domenica 12 giugno 2011

Quando fumi incrementi il lavoro minorile nei Paesi in via di sviluppo. 12 Giugno: Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile / World Day Against Child Labour


Secondo le statistiche più recenti dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) si stima che nel mondo 115 milioni di bambini sono coinvolti in lavori pericolosi, ossia lavori che, per loro natura o per le circostanze in cui sono eseguiti, sono in grado di pregiudicare la loro salute, la loro sicurezza ed il loro morale. Dunque invece di andare a scuola o giocare, lavorano! Lavorano nei campi, nelle discariche, sulla strada, ovunque vi sia l'opportunità di guadagnare qualcosa per aiutare la famiglia. Anche se è impossibile conoscere con precisione quanti bambini lavorano nelle piantagioni del tabacco, si stima che in alcuni dei principali paesi coltivatori (Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Kyrgyzstan, Malawi e Zimbabwe) le percentuali più elevate di lavoro minorile si collochino proprio nelle industrie del tabacco.
Le multinazionali del tabacco spesso approfittano dell’assenza di leggi sulla sponsorizzazione delle sigarette nei Paesi emergenti, promuovendo il fumo in modo molto aggressivo e accattivante soprattutto tra i giovani. Il prezzo basso delle sigarette contribuisce a diffonderle tra le persone più povere, compresi i bambini. Il 76% dei fumatori del mondo vive proprio nei Paesi in via di sviluppo dove le aziende si accordano tra loro per pagare il meno possibile gli agricoltori che coltivano le foglie di tabacco, che a loro volta ricorrono spesso al lavoro minorile per ridurre i costi. SI STIMA CHE ADDIRITTURA IL 72% DEI BAMBINI SI OCCUPI DELLA LAVORAZIONE DEL TABACCO. Peraltro, in Malawi migliaia di coltivatori di tabacco, tra cui moltissimi bambini, sono ridotti alla condizione di schiavitù dai loro padroni, che decidono ogni aspetto della loro vita. 
In India circa 44 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni lavorano in condizioni di quasi schiavitù, spesso “affittati” dai loro stessi genitori a imprese industriali o mediatori che ne sfruttano il lavoro fino al limite delle possibilità. Molti di loro lavorano nelle fabbriche che producono “bidi”, la tipica sigaretta indiana che viene preparata a mano, una a una: arrotolata, riempita di tabacco, chiusa, annodata. Dalle testimonianze dei bambini “sfruttati” si viene a conoscenza dei massacranti turni a cui vengono sottoposti: anche 18 ore al giorno di lavoro in ambienti estremamente pericolosi e a continuo contatto con sostanze nocive. Tali condizioni non solo compromettono la loro salute (aumentano la probabilità di malattie, ferite, ustioni, avvelenamento da nicotina, malnutrizione) ma a volte sono talmente pericolose da mettere a rischio la loro vita. Dunque, smettere di fumare migliora la tua salute, il tuo futuro, ma non solo…
Guglielmo Lauro

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