giovedì 5 marzo 2020

Difenditi dal coronavirus... smetti di fumare!

Maggiore è l'esposizione al fumo di tabacco, più gravi sono gli esiti della pandemia da nuovo coronavirus (SARS-CoV-2). I dati trasmessi dalla Cina, dove vi è il più elevato numero di casi di malattia da nuovo coronavirus (COVID-19), evidenziano una più elevata letalità per i maschi rispetto alle femmine, verosimilmente in relazione alla prevalenza dei fumatori che è costituita per il 52,1% da uomini e dal 2,7% delle donne (*). La gravità dei casi di infezione dal nuovo coronavirus è legata allo sviluppo di polmonite; e uno dei principali fattori che conducono alla progressione della polmonite connessa al SARS-CoV-2 è proprio il fumo di tabacco (1). Inoltre, fumatori affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), patologia respiratoria notoriamente fumo-correlata, sono stati segnalati come più sensibili all'infezione da coronavirus (2) ed in tali casi il decorso dell'infezione tende ad una maggiore aggressività (3). La maggiore suscettibilità dei fumatori ai virus che causano malattie respiratorie come il coronavirus, si deve ai cambiamenti strutturali delle vie respiratorie indotti dal fumo di tabacco (infiammazione, fibrosi, etc.), all'aumento della permeabilità della mucosa respiratoria, all'alterazione della clearance mucociliare, diminuzione della risposta immunitaria, etc. (4, 5, 6). 
Ancora più specificamente possiamo aggiungere che il fumo è correlato alla maggiore espressione di ACE2 (Angiotensin-Converting Enzyme 2), nonché di DPP4 (Dipeptidyl Peptidase 4) (7,8). 
L'ACE2 (Angiotensin-Converting Enzyme 2) e il DPP4 sono recettori che il nuovo coronavirus utilizza per invadere le cellule; tali recettori risultano maggiormente espressi nelle vie respiratorie dei fumatori (7,8).
Anche la vitamina D gioca un ruolo nel blocco del virus attraverso la riduzione della DPP4, ovvero di uno dei siti di legame del nuovo coronavirus; e il fumo distruggendo la vitamina D con il conseguente aumento dei recettori DPP4, rallenta la risoluzione di tutte le infezioni virali compresa la COVID-19 (9).
In poche parole il fumo rappresenta un fattore prognostico sfavorevole in caso di infezione da SARS-CoV-2 (10).
Allo stato attuale, il più grande studio di relazione tra fumo e COVID-19 (11), ha evidenziato percentuali più alte di fumatori ed ex fumatori tra i pazienti che avevano bisogno di supporto in terapia intensiva, ventilazione meccanica e percentuali più alte di fumatori tra casi gravi e tra i decessi (12).
Peraltro, la tosse spesso insistente, tipica del fumatore può rappresentare un facile mezzo di contagio del nuovo coronavirus se il fumatore ne risulta infetto.
Dunque, una delle principali forme di prevenzione per i fumatori, specie se anziani o se affetti da patologie cardio-respiratorie, nonché di contenimento del contagio è la cessazione del fumo di tabacco! Bisogna ricordare che gli effetti del fumo iniziano a risolversi appena si smette!
Certamente in Italia si sono presi numerosi validi e più o meno restrittivi provvedimenti per limitare gli effetti del contagio, tuttavia la vendita di tabacco è rimasta libera, né le istituzioni hanno provveduto a segnalare in maniera incisiva la maggiore severità della COVID-19 in soggetti fumatori rispetto a non fumatori. Comunque le attività del Centro Antifumo, non sono sospese e sono assicurate rispettando le norme di sicurezza: sanificazione degli ambienti, accesso dell'utenza con mascherina, sospensione temporanea degli esami di misurazione monossido di carbonio espiratorio e degli esami spirometrici, percorsi terapeutici individuali con sospensione dei percorsi di gruppo, aumento dei consulti telefonici.
Si consiglia dungue di utilizzare la necessità di cambiamenti delle abitudini giornaliere, che questa pandemia ci impone, per maturare l’esigenza di abbandonare definitivamente il consumo dei prodotti del tabacco e di nicotina.

