Nella scienza della nutrizione, dopo i 3 principali nutrienti (carboidrati, proteine e grassi), il quarto nutriente è rappresentato dalle vitamine (1). Di queste solo la vitamina D viene prodotta nel nostro organismo (1). In effetti, essa per l'80-90% è sintetizzata dalla pelle sotto l'azione dei raggi ultravioletti (soprattutto UVB) della luce solare, per il resto è ottenuta tramite l'alimentazione. Gli alimenti che ne sono più ricchi sono: salmone, aringa, trote, uova (tuorlo), semi oleosi (mandorle, noci).
La funzione principale e più nota della vitamina D è quella di favorire il processo di mineralizzazione dell'osso, aumentando l'assorbimento intestinale di fosforo e calcio, e diminuendo l’escrezione di calcio nell’urina. Oltre alle azioni sul tessuto osseo, la vitamina D ne svolge numerose altre, raggruppate comunemente sotto il termine di azioni extra-scheletriche, quali la modulazione del sistema immunitario, il controllo della proliferazione cellulare, la salute metabolica, etc.; infatti, quasi tutte le cellule del nostro corpo sono dotate di recettori per la vitamina D.
In considerazione che il fumo contribuisce ad innescare nell'organismo uno stato infiammatorio cronico, risulta particolarmente importante il ruolo della vitamina D. Essa, infatti, inibisce la liberazione di citochine proinfiammatorie come il fattore di necrosi tumorale α (TNF-α) (1). A tale proposito si ricorda che l'infiammazione cronica indotta dalla produzione continua di TNF-α rappresenta una delle principali cause di malattie come l'obesità, la dislipidemia, il diabete, le malattie cardiache e cerebrali (come il morbo di Alzheimer), le malattie autoimmuni e il cancro (1).
Alla
luce delle evidenze epidemiologiche e dell’importante ruolo biologico della
Vitamina D, la supplementazione di questa vitamina nei fumatori, in caso di deficit, potrebbe
rivelarsi utile nei seguenti casi:
- nel controllo della progressione di patologie croniche fumo-correlate come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), apnee ostruttive del sonno (OSAS) e/o di malattie cardiovascolari.
- Nella BPCO sono comuni bassi livelli di vitamina D (2) specialmente quando si associa a osteoporosi secondaria; peraltro, bassi livelli di vitamina D sono stati associati a sintomi respiratori peggiori nei pazienti con BPCO stabile (3). Diversi studi sostengono che basse concentrazioni di 25-idrossivitamina D siano un indicatore di cattiva salute nella BPCO (4).
- Il fumo concorre all'insorgenza e al mantenimento di disturbi come la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS); infatti, la riduzione dei livelli circolanti di vitamina D, su cui intervniene anche il fumo, può essere responsabile della presenza e della gravità dell'apnea ostruttiva del sonno (5).
- Le malattie cardiovascolari (ipertensione, ipertrofia ventricolare sinistra, scompenso cardiaco) fumo-correlate sono spesso peggiorate dalla carenza di vitamina D.
- nella funzione di sostegno del sistema immunitario e quindi per quelle patologie immunologiche per le quali il fumo ne condiziona un peggioramento, come la psoriasi, la sclerosi sistemica, la sclerosi multipla, lupus eritematoso sistemico.
- nella regolazione di patologie comuni come influenza, infezione severa da coronavirus, ipertensione arteriosa, osteoporosi, parodontite, sindrome da apnea ostruttiva del sonno, in forme diabetiche (diabete di tipo 2, diabete gestazionale) (6), in patologie neurodegenerative (Alzheimer, demenza vascolare) (7).
- nella protezione nei confronti del cancro del colon-retto su cui incide sfavorevolmente il fumo di tabacco. A tale proposito è stato riscontrato che la vitamina D ha proprietà anticancerogene probabilmente anche attraverso la modulazione della risposta immunitaria; una metanalisi di quattro studi che hanno coinvolto 2.628 pazienti ha rivelato che bassi livelli di vitamina D circolante sono associati ad un aumento del 13% del rischio di recidiva per cancro del colon-retto (hazard ratio [HR], 1,13 [0,84-1,53]) e a un aumento del 38% del rischio di morte per lo stesso tumore (HR, 1,38 [0,71-2,71]) (8).
