venerdì 31 gennaio 2025

La gestione della cessazione del fumo: graduale o di colpo


Il ruolo del muco nelle vie respiratorie Il muco delle vie respiratorie ha funzione protettiva, serve infatti ad intrappolare polveri, allergeni, pollini, microrganismi (batteri, virus) responsabili di infiammazioni e infezioni delle vie respiratorie. Ogni giorno il nostro organismo produce dai 20 ai 100 ml di muco con funzione protettiva e lubrificante, se però esso cambia colore e consistenza si parla di catarro che in condizioni di infezione o infiammazione può raggiungere o superare i 500 ml al giorno.

L’impatto della cessazione del fumo sul processo di pulizia delle vie respiratorie 
Dopo la cessazione del fumo, le ciglia dell’epitelio respiratorio iniziano a recuperare la loro funzione, portando a un’espulsione più efficace del muco accumulato. Questo processo può causare un incremento temporaneo della produzione di catarro e della tosse, poiché i polmoni iniziano a espellere le tossine e i residui accumulati durante gli anni di fumo. Questo fenomeno è legato alla rigenerazione delle cellule caliciformi mucipare e delle cellule epiteliali ciliate più o meno danneggiate dal fumo. Le prime producono muco e le seconde con le ciglia vibratili, non più paralizzate dal fumo, riprendono la loro funzione di eliminare il muco e le sostanze accumulate a causa del fumo. 
Quando un fumatore smette di fumare può manifestarsi una tosse che è generalmente considerata un segno positivo indicando il processo naturale di pulizia dei polmoni. Essa ha caratteristiche diverse da quella tipica del fumatore attivo: è più produttiva e può includere dispnea se la produzione di catarro è abbondante, può essere più intensa, può comparire subito dopo aver smesso e può avere durata variabile (settimane o mesi).  
Di norma, la cessazione del fumo da sola porta a un netto miglioramento della clearance mucociliare. L’attività fisica favorisce la mobilizzazione delle secrezioni, mentre una corretta idratazione aiuta a mantenere il muco fluido in modo naturale. Per questo motivo, le strategie non farmacologiche dovrebbero rappresentare sempre il primo approccio. 
L’apparato respiratorio, infatti, possiede una straordinaria capacità di recupero. Tuttavia, in presenza di sintomi particolarmente fastidiosi, come una tosse produttiva intensa o una difficoltà nell'espulsione del catarro tale da compromettere la funzione respiratoria, potrebbe essere opportuno un uso mirato di espettoranti (mucolitici e mucoregolatori). In questi casi, tali farmaci possono contribuire a migliorare il comfort del paziente e a facilitare il percorso di cessazione del fumo.  
Smettere di colpo porta a una fase iniziale più intensa di tosse e produzione di muco, ma accelera la pulizia delle vie respiratorie (le ciglia vibratili riprendono la loro attività in modo più rapido e intenso). La cessazione graduale riduce il fastidio iniziale, ma prolunga il periodo di adattamento (la ripresa delle ciglia vibratili è più lenta, poiché l'esposizione alle tossine del fumo continua, anche se in misura ridotta). 
 
Cosa cambia dopo aver smesso di fumare 
Dopo la cessazione del fumo, l’espettorato nelle fasi iniziali tende ad essere più denso e viscoso, ma poi quando le vie respiratorie iniziano a ripulirsi l'espettorato tende a diventare più fluido e chiaro, specialmente se si beve molto perché i liquidi aiutano a fluidificare il muco. 
L'espettorato giallastro o ambrato che si può osservare nei fumatori è costituito principalmente da muco, cellule morte, e detriti cellulari provenienti dalle vie respiratorie, ma anche secrezioni infiammatorie e residui di polveri sottili del fumo. 
Nella normale clearance post-fumo il colore giallastro che si può rilevare nell'espettorato è dovuto alla presenza di neutrofili (globuli bianchi che vengono reclutati nelle vie respiratorie in risposta a un'infiammazione) i quali contengono mieloperossidasi (MPO), un enzima che conferisce al muco una colorazione giallastra. 
La MPO è un enzima che contiene un gruppo eme e quando viene rilasciato in grandi quantità conferisce al muco un colore ancora più carico e tendente al verdastro. Specificamente i neutrofili inglobano i patogeni (come batteri e funghi) in vescicole intracellulari chiamate fagosomi. Successivamente, i granuli dei neutrofili contenenti mieloperossidasi (MPO) si fondono con i fagosomi e la MPO utilizza il perossido di idrogeno (H₂O₂) e lo ione cloruro (Cl⁻) per generare acido ipocloroso (HOCl); tale acido ipocloroso danneggia le membrane cellulari dei suddetti microrganismi patogeni. 
Nei fumatori attivi, l’MPO è iperattivata a causa dell’infiammazione cronica indotta dal fumo. Smettendo di fumare, la MPO può rimanere attiva per un periodo, mentre il sistema respiratorio cerca di eliminare muco e detriti accumulati. Inoltre, può capitare il sistema immunitario per riparare i danni causati dal fumo determini un aumento temporaneo dell'infiammazione che sostiene l’iperattivazione della MPO con un paradossale peggioramento delle malattie polmonari croniche come la bronchite cronica e l'enfisema; ciò può rallentare il processo di guarigione. 
 
