domenica 14 gennaio 2018

15.01.2018 La sigaretta, un'esca molto efficace: 2 su 3 abboccano all'amo!

Secondo il rapporto annuale sul fumo 2017 (ISS-OSFAD), in Italia vi sono circa 11,7 milioni di fumatori con un’età maggiore ai 15 anni, pari al 22,3% della popolazione e questa quota percentuale è pressoché stabile da circa 7 anni; peraltro, il 12,2% dei suddetti 11,7 milioni di fumatori ha iniziato a fumare prima dei 15 anni.
Una delle maggiori attività di prevenzione del tabagismo sta proprio nel ridurre il coinvolgimento nel fumo al di sotto dei 15 anni che rappresenta una fascia di età particolarmente a rischio per lo sviluppo di una forte dipendenza dal fumo di tabacco. A proposito dell'importanza di un'attività di prevenzione mirata agli under 15, si segnala un recente studio di meta-analisi (1) che ha considerato un campione di 215'000 intervistati in otto sondaggi tra il 2000 ed il 2006, e che ha documentato significativo legame tra "il provare la prima sigaretta" ed "il diventare un fumatore abituale". Tale studio (1) ha rilevato che il "tasso di conversione" dalla sperimentazione iniziale al fumo quotidiano è di circa due terzi, un dato alquanto allarmante che conferma l'importanza della prevenzione primaria in tema di tabagismo. 
In altre parole la sigaretta rappresenta un'esca molto efficace: 2 su 3 abboccano all'amo! Altra allarmante conseguenza è che 2 su 3 muoiono per malattie fumo-correlate!
Lo scorso anno il Centro Antifumo Quit ha proposto un'indagine conoscitiva online sul tabagismo rivolta a studenti di età inferiore a 15 anni. A tale indagine hanno aderito alcune insegnanti particolarmente sensibili al problema del tabagismo in età adolescenziale (la vicepreside dell'Istituto Superiore Marconi di Giugliano in Campania, prof.ssa Beatrice Chianese, nonché alcune insegnanti dell'ISIS Moscati di Sant'Antimo). I principali risultati di questa indagine sono i seguenti. Il 27% degli studenti sotto i 15 anni risulta coinvolto nel fumo di sigaretta per cui, in base al "tasso di conversione" sopra menzionato, è verosimile ipotizzare che i 2/3, ovvero il 18% di questi under-15, andrà a sostenere e alimentare lo zoccolo duro dei fumatori e cioè quella quota pressoché invariata di fumatori in Italia che negli ultimi 7 anni si attesta stabilmente intorno al 22%. Altro dato preoccupante è che 2 studenti su 3 hanno familiari che fumano, con la conseguenza che spesso questi ragazzi sono esposti al fumo passivo, oltre a non avere buoni esempi in famiglia. Quale risulta il motivo che maggiormente induce a fumare? La curiosità! Si tratta di uno stimolo importante nei giovani specialmente per accrescere le proprie conoscenze, tuttavia iniziare a fumare sotto la spinta della curiosità rappresenta il modo peggiore di sfruttare questo potente motore della conoscenza. Insomma, bisogna far capire agli adolescenti, per natura desiderosi di fare esperienze nuove, che una prima sigaretta spesso non è mai l'ultima. Maggiori dettagli di questa indagine si possono consultare sul post di gennaio 2017.
In base a quanto sopra esposto si evince chiaramente l'importanza di attuare interventi di prevenzione aventi come obiettivo quello di evitare negli adolescenti il primo contatto con il fumo.

1. Birge M, Duffy S, Miler JA, Hajek P: What proportion of people who try one cigarette become daily smokers? A meta analysis of representative surveys. Nicotine Tob Res. 2017 Nov 4.
Guglielmo Lauro
(medico)

sabato 30 dicembre 2017

30.12.2017 Lotta al tabagismo: igiene e decoro dei luoghi adibiti all'erogazione delle prestazioni sanitarie


L'immagine sopra riportata è stata scattata pochi giorni fa ed è esemplificativa della situazione attuale riscontrabile immediatamente fuori le strutture sanitarie del nostro territorio; insomma, in queste cosiddette pertinenze esterne sono disseminati numerosi mozziconi che, nel caso specifico, abbondano soprattutto attorno al cartello "vietato fumare" con un'immagine di degrado che dequalifica l'intera struttura.

