina sale di lisina monoidrato. Guaifenesina: Riduce la viscosità del muco facilitandone l'espulsione. Per un paziente con difficoltà respiratoria di origine cardiologica (scompenso cardiaco) è spesso ben tollerato e può essere utile nel favorire l'espulsione del catarro senza aumentare il lavoro cardiaco. Peraltro, se c’è tosse può essere indicata la combinazione destrometorfano/guaifenesina: un farmaco combinato utilizzato per trattare la tosse produttiva associata a varie condizioni respiratorie, tra cui bronchite acuta, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Ambroxolo cloridrato: Promuove la clearance del muco potenziando il movimento e la flessione delle ciglia nelle cellule, possiede attività antiossidante e anestetica locale. La forma farmaceutica combinata con l'acefillina (ambroxolo acefillinato) oltre all'effetto mucolitico dell’ambroxolo, possiede un'azione broncodilatatrice grazie alla presenza della acefillina. Sobrerolo: Esercita la sua azione attraverso un meccanismo di idratazione che consente di aumentare il volume delle secrezioni bronchiali, espletando in questo modo un'azione fluidificante. Oltre a ciò, il sobrerolo è anche in grado di aumentare la velocità del movimento ciliare che favorisce l'eliminazione del muco stesso.

Un Passo Verso la Salute: Contatta il Centro Antifumo 
Smettere di fumare è una scelta che offre enormi benefici per la salute. Tuttavia, nei fumatori con problemi cardiologici e/o respiratori cronici, il processo di adattamento può comportare alcune difficoltà iniziali. Per questo motivo, è essenziale scegliere il mucolitico o il mucoregolatore più adatto, tenendo conto anche di eventuali patologie concomitanti e delle terapie farmacologiche in corso. Tuttavia, con il supporto adeguato, è possibile affrontare il percorso con serenità, riducendo al minimo le difficoltà e ritrovando il piacere di respirare a pieni polmoni! 

Le informazioni fornite in questo articolo hanno un carattere puramente informativo e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Prima di assumere qualsiasi farmaco, è fondamentale consultare il proprio medico di fiducia per una valutazione adeguata del proprio stato di salute e delle necessità terapeutiche.
Guglielmo Lauro
medico

Albero decisionale per la gestione dell'espettorato dei fumatori in fase di cessazione

Questionario per la gestione dell'espettorato dei fumatori in fase di cessazione

1) Sesso