venerdì 1 aprile 2016

Assolutamente vietato fumare durante l'ossigenoterapia


L'ossigenoterapia domiciliare a lungo termine (>15-18 ore al giorno) migliora la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti con insufficienza respiratoria cronica da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Tuttavia si stima che circa il 30% dei soggetti che usufruiscono di ossigenoterapia continuino imperterriti a fumare (1).
I fumatori che utilizzano ossigeno a domicilio per trattare la broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) sono considerati a maggior rischio di ustioni (2, 3).
Tuttavia il fumo di sigaretta può vanificare i benefici effetti della O2-terapia sia perché mantiene lo stato di infiammazione bronco-polmonare, sia perché si lega all'emoglobina, riducendone la capacità di trasporto di O2.
Nel nostro Paese, generalmente si attribuisce una scarsa attenzione al rischio di incendio e/o di esplosione che si accompagna inevitabilmente all'uso di dispositivi deputati ad aumentare la quantità di ossigeno all'interno delle mura domestiche; rischio tanto più elevato in presenza di pazienti che perseverano nell'abitudine al fumo di sigaretta (1).
In effetti il fumo di sigaretta dovrebbe essere un fattore da prendere in considerazione prima di prescrivere l’ossigeno a domicilio (4) e i medici dovrebbero scoraggiare il fumo in questi pazienti e prendere in considerazione i potenziali rischi oltre ai benefici, prima di prescrivere ossigeno in terapia domiciliare (5).
Infatti, nei Paesi di cultura anglosassone si è particolarmente rigorosi sulla questione e viene avanzata l'ipotesi di non prescrivere o di sospendere l'ossigenoterapia domiciliare per prevenire un rischio tutt'altro che teorico, così come ormai dimostrato dalla letteratura scientifica internazionale e dai fatti di cronaca che riportano con una certa frequenza casi di ustioni, incendi ed esplosioni in pazienti fumatori (1). Dunque oltre alla necessità di impartire un divieto imperativo di fumare, appare opportuna l'adozione di un modulo di consenso informato per ossigenoterapia firmato dal paziente o da chi lo rappresenta, in cui sia chiaramente indicato che il soggetto abbia compreso il rischio rappresentato dal fumare in presenza di sorgenti di ossigeno (1). Peraltro, appare palese l'opportunità di attuare più tentativi di disassuefazione dal fumo, motivando i pazienti ed inviandoli ai centri idonei, oltre ad informarli sul come i benefici dell'ossigenoterapia siano in gran parte vanificati dal continuare a fumare (1).
La sigaretta elettronica, per quanto possa essere ritenuta più sicura rispetto a quella classica, è in ogni caso sconsigliabile utilizzarla da parte di coloro che ricevono terapia domiciliare di ossigeno per il rischio di incendio (6). Le bombole di ossigeno in funzione introducono inevitabilmente una quota supplementare di ossigeno nell'ambiente permeando mobili e suppellettili (coperte, vestiti, etc.) che li rende maggiormente infiammabili. Anche se le e-cig sono a batteria e non hanno fiamme libere il loro riscaldamento può costituire ugualmente una minaccia, in considerazione dei numerosi incidenti segnalati (6).
1. Cavigioli G, Corrado A, Foresi A: Ossigenoterapia domiciliare: quello che non viene (quasi) mai detto. Rassegna di Patologia dell'Apparato Respiratorio 2006; 21:254-255.
2. Muehlberger T, Smith MA, Wong L: Domiciliary oxygen and smoking: an explosive combination. Division of Plastic Surgery, The Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, MD 21224, USA. Burns. 1998 Nov;24(7):658-60.
3. Chang TT, Lipinski CA, Sherman HF: A hazard of home oxygen therapy. J Burn Care Rehabil. 2001 Jan-Feb;22(1):71-4; discussion 70-1.
4. Al Kassis S, Savetamal A, Assi R, Crombie RE, Ali R, Moores C, Najjar A, Hansen T, Ku T, Schulz JT 3rd: Characteristics of patients with injury secondary to smoking on home oxygen therapy transferred intubated to a burn center. J Am Coll Surg. 2014 Jun;218(6):1182-6.
5. Litt EJ, Ziesche R, Happak W, Lumenta DB: Burning HOT: revisiting guidelines associated with home oxygen therapy. Int J Burns Trauma. 2012;2(3):167-70.
6. Lacasse Y, Légaré M, Maltais F: E-cigarette use in patients receiving home oxygen therapy. Can Respir J. 2015 Mar-Apr;22(2):83-5.
Guglielmo Lauro
(medico)

lunedì 7 marzo 2016

8 marzo 2016 - giornata internazionale della donna (international women's day): Attenti alle bionde!