Cessazione improvvisa o graduale: quale impatto sul muco e la tosse? 
Se un fumatore ha già problemi respiratori cronici, come asma grave o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), smettere di fumare all'improvviso o accelerare l’espettorazione tramite mucolitici potrebbe temporaneamente aggravare questi problemi a causa dell’aumento della produzione di muco e di un possibile aumento dell'infiammazione. Una cessazione graduale può aiutare a gestire meglio questo processo. 
Se vi è una preesistente difficoltà respiratoria di origine cardiologica, l’accumulo di catarro nelle vie respiratorie, conseguente a un’interruzione improvvisa del fumo di tabacco, può compromettere ulteriormente la funzionalità polmonare. Ciò può intensificare la sensazione di affanno, aggravata sia dalla ridotta capacità respiratoria sia dallo sforzo necessario per espellere il muco. 
Dopo aver smesso di fumare, il sistema immunitario si riassesta, e alcune persone possono essere temporaneamente più suscettibili a raffreddori o infezioni delle vie respiratorie superiori, peraltro un aumento della congestione nasale e della produzione di muco a causa del processo di disintossicazione del corpo può influenzare la funzione della tuba di Eustachio, che collega l’orecchio medio alla gola, causando un temporaneo accumulo di muchi che ristagnando potrebbero aumentare il rischio di otite media catarrale, specie nelle persone predisposte 
 
Le tonsille e altri tessuti linfatici presenti nella faringe e nell'istmo delle fauci sono parte del sistema immunitario e contribuiscono alla difesa contro gli agenti patogeni. Il fumo di sigaretta può sopprimere la funzionalità di queste strutture, tuttavia smettere di fumare può portare a una loro riattivazione e a una risposta immunitaria più vigorosa, cosicché il campo di battaglia si sposta nelle vie respiratorie più prossimali (istmo delle fauci, faringe). 
Sono inutili gocce, spray o lavaggi nel condotto uditivo, inutile anche l'aerosol con la mascherina che serve per bronchi e polmoni, non per le alte vie respiratorie le quali invece possono giovarsi di fumenti caldo-umidi (eventualmente a base di bicarbonato e camomilla), spray nasali decongestionanti, mucolitici o antibiotici. 
Tuttavia, a lungo termine, smettere di fumare riduce il rischio di infiammazioni/infezioni dell’orecchio medio e migliora la salute generale delle vie respiratorie. 

I principali mucolitici/mucoregolatori
Ecco una breve panoramica dei principali farmaci mucolitici e mucoregolatori, generalmente prescritti tre volte al giorno lontano dai pasti, con l'ultima somministrazione preferibilmente non subito prima di dormire.
N-acetilcisteina (NAC): Agisce come mucolitico (Rompe i legami disolfuro che collegano i polimeri di mucina) e antiossidante (neutralizza i radicali liberi prodotti dalla MPO), migliorando le proprietà reologiche del muco, riducendo la produzione eccessiva di mucina e ripristinando la clearance mucociliare. Erdosteina: Si tratta di un profarmaco che diventa attivo solo dopo il metabolismo epatico, ha un’azione mucolitica ha anche un’azione di mucoregolazione stimolando la produzione di un muco meno denso; rispetto all’acetilcistina ha minore rischio di broncospasmo che nei pazienti con scompenso cardiaco è di fondamentale importanza così come pure per i pazienti in trattamento con beta-bloccanti. Carbocisteina: Agisce direttamente sulle cellule mucipare per cui le cellule produrranno una secrezione meno densa e di minore quantità. Per una maggiore tollerabilità gastrica possono essere usate le seguenti forme farmaceutiche: carbocisteina sale di lisina o carbocisteina sale di lisina monoidrato. Guaifenesina: Riduce la viscosità del muco facilitandone l'espulsione. Per un paziente con difficoltà respiratoria di origine cardiologica (scompenso cardiaco) è spesso ben tollerato e può essere utile nel favorire l'espulsione del catarro senza aumentare il lavoro cardiaco. Peraltro, se c’è tosse può essere indicata la combinazione destrometorfano/guaifenesina: un farmaco combinato utilizzato per trattare la tosse produttiva associata a varie condizioni respiratorie, tra cui bronchite acuta, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Ambroxolo cloridrato: Promuove la clearance del muco potenziando il movimento e la flessione delle ciglia nelle cellule, possiede attività antiossidante e anestetica locale. La forma farmaceutica combinata con l'acefillina (ambroxolo acefillinato) oltre all'effetto mucolitico dell’ambroxolo, possiede un'azione broncodilatatrice grazie alla presenza della acefillina. Sobrerolo: Esercita la sua azione attraverso un meccanismo di idratazione che consente di aumentare il volume delle secrezioni bronchiali, espletando in questo modo un'azione fluidificante. Oltre a ciò, il sobrerolo è anche in grado di aumentare la velocità del movimento ciliare che favorisce l'eliminazione del muco stesso.