A fine settembre 2017 il Consiglio Regionale della Campania ha approvato all'unanimità la proposta di legge “Interventi di lotta al tabagismo per la tutela della salute” (Legge regionale 9 ottobre 2017, n. 30 - BURC n. 74 del 09.10.17).
I tre obiettivi prioritari di questa legge sono:
1. ridurre il numero di fumatori attivi
2. tutelare i fumatori passivi
3. contrastare la dispersione nell'ambiente derivante dagli scarti di fumo, i cosiddetti mozziconi o cicche di sigaretta.
La novità più importante sarà il piano regionale triennale per la lotta al tabagismo che dovrà entrare in vigore fra pochi giorni. Esso prevede: 
a) la prevenzione del tabagismo attraverso la promozione di stili di vita sani e liberi dal fumo nella comunità;
b) l'assistenza ed il supporto alla disassuefazione dal tabagismo, prevedendo l'accesso gratuito ai servizi aziendali per la cura del tabagismo e per smettere di fumare;
c) la valorizzazione dell’ambiente contro l’inquinamento causato dai rifiuti generati dal fumo;
d) il rispetto del divieto di fumare nei luoghi pubblici e di lavoro, prevedendo che, ai fini di tale divieto, si intenda per utente anche il personale dipendente o altrimenti addetto ad attività lavorativa;
e) la tutela dei non fumatori;
f) la promozione di servizi, iniziative, progetti locali dedicati presso i Centri territoriali per la disassuefazione dal fumo di tabacco operativi presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Il Dipartimento Dipendenze dell'ASL Caserta cui afferisce il Centro Antifumo Quit, già da ottobre 2017, si è attivato a rendere immediatamente gratuito l'accesso a detto Centro per promuovere i percorsi di disassuefazione al fumo, che sono stati sempre erogati a titolo gratuito per tutto il personale ASL. Peraltro, il Centro Antifumo Quit promuove da sempre stili di vita sani e liberi dal fumo ed è l'unico Centro in Italia ad avere un blog mensilmente aggiornato attraverso il quale svolge la predetta attività mettendo a disposizione online post di informazione e prevenzione (dal 2009) con live chat, nonché un canale pubblico su piattaforma Telegram per approfondimenti e notizie sul tabagismo.
Un recente studio (1) effettuato in Campania ha evidenziato che, nonostante le norme di legge a tutela dei lavoratori dal fumo passivo, è ancora molto diffuso il consumo di tabacco e dei nuovi dispositivi elettronici in ambienti chiusi come uffici, corridoi, disimpegni, scale, servizi igienici anche in edifici dell’amministrazione regionale dalle particolari caratteristiche logistiche (grattacieli); inoltre, tale studio ha evidenziato che più del 41% dei dipendenti ha dichiarato di non sapere chi fosse l’addetto antifumo nella propria struttura di lavoro (1). Nelle strutture sanitarie dell'ASL Caserta tale situazione sembra ancora più preoccupante in considerazione del fatto che sui cartelli di divieto quasi mai è riportato il responsabile della vigilanza (ai sensi della legge 16 gennaio 2003 - art. 51 e successive modificazioni e integrazioni).
In attesa che vengano messe in atto concrete misure di controllo previste dalla nuova legge regionale, si sottolinea come sia assai lunga la strada da percorrere per raggiungere gli obiettivi di tale legge, essendo ancora consistente il numero di fumatori fra il personale dipendente nonché di coloro che sono esposti al fumo passivo, e massiccia la presenza di fumatori fra gli addetti alla vigilanza (guardie giurate) che, in base alla nuova legge, dovrebbero intervenire nell'applicazione delle sanzioni. Nel frattempo perdura la dispersione incontrollata di mozziconi nelle pertinenze non solo delle strutture sanitarie, ma anche degli istituti scolastici e dei luoghi pubblici.

1. Martucci P, Barbato N, Del Donno M, Mastroberardino M, Gargiulo P: Regole ed educazione per ambienti di lavoro smoke free. Il progetto "respirare in libertà" della regione Campania. Tabaccologia 4:28, 2017.
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche

