venerdì 31 maggio 2024

31.05.24 Giornata Mondiale senza Tabacco

Il tema del World No Tobacco Day del 2024 è "difendere i più piccoli dalle interferenze dell'industria del tabacco". Si tratta di un obiettivo importante per proteggere la salute e il benessere dei giovani e garantire loro un futuro libero dagli effetti nocivi dei prodotti del tabacco.
Nell'ultimo ventennio, le case produttrici di tabacco hanno adottato strategie di marketing aggressive e manipolative, puntando con particolare insistenza sui giovani nell'intento di indurli alla dipendenza fin dalla più tenera età. Questo approccio predatorio mira a compensare le pesanti perdite di mercato causate dall'elevata mortalità legata all'uso del tabacco, la quale sottrae all'industria nicotinica consistenti fette di consumatori.
Proteggere i minori dalle interferenze dell'industria del tabacco dovrebbe essere una priorità fondamentale per i governi. Purtroppo, il governo italiano risulta essere particolarmente permeabile alle influenze di questo potente settore industriale (1).
D'altra parte, un governo che non riesce a difendere sé stesso dall'interferenza dell'industria del tabacco, qualsiasi tentativo cerchi di intraprendere per "tutelare" i propri cittadini sarà inefficace e potenzialmente dannoso, in quanto mancherà di credibilità, di risorse adeguate e di capacità di implementare misure di protezione coerenti. Anzi il nostro governo sembra rincorrere le passività di bilancio attraverso un aumento della distribuzione già capillare di prodotti del tabacco contribuendo così a promuoverne l'uso, aggravando i problemi di salute pubblica e aumentando i costi sanitari a lungo termine. La capillare rete distributiva del tabacco in Italia conta, infatti, circa 67'700 punti vendita, pari a 112 unità ogni 100'000 abitanti.

Tuttavia, fintanto che il governo continuerà a considerare l'industria del tabacco come un partner economico e strategico, qualsiasi azione di contrasto è destinata a rivelarsi inefficace.
Ne è una chiara dimostrazione il recente protocollo d'intesa siglato nel marzo 2024 tra il Ministero dell'Agricoltura e Philip Morris, a sostegno della tabacchicoltura nazionale. Sarebbe stato invece più opportuno promuovere attivamente la riconversione delle coltivazioni di tabacco verso produzioni alternative. Per non parlare delle generose donazioni dell'industria del tabacco ai principali partiti politici i quali subiranno inevitabilmente un'influenza indebita che orienterebbe le loro scelte a favore degli interessi commerciali del settore, anche a discapito della salute pubblica. Peraltro, trattandosi di donazioni che avvengono in modo poco trasparente, si sollevano legittime perplessità che compromettono la fiducia dei cittadini nell'integrità della classe politica.
A completare il quadro delle interferenze vi è il rinnovo della collaborazione tra l'Arma dei Carabinieri e Philip Morris Italia, annunciata nel maggio 2024, e che continua a gettare ombre sulla presunte iniziative finalizzate a promuovere la cultura della legalità presso i gestori delle tabaccherie anche con eventi formativi su temi ambientali.
Insomma, una serie di protocolli di intesa che compromettono la credibilità nelle istituzioni e appaiono in netto contrasto con gli sforzi necessari per ridurre efficacemente il consumo di tabacco e i suoi effetti nocivi sulla salute pubblica.
Finché il governo manterrà un atteggiamento permissivo e favorevole nei confronti dell'industria del tabacco siglando accordi improbabili e di dubbia utilità, sarà estremamente difficile ottenere risultati apprezzabili nella lotta contro il tabagismo.
Si tratta, infatti, di accordi viziati da un palese conflitto di interessi e anche sono animati da obiettivi in apparenza nobili, celano inevitabili forme di corruzione, comportamenti scorretti, tattiche manipolative, etc. (1).

La legge Sirchia ha rappresentato la prima vera azione di contrasto al tabagismo, seguita da un periodo di stasi durato 14 anni (2010-2023) in cui la prevalenza del fumo in Italia si è mantenuta stabilmente al di sopra del 20% (fig.1). 

fig.1: prevalenza del fumo di tabacco in Italia nel periodo 2010-2023

Ma qual è l'attuale dimensione del fenomeno?
fig. 2: prevalenza del fumo di sigarette in Italia negli ultimi 25 anni (2001-2024)