Un Passo Verso la Salute: Contatta il Centro Antifumo 
Smettere di fumare è una scelta che offre enormi benefici per la salute. Tuttavia, nei fumatori con problemi cardiologici e/o respiratori cronici, il processo di adattamento può comportare alcune difficoltà iniziali. Per questo motivo, è essenziale scegliere il mucolitico o il mucoregolatore più adatto, tenendo conto anche di eventuali patologie concomitanti e delle terapie farmacologiche in corso. Tuttavia, con il supporto adeguato, è possibile affrontare il percorso con serenità, riducendo al minimo le difficoltà e ritrovando il piacere di respirare a pieni polmoni! 

Le informazioni fornite in questo articolo hanno un carattere puramente informativo e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Prima di assumere qualsiasi farmaco, è fondamentale consultare il proprio medico di fiducia per una valutazione adeguata del proprio stato di salute e delle necessità terapeutiche.
Guglielmo Lauro
medico

Albero decisionale per la gestione dell'espettorato dei fumatori in fase di cessazione

Questionario per la gestione dell'espettorato dei fumatori in fase di cessazione

1) Sesso

lunedì 30 dicembre 2024

Qual è la probabilità che, con l'assistenza del Centro Antifumo, io riesca a smettere di fumare?

La lotta contro il tabagismo è una delle sfide sanitarie più significative nel campo della prevenzione in quanto coinvolge 1,25 miliardi di adulti nel mondo secondo le ultime stime pubblicate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) (1). In Italia coinvolge oltre 10 milioni tra fumatori e svapatori di prodotti del tabacco o a base di nicotina.

In questo contesto, i Centri Antifumo svolgono un ruolo fondamentale, offrendo supporto e risorse a chi desidera smettere di fumare. Tra le domande più frequenti poste dai pazienti spicca: "Qual è la probabilità che, con l'assistenza del Centro Antifumo, io riesca a smettere di fumare?". Questa domanda non solo esprime il bisogno di speranza e motivazione, ma evidenzia anche quanto sia cruciale l’aderenza ai programmi di trattamento per il successo del percorso.

I Centri Antifumo si collocano tra gli ambulatori sanitari con il più alto tasso di abbandono e la più bassa aderenza da parte degli assistiti, per diverse ragioni:

  • Scarso riconoscimento del loro ruolo nella prevenzione: Non viene attribuita loro l'importanza che meritano, tanto che, dal 2010 al 2024, il numero di Centri Antifumo in Italia è diminuito di oltre il 43%, passando da 396 a soli 223.
  • Percezione della cessazione del fumo come non urgente: Poiché il fumo non provoca sintomi immediati, viene spesso relegato in secondo piano rispetto ad altre priorità sanitarie.

Questi fattori evidenziano la necessità di sensibilizzare maggiormente sia i pazienti, sia le istituzioni sull’importanza del trattamento per la cessazione del fumo.

Dunque, l'aderenza ai programmi di disassuefazione è un fattore cruciale per il successo del trattamento. Cosicché per approfondire la comprensione di questo fenomeno, sono stati analizzati i dati raccolti presso il Centro Antifumo Quit di Aversa, relativi a 2090 pazienti seguiti tra il 2009 e il 2024, per un totale di 6445 contatti in presenza.