mercoledì 1 novembre 2017

Fumo e stress

Lo stress rappresenta un fattore di rischio significativo per il fumo di sigarette (1); specificamente, lo stress percepito mostra una forte associazione con l'entità della sintomatologia astinenziale da nicotina in entrambi i sessi, ma in maniera più marcata nel sesso femminile (1). Questo rappresenta spesso uno dei motivi che rendono particolarmente difficile il percorso di cessazione nelle donne. Pertanto, nei fumatori è di prioritaria importanza ridurre lo stress allo scopo di contrastare i sintomi astenziali e rendere più efficace il percorso di cessazione (1).
Anche nei giovani lo stress rappresenta un fattore che incide sul fumo di tabacco. Infatti, dall'esame delle indagini conoscitive effettuate dal Centro Antifumo Quit nel corso degli ultimi 8 anni e a cui hanno partecipato numerosi studenti, emerge che i bisogni soddisfatti dal fumo nei giovani sono solo in minima parte legati al piacere, mentre sono più strettamente connessi ad altri bisogni di natura socio-emozionale (immagine positiva di sé, senso di appartenenza, buona autostima). Peraltro, quando tali bisogni non vengono soddisfatti si genera aumento dello stress. Questa modalità di approccio al fumo da parte dei giovani non fa altro che compromettere le loro capacità di affrontare in maniera matura ed equilibrata le situazioni di stress con le più opportune strategie. Fumare permette solo di attenuare temporaneamente gli effetti emotivi legati ad una situazione ansiogena o stressante, ma non di affrontarla per poterla gestire e risolvere.
Senza un aiuto esterno e una buona disposizione ad essere introspettivi, il fumatore non si rende conto di come il fumo possa interferire col modo di interagire con la vita.
Innanzitutto è consigliabile operare un cambiamento alla volta; ad es. smettere di fumare e mettersi a dieta contemporaneamente aumenta il carico di stress. Si ricorda, peraltro, di prendere sempre in considerazione una modalità di cessazione in maniera assistita, perché il fai da te ha, in questo campo, dei margini di successo molto più bassi. Con un aiuto di tipo psicologico si conoscerà meglio sé stessi e le proprie reazioni di fronte ad un avvenimento stressante; smettere di fumare è un percorso che genera stress e dunque, con una cessazione assistita, si può imparare ad affrontare lo stress in maniera più efficace, adottando tecniche di coping adeguate e magari trasformando una fonte di difficoltà in opportunità per migliorare sé stessi.

Per combattere lo stress è importante sviluppare una maggiore consapevolezza interiore che aiuti a comprendere quali sono le situazioni che creano tensione emotiva; insomma è importante imparare a riconoscere i propri segnali dello stress.

Controlla il tuo stress percepito compilando il seguente questionario
(cliccare sul link che segue).
Scala per lo Stress Percepito
per la lettura del punteggio realizzato clicca qui (dopo qualche minuto)




1. Lawless MH, Harrison KA, Grandits GA, Eberly LE, Allen SS: Perceived stress and smoking-related behaviors and symptomatology in male and female smokers. Addict Behav. 2015 Dec;51:80-3.
Guglielmo Lauro
(medico)

