Le sigarette elettroniche
(e-cig) e le sigarette a tabacco riscaldato (IQOS, GLO) sono spesso propagandate
come ausili per la cessazione del fumo di tabacco. Tuttavia, i dati sulla loro
sicurezza sono ancora scarsi e gli studi sull'efficacia, oltre ad essere
insufficienti, non evidenziano attualmente alcun aumento significativo dei
livelli di cessazione del fumo (1).
Spesso questi nuovi
dispositivi vengono pubblicizzati come un’alternativa “salutare” al fumo di
sigaretta tradizionale…ma sicuramente non lo sono!
Il vapore di sigaretta elettronica (e-cig) non è
acqua, ma contiene delle nanoparticelle di metalli pesanti (cadmio, piombo,
etc.) implicate nella formazione di specie reattive dell'ossigeno (radicali
liberi) che possono causare rotture di singolo filamento nel DNA e mutagenesi,
composti carbonilici tossici (formaldeide, acetaldeide, etc.), composti
organici volatici e nitrosamine specifiche del tabacco (2).
Per quanto riguarda i prodotti a tabacco riscaldato, gli studi
attuali sono ancora limitati essendo dei prodotti ancora più recenti rispetto
alle e-cig, e comunque è accertata la loro emissione di catrame, carbonili,
composti organici volatili, monossido di carbonio, radicali liberi o
nitrosamine sebbene in concentrazioni significativamente più basse rispetto
alle sigarette a combustione (3).
La IQOS (prodotta da Philip
Morris International) è la sigaretta a tabacco riscaldato più diffusa in
Italia, il suo nome deriva dall’accattivante acronimo "I Quit Ordinary
Smoking" che sta appunto per “Io smetto di fumare il tabacco
tradizionale”.
La GLO (prodotta da British
American Tobacco) è una sigaretta a tabacco riscaldato il cui nome è
un'abbreviazione della parola inglese GLOW che indica il bagliore, la luce
emessa da qualcosa di riscaldato senza bruciare e ha anche un'accezione
positiva perché si attribuisce ad una persona brillante.
A parte le strategie
pubblicitarie che si trovano dietro la denominazione dei suddetti dispositivi, appaiono
discutibili le recenti ripetute partecipazioni dell’industria del tabacco come sponsor
in congressi medici, convegni ed eventi riguardanti la salute. La presenza
dell’industria del tabacco ovviamente viene segnalata in termini di supporto/contributo
"non condizionante", ma è evidente che il reale scopo è quello di ottenere
credibilità scientifica e spingere sul mercato i loro prodotti del tabacco. Non è etico accettare fondi da chi fa attività che danneggiano la salute.
L'introduzione dei prodotti a
tabacco riscaldato (IQOS), infatti, rappresenta l'ennesima strategia
dell'industria del tabacco volta a rallentare la lotta al tabagismo e utilizza
il concetto di "riduzione del danno" come stratagemma per accedere al
tavolo dei decisori politici in tema di salute influenzando la legislazione e
la regolamentazione dei prodotti del tabacco.
Lo svapo in realtà oltre a
rappresentare un mezzo per mantenere la dipendenza nicotinica nei fumatori
duali che utilizzano lo svapo quando la sigaretta tradizionale non è consentita
(specie nei meno giovani), può rappresentare un mezzo per iniziare a fumare (specie
nei più giovani). In effetti, la maggioranza dei consumatori di sigarette
elettroniche sono i giovani e i fumatori duali (2).
È vero che ci sono persone che
grazie allo svapo hanno progressivamente eliminato la loro dipendenza dal
tabacco, così come ci sono persone per cui lo svapo rappresenta la soluzione
ideale per fumare senza limitazioni ovunque con il rischio di assumere
un'elevata quantità di nicotina senza rendersene conto. Peraltro, sono numerosi
i fumatori che considerano lo svapo un insoddisfacente surrogato della
sigaretta.
Dunque, il concetto di
riduzione del danno con l'introduzione della sigaretta elettronica è in realtà vanificato
dal fatto che un numero cospicui di tabagisti riducono la sigaretta a combustione per l'uso concomitante di altri prodotti del tabacco senza combustione (e-cig e tabacco riscaldato), i cosiddetti fumatori duali. Inoltre,
c'è evidenza che il rischio di ritornare dallo svapo all’uso unico di sigaretta
tradizionale è mediamente di circa il 67% (2).