Ormai le statistiche mondiali sui danni provocati dal fumo di sigarette parlano chiaro e sono molto allarmanti soprattutto se si osserva quanto siano numerose le ragazze che cominciano a fumare in età adolescenziale e addirittura preadolescenziale.
Gli studi sulla salute fisica e sul benessere femminile confermano che di tutte le cose che le donne potrebbero fare per migliorare la propria salute, la più importante sarebbe quella di evitare di fumare (1); infatti, il fumo contribuisce a numerose cause di morte e disabilità principalmente nel sesso femminile (1).

Per coloro che fumano, la festa della donna dovrebbe rappresentare una data importante per valorizzare la propria femminilità soprattutto in termini di salute.
Bisogna aver fiducia nelle proprie capacità di riuscita, nonostante le numerose difficoltà che si possono incontrare, bisogna imparare a sentirsi più donne e meno fumatrici, cambiare le proprie abitudini considerando il fumo come una parentesi di vita da dimenticare, un lontano ricordo!
C’è chi dice che fuma per abitudine, chi, invece, ammette, con un buon esame di realtà, che non riesce a farne a meno. Ad ogni modo le sigarette rappresentano le compagne di vita per circa il 20% fra italiani e italiane. Peraltro, sarebbe auspicabile non usare le sigarette per sentirsi meno soli; meglio scegliere bene le proprie “compagne di vita”! Insomma... attenti alle bionde!

Presso il Centro Antifumo Quit si effettueranno percorsi tabaccologici gratuiti per tutte le donne che si prenoteranno nella settimana dell'8 marzo direttamente da questo blog (cliccando qui).

1. Alexander DF: Women's physical health and well-being. Public Health Rep. 1987 Jul;102(4 Suppl):9-11.

sabato 6 febbraio 2016

14.02.16 Smettere di fumare: per gli innamorati è più facile!

In occasione della nota ricorrenza del 14 febbraio dedicata agli innamorati (festa di San Valentino) si riportano alcuni recenti studi da cui emerge come l'amore romantico e passionale possa aiutare a smettere di fumare attraverso il meccanismo della self-expansion.
È noto che impegnarsi con trasporto in una storia d'amore, attiva il circuito mesolimbico dopaminergico che è lo stesso responsabile degli effetti gratificanti della nicotina (1, 2). Secondo recenti studi l'aumento dell'eccitazione derivante da un innamoramento può rendere il fumatore meno recettivo agli stimoli della sigaretta in caso di deprivazione nicotinica (1, 2). Ma quale aspetto dell'amore è coinvolto? Il cosiddetto meccanismo dell'espansione del sé (self-expansion).
L'espansione del sé rappresenta una dimensione soggettiva del piacere che si esprime come crescita personale; essa si esprime attraverso il/la partner, e dunque è quel motore dell'approccio che unisce i partners e motiva l'euforia dell'innamoramento, è ciò che rende le unioni più felici, soddisfacenti e anche più durature. Quando le coppie si impegnano in attività emozionanti congiunte si sentono maggiormente legate e più soddisfatte (3, 4). La coppia che funziona è quella che consente vicendevolmente ai partner di ampliare il sé attraverso l'altro, e cioè di migliorarsi, di completarsi, di accumulare esperienza, abilità, consapevolezza personale, di realizzarsi come individuo attraverso l'altro partner. Questo modello di crescita personale, di espansione del sé (self-expansion), sviluppato dallo psicologo statunitense Arthur Aron (5), protrebbe essere sfruttato negli interventi clinici per smettere di fumare (1, 2). Infatti, studi recenti mettono in risalto come possa essere importante, in alcuni percorsi di cessazione tabagica, sviluppare il meccanismo dell'espansione del sé attraverso attività emozionanti o piacevoli che si basano sulle relazioni interpersonali: organizzare e intraprendere un viaggio, dare inizio ad un nuovo hobby, una nuova attività sportiva, stringere nuove relazioni, etc. D'altra parte un suggerimento per rilanciare l'entusiasmo in una coppia è quello di proiettarsi in novità condivise, fare nuove attività stimolanti che rappresentano lo starter per l'espansione del sé
Sia la nicotina e sia il meccanismo dell'espansione del sé agiscono sul sistema mesolimbico dopaminergico, agendo come ricompensa per attenuare la reattività del cervello agli stimoli delle sigarette (es. osservare una sigaretta accesa) (1, 2). Pertanto, il meccanismo relazionale della self-expansion può rappresentare un adeguato sostituto della nicotina (2).
L'espansione del sé, derivante dall'esperienza potente e coinvolgente dell'amore romantico e passionale, mitiga la sindrome astinenziale (4), e diversamente da quanto si potrebbe ipotizzare, lo fa attraverso un meccanismo differente da quello della distrazione (6). Peraltro, si è riscontrato che i fumatori che smettono con successo sono coloro che hanno sperimentato maggiori eventi di self-expansion durante i tentativi di cessazione tabagica (4).
Nelle coppie in cui uno o entrambi fumano, la festa di San Valentino potrebbe rivelarsi l'occasione per un "impegno condiviso" di cessazione, che rimettendo in moto la continua moltiplicazione per due, potrebbe anche rapprensentare uno dei segreti dello stare bene assieme.