domenica 1 ottobre 2017

Non "inchiostriamoci" soprattutto se si fuma

Il tatuaggio è una pratica estetica popolare in continuo aumento che coinvolge circa 7 milioni di italiani e costituisce verosimilmente un marker per comportamenti a rischio (1, 2); anzi secondo la letteratura scientifica più recente i tatuaggi rappresentano anche un potenziale marker per problemi di salute mentale (2).
Diversi studi hanno trovato una significativa associazione fra tatuaggio e/o piercing e fumo di tabacco (1, 3, 4); confermano che i fumatori hanno probabilmente una percentuale di tatuaggi molto più alta rispetto ai non fumatori — in alcuni studi più del doppio (5, 6).
Il desiderio di un tatuaggio e/o piercing nei giovani è stato correlato ad una maggiore dipendenza da ricompensa, maggiore probabilità di avere conflitti familiari e minore percezione di sostegno, pertanto in coloro che si tatuano vi è una maggiore tendenza alla ricerca di "novità", di nuove sensazioni (3). 
Ci sono milioni di persone che si fanno tatuaggi senza pensare che così facendo si iniettano sostanze chimiche sotto la pelle. Molte di queste sostanze sono contenute nel fumo di tabacco che milioni di persone tatuate e non, più o meno coscientemente, inalano.
La maggior parte degli inchiostri da tatuaggio contengono un pigmento nero il carbon black e un pigmento bianco il biossido di titanio (TiO2applicato soprattutto per creare le varie tonalità quando mescolato con altri coloranti. Ulteriori elementi contenuti nella composizione chimica dei pigmenti sono: nichel, cromo, alluminio, ferro, rame, manganese, piombo, litio e cobalto.
Studi recenti hanno osservato che il biossido di titanio migra dalla pelle nel sistema linfatico in forma di micro- e di nanoparticelle (7) condizionando un rigonfiamento cronico dei linfonodi che a loro volta ne acquisiscono il colore.
Il biossido di titanio, può avere anche altri canali di accumulo, ad es. può giungere nel nostro organismo attraverso l'alimentazione essendo un additivo molto diffuso nell'industria alimentare con il codice di E171 (confetti, caramelle, chewing gum, salse, gelati, creme di pasticceria, integratori alimentari, alcune bevande gassate, etc.), nell'industria farmaceutica (compresse, paste dentifricie, farmaci in generale, creme solari, etc.) e in altri prodotti con cui possiamo venire in contatto (profumi, deodoranti, vernici, fumo di tabacco, etc.). Recenti studi effettuati su linee animali hanno dimostrato una stretta relazione tra l'esposizione al biossido di titanio e l'insorgenza di malattie tumorali come il cancro colon-rettale (8), tuttavia non essendoci studi condotti sull'uomo il suo uso è ancora considerato lecito. Nel frattempo la European Chemicals Agency ha inserito il biossido di titanio nell'elenco delle sostanze sospettate di provocare il cancro per inalazione.
L'anilina, altra sostanza pericolosa, è presente sia nel fumo di tabacco, sia nell'inchiostro per tatuaggi (9). Si tratta di una sostanza cancerogena che provoca in primis tumori della vescica ma anche tumori renali, cutanei, epatici e del sangue. Specificamente il fumo di tabacco rappresenta la principale fonte di esposizione all'anilina nella popolazione generale cui si può aggiungere la quota presente nei coloranti compreso l'inchiostro per tatuaggi (9).
Altra sostanza tossica che si trova sia nel fumo di sigaretta che nell'inchiostro per tatuaggi è il carbazolo, un idrocarburo policiclico aromatico che ha un'influenza tossica sugli organismi viventi (10).

Peraltro, lo strato dermico dove vengono depositati i pigmenti del tatuaggio è sede anche delle ghiandole sudoripare che intervengono nei meccanismi di termoregolazione. A tale proposito studi scientifici hanno rilevato che nelle sedi di tatuaggio vi è una compromissione della sudorazione (con riduzione dei tassi di sudore di circa il 53% in meno) (11).
I risultati di un recente studio scientifico sollevano preoccupazioni in merito all'associazione tra l'esposizione ai tatuaggi e un rischio aumentato di sviluppare linfoma maligno, una forma di cancro del sistema linfatico (12). A tale proposito va ricordato che il fumo di tabacco è anche riconosciuto come uno dei fattori di rischio per i linfomi. Pertanto, è lecito ipotizzare che un individuo che sia fumatore e abbia tatuaggi possa trovarsi esposto a un rischio ancora maggiore di sviluppare questa grave patologia.

Farsi un tatuaggio è più o meno doloroso, ma rimuoverlo lo è sicuramente di più e con risultati talora inattesi.
La rimozione dei tatuaggi viene praticata attraverso una frammentazione e polverizzazione della capsula d’inchiostro sottocutanea via laser con aumento delle nanoparticelle che devono essere riassorbite da parte del sistema linfatico dell'organismo e fagocitate da macrofagi e fibroblasti. L'efficienza della rimozione dipende da colore (il giallo, il verde e il blu sono più difficili da togliere del rosso e del nero), profondità, densità e tipo di pigmento, da fototipo del paziente (cioè dal colore della sua pelle), dalla sede (ad es. sono più resistenti alla rimozione i tatuaggi agli arti inferiori, dove più facilmente vi possono essere disturbi circolatori) e nei fumatori (per i quali è meno efficiente l'azione dei macrofagi).
Altro problema per chi ha tatuaggi è l’individuazione di possibili melanomi, che diventano più difficili da intercettare. In effetti i tatuaggi rendono più difficile la diagnosi di melanoma per cui andrebbero evitati specie in coloro che hanno casi di melanoma in famiglia ed in coloro che presentano nei atipici o pelle molto chiara con numerosi nei.
Infine, va anche preso in considerazione che tatuaggi e/o piercing rappresentano una modalità di trasmissione del virus dell'epatite C (HCV) (13) la cui aggressività è alimentata dal fumo di tabacco (14).
Il buon senso ci dovrebbe guidare a limitare, quanto più possibile, le fonti inutili di accumulo di biossido di titanio, anilina, etc., come i tatuaggi. Dunque, prima di fumare sigarette e di volersi "inchiostrare" vale la pena di riflettere se proprio si vogliono introdurre nel corpo sostanze chimiche inutili e che sicuramente non fanno bene.