1. Liu W, Tao ZW, Lei W, Ming-Li Y, Kui L, Ling Z, Shuang W, Yan D, Jing L, Liu HG, Ming Y, Yi H: Analysis of factors associated with disease outcomes in hospitalized patients with 2019 novel coronavirus disease. Chin Med J (Engl). 2020 Feb 28.
2. Seys LJM, Widagdo W, Verhamme FM, Kleinjan A, Janssens W, Joos GF, Bracke KR, Haagmans BL, Brusselle GG: DPP4, the Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus Receptor, is Upregulated in Lungs of Smokers and Chronic Obstructive Pulmonary Disease Patients. Clin Infect Dis. 2018 Jan 6;66(1):45-53.
3. Lee JY, Bae S, Myoung J: Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus-Encoded Accessory Proteins Impair MDA5-and TBK1-Mediated Activation of NF-κB. J Microbiol Biotechnol. 2019 Aug 28;29(8):1316-1323.
4. Arcavi L, Benowitz NL: Cigarette smoking and infection. Arch Intern Med. 2004 Nov 8;164(20):2206-16.
5. Dye JA, Adler KB: Effects of cigarette smoke on epithelial cells of the respiratory tract. Thorax. 1994 Aug;49(8):825-34.
6. Hersey P, Prendergast D, Edwards A: Effects of cigarette smoking on the immune system. Follow-up studies in normal subjects after cessation of smoking. Med J Aust. 1983 Oct 29;2(9):425-9.
7. Brake SJ, Barnsley K, Lu W, McAlinden KD, Eapen MS, Sohal SS: Smoking Upregulates Angiotensin-Converting Enzyme-2 Receptor: A Potential Adhesion Site for Novel Coronavirus SARS-CoV-2 (Covid-19). J Clin Med. 2020 Mar 20;9(3).
8. Seys LJM, Widagdo W, Verhamme FM, Kleinjan A, Janssens W, Joos GF, Bracke KR, Haagmans BL, Brusselle GG: DPP4, the Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus Receptor, is Upregulated in Lungs of Smokers and Chronic Obstructive Pulmonary Disease Patients. Clin Infect Dis. 2018 Jan 6;66(1):45-53.
9. Watkins J: Preventing a covid-19 pandemic. BMJ. 2020 Feb 28;368:m810.
10. Khot WY, Nadkar MY: The 2019 Novel Coronavirus Outbreak - A Global Threat. J Assoc Physicians India. 2020 Mar;68(3):67-71.
11. Guan WJ, Ni ZY, Hu Y, Liang WH, Ou CQ, He JX, Liu L, Shan H, Lei CL, Hui DSC, Du B, Li LJ, Zeng G, Yuen KY, Chen RC, Tang CL, Wang T, Chen PY, Xiang J, Li SY, Wang JL, Liang ZJ, Peng YX, Wei L, Liu Y, Hu YH, Peng P, Wang JM, Liu JY, Chen Z, Li G, Zheng ZJ, Qiu SQ, Luo J, Ye CJ, Zhu SY, Zhong NS; China Medical Treatment Expert Group for Covid-19: Clinical Characteristics of Coronavirus Disease 2019 in China. N Engl J Med. 2020 Feb 28.
12. Vardavas CI, Nikitara K: COVID-19 and smoking: A systematic review of the evidence. Tob Induc Dis. 2020 Mar 20;18:20.

Guglielmo Lauro
(medico)