1. Xu X, Wang J, Aron A, Lei W, Westmaas JL, Weng X: Intense passionate love attenuates cigarette cue-reactivity in nicotine-deprived smokers: an FMRI study. PLoS One. 2012;7(7):e42235.
2. Xu X, Aron A, Westmaas JL, Wang J, Sweet LH: An fMRI study of nicotine-deprived smokers' reactivity to smoking cues during novel/exciting activity. PLoS One. 2014 Apr 11;9(4):e94598.
3. Graham JM: Self-expansion and flow in couples' momentary experiences: an experience sampling study. J Pers Soc Psychol. 2008 Sep;95(3):679-94.
4. Xu X, Floyd AH, Westmaas JL, Aron A: Self-expansion and smoking abstinence. Addict Behav. 2010 Apr;35(4):295-301.
5. Aron A, Aron EN, Norman C (2001) The self-expansion model of motivation and cognition in close relationships and beyond. In: Clark M, Fletcher G, editors. Blackwell handbook in social psychology, Vol. 2: Interpersonal processes Oxford: Blackwell. pp. 478–501.
6. Younger J, Aron A, Parke S, Chatterjee N, Mackey S (2010) Viewing pictures of a romantic partner reduces experimental pain: Involvement of neural reward systems. PLoS ONE, 5(10), 1–7.
Guglielmo Lauro
(medico)
___________________________________________________________________
CESSAZIONE E SELF-EXPANSION
Smettere facendo leva su ciò che il nostro partner rappresenta per noi. Con il test di Gary W. Lewandowski Jr. (professore di psicologia della Monmouth University del New Jersey) possiamo misurare la nostra self-expansion, una misura della crescita personale e del senso di solidità e stabilità che ci conferisce il rapporto di coppia. Si tratta di quel meccanismo che esprime come ciascuno di noi espande le proprie competenze nell'altro partner. Se la self-expansion di coppia risulterà forte, ciò costituirà anche una buona leva per raggiungere facilmente l'obiettivo di cessazione del fumo.

rispondi al questionario cliccando qui
per la lettura del punteggio realizzato clicca qui (dopo qualche minuto)


giovedì 4 febbraio 2016

World Cancer Day (04.02.2016) - Il fumo di tabacco: il principale fattore di rischio oncologico




Il fumo di sigaretta si conferma come principale fattore di rischio oncologico. Infatti, gli studi di settore più recenti ribadiscono come smettere di fumare rappresenti il passo più importante per prevenire il cancro (1). Sono riconducibili al tabagismo fino al 90% dei casi di carcinoma polmonare e il 75% di quelli alla testa e collo.

Lo slogan della Giornata mondiale contro il cancro 2106 "We can, I can" sta ad indicare ciò che possiamo fare assieme (i governi, le istituzioni, etc.) e ciò che possiamo fare da soli nella lotta al cancro. Ma siamo sicuri che i buoni propositi vengono rispettati?

