venerdì 1 agosto 2014

Estate 2014: occhio al Black Carbon del fumo passivo nei locali all'aperto!

Il fumo passivo che ci giunge quando ci troviamo nei locali pubblici all'aperto (ristoranti, bar, etc.) è un fattore di rischio che non è ancora stato preso in considerazione dalle attuali leggi antifumo, eppure si tratta di un problema lamentato dalla maggior parte delle persone.
Esperimenti abbastanza esplicativi di questo tipo di fumo passivo sono stati condotti dai ricercatori del Centro Antifumo dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano, guidati dallo pneumologo Roberto Boffi. In un primo esperimento, per chiarire l'entità del fenomeno, è stato chiesto ad un fumatore di fumare per 8 minuti (l'equivalente di un paio di sigarette) e si è rilevato che tale fumo provoca l'emissione di una quantità di polveri sottili (PM10, PM2.5 e PM1) fino a quattro volte superiore rispetto a quella prodotta da un motore diesel di un TIR, modello Mercedes 13000 di cilindrata, mantenuto al minimo per la stessa durata di 8 minuti. Il secondo esperimento focalizza l'attenzione su uno specifico componente del particolato sottile, il Black Carbon (BC), tipo di PM2.5 rappresentativo di sostanze particolarmente dannose per la salute, gli inquinanti idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
Il Black Carbon è un particolato carbonioso notevolmente dannoso perché supera i filtri delle vie aeree respiratorie superiori in virtù di un diametro aerodinamico medio ≤ 2.5 µm. Peraltro, pare che la misurazione dei livelli di PM10, PM2.5 e PM1 non sia sufficiente a dare indicazioni precise sul rischio sanitario collegato, mentre il BC rappresenta un marcatore complementare in grado di offrire un quadro più completo dell’entità dell’esposizione agli inquinanti.
Dunque in questo secondo esperimento, gli stessi ricercatori, ospitati dalla discoteca Pelledoca di Milano, hanno misurato nell’aria le polveri sottili e il Black Carbon (rappresentativo della componente più tossica del particolato fine), sia d’estate quando il locale è all’aperto e si può fumare liberamente, sia d’inverno, quando si balla al chiuso e si può fumare solo fuori (in quest'ultimo caso i vestiti impregnati di fumo trasportano le polveri sottili anche al chiuso). I risultati dimostrano che nonostante la quantità di polveri sottili (PM10, PM2.5 e PM1) all'aperto sia più bassa, le concentrazioni di Black Carbon sono più del doppio rispetto a quando il locale è al chiuso, ad indicare che anche se si fuma all’aperto non si ha assolutamente alcuna garanzia che tale ambiente sia libero dalle sostanze nocive emanate dalla combustione delle sigarette.
Certamente ci sono tanti fattori che possono influenzare l'esposizione a fumo passivo all'aperto: numero dei fumatori, condizioni di vento, caratteristiche fisiche delle aree esterne (eventuali coperture, tendaggi o pareti), ma in ogni caso si rimarca il concetto che anche se ci si trova all'aperto il fumo di sigaretta espone ad un rischio rilevante.
Negli adulti, l’inalazione di fumo di tabacco di seconda mano può far aumentare il rischio di disturbi cardiovascolari, di tumore del polmone e di altre malattie polmonari.
Per i bambini, l’inalazione di fumo di tabacco di seconda mano è ancora più pericolosa. Ciò è dovuto al fatto che le vie respiratorie dei bambini sono più piccole e i loro sistemi immunitari sono meno sviluppati; di conseguenza aumentano le probabilità di contrarre bronchiti, polmoniti e asma. Un bambino sottoposto al fumo passivo di sigaretta equivale a sottoporlo a violenza, a maltrattamento!
Quindi, dal momento che il problema del fumo passivo nei locali pubblici all'aperto tarda ad essere affrontato con leggi appropriate, si demanda al buon senso dei gestori di tali locali, la decisione di vietare il fumo in detti spazi. Molti gestori potrebbero sentirsi in difficoltà, per la preoccupazione che i propri clienti fumatori, non trovandosi più a loro agio, prendano la decisione di non frequentare più il locale. Ma piuttosto va osservato che, a seguito di tale divieto, i clienti non fumatori si sentiranno più tutelati e poi, come già rilevato da altre analoghe esperienze di divieto di fumo nei locali pubblici, l’assenza di fumo gioca più spesso a favore della frequentazione di tali locali. Basterà esporre dei cartelli che comunicano la politica del locale nei confronti del fumo di tabacco, magari spiegando che esso anche negli ambienti esterni è dannoso per i non fumatori, cosicché chiunque può decidere responsabilmente se frequentare o meno quel locale.



4 commenti:

  1. L'esposizione al fumo passivo all'aperto può essere causa di asma in un bambino?

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    1. Osservazioni epidemiologiche hanno dimostrato che il fumo di tabacco ambientale si associa non solo con la riacutizzazione dell'asma nei bambini, ma anche con lo sviluppo di tale patologia (1).
      1. Ding G, Ji R, Bao Y: Risk and Protective Factors for the Development of Childhood Asthma. Paediatr Respir Rev. 2014 Aug 1.

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  2. Fumare in gravidanza rappresenta un maltrattamento per il nascituro?

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  3. Fumare durante la gravidanza espone il feto a migliaia di prodotti chimici pericolosi per la salute, limitando la crescita del corpo e della testa fetale con alterazioni nella struttura e nella funzione del cervello (1). Pertanto l'esposizione prenatale al fumo di tabacco si può decisamente considerare come un maltrattamento.
    1. Ekblad M, Korkeila J, Lehtonen L: Smoking during pregnancy affects fetal brain development. Department of Pediatrics, Turku University Hospital, and University of Turku, Turku, Finland. Acta Paediatr. 2014 Aug 28.

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