giovedì 13 febbraio 2020

28.02.2020 Giornata delle Malattie Rare. La malattia di Buerger: una malattia rara tabacco correlata

"Se a 13 anni avessi visto la foto di una donna ridotta come sono io oggi, avrei immediatamente smesso di fumare" è l'appello di Victoria Marks, donna inglese che ha messo a disposizione la propria immagine al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla realtà di una malattia rara strettamente associata ai prodotti del tabacco, la malattia di Buerger.
Marie Wilkins, la donna che ha subìto 15 amputazioni a causa della malattia di Buerger, dopo aver smesso di fumare ha avuto il coraggio di condividere la sua esperienza anche sui social, mostrando quanto le è costato scegliere di fumare… oggi le risultano difficili anche semplici attività come sbucciare una patata o a svitare una lampadina. Nel suo impegno nella lotta contro il fumo afferma che “Nessuno si rende conto del danno fumo-correlato finché esso non si realizza”.
La malattia di Buerger, nota anche come tromboangioite obliterante (TAO), è una malattia vascolare periferica rara caratterizzata da restringimento o occlusione delle vene e delle arterie delle estremità, con conseguente riduzione del flusso sanguigno verso queste aree (1). Le gambe sono colpite più spesso delle braccia. Nella maggior parte dei casi, il primo sintomo è il dolore estremo a riposo agli arti. Gli individui affetti possono anche sperimentare crampi alle gambe quando camminano che, in rari casi, possono causare zoppia (claudicatio). Inoltre, le persone colpite possono avere ferite (ulcere) alle estremità, intorpidimento e formicolio e una mancanza di normale flusso sanguigno alle dita e / o alle dita dei piedi quando esposto a basse temperature (fenomeno di Raynaud), e/o infiammazione e coagulazione in alcune vene (tromboflebite). Nei casi più gravi, le persone con la malattia di Buerger possono mostrare la necrosi dei tessuti (cancrena) degli arti colpiti e conseguente amputazione del segmento colpito da necrosi. L'insorgenza e la progressione della malattia sono associati in modo significativo all'esposizione al tabacco.
Tra i pazienti che smettono di usare il tabacco, il 94% evita interventi di amputazione; tra i pazienti che smettono di usare il tabacco prima della progressione verso ischemia critica degli arti, il tasso di amputazione è vicino allo 0%. Diversamente i pazienti che continuano a usare il tabacco, mostrano un tasso di amputazione a 8 anni del 43% (2).
La prevalenza della TAO varia ampiamente da un intervallo di 0.5-5.6% in Europa occidentale a un intervallo di 45-63% in India (2). Nella maggior parte dei casi colpisce i fumatori di sigarette maschi giovani o di mezza età con insorgenza dei sintomi prima dei 40-45 anni. Negli ultimi anni, nella letteratura medica sono state riportate più donne colpite e si ipotizza che ciò sia dovuto ad un aumento della quantità di donne che fumano. Un tempo il rapporto tra uomini e donne colpiti era di 100: 1, mentre recenti studi rilevano un rapporto di circa 10: 1.
Anche fumare 1 o 2 sigarette al giorno può perpetuare la malattia, così come pure il consumo di tabacco senza fumo (tabacco da masticare); peraltro, anche il fumo passivo deve essere assolutamente evitato.

La forte correlazione con il fumo di sigaretta suggerisce un danno tossico idiosincrasico delle cellule endoteliali da parte di alcuni componenti del tabacco, nonché una risposta immunitaria verso componenti del fumo di tabacco che modificano le proteine della parete vascolare del soggetto che ne è colpito.

Dunque, l'aspetto più importante del trattamento è la cessazione del fumo di sigaretta. Farmaci come Vareniclina o Bupropione dovrebbero essere incoraggiati nei pazienti con TAO; mentre sarebbero da evitare sostitutivi della nicotina (NRT) (3). 
I tassi di astensione protratta dal fumo tra i pazienti affetti da morbo di Buerger si mantengono relativamente bassi. Ciò evidenzia la necessità di implementare interventi terapeutici più intensivi e strutturati, specificamente orientati a questa popolazione ad alto rischio, caratterizzata da un’elevata dipendenza nicotinica (4).
Spesso i sintomi persistono nonostante la riferita astensione da prodotti del tabacco per cui è spesso necessario valutare la cotinina urinaria perché molti continuano di nascosto a fumare nonostante i rischi di amputazione. Poi ci sono altre misure terapeutiche che mirano a migliorare la circolazione delle estremità degli arti e includono l'esercizio fisico, vasodilatatori per alleviare il vasospasmo, antitrombotici per evitare la formazione di trombi (5), ossigenoterapia iperbarica, infusione intra-arteriosa di cellule del midollo osseo mononucleate, etc. Tuttavia, il pilastro della terapia per la TAO rimane la cessazione del tabacco, assolutamente necessaria e da attuare immediatamente.