Dall’analisi dei dati emerge che:

  • Il 40% dei pazienti si limita a un solo incontro.
  • Il 20% torna per un secondo incontro.
  • Il restante 40% mostra un’aderenza superiore, partecipando a più di due incontri.

I tassi di successo variano significativamente in base al numero di contatti:

  • Tra chi si presenta una sola volta, l’8,9% riesce a smettere di fumare.
  • Tra chi partecipa a due incontri, il tasso di successo aumenta al 33,1%.
  • Tra chi partecipa a più di due incontri, la percentuale di successo raggiunge il 58%.

A tal proposito, è stata analizzata la relazione tra l’efficacia dei trattamenti e il numero di contatti, ovvero le interazioni tra i pazienti e il personale del Centro Antifumo.

L'obiettivo è stato quello di individuare un numero ottimale di contatti, superato il quale ulteriori sforzi non sembrano generare benefici proporzionali ai risultati ottenuti. Questo fenomeno solleva interrogativi fondamentali su come migliorare i programmi di trattamento, in termini di numero di contatti, per massimizzare sia l’efficacia che l’efficienza.

Dall'analisi dei dati raccolti presso il Centro Antifumo di Aversa si è riscontrato un aumento iniziale dei successi con un chiaro e progressivo incremento delle percentuali di successo nel corso dei primi 5 contatti; al primo contatto la percentuale di successo è risultata dell'8,9% con aumento al 33,1% al secondo contatto e così via a salire fino al 5° contatto raggiungendo il 54,1%.

Successivamente dal 6° all'11° contatto si registra un incremento, che non mostra più una progressione continua, ma una certa instabilità probabilmente dovuta all'entità del campione che non è più abbastanza rappresentativo. Tale andamento altalenante è ancora più marcato per il campione ancora più esiguo di pazienti con un numero di contatti tra i 12 e i 19, per i quali si rilevano percentuali di successo anche molto alte e talora pure molto basse, anche se tendenzialmente in crescita.

Si possono, dunque, identificare tre gruppi distinti:

  • Gruppo 1: 1-5 contatti
  • Gruppo 2: 6-11 contatti
  • Gruppo 3: 12-19 contatti

È importante considerare anche il valore ponderale di ciascun gruppo: il primo comprende un campione di 1.811 pazienti, pari all'87%; il secondo include 218 pazienti, corrispondenti al 10%; infine, il terzo è composto da 42 pazienti, rappresentando il 2% (vedi grafico).


Si è cercato di categorizzare i pazienti sottoposti ad un numero di contatti elevato (12 o più) e si è riscontrato che sono spesso fumatori difficili caratterizzati soprattutto dalla concomitanza di altre dipendenze o pazienti che si ripresentano per ricaduta o perché si sentono a rischio di ricaduta.

D'altra parte, le deflessioni delle probabilità di successo nonostante la numerosità dei contatti vanno considerati anche alla luce di elementi come la stanchezza o la perdita di motivazione che possono interferire sul raggiungimento dell'obiettivo, cosicché detti pazienti diventano inevitabilmente meno recettivi al trattamento.

Oltre i 19 contatti i successi sembrano imprevedibili e nel complesso tendono diminuire (non sono rappresentati nel grafico). Quindi, si può definire come un effetto di saturazione, infatti, pur incrementando i contatti non aumenta significativamente l'efficacia (fumatori irriducibili, o con motivazione che si è ridotta o che non portano a termine la terapia di mantenimento per cui ricadono ripetutamente) e magari se smettono dipende più da altri fattori che non dal trattamento del Centro Antifumo (incidenti o insorgenza di patologie gravi o invalidanti).

Pertanto, dopo un certo numero di contatti senza risultati concreti, potrebbe essere utile prevedere un periodo di pausa per consentire un possibile incremento della motivazione. Un numero elevato di contatti, infatti, non sempre corrisponde a un maggiore successo e potrebbe invece riflettere inefficienze o la gestione di casi particolarmente complessi.