Un concreto proposito di
riduzione del danno, dovrebbe essere quello dalla sostituzione dei prodotti "a
danno elevato" con quelli "a danno minore", dunque eliminando completamente dal commercio le sigarette a combustione. Invece, le scelte commerciali, guidate esclusivamente da interessi prettamente economici, hanno chiaramente ampliato la gamma dei
prodotti del tabacco, rendendo disponibili oltre ai prodotti del tabacco
notoriamente dannosi (sigarette, sigaretti, sigari) anche dispositivi a
potenziale danno ridotto (svapo).
D'altra parte, promuovere i
prodotti a tabacco riscaldato come prodotti a tossicità ridotta, porta a percepire
lo svapo come “rischio accettabile”; tuttavia il concetto di rischio accettabile
non correttamente percepito dai fumatori a causa di una serie di fattori:
-la dipendenza, che influenza la capacità di valutare obiettivamente i rischio associati al fumo;
-un adattamento alla tossicità, per cui il fumatore si adatta gradualmente agli effetti nocivi del fumo di tabacco;
-sviluppo di meccanismi psicologici di difesa, per cui i fumatori risultano essere maggiormente influenzati da campagne pubblicitarie ingannevoli e informazioni errate creando una sorta di "cieco ottimismo" che ostacola la percezione della gravità dei danni.
-la dipendenza, che influenza la capacità di valutare obiettivamente i rischio associati al fumo;
-un adattamento alla tossicità, per cui il fumatore si adatta gradualmente agli effetti nocivi del fumo di tabacco;
-sviluppo di meccanismi psicologici di difesa, per cui i fumatori risultano essere maggiormente influenzati da campagne pubblicitarie ingannevoli e informazioni errate creando una sorta di "cieco ottimismo" che ostacola la percezione della gravità dei danni.
Inoltre, quando si tratta di prendere in considerazione la cessazione, i fumatori diventano dei procrastinatori cronici con una scarsa voglia di assumersi responsabilità nell'immediato. Cosicché rinviando il problema, esso nel frattempo cresce e la scelta di rinviare può trasformarsi in un pericoloso boomerang.
La procrastinazione è un bias cognitivo che fa apparire il rinvio del percorso di cessazione in un secondo momento, meno faticoso. D'altra parte la procrastinazione è spesso associata ad alcuni tratti caratteriali che si riscontrano tipicamente nei fumatori: l'impulsività, la disattenzione e la scarsa disciplina (4).
A tale proposito si ricorda una nota affermazione di Benjamin Franklin: "You May Delay, But Time Will Not", "Tu puoi rimandare, ma il tempo non lo farà". Dunque, se il fumatore ha una scarsa voglia di assumersi una responsabilità, allora sarà il tempo inesorabilmente a decidere per lui, senza pietà.
1. Patil S, Arakeri G, Patil S, Ali Baeshen H,
Raj T, Sarode SC, Sarode GS, Awan KH, Gomez R, Brennan PA: Are electronic
nicotine delivery systems (ENDs) helping cigarette smokers quit? - A current
evidence. J Oral Pathol Med. 2019 Oct 23.
2. Worku D, Worku E: A narrative review
evaluating the safety and efficacy of e-cigarettes as a newly marketed smoking
cessation tool. SAGE Open Med. 2019 Aug 18;7:2050312119871405.
3. Salman R, Talih S, El-Hage R, Haddad C,
Karaoghlanian N, El-Hellani A, Saliba NA, Shihadeh A: Free-Base and Total
Nicotine, Reactive Oxygen Species, and Carbonyl Emissions From IQOS, a Heated
Tobacco Product. Nicotine Tob Res. 2019 Aug 19;21(9):1285-1288.
4. Johansson F et al. Associations Between Procrastination and Subsequent Health Outcomes Among University Students in Sweden. JAMA Network Open. 2023;6(1):e2249346. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.49346
4. Johansson F et al. Associations Between Procrastination and Subsequent Health Outcomes Among University Students in Sweden. JAMA Network Open. 2023;6(1):e2249346. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.49346
Guglielmo Lauro
(medico)
Le sigarette elettroniche aumentano il rischio di ictus del 15% nei giovani
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