Cosa possono fare le istituzioni
…e invece
far rispettare i divieti del fumo nei luoghi pubblici
basta osservare i cartelli di divieto per rendersi conto che in oltre il 90% non è indicato a chi spetta vigilare o a chi compete accertare le infrazioni con conseguente maggiore disorientamento per chi vorrebbe far rispettare il divieto a chi di competenza
ridurre i fattori di rischio (tassazioni più alte su prodotti del tabacco)
il prezzo delle sigarette in Italia (standardizzato per Prodotto Interno Lordo) risulta quasi la metà rispetto al Regno Unito e un quarto inferiore rispetto alla Francia
educare e informare sui fattori di rischio ambientali
se osserviamo l'inquinamento ambientale di cicche e i numerosi incendi da mozziconi accesi i provvedimenti adottati appaiono largamente inefficaci
inasprire la lotta al contrabbando
in base ai dati più recenti il contrabbando di sigarette in Italia è tornato a essere uno dei traffici più redditizi


Nel frattempo che le istituzioni si attivano al WE CAN, che ancora fatica ad essere esecutivo, ciascuno di noi passi all’azione, e cioè all’I CAN.
Cosa possiamo fare da soli:

  • seguire uno stile di vita sano e stare lontano dal fumo di sigaretta
  • aderire alle campagne di diagnosi precoce e comprendere come ciò può salvarci la vita
  • dare supporto a chi è malato!


1. Bottorff JL, Oliffe JL, Sarbit G, Kelly MT, Cloherty A: Men's Responses to Online Smoking Cessation Resources for New Fathers: The Influence of Masculinities. JMIR Res Protoc. 2015 May 13;4(2):e54.
Guglielmo Lauro
(medico) 