- in alcune categorie di fumatori difficili: diabetici (9), turnisti, fumatori con sintomi depressivi (10), tossicodipendenti (11):
- Diabetici: Bassi livelli di vitamina D sono collegati a un aumento del rischio di sviluppare resistenza all’insulina, sindrome metabolica e diabete mellito (12)
- Turnisti: Il lavoro su turni notturni è correlato a disturbi del sonno, a interruzione del ritmo circadiano e a bassi livelli sierici di vitamina D (13); alcuni studi hanno riscontrato nei turnisti un'alta prevalenza di deficit di vitamina D rispetto ai lavoratori giornalieri (14).
- Fumatori con sintomi depressivi: Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto luce su nuovi ruoli della vitamina D, che sembrerebbe essere in grado di regolare l'umore. In particolare, si ipotizza che la vitamina D agisca come un fattore antinfiammatorio, contrastando l'infiammazione cronica che spesso si osserva in casi di depressione (15).
- Tossicodipendenti: Nel Disturbo da Uso di Sostanze (DUS) sarebbe stata riscontrata una relazione tra la carenza di vitamina D e il craving, per cui in carenza di vitamina D l’individuo sarebbe più sensibile agli effetti degli oppioidi esaltandone il desiderio; d’altra parte è stato anche osservato che i pazienti con diagnosi di DUS risultano mediamente più carenti di vitamina D rispetto alla popolazione normale (16).
Calcolo stato Vitamina D e dose da integrare
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Quali sono i consigli per la corretta assunzione di vitamina D?
RispondiEliminaLa vitamina D dovrebbe preferibilmente essere assunta di giorno, mimando quanto avviene fisiologicamente con la produzione cutanea indotta dall'esposizione solare. L'obiettivo è quello di somministrarla giornalmente, in modo che venga utilizzata prima di accumularsi nei tessuti adiposi.
EliminaLe modalità di assunzione quotidiana o settimanale sono le più indicate per rimanere allineati ai processi naturali dell'organismo. Le dosi giornaliere di vitamina D considerate sicure ed efficaci sono comprese tra 2000-4000 UI.
Per quanto riguarda i tempi di somministrazione, se la vitamina D è in compresse, capsule o gocce, è preferibile assumerla dopo i pasti, preferibilmente quelli che includono grassi alimentari (i grassi fanno da veicolo della vitamina D, se l'assunzione della vitamina D avviene dopo aver consumato frutta e verdura ne viene compromesso in larga misura l'assorbimento).
Se invece la vitamina D è in formula oleosa, insieme ad altri carotenoidi e vitamine liposolubili come A ed E, è consigliabile assumerla a digiuno. In questo modo viene ottimizzata la biodisponibilità sistemica di tutti i componenti della forma oleosa.
In quali casi è preferibile assumere la vitamina D sotto forma di integratore oleoso rispetto a compresse, capsule o gocce? Quali sono i fattori da prendere in considerazione nella scelta della formulazione orale ottimale per l'assunzione di vitamina D?
RispondiEliminaLe diverse formulazioni orali di vitamina D sono ugualmente efficaci nell'innalzare i livelli di vitamina D generalmente nell'arco di tempo di 12 settimane
EliminaLa forma oleosa è spesso meglio tollerata rispetto alle forme solide (cpr o cps) in presenza di gastrite, ulcera o sindromi dell'intestino irritabile o può essere indicata se si hanno difficoltà a deglutire compresse o capsule
Le gocce possono anche essere una scelta appropriata per coloro che hanno difficoltà a deglutire pillole; inoltre, sono adatte per coloro che preferiscono una somministrazione precisa.
Ma probabilmente la soluzione più pratica è la formulazione a film orodispersibile, innovativa dall'elevata biodisponibilità.