Il primo tatuaggio i fumatori lo fanno ai propri polmoni!

1. Heywood W, Patrick K, Smith AM, Simpson JM, Pitts MK, Richters J, Shelley JM: Who gets tattoos? Demographic and behavioral correlates of ever being tattooed in a representative sample of men and women. Ann Epidemiol. 2012 Jan;22(1):51-6.
2. Mortensen K, French MT, Timming AR: Are tattoos associated with negative health-related outcomes and risky behaviors? Int J Dermatol. 2019 Jan 24.
3. Bosello R, Favaro A, Zanetti T, Soave M, Vidotto G, Huon G, Santonastaso P: [Tattoos and piercings in adolescents: family conflicts and temperament]. Riv Psichiatr. 2010 Mar-Apr;45(2):102-6.
4. Guéguen N: Tattoo, piercing, and adolescent tobacco consumption. Int J Adolesc Med Health. 2013;25(1):87-9.
5. Robert Morlock, Amy Morlock: Think Before You Ink: Perception, Prevalence, and Correlates of Tattooing and Tattoo Regret in US Adults. Cureus. 2023 Nov 2;15(11):e48167.
6. Signe B Clemmensen, Jonas Mengel-From, Jaakko Kaprio, Jennifer R Harris, Henrik Frederiksen, Jacob von Bornemann Hjelmborg: Tattooing is Mainly Cultural: A Representative Twin Study of Tattooing Determinants. Behav Genet. 2025 Mar;55(2):114-123.
7. Schreiver I, Hesse B, Seim C, Castillo-Michel H, Villanova J, Laux P, Dreiack N, Penning R, Tucoulou R, Cotte M, Luch A: Synchrotron-based ν-XRF mapping and μ-FTIR microscopy enable to look into the fate and effects of tattoo pigments in human skin. Sci Rep. 2017 Sep 12;7(1):11395.
8. Bettini S, Boutet-Robinet E, Cartier C, Coméra C, Gaultier E, Dupuy J, Naud N, Taché S, Grysan P, Reguer S, Thieriet N, Réfrégiers M, Thiaudière D, Cravedi JP, Carrière M, Audinot JN, Pierre FH, Guzylack-Piriou L, Houdeau E: Food-grade TiO2 impairs intestinal and systemic immune homeostasis, initiates preneoplastic lesions and promotes aberrant crypt development in the rat colon. Sci Rep. 2017 Jan 20;7:40373.
9. IARC Working Group on the Identification of Carcinogenic Hazards to Humans: Some Aromatic Amines and related Compounds. Lyon (FR): International Agency for Research on Cancer; 2021.
10. Ajeet K Srivastav, Divya Dubey, Deepti Chopra, Jyoti Singh, Sandeep Negi, Syed Faiz Mujtaba, Ashish Dwivedi, Ratan Singh Ray: Oxidative stress-mediated photoactivation of carbazole inhibits human skin cell physiology. J Cell Biochem. 2020 Feb;121(2):1273-1282.
11. Luetkemeier MJ, Hanisko JM, Aho KM: Skin Tattoos Alter Sweat Rate and Na+ Concentration. Med Sci Sports Exerc. 2017 Jul;49(7):1432-1436.
12. Christel Nielsen,  Mats Jerkeman, Anna Saxne Jöud: Tattoos as a risk factor for malignant lymphoma: a population-based case–control study. eClinicalMedicine June 2024, 102649.
13. Tohme RA, Holmberg SD: Transmission of hepatitis C virus infection through tattooing and piercing: a critical review. Clin Infect Dis. 2012 Apr;54(8):1167-78.
14. Pessione F, Ramond MJ, Njapoum C, Duchatelle V, Degott C, Erlinger S, Rueff B, Valla DC, Degos F: Cigarette smoking and hepatic lesions in patients with chronic hepatitis C. Hepatology. 2001 Jul;34(1):121-5.
Guglielmo Lauro
medico