martedì 26 gennaio 2016

26.01.2016 Fondamenti psicologici del disturbo da uso di tabacco

Per “dipendenza” si intende una relazione particolare con una persona od oggetto, tale per cui non se ne può fare a meno senza accusare disagio o patire forte stress.
Sul versante biologico si osserva che l’organismo col tempo si adatta alla sostanza e necessita di dosi crescenti, con la conseguenza che la brusca sospensione produce una sindrome d’astinenza, più o meno sfumata a seconda dei casi.
Spesso alla componente biologica della dipendenza si associa quella psicologica, per cui il comportamento del tabagista può essere influenzato da dinamiche intrapsichiche e relazionali profonde. Tali componenti frequentemente risultano collegate ad una fissazione allo stadio orale dello sviluppo psicosessuale infantile per cui grande valenza assumono le esperienze incentrate sulla stimolazione della bocca e del cavo orale.
Il neonato attraverso il succhiare, ingoiare, alimentarsi, ha modo di conoscere sé stesso, attraverso le sensazioni fisiche, e il mondo mediante le prime interazioni con la madre.
L’ esperienza di soddisfazione derivante dal piacere orale hanno grande importanza nella strutturazione psichica e costituiscono un fattore protettivo che consente di superare nel migliore dei modi i vissuti di frustrazione che sono, tuttavia, altrettanto necessari per uno sviluppo equilibrato.
Il neonato nei momenti di frustrazione impara a portare tutto alla bocca alla ricerca di quelle sensazioni piacevoli di cui serba memoria. La fissazione a questo stadio dello sviluppo può essere causata dall’eccessiva gratificazione o all’opposto da eventi traumatici che vanno a causare un arresto dello sviluppo libidico.
Molte sono le problematiche che possono conseguire a tale configurazione tra cui lo stabilirsi di una “personalità orale”. Si tratta di individui che conservano in età adulta le stesse modalità intrapsichiche che caratterizzano il neonato per la risoluzione degli stati di tensione ed ansia. Secondo il “principio del piacere” si è alla ricerca dell’appagamento immediato, privo di attesa, agendo d’impulso e quasi in maniera automatica. Il fumatore rimuove il pensiero delle conseguenze nocive del fumo poiché sente più urgente il bisogno di soddisfare una pulsione. Fumare diventa, così, una modalità orale attraverso la quale superare tutto ciò che nell’individuo provoca tensione e disagio psichico.
Nell’adolescenza rappresenta un comportamento rituale, di passaggio, attestante l’inclusione o l’esclusione dal gruppo dei pari. Veicola comunicazioni, è uno dei modi per manifestare il proprio disagio oppure l’opposizione nei confronti della famiglia alla ricerca di una definizione identitaria.
È possibile in tal caso che l’uso di sigarette sia solo transitorio mentre l’acquisizione di una dipendenza necessita di un substrato nella struttura psicologica individuale, che non di rado trova rinforzo nel contesto sociale. Infatti, tra i fumatori adulti si stabilisce una complicità di gruppo per cui ci si ritrova insieme per ripetere il consueto rito della sigaretta in un luogo dove nessuno ostacoli questo comportamento e nessuno ricordi quanto è dannoso. Occorre precisare che una volta instaurata la dipendenza tabagica, intervengono numerosi meccanismi per cui essa viene mantenuta in età adulta. Essa sembra essere una risposta funzionale alle difficoltà a relazionarsi, capace di placare lo stato di malessere, almeno in parte. Tale comportamento rientra, quindi, tra le modalità di autogratificazione più comuni (Tinghino, 2003).
Nel nuovo sistema di codifica delle dipendenze patologiche che si rileva nel DSM-5 (edizione del 2014), le categorie diagnostiche di abuso e dipendenza sono state fuse in un unico disturbo da uso di sostanze misurato su un continuum da lieve a grave.
Nel DSM-5 vengono individuati i criteri specifici per porre diagnosi di disturbo da uso di tabacco. Il criterio A vede un pattern problematico dell’uso di tabacco che porta a disagio come riscontrabile attraverso almeno due delle seguenti condizioni, che si verificano entro un periodo di almeno 12 mesi:
- utilizzo di tabacco per un periodo e in un quantitativo maggiore di quanto fosse nelle intenzioni;
- desiderio di smettere o controllare l’uso e sforzi infruttuosi in tal senso;
- forte desiderio o spinta all’uso;
- uso ricorrente di tabacco in situazioni nelle quali è fisicamente pericoloso (fumare a letto);
- uso continuato di tabacco nonostante se ne conoscano gli effetti nocivi;
- importanti attività (lavoro, attività sociali e ricreative) vengono abbandonate, interrotte a causa dell’ uso di tabacco;
- continuare a usare tabacco nonostante si incorra in problematiche relazionali (discussioni altri dovute all’uso);
- presenza di tolleranza;
- presenza di astinenza;
Attualmente si tratta di un fenomeno ancora molto diffuso. Secondo i dati ISTAT 2011 in Italia fuma il 22,3% della popolazione di età dai 14 anni in su. I fumatori sono il 28,4% dei maschi e il 16,6% delle femmine. Percentuali ancora piuttosto ampie nonostante le campagne informative sui danni del tabagismo promulgate a livello nazionale.
Sono, infatti, ormai note le conseguenze negative sulla salute associate all’uso di tabacco, inclusi i danni alla propria persona e quelli determinati dal respirare fumo passivo; eppure moltissime persone ancora oggi iniziano o proseguono a fumare. Le iniziative assunte nel nostro paese dal Ministero della Salute per contrastare il fenomeno, utilizzando anche immagini choc e frasi stampate sui pacchetti di sigarette ricordanti la nocività del fumo, non sembrano aver raggiunto i risultati sperati.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il tabacco è la principale causa di morte evitabile nel mondo. Poiché le campagne di informazione sui rischi sono state massive e riproposte ciclicamente è evidente che nel mondo occidentale quasi tutti conoscono i pericoli in cui si incorre fumando. Pertanto, molto ci si è interrogati sui motivi che portano a perseverare in tale comportamento e su come si possa risolvere la “dissonanza cognitiva” destata da tale paradosso.
Non di rado il fumatore fa appello persino al fatto che ormai l’aria è talmente inquinata che non sarà qualche sigaretta a “fare la differenza”, oppure che senza fumare starebbe peggio. 
Abbiamo già affermato quanto sia corretto considerare il tabagismo una vera e propria dipendenza, talvolta più marcata sul versante fisico, altre volte riconducibile maggiormente al versante psicologico, senza dimenticare l’influenza sociale che può accentuare e incentivare il fenomeno.
Il fumo può essere sintomo di un disagio maggiore e quindi le strategie per contrastare efficacemente tale comportamento richiedono che lo si inquadri nella complessità che assume nella vita quotidiana del fumatore.
È possibile smettere di fumare attraverso un percorso di sostegno individuale o di gruppo presso uno dei Servizi territoriali per la cessazione dal fumo di tabacco.
Questo Blog svolge anche funzione informativa, non solo territoriale, che mira ad ampliare la conoscenza di coloro che abbiano intenzione di “smettere” del fatto che può rivolgersi al Centro Antifumo (localizzando il Centro più vicino) per ottenere un sostegno concreto (medico e psicologico) e affiancamento per tutta la durata del percorso.
Nicoletta De Stefano
(psicologa)