In base a quanto descritto, si possono, dunque, proporre i seguenti suggerimenti.
Ottimizzare gli incontri per fumatori difficili: È importante evitare cicli terapeutici troppo lunghi. Poiché i primi 5-7 incontri mostrano il maggior aumento nel tasso di successo, è fondamentale focalizzarsi su strategie efficaci in questa fase iniziale.
Valutare casi complessi: È opportuno analizzare i pazienti che necessitano di più di 10 incontri. Questo permetterà di identificare soluzioni alternative e di migliorare i protocolli terapeutici esistenti.
Tecniche di nudging per favorire l'aderenza al trattamento:
  • Gruppi di supporto: Il Centro Antifumo dispone di un gruppo Telegram dedicato ai pazienti in trattamento che scelgono di aderirvi, offrendo un ambiente di condivisione e motivazione reciproca.
  • Promemoria e messaggi motivazionali: Invio di promemoria e messaggi motivazionali nei momenti strategici in cui i pazienti risultano più predisposti a ricevere e interiorizzare stimoli positivi o per ricordare ai pazienti di presentarsi agli appuntamenti programmati.
  • Percorsi di screening polmonare: Implementazione di programmi di screening per la salute polmonare in collaborazione con reparti di pneumologia e radiologia, favorendo un approccio integrato alla prevenzione e cura

1. World Health Organization 2024: WHO global report on trends in prevalence of tobacco use 2000–2030. https://iris.who.int/.
Guglielmo Lauro
medico


sabato 30 novembre 2024

Disfunzioni Sessuali Maschili e Femminili: L'Impatto del Fumo di Sigaretta


Le disfunzioni sessuali rappresentano un aspetto delicato della salute umana, spesso sottovalutato. Sebbene molteplici fattori possano contribuire al loro sviluppo, il fumo di sigaretta emerge come un protagonista insidioso, capace di alterare significativamente la funzione sessuale sia negli uomini che nelle donne.
I fumatori tendono a non discutere apertamente di eventuali problemi di disfunzioni sessuali, a meno che tali difficoltà non siano associate a condizioni mediche spesso comuni tra chi fuma, come il diabete o l’uso di farmaci antidepressivi. Questo potrebbe essere dovuto a un senso di imbarazzo o alla mancata consapevolezza del legame diretto tra il fumo e il problema. Tuttavia, alcune patologie molto diffuse come il diabete o la depressione da un lato rendono più difficile smettere di fumare, dall’altro aggravano ulteriormente l’impatto negativo del fumo sulla salute sessuale (1). Cosicché diventa più probabile che i pazienti ne parlino con un medico.

Disfunzione Erettile Maschile e fumo di sigaretta
Il fumo di sigaretta è un noto fattore di rischio per l'aterosclerosi, una condizione che compromette la salute vascolare in generale e quella del pene in particolare (2). Il Massachusetts Male Aging Study (MMAS) ha messo in luce come il fumo amplifichi il rischio di disfunzione erettile, soprattutto in combinazione con patologie cardiovascolari e relative terapie farmacologiche. Tra i pazienti cardiopatici, il 56% dei fumatori soffriva di impotenza completa, rispetto al 21% dei non fumatori. 
Il tabacco non si limita a danneggiare le arterie; esso colpisce direttamente il tessuto erettile, riducendone l'elasticità e, di conseguenza, la capacità di dilatarsi. Questo si traduce in erezioni meno durature e qualitativamente inferiori. Studi sperimentali hanno dimostrato che il fumo di una sola sigaretta può compromettere la qualità dell'erezione, evidenziando l'effetto immediato e dannoso della nicotina.
Il fumo può aumentare di 2 volte la probabilità di disfunzione erettile moderata o completa (3) e, dunque, è riconosciuto come un fattore indipendente (*) associato alla disfunzione erettile. Inoltre, studi preliminari hanno evidenziato possibili correlazioni anche con l'uso delle sigarette elettroniche (4).
Peraltro, va evidenziato che la disfunzione erettile può rappresentare un segnale precoce di gravi patologie (cardiovascolari, metaboliche, neurologiche, etc.) e, negli individui colpiti, può essere sia una causa che una conseguenza della depressione. Negli uomini sotto i 60 anni, la DE costituisce spesso un indicatore significativo di malattie vascolari o diabete di tipo 2 in fase iniziale (5).
Infine, numerosi studi sottolineano l'importanza di smettere di fumare, evidenziando i benefici che la cessazione del fumo può offrire nel migliorare la funzione erettile (6). Tuttavia, alcune ricerche indicano che il recupero della funzione erettile è più probabile solo nei soggetti con un'esposizione limitata al fumo nel corso della vita (7).

(*) fattore di rischio indipendente indica che da solo è in grado di aumentare l'incidenza di una patologia, indipendentemente dalla presenza di altri fattori predisponenti.