In considerazione del numero di fumatori afferenti al Centro Antifumo Quit da oltre 10 anni è stato possibile registrare anche casi di malattie rare tabacco correlate che sono state oggetto di approfondimento nei seguenti post:
Pertanto, in occasione della Rare Disease Day 2020 si vuole fare luce su una nicchia di malattie rare ovvero quelle tabacco-correlate (dunque, non solo malattia di Buerger, Istiocitosi Polmonare a Cellule di Langerhans, Retinoblastoma, ma anche altre come Fibrosi Polmonare Idiopatica, Polmonite Intestiziale Desquamativa, malattia di Moyamoya, etc.). Dunque, in occasione della giornata delle malattie rare si vuole incoraggiare coloro che sono affetti da malattie rare tabacco correlate a seguire un percorso antitabacco.

1. Arkkila PE: Thromboangiitis obliterans (Buerger's disease). Orphanet J Rare Dis. 2006 Apr 27;1:14.
2. Qaja E, Fortune MA: Buerger Disease (Thromboangiitis Obliterans).  StatPearls Publishing; 2020-2019 Nov 11.
3. Aadhar Oli, Shila Poudel, Sandeep Raj Pandey: Thromboangiitis Obliterans (Buerger’s disease): A Case Report. AJHS Vol.3 /No.2/Issue.6/Aug 2023-Jan 2024.
4. C A Jiménez-Ruiz, L C Dale, J Astray Mochales, L Velázquez Buendía, I de Granda Orive, A Guirao García: Smoking characteristics and cessation in patients with thromboangiitis obliterans. Monaldi Arch Chest Dis. 2006 Dec;65(4):217-21
5. McCance KL, Huether SE: Fisiopatologia ed elementi di patologia generale. Edra 2016.
Guglielmo Lauro
medico

mercoledì 1 gennaio 2020

Buoni propositi per il nuovo anno


Smettere di fumare, mettersi a dieta, iscriversi in palestra... i buoni propositi sono un classico per il nuovo anno. Ma dopo gli entusiasmi iniziali questi progetti spesso finiscono per rimanere nel cassetto lasciandoci delusi e scoraggiati.
Affinché un proposito si realizzi è indispensabile darsi degli obiettivi precisi e non vaghi del tipo "voglio pensare più a me stesso", e poi è importante pianificare le azioni necessarie per raggiungerli. 
Focalizziamo l'attenzione su uno dei più diffusi obiettivi tra i fumatori, cioè smettere di fumare. Innanzitutto, costruire un piano d'azione è importantissimo per il raggiungimento dell'obiettivo e le motivazioni per raggiungerlo devono essere pensate in termini positivi. Cioè gli obiettivi devono avere le seguenti caratteristiche:
a) Devono far leva sui vantaggi che si ottengono dallo smettere di fumare (il miglioramento della salute, più energia, più soldi, etc.)
b) Devono essere in linea con i valori della persona, ad es. valori ecologici (inquinamento ambientale da mozziconi), estetici (miglioramento della pelle), religiosi (fare un fioretto, fortificare lo spirito di sacrificio), etc.
c) Devono essere sotto la totale responsabilità della persona che si impegna a fare leva sui propri motivi che spingono alla cessazione; peraltro, basandosi su sé stessi si rinforza l'autostima. Inoltre, per favorire i buoni propositi, altro suggerimento utile è quello di visualizzare in anticipo gli effetti positivi che si vogliono raggiungere, guardarsi allo specchio e dirsi "ce la stai facendo!" costituisce una sorta di autoconvincimento verbale (self-talk) che ci predispone alla sfida dandoci più energia.
d) Devono prevedere dei tempi da rispettare definendo il giorno della cessazione (quit day).
Dunque, Buon anno e buon Quit day per tutti coloro che vogliono smettere di fumare.
Guglielmo Lauro
(medico)

domenica 1 dicembre 2019

World AIDS Day 2019: per i pazienti in trattamento la cessazione del fumo è una priorità!


Studi recenti evidenziano sempre più l’importanza della cessazione del fumo in soggetti con HIV / AIDS (1). In effetti, con i progressi della medicina, l'aspettativa di vita delle persone affette da HIV/AIDS è notevolmente migliorata, tuttavia, l'uso di tabacco costituisce un rischio rilevante in termini di morbilità e di invecchiamento.
Recentemente si è osservato che nei fumatori HIV+ si evidenzia un più rapido declino della funzione polmonare (2), nonché una maggiore aggressività di forme di cancro a causa degli effetti cumulativi del virus e delle sostanze cancerogene del fumo di sigaretta (3). Peraltro, fumo e infezione da HIV contribuiscono entrambi all'accumulo di mutazioni del DNA mitocondriale (mtDNA) responsabili dei processi di invecchiamento (4).

