Il 31 maggio 2021 si celebra la Giornata Mondiale Senza Tabacco. Per quest’anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto come tema “Commit to Quit”, ovvero "Impegnati a smettere!". Impegno che è stato largamente disatteso in epoca di pandemia COVID-19 la quale ha visto, con i vari lockdown, la paralisi di parecchie attività comprese quelle sanitarie, centri antifumo in primis.
Quindi nel 2021 ci si è trovati dinanzi ad una situazione tabagica che in Italia è apparsa notevolmente peggiorata, con un incremento di circa 1 milione e 200 mila fumatori rispetto al precedente anno. Detto incremento è stato preminente nelle donne che hanno fatto registrare una prevalenza pari al 26,7%, addirittura superiore a quella degli uomini che è stata del 25,6%. Insomma, un numero di 11,3 milioni di fumatori che corrisponde al 26,2% della popolazione italiana.
Peraltro, si conferma il costante incremento dei consumi dei nuovi prodotti del tabacco (sigarette a tabacco riscaldato e sigarette elettroniche) per i quali gli esperti del settore ribadiscono che si tratta pur sempre di prodotti che contribuiscono all'iniziazione e alla ricaduta nel consumo di sigarette tradizionali e ostacolano la cessazione.
A tale proposito bisogna fare attenzione a non cadere nella trappola dell'industria dei nuovi prodotti del tabacco che fa appello ad una presunta "riduzione del danno", invece si tratta di una tattica manipolativa che, in modo ingannevole e alimentando la disinformazione, mette a rischio le vere iniziative di assistenza alla cessazione del tabacco.
Nel nostro Paese la necessaria lotta alla pandemia COVID-19 ha oscurato l’emergenza sanitaria del tabagismo le cui caratteristiche pandemiche, almeno in termini di decessi, non solo sono di maggiore entità rispetto a quelle da Sars-CoV-2, ma riguardano un arco temporale enormemente più esteso (praticamente la pandemia da fumo di tabacco dura ininterrottamente da ben oltre mezzo secolo).
Certamente nel 2020 si è registrata un’eccedenza di morti, ma una grossa percentuale di esse è relativa cause non COVID. Cioè se confrontiamo i dati ISTAT relativi alla mortalità del 2020 rispetto a quella dei 5 anni precedenti si osserva un eccesso di mortalità del 21% che concretamente corrispondono a 108178 decessi e su un cospicuo numero di questi hanno avuto senza dubbio un ruolo i ritardi e la cancellazione delle prestazioni medico-chirurgiche; molti ambulatori hanno avuto una sospensione di attività, reparti chiusi e riconvertiti. Ora si inizia ad assistere ad un incremento di una categoria di pazienti che si rivolgono al centro antifumo costituita da persone che vengono non tanto perché vogliono smettere, ma perché devono smettere, perché per motivi di salute hanno ricevuto l’obbligo di smettere o quanto meno è stata loro vivamente consigliata una cessazione del fumo definitiva e completa. Non di rado queste persone hanno accumulato un carico emotivo e di stress tale da rendere particolarmente problematica la cessazione.
Ora osserviamo l'immagine di apertura del post. A sinistra c’è la pubblicità della Màrlboro nel 1962 quando tutto il mondo “beatamente” fumava soddisfatto, a destra nel 2020 il mondo è più “consapevole” di ciò che può danneggiarci e l’imperativo sociale è “proteggersi”. Poi soffermiamoci a pensare: Siamo stati davvero soddisfatti? Ci stiamo davvero proteggendo? Qual è l'illusione più ingannevole, riscuotere il favore dei fumatori o disinteressarsi completamente del fumo come se non esistesse?
Siamo di fronte ad uno dei più evidenti conflitti di interessi di Stato, il quale produce e specula su qualcosa che danneggia gravemente la salute. Indubbiamente si tratta di un conflitto di interessi di dimensioni planetarie che tutti i governi dovrebbero impegnarsi ad affrontare e risolvere nell'interesse della salute di tutti.
Guglielmo Lauro
(medico)
Perché pur indossando la mascherina anti-COVID-19 sento comunque la puzza del fumo espirato dai fumatori?
RispondiEliminaLa mascherina Anti Covid-19 è progettata per impedire alle goccioline di saliva o alle secrezioni respiratorie altrui di entrare in contatto con le vie respiratorie di chi la indossa. L'aria e il fumo passa.
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