Disfunzione Sessuale Femminile e nicotina
Per le donne, il fumo è un fattore di rischio indipendente per la disfunzione sessuale femminile (FSD), più comunemente chiamata “frigidità”. Uno studio pubblicato su Obstetrics & Gynecology Science ha evidenziato una correlazione dose-risposta tra il numero di sigarette fumate e il rischio di FSD, indicando che più si fuma, maggiore è il rischio di sviluppare questa condizione (8). L'effetto del fumo sembra aggravare il calo del desiderio sessuale e la difficoltà a raggiungere l'orgasmo, in parte attraverso il danno vascolare e ormonale.
Uno studio ha evidenziato che nelle donne, la nicotina ha un effetto anti-estrogeno e aumenta il rapporto tra androgeni ed estrogeni per tutta la vita (9).
L'effetto anti-estrogeno compromette la lubrificazione vaginale, la risposta sessuale e il flusso sanguigno ai genitali. Peraltro, l'aumento relativo degli androgeni rispetto agli estrogeni può influenzare negativamente il desiderio sessuale femminile. Infine la vasocostrizione della nicotina, riducendo il flusso sanguigno ai genitali, contribuisce ulteriormente alla disfunzione sessuale femminile.

Ruolo dell'Ossido Nitrico e del GMP ciclico
Un elemento cruciale per la funzione sessuale è l'ossido nitrico (NO), una molecola che favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni. L'ossido nitrico (NO) è prodotto dalle cellule endoteliali e dai neuroni presenti nei tessuti erettili in risposta a stimoli sessuali. Questa molecola agisce come un potente vasodilatatore, stimolando il rilassamento della muscolatura liscia nelle pareti dei vasi sanguigni con conseguente aumento del flusso sanguigno verso i corpi cavernosi, determinando l'erezione. L'ossido nitrico (NO) attiva l'enzima guanilato ciclasi, che converte la guanosina trifosfato (GTP) in GMP ciclico (GMPc) che a sua volta amplifica il segnale di rilassamento della muscolatura liscia, potenziando ulteriormente la dilatazione dei vasi sanguigni e il riempimento dei corpi cavernosi. Questo processo è essenziale per mantenere l'erezione per tutta la durata necessaria. 
Nei fumatori, il danno endoteliale causato dalla nicotina e da altre sostanze tossiche nel fumo riduce la produzione di NO, compromettendo il processo descritto. Inoltre, il fumo può aumentare l'attività della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5), un enzima che degrada il GMPc. Una riduzione dei livelli di GMPc ostacola la dilatazione vascolare, rendendo difficoltoso raggiungere o mantenere un'erezione. 

Interventi Preventivi e Importanza del consiglio dello specialista
Il consiglio di smettere di fumare è particolarmente efficace se fornito da specialisti come gli urologi. Uno studio del Central European Journal of Urology ha dimostrato che l'impatto degli urologi sulla motivazione a smettere di fumare è superiore rispetto ad altri medici (10). Al contrario, la mancata menzione dei rischi associati al fumo può essere interpretata dai pazienti come una tacita accettazione del loro stile di vita.

Strategie di Recupero
Le modifiche dello stile di vita giocano un ruolo chiave nel recupero della funzione sessuale (11). Alcuni approcci includono:

  • Esercizi per migliorare la circolazione del pavimento pelvico, come quelli di Kegel e il bridge pelvico (ponte), per migliorare la circolazione e la forza muscolare; gli squat e lo stretching degli adduttori possono essere utili come complemento per la salute muscolare e la mobilità generale nella zona pelvica.
  • Riduzione dell’eventuale eccesso di peso e dieta equilibrata, con assunzione ridotta di grassi e zuccheri e integrazione di acido folico e omega-3.
  • Attività fisica regolare, come camminata veloce e stretching, per migliorare la salute cardiovascolare.
  • Evitare consumo di alcol (meglio se completamente) e cessazione del fumo, essenziali per preservare la funzione endoteliale.

In alcuni casi, il trattamento della disfunzione erettile residua può essere potenziato dall'uso di inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE5i) come sildenafil (Viagra), vardenafil (Levitra), tadalafil (Cialis), avanafil (Spedra), ma solo dopo aver ottimizzato i livelli di NO e GMP ciclico attraverso interventi sullo stile di vita.

Conclusioni
Il fumo di sigaretta si configura come un potente nemico della salute sessuale, agendo sia a livello vascolare che sui tessuti specifici coinvolti nella risposta sessuale. La prevenzione e l'educazione sanitaria, unite a interventi medici mirati, possono fare la differenza nel miglioramento della qualità della vita sessuale per uomini e donne. Smettere di fumare non è solo un passo verso una vita più lunga, ma anche verso una vita più soddisfacente sotto ogni punto di vista.