Tuttavia, sono ancora molti i medici riluttanti a utilizzare i trattamenti del tabacco per timore che l'interruzione del fumo possa ridurre l'aderenza alla terapia antiretrovirale e la qualità della vita, nonché aumentare i sintomi psichiatrici (1). In realtà studi clinici hanno evidenziato che HIV e consumo di tabacco sono entrambi associati a tassi più elevati di comorbilità psichiatriche, come la depressione, e livelli elevati di stress cronico (5). Anzi è stato osservato che la cessazione del fumo nelle persone con HIV/AIDS conduce a una riduzione significativa della depressione, aumento della soddisfazione della vita e quindi effetti psicologici benefici (1). Peraltro, il fumo di tabacco e la nicotina possono influire sul metabolismo dei farmaci antiretrovirali utilizzati per il trattamento dell'HIV e, al contrario, alcuni farmaci antiretrovirali possono influire sul metabolismo della nicotina (5). Per cui vi sono delle relazioni bidirezionali che possono contribuire allo sviluppo di deficit neurocognitivi (neuroHIV) e ad altri esiti avversi (5).

Purtroppo i soggetti HIV mostrano un’elevata prevalenza della ricaduta dopo aver smesso di fumare (6) che sottolinea l'importanza di promuovere comportamenti e cambiamenti nello stile di vita ad ogni contatto con i servizi sanitari (7).

Quindi qual è il trattamento più indicato per promuovere la cessazione del fumo nei pazienti HIV/AIDS? L’approccio farmacologico, le comunità forti e le reti di persone sieropositive sono fondamentali nel sostenere il percorso di disassuefazione. Tra i farmaci, la vareniclina risulta particolarmente efficace (8) rispetto alla terapia sostitutiva con nicotina (NRT) (9). Analogamente efficace è la citisina (10). A tale proposito si rileva che i fumatori con infezione da HIV metabolizzano la nicotina più velocemente rispetto ai fumatori non infetti e ciò può contribuire a spiegare sia gli alti tassi di fumo nei soggetti HIV+, sia la bassa risposta al trattamento con nicotina transdermica (NRT) (11).