Nel 2024, l'Istituto Superiore di Sanità ha registrato una significativa riduzione del numero di fumatori, con una prevalenza scesa al 19,3% (fig.2). Tuttavia, questo risultato non può essere considerato un reale successo, poiché è accompagnato da:
  • un consistente aumento del consumo di prodotti da svapo (cioè non a combustione, come sigarette elettroniche e sigarette a tabacco riscaldato)
  • un incremento significativo dell'uso di questi prodotti tra i giovani, soprattutto tra le ragazze
  • un aumento delle condizioni di policonsumo, ovvero l'uso combinato di diversi prodotti del a base di nicotina.
Purtroppo, le scelte imprudenti delle amministrazioni sanitarie hanno ulteriormente aggravato la situazione. Negli ultimi 15 anni, è stato chiuso oltre il 43% degli ambulatori per il trattamento del tabagismo (fig. 3).
fig. 4: Centri Antifumo in Italia negli ultimi 15 anni (2010-2024)

Infatti, dal 2010 al 2024 il loro numero è diminuito da 396 a soli 223, con la soppressione di ben 173 strutture, soprattutto al Sud Italia e nelle Isole, dove la presenza di tali Centri è da sempre sottodimensionata. Il valore del 20% del Sud e Isole uguale al 20% del Centro sono dati che vanno considerati anche in base alla superficie di Sud e Isole che è doppia rispetto al Centro ed è pari rispetto al Nord, di conseguenza, il Sud e Isole ha per unità di superficie la metà dei Centri Antifumo rispetto al Centro e un terzo dei Centri Antifumo rispetto al Nord (fig. 5). 
fig. 5: distribuzione dei Centri Antifumo nel 2024

Dunque demolire i Centri Antifumo appare una decisione a dir poco incomprensibile, considerando l'importanza di tali strutture che possono essere annoverate tra i servizi sanitari che producono più salute con il più basso impegno di risorse. Tali strutture, infatti, richiedono spese molto limitate, in quanto i farmaci vengono acquistati direttamente dai pazienti che si fanno carico anche di eventuali esami di laboratorio o altre prestazioni aggiuntive. Si tratta quindi di un investimento estremamente vantaggioso nell'ottica della promozione della salute pubblica.

Intanto, appare molto difficile ipotizzare il raggiungimento dell'obiettivo OMS di ridurre il tabagismo entro il 2025 del 30% rispetto ai livelli del 2010, giungendo cioè a una prevalenza del 15,2%.
Tuttavia, alcuni segnali positivi provengono dai piani regionali di prevenzione che riportano il controllo del tabagismo in maniera trasversale in diversi Programmi Predefiniti:
PP1: Scuole che promuovono salute
PP3: Luoghi di lavoro che promuovono salute
PP4: Dipendenze
PP9: Ambiente, clima e salute.
A tale proposito si sottolinea che nell'ambito del Piano Nazionale di Prevenzione, la collaborazione tra il Dipartimento Dipendenze e il Dipartimento di Prevenzione dell'ASL Caserta rappresenta un modello incoraggiante per potenziare gli interventi di contrasto al tabagismo, almeno a livello locale dove il fenomeno è particolarmente preoccupante (fig. 6).
fig. 6: Indagine ISS 2023 sulle prevalenze dei fumatori al Nord, Centro e Sud e Isole.

Nelle regioni meridionali e insulari d'Italia si registra una prevalenza di fumatori nettamente superiore alla media nazionale. 
Poiché i costi sanitari derivanti dal consumo di tabacco ricadono sulle singole Regioni, sarebbe opportuno valutare la possibilità di conferire a tali regioni "meno virtuose" la facoltà di applicare accise supplementari sui prodotti del tabacco.
Ciò consentirebbe di compensare gli ingenti oneri sanitari causati dall'elevato tasso di fumo all'interno di tali territori regionali. In tal modo, le regioni più colpite dai costi sanitari legati al tabagismo potrebbero disporre di maggiori risorse per affrontare questo fenomeno e i suoi impatti.
Video: Allarme tabagismo al Sud e Isole, maglia nera alla Campania

Secondo un comunicato stampa dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) del 30 maggio 2024, la Regione Campania rimane tra le regioni del Sud Italia con i più alti tassi di prevalenza di fumatori (2). Questo quadro riflette fattori socioeconomici, culturali e stili di vita caratteristici della Regione, che richiedono pertanto interventi mirati di prevenzione e sensibilizzazione sul tema del fumo.

Guglielmo Lauro
medico

2 commenti:

  1. Anche i punti di accesso al gioco d'azzardo sono ben distribuiti sul territorio italiano, e anche quelli servono a spennare gli italiani soprattutto se fumatori...

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    1. Il numero di punti di accesso al gioco d'azzardo sul territorio è di 55131 = 95 per ogni 100mila abitanti, quindi quasi quanto la rete distributiva dei tabacchi.
      I giocatori d'azzardo, che sono spesso anche fumatori, rientrano nella categoria di quei fumatori che incontrano particolare difficoltà nel percorso di cessazione (fumatori difficili), insomma dipendenza da fumo e dipendenza da gioco sono strettamente associate da una relazione bidirezionale (Casinò online legali dal 18 luglio: fumare è consentito!)

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