1. J Y Jeremy, D P Mikhailidis: Cigarette smoking and erectile dysfunction. J R Soc Promot Health. 1998 Jun;118(3):151-5.
2. Richard S Matulewicz, Danil V Makarov, Scott E Sherman, Sarah A Birken, Marc A Bjurlin: Urologist-led smoking cessation: a way forward through implementation science. Transl Androl Urol. 2021 Jan;10(1):7-11.
3. K T McVary, S Carrier, H Wessells; Subcommittee on Smoking and Erectile Dysfunction Socioeconomic Committee, Sexual Medicine Society of North America: Smoking and erectile dysfunction: evidence based analysis. J Urol. 2001 Nov;166(5):1624-32.
4. Omar El-Shahawy, Tanmik Shah, Olufunmilayo H Obisesan, Meghan Durr, Andrew C Stokes, Iftekhar Uddin, Ria Pinjani, Emelia J Benjamin, Mohammadhassan Mirbolouk, Albert D Osei, Tom Loney, Scott E Sherman, Michael J Blaha: Association of E-Cigarettes With Erectile Dysfunction: The Population Assessment of Tobacco and Health Study. Am J Prev Med. 2022 Jan;62(1):26-38.
5. David G Taylor, Francois Giuliano, Geoff Hackett, Evelyn Hermes-DeSantis, Michael G Kirby, Robert A Kloner, Terry Maguire, Vera Stecher, Paul Goggin: The pharmacist's role in improving the treatment of erectile dysfunction and its underlying causes. Res Social Adm Pharm. 2019 May;15(5):591-599.
6. Paolo Verze, Markus Margreiter, Katherine Esposito, Piero Montorsi, John Mulhall: The Link Between Cigarette Smoking and Erectile Dysfunction: A Systematic Review. Eur Urol Focus. 2015 Aug;1(1):39-46.
7. Mark G Biebel, Arthur L Burnett, Hossein Sadeghi-Nejad: Male Sexual Function and Smoking. Sex Med Rev. 2016 Oct;4(4):366-375.
8. Choi J, Shin DW, Lee S, Jeon MJ, Kim SM, Cho B, Lee SM: Dose-response relationship between cigarette smoking and female sexual dysfunction. Obstet Gynecol Sci. 2015 Jul;58(4):302-8.
9. H Jandíková, M Dušková, L Stárka: The influence of smoking and cessation on the human reproductive hormonal balance. Physiol Res. 2017 Sep 26;66(Suppl 3):S323-S331.
10. Roman Sosnowski, Marc A Bjurlin, Paolo Verze, Cosimo De Nunzio, Shahrokh F Shariat, Maurizio Brausi, Nicholas M Donin: Role of cigarette smoking in urological malignancies and clinical interventions for smoking cessation. Cent European J Urol. 2016;69(4):366-369.
11. D R Meldrum, J C Gambone, M A Morris, K Esposito, D Giugliano, L J Ignarro: Lifestyle and metabolic approaches to maximizing erectile and vascular health. Int J Impot Res. 2012 Mar-Apr;24(2):61-8.

Lauro Guglielmo

medico

lunedì 14 ottobre 2024

14.10.2024 - Grandi problemi nascosti in un piccolo rifiuto: il mozzicone di sigaretta!

Il 14 ottobre, la Giornata Mondiale dell’Educazione Ambientale, ci invita a riflettere sul nostro impatto sul pianeta e sull’importanza di educare le nuove generazioni a prendersi cura della Terra. Tra i molti temi cruciali, uno spesso sottovalutato è il devastante impatto ambientale del tabacco, in particolare dei mozziconi di sigaretta.
Ogni anno nel mondo vengono consumate circa 5 trilioni di sigarette e gli studi dimostrano che circa il 90 percento (4,5 trilioni) viene smaltito in modo improprio. Ciò rende i mozziconi di sigaretta uno dei tipi di rifiuti più diffusi al mondo e rappresentano una fonte significativa di inquinamento.

Come i mozziconi contaminano l’acqua
Il modo principale in cui la nicotina entra nei corsi d'acqua è attraverso le precipitazioni. Anche se gettati negli scarichi urbani, possono causare danni agli ecosistemi di acqua dolce: perché la nicotina è molto solubile in acqua. Se piove, circa metà della sostanza contenuta in un mozzicone di sigaretta sarà dilavata dopo 30 minuti. 