1. Lubitz SF, Flitter A, Ashare RL, Thompson M, Leone F, Gross R, Schnoll R: Improved clinical outcomes among persons with HIV who quit smoking. AIDS Care. 2019 Dec 17:1-7.
2. MacDonald DM, Melzer AC, Collins G, Avihingsanon A, Crothers K, Ingraham NE, Mugerwa H, Ristola M, Shuter J, Kunisaki KM; INSIGHT START Pulmonary Substudy Group: Smoking and Accelerated Lung Function Decline in HIV-Positive Individuals: A Secondary Analysis of the START Pulmonary Substudy. J Acquir Immune Defic Syndr. 2018 Nov 1;79(3):e85-e92.
3. Ranjit S, Kumar S: Recent advances in cancer outcomes in HIV-positive smokers. F1000Res. 2018 Jun 11;7.
4. Ziada AS, Lu MY, Ignas-Menzies J, Paintsil E, Li M, Ogbuagu O, Saberi S, Hsieh AYY, Sattha B, Harrigan PR, Kalloger S, Côté HCF; CIHR team grant on cellular aging, HIV comorbidities in women, children (CARMA): Mitochondrial DNA somatic mutation burden and heteroplasmy are associated with chronological age, smoking, and HIV infection. Aging Cell. 2019 Dec;18(6):e13018.
5. Ghura S, Gross R, Jordan-Sciutto K, Dubroff J, Schnoll R, Collman RG, Ashare RL: Bidirectional Associations among Nicotine and Tobacco Smoke, NeuroHIV, and Antiretroviral Therapy. J Neuroimmune Pharmacol. 2019 Dec 13.
6. Zyambo CM, Burkholder GA, Cropsey KL, Willig JH, Wilson CM, Gakumo CA, Westfall AO, Hendricks PS: Mental health disorders and alcohol use are associated with increased likelihood of smoking relapse among people living with HIV attending routine clinical care. BMC Public Health. 2019 Oct 29;19(1):1409.
7. Brown J, Kyriacou C, Pickett E, Edwards K, Joshi H, Stewart N, Melville A, Johnson M, Flint J, Bartley A, Rodger A, Lipman M: Systematic identification and referral of smokers attending HIV ambulatory care highlights the failure of current service provision in an at-risk population. BMJ Open Respir Res. 2019 Oct 3;6(1):e000395.
8. Quinn MH, Bauer AM, Flitter A, Lubitz SF, Ashare RL, Thompson M, Leone F, Gross R, Schnoll R:  Correlates of varenicline adherence among smokers with HIV and its association with smoking cessation. Addict Behav. 2020 Mar;102:106151.
9. Ferketich AK, Diaz P, Browning KK, Lu B, Koletar SL, Reynolds NR, Wewers ME: Safety of varenicline among smokers enrolled in the lung HIV study. Nicotine Tob Res. 2013 Jan;15(1):247-54.
10. Hilary A Tindle, Matthew S Freiberg, Natalia Gnatienko, Elena Blokhina, Debbie M Cheng, Tatiana Yaroslavtseva, Sally Bendiks, Michael Winter, Evgeny Krupitsky, Jeffrey H Samet: Design of a randomized controlled trial of smoking cessation medications for alcohol reduction among HIV-positive heavy drinkers and daily smokers in St. Petersburg, Russia. Contemp Clin Trials Commun. 2020 Jul 16;19:100625.
11. Ashare RL, Thompson M, Leone F, Metzger D, Gross R, Mounzer K, Tyndale R, Lerman C, Mahoney MC, Cinciripini P, George TP, Collman RG, Schnoll R: Differences in the rate of nicotine metabolism among smokers with and without HIV. AIDS. 2019 May 1;33(6):1083-1088.
Guglielmo Lauro

sabato 30 novembre 2019

Si fa presto a dire bio... ma sono davvero biodegradabili?

