Si vanno sempre più diffondendo ordinanze che estendono il divieto di fumo nelle spiagge sull'esempio dei provvedimenti legislativi adottati dalla California, ove è ormai vietato fumare lungo quasi tutto il litorale da Los Angeles a San Diego. La tolleranza zero verso il fumo «stile californiano» sta facendo scuola non solo negli Stati Uniti ma anche in Paesi Europei (Francia, Spagna, Italia) ed extra-Europei (Egitto, Giappone, Libano). Se in Italia vietare il fumo in spiaggia sembra impossibile, almeno si possono evitare i mozziconi nella sabbia che sporcano e inquinano. A titolo indicativo si riportano i tempi medi di degrado nelle acque marine dei prodotti legati al fumo che rappresentano gli inquinanti più diffusi nei nostri mari: occorrono mediamente da 1 a 5 anni per smaltire un filtro di sigaretta, circa 6 mesi per un fiammifero e da 100 a 1000 anni per un accendino di plastica.
Una bella iniziativa è stata quella quella dell'associazione ambientalista Marevivo che, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Corpo delle Capitanerie di Porto, ed il supporto del SIB (Sindacato Italiano Balneari), ha lanciato la campagna “Ma il mare non vale una cicca?”. Lo scopo della campagna è quello di tutelare i circa 8mila chilometri di coste italiane che rischiano di essere inquinati dai troppi mozziconi. Il 6 e il 7 agosto gruppi di volontari percorreranno, anche a bordo di gommoni, gli ottomila chilometri di coste italiane per offrire ai bagnanti delle oltre 300 spiagge coinvolte diversi gadget. Verranno distribuiti 100mila posacenere tascabili, lavabili e riutilizzabili e un piccolo vademecum sui tempi di degrado in mare dei principali oggetti abbandonati in spiaggia, tra cui lattine e bottiglie.
La spiaggia è un posto dove si dovrebbe respirare aria pulita, lontano dallo smog quotidiano, quindi cerchiamo di non inquinare anche quell'aria di mare che fa bene a tutti noi!
Una bella iniziativa è stata quella quella dell'associazione ambientalista Marevivo che, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Corpo delle Capitanerie di Porto, ed il supporto del SIB (Sindacato Italiano Balneari), ha lanciato la campagna “Ma il mare non vale una cicca?”. Lo scopo della campagna è quello di tutelare i circa 8mila chilometri di coste italiane che rischiano di essere inquinati dai troppi mozziconi. Il 6 e il 7 agosto gruppi di volontari percorreranno, anche a bordo di gommoni, gli ottomila chilometri di coste italiane per offrire ai bagnanti delle oltre 300 spiagge coinvolte diversi gadget. Verranno distribuiti 100mila posacenere tascabili, lavabili e riutilizzabili e un piccolo vademecum sui tempi di degrado in mare dei principali oggetti abbandonati in spiaggia, tra cui lattine e bottiglie.
La spiaggia è un posto dove si dovrebbe respirare aria pulita, lontano dallo smog quotidiano, quindi cerchiamo di non inquinare anche quell'aria di mare che fa bene a tutti noi!
Guglielmo Lauro
(medico)
(medico)
La maleducazione non va in vacanza!!!
RispondiEliminaLa Gazzetta del Mezzogiorno.it | Il fumo uccide anche sotto l'ombrellone
Sulla base dei dati forniti dall'Istat, si è potuto osservare che negli ultimi 10 anni (da maggio 2001 a maggio 2011) uno dei servizi che ha subito il maggior incremento è stato il prezzo per l'accesso agli stabilimenti balneari che sono aumentati del 61%; una serie di rincari annuali che appaiono ingiustificabili se si osservano le spiagge sempre più una discarica di cicche di sigarette!!!
RispondiElimina(Fonte: Altroconsumo n. 251 settembre 2011)
I mozziconi delle sigarette hanno sostituito le conchiglie nelle spiagge
RispondiEliminada stime recenti ogni metro quadro di spiaggia italiana contiene almeno 2 cicche di sigarette!
Elimina