Mozziconi e proliferazione di alghe tossiche
Oltre a rilasciare sostanze tossiche nell'ambiente, i mozziconi favoriscono la proliferazione di cianobatteri, che sono microrganismi tossici conosciuti anche come alghe azzurre. I mozziconi interferiscono con funghi chitride come il Rhizophydium megarrhizum, parassita naturale che di solito tiene sotto controllo i cianobatteri. Senza questo fungo a fare da regolatore, le alghe tossiche si moltiplicano senza freni, trasformando laghi e fiumi in veri e propri "inferni chimici" specialmente dopo le piogge che, bagnando i mozziconi, ne aumentano il rilascio di sostanze tossiche. 
Alcuni cianobatteri producono epatotossine come la microcistina (1, 2) e la cilindrospermopsina, e neurotossine come l'anatossina-a. Le cianotossine (microcistina, cilindrospermopsina, anatossina-a) sono potenzialmente tossiche sia per gli esseri viventi che vivono in acqua, sia per l'uomo. Dunque, queste tossine possono infiltrarsi nel sistema idrico, contaminando l’acqua che beviamo ogni giorno, cosicché possono causare danni al fegato, problemi neurologici e persino aumentare il rischio di tumori (3) o dare problemi più sfumati come irritazioni alla pelle, allergie o mal di stomaco.

Mozziconi e microplastiche: un’eredità tossica
Un mozzicone di sigaretta, che pesa appena 0,3 grammi, può contaminare fino a 1000 litri di acqua e, nel corso di 12 anni, si degrada in microplastiche che persistono nell’ambiente. Oggi, i mozziconi rappresentano il 40% dei rifiuti plastici presenti nel Mediterraneo.
Anche i filtri biodegradabili, spesso proposti come soluzione ecologica, non risolvono il problema: una volta utilizzati, continuano a rilasciare sostanze tossiche nell’ambiente, trasformandosi comunque in rifiuti pericolosi.

Dall’inquinamento alla salute globale 
L'impatto cumulativo dei mozziconi di sigaretta nel tempo sono sicuramente preoccupanti e le conseguenze ambientali sono ancora oggetto di studio. Il tabacco non può più essere classificato semplicemente come una minaccia per la salute, ma per lo sviluppo umano nel suo insieme. Mangiamo, beviamo, respiriamo resti di sigarette altrui, ogni giorno, soprattutto perché chi sbuffa fumo, per strada o alla fermata di un autobus, si lascia alle spalle una scia quasi invisibile di minuscoli, ma velenosissimi rifiuti. Le conseguenze ambientali del consumo di tabacco hanno trasformato un problema umano in un problema planetario. I polmoni del pianeta sono sempre più scuri e non muoiono solo otto milioni di fumatori ogni anno: insieme a loro spariscono anche 600 milioni di alberi, 200mila ettari di terra, 22 miliardi di tonnellate d’acqua; 84 sono i milioni di tonnellate di CO2 che finiscono nell’atmosfera. 

L’urgenza di prevenire 
In occasione della Giornata Mondiale dell’Educazione Ambientale, abbiamo l’opportunità di affrontare con decisione l’inquinamento da tabacco. Questa sfida inizia oggi, nelle scuole, nelle comunità e attraverso le nostre scelte quotidiane. Trasformiamo il messaggio di questa giornata in un seme di cambiamento per le generazioni future.
Per invertire la rotta servono azioni concrete: investire in prevenzione e sensibilizzazione è fondamentale per costruire una generazione libera dal tabacco. Solo educando e formando nuove generazioni consapevoli possiamo combattere l’inconsapevolezza collettiva e contribuire a un futuro più sano e sostenibile.

1. Nele Guttmann, Justyna Wolinska, Stephanie Spahr, Erika Berenice Martínez-Ruiz: Cigarette butts enable toxigenic cyanobacteria growth by inhibiting their lethal fungal infections. Ecotoxicol Environ Saf. 2024 Nov 1:286:117149. 
2. Rajesh Melaram: Environmental Risk Factors Implicated in Liver Disease: A Mini-Review. Front Public Health. 2021 Jun 24:9:683719. 
3. Siddharth Rajput, Shruti Jain, Debabrata Dash, Nidhi Gupta, Roshni Rajpoot, Chandrama Prakash Upadhyaya, Mohammed Latif Khan, Raj Kumar Koiri: Role of cyanotoxins in the development and promotion of cancer. Toxicol Rep. 2024 Nov 5:13:101798.
Guglielmo Lauro
medico