Le bioplastiche rappresentano il principale costituente dei mozziconi di sigaretta ovvero della forma più abbondante di rifiuti antropogenici presente attualmente sul pianeta (1).
Si stima che circa 5,5-6 trilioni di sigarette vengano prodotte ogni anno nel mondo; di queste la maggior parte sono provviste di filtri e i relativi mozziconi hanno un impatto stimato in 1,2 milioni di tonnellate con aumento previsto del 50% fino al 2025 (2, 3). Anche se con gli anni i mozziconi si disgregano non sono biodegradabili, nel senso che non ci sono batteri o altri microrganismi in grado di degradarli in componenti che possono entrare nei cicli naturali. Tali rifiuti tossici si stanno dunque accumulando dal 1950 quando, nell'illusorio tentativo di proteggere i fumatori dai danni del fumo di tabacco, sono stati annessi alle sigarette (3).
Quindi allo stato attuale sono disperse sul pianeta oltre un milione di tonnellate di mozziconi che intrappolano migliaia di sostanze chimiche differenti e pericolose come arsenico, benzene, acido cianidrico, idrocarburi policiclici aromatici, piridina, metalli pesanti, etc. (2). Dunque, l'impatto ambientale di questi rifiuti è davvero preoccupante, soprattutto in considerazione che gli studi scientifici evidenziano che ciascun mozzicone è in grado di inquinare circa 1000 litri di acqua (2).
Ritornando sul tema dell'ipotetico contributo dei filtri nel ridurre gli effetti dannosi del tabacco esso rientra nella stessa strategia commerciale ingannevole delle sigarette etichettate come light, attributo poi legalmente abolito perché giudicato palesemente fuorviante.
Più specificamente i filtri delle sigarette sono associati ad una serie di criticità:
  • I fori di ventilazione nei filtri delle sigarette alterano la combustione del tabacco aumentando le sostanze tossiche e comportando un incremento del rischio di adenocarcinoma polmonare (4)
  • La colorazione marroncina nel filtro delle sigarette è essenzialmente associata all'alterazione delle fibre di acetato di cellulosa che costituiscono il filtro, quando la sigaretta viene fumata; tale colorazione induce a pensare in maniera fuorviante che il filtro sta facendo il suo lavoro di evitare che le sostanze nocive arrivino a contatto con le vie aeree (5)
  • Microscopiche fibre di acetato di cellulosa (plastica) dei filtri di sigarette possono staccarsi per essere inalate e/o ingerite con verosimile aumento di tossicità e tumorigenicità (6).
Passiamo ora a considerare il filtro delle sigarette a tabacco riscaldato (iQOS): la prima porzione (tra il filtro di acido polilattico e il tabacco) è forata al centro e raccoglie una piccolissima quantità di particelle dannose; la seconda porzione è costituita da una pellicola di un polimero biodegradabile, l'Acido Polilattico (PLA), essa abbassa la temperatura del vapore di tabacco derivante dal processo di riscaldamento del tabacco (fino a 350°C); la terza porzione (il mouthpiece) è, come nelle sigarette tradizionali, costituito da acetato di cellulosa.
Dunque, rispetto alle sigarette a combustione, l'elemento caratterizzante del filtro delle sigarette a tabacco riscaldato è la pellicola arrotolata di PLA, polimero che viene realizzato da risorse rinnovabili, ma la cui produzione industriale richiede grandi quantità di petrolio. Detta porzione di filtro costituita da PLA a seguito di ogni aspirazione si riscalda, si ingiallisce e si trasforma in un cilindretto duro, non più srotolabile e la cui biodegradabilità sarà notevolmente compromessa con conseguente impatto negativo sull'ambiente. Infatti, un recente studio rileva effetti ecotossici particolarmente preoccupanti dei mozziconi di sigarette a tabacco riscaldato che si associano a quelli già noti dei mozziconi delle sigarette tradizionali (7).
Dunque, le bioplastiche dei mozziconi di sigaretta (PLA, acetato di cellulosa) una volta esposte ai processi di combustione/riscaldamento subiscono modifiche delle caratteristiche di biodegradabilità e biocompatibilità e se non si contrasta la loro dispersione nell'ambiente verranno irrimediabilmente compromessi tutti i sistemi biologici.
Tuttavia, va osservato che mozziconi delle sigarette a tabacco riscaldato, a differenza delle sigarette a combustione, non emanano cattivo odore, quindi è molto più facile raccoglierli in un piccolo contenitore invece di disperderli nell'ambiente. Poi se si vuole essere più ecologisti si può evitare di produrre questo tipo di rifiuto tossico.

1. Green DS, Boots B, Da Silva Carvalho J, Starkey T: Cigarette butts have adverse effects on initial growth of perennial ryegrass (gramineae: Lolium perenne L.) and white clover (leguminosae: Trifolium repens L.). Ecotoxicol Environ Saf. 2019 Oct 30;182:109418.
2. Torkashvand J, Farzadkia M, Sobhi HR, Esrafili A: Littered cigarette butt as a well-known hazardous waste: A comprehensive systematic review. J Hazard Mater. 2020 Feb 5;383:121242.
3. Araújo MCB1, Costa MF: From Plant to Waste: The Long and Diverse Impact Chain Caused by Tobacco Smoking. Int J Environ Res Public Health. 2019 Jul 28;16(15).
4. Song MA, Benowitz NL, Berman M, Brasky TM, Cummings KM, Hatsukami DK, Marian C, O'Connor R, Rees VW, Woroszylo C, Shields PG: Cigarette Filter Ventilation and its Relationship to Increasing Rates of Lung Adenocarcinoma. J Natl Cancer Inst. 2017 Dec 1;109(12).
5. Bradford Harris: The intractable cigarette ‘filter problem’. Tobacco Control 2011;20 (Suppl 1):10iei16.
6. Pauly JL, Allaart HA, Rodriguez MI, Streck RJ: Fibers released from cigarette filters: an additional health risk to the smoker? Cancer Res. 1995 Jan 15;55(2):253-8.
7. Baran W, Madej-Knysak D, Sobczak A, Adamek E: The influence of waste from electronic cigarettes, conventional cigarettes and heat-not-burn tobacco products on microorganisms. J Hazard Mater. 2019 Nov 4:121591.
Guglielmo Lauro
(medico)