venerdì 1 settembre 2017

Il ruolo del fumo di tabacco nel papilloma invertito naso-sinusale

Il fumo di tabacco, un irritante per i seni nasali e paranasali, secondo recenti studi, esercita un ruolo nella formazione papilloma invertito naso-sinusale (SIP).
Il papilloma invertito naso-sinusale (SIP) è la neoplasia benigna più comune della cavità nasale e dei seni paranasali (1) che colpisce maggiormente il sesso maschile (rapporto di 3:1) ed ha un picco di incidenza fra la 5a e la 6a decade di vita. Esso si presenta tipicamente come neoformazione polipoide monolaterale localizzata a livello della parete laterale della fossa nasale e i principali sintomi sono rappresentati da ostruzione respiratoria nasale, rinorrea, epistassi e riduzione dell’olfatto. Tale papilloma viene chiamato invertito perché si sviluppa con una crescita "invertita" di cellule epiteliali, dalla mucosa di rivestimento naso-sinusale verso la sottomucosa sottostante.
L'eziologia del SIP è sconosciuta (2) anche se diverse evidenze epidemiologiche (3, 4) hanno indicato il fumo di tabacco come potenziale fattore eziologico per una serie di motivi (casistiche con elevate proporzioni di fumatori, presenza nel fumo di sigaretta di numerose sostanze inalatorie spesso associate al SIP come solventi organici e nickel). Tuttavia, essendoci pochi studi che hanno preso in considerazione il fumo di tabacco non ci sono ancora dati statisticamente significativi circa la relazione causale con il fumo di tabacco (5).
Tuttavia il fumo è riconosciuto essere fattore di rischio clinico di progressione e recidiva del SIP ad es. dopo la resezione chirurgica (1, 6, 7). Peraltro, la storia di fumo è associata con la trasformazione maligna del SIP (5). Pertanto, in caso di SIP risulta particolarmente importante la cessazione tabagica.
Recenti ricerche suggeriscono che l’infezione da Human papilloma virus (HPV) può essere associata allo sviluppo di SIP, ma non alla trasformazione maligna (8, 9). 
Gli unici interventi di prevenzione possibili per questo tipo di tumore sono la cessazione del fumo di tabacco ed evitare le esposizioni professionali specie ai fumi di saldatura e ai solventi organici (10).

1. Sun Q, An L, Zheng J, Zhu D: Advances in recurrence and malignant transformation of sinonasal inverted papillomas.Oncol Lett. 2017 Jun;13(6):4585-4592.
2. Sham CL, Lee DL, van Hasselt CA, Tong MC: A case-control study of the risk factors associated with sinonasal inverted papilloma. Am J Rhinol Allergy. 2010 Jan-Feb;24(1):e37-40.
3. Dictor M, Johnson A: Association of inverted sinonasal papilloma with non-sinonasal head-and-neck carcinoma. Int J Cancer. 2000 Mar 15;85(6):811-4.
4. Buchwald C, Franzmann MB, Tos M: Sinonasal papillomas: a report of 82 cases in Copenhagen County, including a longitudinal epidemiological and clinical study. Laryngoscope. 1995 Jan;105(1):72-9.
5. Moon IJ, Lee DY, Suh MW, Han DH, Kim ST, Min YG, Lee CH, Rhee CS: Cigarette smoking increases risk of recurrence for sinonasal inverted papilloma. Am J Rhinol Allergy. 2010 Sep-Oct;24(5):325-9.
6. Roh HJ, Mun SJ, Cho KS, Hong SL: Smoking, not human papilloma virus infection, is a risk factor for recurrence of sinonasal inverted papilloma. Am J Rhinol Allergy. 2016 Mar-Apr;30(2):79-82.
7. Hong SL, Kim BH, Lee JH, Cho KS, Roh HJ: Smoking and malignancy in sinonasal inverted papilloma. Laryngoscope. 2013 May;123(5):1087-91.
8. Valibeigi B, Ashraf MJ, Kerdegari N, Safai A, Abedi E, Khademi B, Azarpira N: Prevalence of Human Papilloma Virus in Sinonasal Papilloma in Southern Iranian Population. J Dent (Shiraz). 2017 Jun;18(2):143-148.
9. Re M, Gioacchini FM, Bajraktari A, Tomasetti M, Kaleci S, Rubini C, Bertini A, Magliulo G, Pasquini E: Malignant transformation of sinonasal inverted papilloma and related genetic alterations: a systematic review. Eur Arch Otorhinolaryngol. 2017 Aug;274(8):2991-3000.
10. d'Errico A, Zajacova J, Cacciatore A, Baratti A, Zanelli R, Alfonzo S, Beatrice F: Occupational risk factors for sinonasal inverted papilloma: a case-control study. Occup Environ Med. 2013 Oct;70(10):703-8.
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche: