Liberarsi dalle catene della dipendenza è tanto più facile quanto più precocemente si interviene, altrimenti sarà davvero difficile sottrarsi alla spirale dei disturbi dell'umore (specialmente stati ansiosi e depressivi), dei disturbi del sonno, nonché di altri problemi legati allo stress.
Secondo una recente indagine della Società Italiana di Psichiatria (2013), sono soprattutto i meno abbienti, i giovanissimi e le donne ad essere colpiti da stati ansiosi e depressivi di vario tipo. Dunque, in un quadro generale segnato da una crescente precarietà economica e lavorativa che coinvolge soprattutto i giovani, stress e ansia assumono sempre più i toni di una reale emergenza sociale. In questo contesto trova terreno fertile il consumo di tabacco. Quest'ultimo, infatti, è strettamente associato a fenomeni di ansia e depressione del periodo adolescenziale, ed è utilizzato spesso come forma di auto-medicazione per lo stress emotivo (1). A tale proposito, uno studio effettuato su studenti suddivisi in fumatori leggeri (5-12 sigarette al giorno) e non fumatori ha evidenziato che i primi, comparati con i secondi, si sentivano nel complesso significativamente più scontenti, agitati, tesi, litigiosi, arrabbiati, impazienti, ostili, infastiditi e disgustati, nonché con maggiore esperienza di vertigini (2). Inoltre, sempre in detto studio è emerso che dopo specifici test cognitivi i fumatori, rispetto ai non fumatori, si sentivano maggiormente dispettosi, ribelli, incapaci e mostravano maggiore sudorazione, suggerendo che i fumatori erano maggiormente suscettibili di cambiamenti d'umore in risposta a stress (2). Da qui alla degenerazione verso comportamenti a rischio (aggressività fisica, addiction) il passo è breve. Infatti, una stretta relazione fra questi comportamenti è stata osservata con il fumo di tabacco (3).
Secondo una recente indagine della Società Italiana di Psichiatria (2013), sono soprattutto i meno abbienti, i giovanissimi e le donne ad essere colpiti da stati ansiosi e depressivi di vario tipo. Dunque, in un quadro generale segnato da una crescente precarietà economica e lavorativa che coinvolge soprattutto i giovani, stress e ansia assumono sempre più i toni di una reale emergenza sociale. In questo contesto trova terreno fertile il consumo di tabacco. Quest'ultimo, infatti, è strettamente associato a fenomeni di ansia e depressione del periodo adolescenziale, ed è utilizzato spesso come forma di auto-medicazione per lo stress emotivo (1). A tale proposito, uno studio effettuato su studenti suddivisi in fumatori leggeri (5-12 sigarette al giorno) e non fumatori ha evidenziato che i primi, comparati con i secondi, si sentivano nel complesso significativamente più scontenti, agitati, tesi, litigiosi, arrabbiati, impazienti, ostili, infastiditi e disgustati, nonché con maggiore esperienza di vertigini (2). Inoltre, sempre in detto studio è emerso che dopo specifici test cognitivi i fumatori, rispetto ai non fumatori, si sentivano maggiormente dispettosi, ribelli, incapaci e mostravano maggiore sudorazione, suggerendo che i fumatori erano maggiormente suscettibili di cambiamenti d'umore in risposta a stress (2). Da qui alla degenerazione verso comportamenti a rischio (aggressività fisica, addiction) il passo è breve. Infatti, una stretta relazione fra questi comportamenti è stata osservata con il fumo di tabacco (3).
Numerosi lavori oramai confermano il legame tra il consumo di tabacco e problemi comportamentali (impulsività, iperattività) oltre a problemi di aggressività autodiretta (suicidi, autolesionismo) ed eterodiretta (con condotte criminose e atti delinquenziali) (4).
L'ostilità intesa come tratto di personalità che si manifesta con attitudini ciniche e sfiducia generale verso gli altri, è associata con lo stato di fumatore di tabacco e con il rischio di ricaduta (5).
In Italia è stato effettuato un sondaggio effettuato su scala nazionale relativo ai modelli di consumo di sostanze ricreazionali in relazione a modelli comportamentali; i risultati di tale studio hanno evidenziato che nel complesso, il fumo di sigaretta, così come l'uso di droghe illegali, l'assenteismo, il ridotto controllo genitoriale, le frequenti serate trascorse fuori casa e l'influenza dei pari risulta fortemente associato con i comportamenti aggressivi alcol-correlati (6).
1. Carceller-Maicas N, Ariste S, Martínez-Hernáez A, Martorell-Poveda MA, Correa-Urquiza M, M Digiacomo S: [Smoking as a form of self-medication for depression or anxiety in young adults: results of a mixed-methods study]. Adicciones. 2014;26(1):34-45.
2. File SE, Dinnis AK, Heard JE, Irvine EE: Mood differences between male and female light smokers and nonsmokers. Pharmacol Biochem Behav. 2002 Jun;72(3):681-9.
3. Slavin M, Pilver CE, Hoff RA, Krishnan-Sarin S, Steinberg MA, Rugle L, Potenza MN: Serious Physical Fighting and Gambling-Related Attitudes and Behaviors in Adolescents. J Behav Addict. 2013 Sep 1;2(3):167.
4. Evren C, Evren B, Bozkurt M: Tobacco use among 10th grade students in Istanbul and related variables. Asian J Psychiatr. 2014 Apr;8:69-75.
5. Quinn A, Sekimura S, Pang R, Trujillo M, Kahler CW, Leventhal AM: Hostility as a predictor of affective changes during acute tobacco withdrawal. Nicotine Tob Res. 2014 Mar;16(3):335-42.
6. Siciliano V, Mezzasalma L, Lorenzoni V, Pieroni S, Molinaro S: Evaluation of drinking patterns and their impact on alcohol-related aggression: a national survey of adolescent behaviours. BMC Public Health. 2013 Oct 10;13:950.
Guglielmo Lauro
(medico)
(medico)
vedi anche:
Fumo: comportamenti a rischio e condotte poco dignitose!
RispondiEliminaLa dipendenza patologica (addiction) conduce a comportamenti disonesti anche nel caso di dipendenze cosiddette legali (tabagismo, gambling, etc.). La storia di una donna di circa 60 anni che chiede soldi con la scusa di acquistare medicine per lenire gli effetti di un cancro e che invece li usa per acquistare sigarette e giocare ai videopoker, ne è un esempio.
Chiede soldi per curarsi da un tumore: poi compra stecche di sigarette e gioca a videopoker
A proposito di tendenze autolesioniste vi sottopongo un estratto dal libro "Mai più un altro tiro", di Joel Spitzer:
RispondiElimina"Ieri notte sentivo una sensazione di bruciore nei miei polmoni e ho pensato di avere un tumore. Non ero né spaventato, né sorpreso, né sconvolto. Ero piuttosto contento. Non potevo ricordare di avere mai desiderato tanto di essere diagnosticato di una malattia terminale." Questa insolita affermazione mi fu fatta da una partecipante a una clinic al quarto giorno senza fumare. Anche se poteva sembrare come il vaneggiamento di una persona molto depressa o mentalmente malata, in realtà non si trattava di niente di tutto ciò. Al contrario, sorrideva e rideva mentre lo diceva. Cosa ci trovava di divertente? Appena fatto questo pensiero, aveva capito che si trattava degli stessi dolori di cui aveva sentito parlare da parte di altre tre partecipanti alla clinic quel giorno. Era il suo corpo che stava guarendo dal fumo. Aveva anche compreso che non stava auspicando per sé una malattia debilitante o una rapida dipartita: voleva semplicemente una sigaretta. Quando cominciò a sentire il dolore, aveva razionalizzato che – se avesse avuto un cancro ai polmoni – poteva tranquillamente fumare e quindi aveva desiderato di avere un cancro. A quel punto si rese conto di quanto macabro fosse diventato il suo modo di pensare e che aveva cominciato a farlo non perché stava smettendo di fumare, ma perché era una dipendente. Una volta realizzata l’assurdità della situazione, aveva riso del proprio stimolo ed era andata a dormire. È importante ricordare quanto erano irrazionali i tuoi pensieri quando anche tu eri un fumatore. Come tale, eri costantemente ammonito dei pericoli da parte di media, medici, famiglia, amici che avevano smesso e – soprattutto – da parte del tuo stesso organismo. Non passava una settimana senza essere bombardato da quel costante, indisponente messaggio che il fumo ti stava danneggiando, ti stava uccidendo. Ma da bravo drogato quale eri, ignoravi queste malefiche influenze esterne per obbedire unicamente al tuo vero padrone: la sigaretta.
Questo è un esempio di ideazione alterata, di false sensazioni e percezioni, nonché di pensieri irrazionali legati alla dipendenza.
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